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Autore: misslittlesun95    20/01/2014    2 recensioni
Bruno, Mirella e Guido, ventidue, diciassette e sette anni, tre figli di una coppia torinese, mamma casalinga e papà poliziotto.
Una famiglia normale nella metà degli anni settanta, finché il padre non muore, ucciso da dei terroristi che inizialmente si pensano di matrice comunista, e la madre porta la famiglia a Roma, dove forse i pericoli sono meno.
Qui, però, la vita di Bruno si scontrerà col mondo della droga minacciando l'integrità familiare, e lasciando a Mirella il compito di educare Guido.
Se non fosse che lei ha scoperto come realmente sono andate le cose il giorno della morte del padre, e ha giurato a se stessa vendetta.
A costo di prendere a sua volta le armi, a costo di diventare anche lei una terrorista.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Danilo Bozzi aveva fatto la sua prima azione terroristica, anche se pareva sciocco definirla così, a neanche quindici anni, nella primavera della quarta ginnasio.
Era successo quasi per caso, una mattina di aprile, molto presto, ad un'ora in cui lui era solito dormire ancora.
Viveva da sempre nello stesso quartiere, una zona abbastanza popolare appena prima del Grande Raccordo Anulare, ancora dentro Roma, e da sempre suo padre, un ex partigiano che continuava a votare comunista pur rinnegando alcune idee “troppo borghesi” del partito fondato da Gramsci, era in discordia con il capo della sezione locale del Movimento Sociale.
Qualche giorno prima però i due si erano attaccati pesantemente, e Danilo aveva giurato a se stesso che l'avrebbe fatta pagare al fascista, in una maniera o nell'altra.
All'inizio non aveva avuto idea alcuna, più o meno violenta che fosse, ma poi a lungo andare l'illuminazione era arrivata.
Di notte, poco prima di addormentarsi, aveva pensato a quando era piccolo e suo padre gli raccontava dell'aiuto che ai tempi della Resistenza aveva dato alla causa partigiana.
- Ero un ragazzino.- diceva sempre. - Piccolino e magro da far schifo, qualcuno mi prendeva per rachitico e quando dissi di voler aiutare chi desiderava la libertà del mio paese molti mi risero dietro.
Tutti meno che il capo della zona dove stavo. Mi aveva visto una volta sgattaiolare dietro una signora che comprava alla borsa nera per rubarle un pezzo di pane, aveva notato come fossi svelto e scaltro. Lui.
Quella ha sempre creduto la pagnotta fosse stata fatta male, povera idiota.
In ogni caso, a partire da questo mi fu affidato il compito di bucare le ruote dei camion dei soldati vicini al regime e, qualche volta, di sabotarli anche in maniera più tecnica.-
Danilo conosceva quella storia a memoria, ma fino a pochi anni prima non si era mai stancata di farsela raccontare, convinto che conoscerla nei minimi dettagli, prima o poi, gli sarebbe ritornato utile.
E così era stato.
Quella notte aveva deciso che il fascista, di lì a poco, si sarebbe trovato con quattro ruote squartate.
Aveva bisogno di un chiodo grosso e di dormire da qualcuno che non avrebbe fatto domande sul suo uscire di casa prestissimo, l'unico buon momento per fare una cosa simile, ma tolto questo il piano era perfetto.
Il giorno successivo, mentre tornava da scuola, aveva incontrato il figlio di amici di famiglia, un tale Paolo, che aveva pochi anni più di lui ma già lavorava in fabbrica.
Lì aveva iniziato ad abbracciare la causa della lotta di classe, e spesso lo si vedeva con in tasca copie di Lotta Continua*, tanto che molti si erano allontanati da lui.
Con Danilo non si vedeva spesso, colpa anche degli orari discordi dei due, ma quando si incontravano scambiavano poche parole sempre legate al comunismo e alla sinistra extraparlamentare.
Quel pomeriggio avevano fatto un pezzo di strada insieme, e a Danilo era venuto in mentre che forse proprio quel ragazzo avrebbe potuto fornirgli l'aiuto di cui aveva bisogno.
Viveva solo, si alzava presto per andare in fabbrica e casa sua era nell'isolato dopo quella del Missino. Forse avrebbe trovato da lui anche uno di quei chiodi che gli erano necessari, non poteva dirgli meglio.
L'aveva fermato all'angolo prima di casa sua dicendo che doveva parlargli.
– Ho bisogno di un favore enorme!-
- Ragazze?-
Danilo scosse la testa.
- E allora che hai combinato? Non hai neanche quindici anni e già ti metti nei casini?-
Il ragazzo aveva di nuovo scosso il capo. - Devo combinarlo, un casino. Qui in zona.-
- Contro chi?-
- Ziaboli.-
- Il fascista? Che è successo?-
- L'altro giorno lui e mio padre si sono attaccati di nuovo, ma questa volta quel bastardo non la passa liscia.-
- Che cazzo hai in mente Danì?-
- Bucargli le gomme di quella sua macchinetta borghese de sto cazzo.-
- E che ti serve da me?- L'aveva guardato strano Paolo.
- A che ora t'alzi pe' anna' in fabbrica?- Danilo aveva iniziato a sforzare il suo accento, come per sembrare più forte.
- Alle cinque e mezza sto fuori casa. Perché?-
- Ho bisogno di un chiodo grosso e un posto dove passa' la notte. M'alzo ed esco co' te, poi io faccio 'sto lavoro e me ne vado verso scuola. Il chiodo te lo riporto co' calma un giorno di questi.-
Paolo ci aveva pensato bene e poi aveva accettato a patto di non essere messo in mezzo al fatto in nessun modo, e Danilo gli aveva dato la sua parola.
A distanza di sei anni buoni ancora nessuno nel quartiere sapeva chi avesse bucato le gomme alla macchina del segretario della sezione dell' M.S.I., e questo basta a dire come fossero finite le cose.
Sei anni.
Danilo ci pensava appoggiato ad un termosifone nei corridoi della scuola proprio il giorno che correvano il sesto anniversario del fatto.
Ne era passata di acqua sotto i ponti da quel momento.
In primo luogo le due bocciature e tutti i cazzi che si erano portate dietro;
I genitori che minacciavano di buttarlo fuori di casa, le occhiatacce di alcuni vicini benpensanti, tutte rotture che lui avrebbe preferito evitare ma che si era dovuto sorbire a testa bassa.
Aveva fatto due volte la quinta ginnasio e due volte la prima liceo, solo che quella volta, al secondo giro era stato rimandato tanto in lettere classiche quanto in matematica, e nessuno avrebbe scommesso una lira sul suo passaggio a settembre.
Non tanto per la matematica, materia in cui l'insufficienza era dovuta più a un fatto di condotta che alla mancanza di notazioni positive, quanto per le materie portanti del suo indirizzo.
Chiunque altro a quel punto avrebbe lasciato perdere il liceo classico, era logico, ma Danilo era cocciuto.
E poi un sacco di persone, insegnanti, genitori e adulti vari, gli aveva più volte detto che sarebbe stato meglio cambiare scuola, ma lui a quella la soddisfazione non voleva darla.
Una sera di inizio luglio era stato beccato sbronzo all'uscita di un locale dal professore di latino e greco, un vecchio che aveva perso la famiglia in un incidente quindici anni prima e si era quasi risposato col suo lavoro.
Quel ragazzo scolasticamente difficile e menefreghista completamente ubriaco doveva avergli fatto una grande pena, perché l'aveva raccolto e se lo era portato a casa.
Qui aveva aspettato gli passasse la sbronza e poi gli aveva proposto un patto; lui lo avrebbe preparato agli esami se Danilo lo avesse aiutato con la casa.
Era vecchio, stanco, non gli mancavano più che pochi anni alla pensione.
Il ragazzo aveva accettato senza pensarci, e a settembre era arrivato alla riparazione più preparato di chiunque altro.
Il giorno che uscirono i quadri il giovane corse felice fino a casa del professore per comunicarli la promozione, ma non ce ne fu il tempo.
L'anziano docente era morto quella stessa notte, di infarto, come se il suo ultimo compito nella vita fosse stato quello di dare una svolta a quella di quel ragazzo.
Danilo era stato malissimo per quella perdita, ma non si era lasciato sconfiggere dal dolore ed era andato avanti, impegnandosi al massimo anche con la nuova insegnante.
Era per quello che era all'ultimo anno e aveva fatto di tutto per far bene quello e quello precedente, in memoria di quella persona che tanto lo aveva aiutato.
D'altra parte prima di lui aveva già perso, non per colpa della morte ma della vita, Paolo.
Era successo nel 1974, quando a Genova le Brigate Rosse avevano rapito un giudice* e Danilo, forse per la prima volta, aveva davvero avuto il dubbio che lo stato non coincidesse per forza col bene.
Ne aveva parlato con l'amico, che continuava a militare in Lotta Continua, ma alla fine le loro posizioni non erano state concordi e una violenta discussione aveva distrutto l'amicizia di una vita.
Poteva sembrare assurdo, ma era andata così.

Secondo Danilo il “Né con lo Stato né con le Br” di Lotta Continua era riduttivo ed insensato, per lui da una parte bisognava stare, tutto il resto era ignavia.
E pazienza.
Pazienza se il prof era morto, pazienza se il rapporto con Paolo era andato al diavolo, appoggiato lì al termosifone stava pensando che, forse, utilizzare i dieci minuti della ricreazione per riflettere su tutta la sua vita dalle gomme bucate al Missino in poi era stata una cazzata.
Stava per andarsene verso la sua classe quando la notò.
In realtà a scuola da un po' la notavano tutti, la ragazza che frequentava l'ultimo anno di magistrali.
Era arrivata il settembre precedente ma poi da un giorno all'altro era diventata nota.
Era bastato il simbolo di un'organizzazione terroristica sulla porta del bagno delle ragazze e il suo pianto che ecco come tutti avevano scoperto di lei, la figlia di un uomo morto ammazzato.
Danilo non ci pensava mai, ma le poche volte che lo faceva gli veniva da sorridere perché come fossero andate le cose prima di quel di disegno lui lo sapeva bene.
E, finché non vide la giovane venirgli contro col volto corrucciato e i pugni chiusi al fondo delle braccia, lunghe e tese ai lati del corpo, credeva di essere uno dei pochi a saperlo.
- Sei stato tu, vero?!-
Il corridoio sgombero anche dagli ultimi ritardatari che rientravano in classe dopo l'intervallo fece rimbombare le parole di Mirella.
- Che cazzo vuoi? Ma di che parli?- Rispose Danilo fingendo, anche bene, di non comprendere.
- Della... della stella! Lo sanno tutti che vuoi fare dopo il liceo, ammesso tu riesca finalmente a finirlo, ovvio. Allora, sei stato tu?-
Il viso della giovane era così contratto da, paradossalmente, mostrare benissimo tutte le lacrime che lì non aveva intenzione di piangere.
- Quella nel bagno delle ragazze? No, non penso proprio. Ma che c'è? Ti ha dato tanto fastidio?-
La ragazza aveva sbuffato.
- Oh sì... Ti ha dato fastidio...- Il tono di Danilo era passato da menefreghista a sottilmente ironico, diventando ancora più fastidioso.
- Ti ha dato fastidio perché adesso tutti sanno del tuo segreto, vero? Adesso tutti sanno di com'è morto tuo padre... ma che, non lo sapevi? Guarda andando in giro a dire che è morto in un incidente non tramuti la realtà, tuo padre l'hanno ammazzato comunque.-
Senza pensarci due volte Mirella mollò un sonoro ceffone al ragazzo che le stava davanti. - Allora la sai una cosa? Adesso va' pure in giro a dire che t'ha menato un fascista. Tanto questo schiaffo te l'ho dato sempre io.-
Poi si era voltata ed era corsa via, con le lacrime lungo le gote e la gola dolorante nel tentativo di nascondere i singhiozzi.
Danilo era rimasto lì, incapace di fare qualsiasi cosa.
Non ce l'aveva con lei, non si sentiva di essere vendicativo.
Non dava come assioma il non picchiare le donne, specialmente quando iniziavano loro, ma in quel momento non capiva neanche se picchiarla o comunque farle del male sarebbe stato sensato.
Era rimasto lì fermo fino a che il professore di matematica non l'aveva richiamato.
Poi, in classe, si era messo a fingere di seguire la lezione e aveva ripensato a quello che era successo.
Ecco perché aveva riflettuto sulla sua vita, nell'intervallo, perché tutto insieme era arrivata la conseguenza delle sue scelte, delle sue idee e delle sue dichiarazioni.


Note del testo
*Lotta Continua, forma breve LC, fu una delle maggiori formazioni della sinistra extraparlamentare italiana, di orientamento comunista rivoluzionario, tra la fine degli anni sessanta e la prima metà degli anni settanta.
(http://it.wikipedia.org/wiki/Lotta_Continua)
**Sequestro del Giudice Mario Sossi, rapito il 18 aprile 1974 e tenuto sequestrato dalle brigate rosse per oltre un mese.
(http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Sossi)

Note dell'autrice.
Bene! Eccomi di ritorno! :)
In teoria questo capitolo doveva essere differente, ma alla fine ho deciso di concentrarlo su Danilo, personaggio che sarà molto importante nel corso della storia!
Spero vi sia piaciuto ^^
Niente, io mi auguro di poter aggiornare presto e ci sentiamo alla prossima!
Ciao! :)))

   
 
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