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Autore: AnnaGori    05/06/2008    2 recensioni
Serena, 20enne, riceve una telefonata da una vecchia cotta, Michele, ora 32enne... Cosa può succedere?!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Una bella serata Arrivati al ristorante, Serena e Michele si misero seduti ad un tavolino e ordinarono le pizze. Di sottofondo mille voci, che a turno cantavano diverse canzoni, straniere e non, stonando, ridendo, ma anche cantando da artisti...

"È un locale molto carino!" disse Michele, guardandosi attorno. Le luci erano soffuse sui tavoli e vorticavano invece sul piccolo palco dove si esibivano le persone. Le finestre erano piccole e poste molto in alto, adornate da tende lunghe a dismisura di tulle di vari colori, che dal bastone della finestra, giungevano fino a terra, legate da nastri dello stesso colore. Ovunqe, tra i tavoli, vi erano foto incorniciate di band famose e gigantografie dei più noti cantautori. I tavoli erano posti a circondare una piccola pista da ballo, al momento inutilizzata e tra alcuni tavoli, probabilmente riservati alle coppiette, c'erano alcuni separè che riprendevano i colori delle tende. Ogni tavolino aveva nel mezzo una piccola ombretta, che un tempo aveva contenuto del vino, con una candela rossa accesa nel collo: a far luce, seppur ne producessero poca, dei lampadari pendenti dal soffitto, che però si staccavano dal soffitto alto almeno quattro metri, con il risultato che i raggi luminosi che emanavano si espandevano troppo in alto per illuminare le tavolate a giorno.
Era un ambiente rilassante, un misto tra un locale di sobborgo americano degli anni sessanta, e un pub da jazzisti postmoderno.

"Sì... Piace anche a me! Quando ho voglia di svagarmi un po', di solito vengo qui con le mie amiche..." disse Serena, sorridendo e guardandosi attorno.

"E cantate anche?!" rise Michele, avendo appena udito l'acuto di uno che era tutt'altro che intonato!

"Solo se siamo taaaanto sbronze!!" rise anche lei.

Le due pizze arrivarono e con queste anche due boccali di birra bionda. Le canzoni, e le diverse voci, passavano di sfuggita. I due si raccontavano della vita, che passava, che era passata, e che era diversa. E piano piano la prima birra finiva, e ne arrivava una seconda... Poi una luce!!!! (Non era Dio...)
Un raggio di luce colpì all'improvviso i due. "Ecco i nostri nuovi cantanti!!"

Michele e Serena furono portati, quasi a forza, sul palco e gli furono messi in mano due microfoni.

La musica partì e le parole iniziarono a scorrere sullo schermo di fronte a loro.

I know I stand in line
Until you think you have the time
To spend an evening with me
And if we go someplace to dance

I know that there's a chance
You won't be leaving with me

Le loro voci si unirono assieme, certo, all'inizio un po' incerte, ma piano piano presero vigore e ritmo. Serena era molto intonata, e Michele lentamente iniziava a sciogliersi.

Then afterwards we drop into a quiet little place
And have a drink or two
And then I go and spoil it all
By saying something stupid
Like I love you

I due cominciavano a giocare sul palco, si muovevano e cantavano, lo facevano assieme, tanto che la gente, prima concentrata in un chiacchiericcio del quale le voci cantanti non facevano parte, aveva smesso di parlare e si era messa ad ascoltare i due amici, non distogliendo gli occhi da loro. Serena e Michele si lanciavano sguardi complici, memori forse del video musicale della canzone, e si giravano attorno quasi come una gazzella e un leone.

The time is right
Your perfume fills my head
The stars get red
And oh the night's so blue
And then I go and spoil it all
By saying something stupid
Like I love you

Si avvicinarono e Michele le passò una mano dietro la schiena...

I love you...


La musica finì e un millesimo di secondo dopo, tutta la sala era in piedi, che applaudiva la coppia vincitrice della loro attenzione quella sera. I due fecero un piccolissimo inchino e ridendo, una dei due imbarazzata, si sedettero di nuovo al loro posto. Una ventina di minuti dopo, si alzarono e andarono a pagare il conto. Uscendo, dirigendosi alla macchina, incrociarono una coppia di vecchietti che avevano notato già all'interno del locale.

"Siete proprio una bella coppia," disse la nonnetta, che teneva per mano il marito, "Complimenti!!"

"Ehm, noi non..."

"Grazie!" la interruppe Michele.

I due vecchietti sorrisero e se ne andarono, barcollando un pochino, per i fatti loro, a mano.

"Che dolci, eh?!" disse lui, proseguendo verso la macchina, e lasciando Serena un po' sbigottita per quella sua risposta.

In macchina non parlarono. La ragazza guardava fuori dal finestrino, con il capo adagiato sul poggiatesta, mentre uno spiffero di vento, che entrava dalla fessura del vetro, le scomigliava i capelli sul petto. Vedeva scorrere le luci che circondavano le mura ferraresi, e guardava il Castello Estense illuminato. Ritornava con la mente al passato, a quelle sere in cui lui l'aveva riportata a casa. Una in particolare le tornava in mente: quel giorno era stato pesante, il giorno dopo avrebbe avuto un'interrogazione importante a scuola e non era riuscita a studiare; ciò nonostante non aveva voluto rinunciare alla palestra, unico motivo di svago, la sola occasione di distrazione in quel periodo di stress continuo. Anche lui era stanco: il lavoro non gli dava un attimo di tregua e spesso e volentieri doveva trattenersi in ufficio oltre l'orario stabilito. Si erano scherniti un po' all'inizio, scherzosamente, ma via via stizzendosi, fino a che lui era esploso, e le si era rivolto contro come non era mai successo prima; lui si era ritirato in sauna a schiarirsi le idee e lei, dopo un pianto liberatorio in solitudine nello spogliatoio, era tornata, comunque in larime all'allenamento, rifiutandosi di allenarsi e ricevendo, non che questo fatto la esaltasse, l'attenzione di tutti i suoi compagni, uomini adulti che si chiedevano che stesse succedendo quella sera. Poi in macchina, mentre la riaccompagnava, reganava il silenzio, esattamente come in quel momento, e nonostante lei avesse provato a scusarsi, Michele non le aveva dato molto retta. Si erano chiariti meglio i giorni seguenti, ma il rapporto si era un po' freddato, e non avevano quasi più parlato.

Quel momento però era diverso, positivo senza dubbio, ma Serena non aveva capito l'atteggiamento di lui, e non sapeva come comportarsi di conseguenza.

Arrivarono a casa dopo quella mezzoretta di macchina e si diedero la buonanotte. Michele la ringraziò e le diede un bacio sulla fronte. Serena, quindi, entrò di soppiatto nella stanza dell'amica, al buio, per non svegliarla.

Entrambi si addormentarono straniti, con le idee confuse, l'uno da un lato, e l'altra dall'altro, ma con l'uno e l'altra reciprocamente in mente.





Wow!! Il terzo capitolo nel giro di tre giorni!!!! Mi sto appassionando!!!!! e grazie al sostegno della mia Francy ( la mia Cenerentola) la mia testa brulica di nuove idee per andare avanti in quest''avventura... Devo ammettere che avevo previsto un finale molto melodrammatico, che sarebbe stato se non in questo, nel prossimo capitolo. Ma ho visto che qualcuno la FF la legge, siamo a 63, (anche se non recensisce... U_U) e quindi ho deciso di proseguirla... Ci saranno molti intrighi, e novità.... Continuate a seguirmi, e per favore, lasciate un commentuccio piccino picciò... Anche negativo... Suvvia... Vi chiedo un minutino... *_*

Vi mando un bacio grande grande

__AnnaGori__







  
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