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Autore: Bale    21/01/2014    0 recensioni
Il dolore di una donna che vede la sua vita messa completamente in discussione dopo la partenza della figlia per l'università
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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II


 
 
Stefano china la testa di lato e stringe gli occhi. Mi guarda intensamente. So che cerca di studiarmi, vuole conoscere le mie sensazioni, la mia reazione ad una partenza tanto sofferta.

Aurora partirà domani ed io mi sento morire. Cerco di nasconderlo, non voglio un’altra paternale, e nel frattempo continuo a preparare la cena.

Stefano mi fissa ancora più intensamente, poi ci rinuncia. Va a sedersi sul divano in soggiorno e accende la televisione. Gabriele è seduto sul tappeto a giocare con le sue macchinine. Appena lo vede si alza e gli va incontro.

-Papà-    esclama abbracciandolo.

Lui gli accarezza i capelli e lo fa sedere sulle sue ginocchia.

-Vuoi vedere i cartoni?-   gli chiede.

Io, dalla cucina, so bene che preferirebbe guardare il telegiornale o una di quelle sue serie tv preferite, ma ci rinuncia pur di stare un po’ con il suo bambino. Anche lui è sconvolto dalla partenza di Aurora, ma riesce a nasconderlo molto meglio di me.

In realtà io non voglio proprio nasconderlo. Credo non ci sia nulla di male nella mia sofferenza. Mia figlia parte e ha tutto il diritto di sapere che starò male senza di lei perché le voglio un gran bene.

Stefano, invece, si nasconde. Lo fa per rendere meno difficile il distacco ad Aurora. Anche lei soffre. Per quanto possa essere affascinata ed entusiasta all’idea di iniziare una nuova vita, sa che le mancherà molto quella vecchia.

Chiudo gli occhi e sospiro, mentre finisco di pelare le patate. Cucinare mi rilassa di solito, ma non stasera.

Il cuore mi rimbalza nel petto quando vedo mia figlia scendere le scale per andare a sedersi accanto a suo padre. Si accoccola sul suo torace, sfiorando la testa dorata di suo fratello.

Mi piacerebbe fotografare quella scena, ma continuo a cucinare.

Metto il pollo nel forno e condisco l’insalata. Apro, poi, un cassetto e tiro fuori la tovaglia.

-Ragazzi?-    urlo verso il soggiorno per sovrastare il volume della televisione.

Tutti e tre si voltano all’unisono.

-Chi apparecchia?-    chiedo perdendomi nei loro occhi azzurri.

Hanno tutti gli occhi di Stefano e i miei capelli chiari.

Mi perdo ogni volta che guardo ognuno di loro. Affondo in quegli occhi profondi, quasi trasparenti.

Oggi non posso, devo farmi forza.

Vedo Aurora alzarsi e venire verso di me. Sorride. Quanto è bella mia figlia quando sorride. Rispondo a quel sorriso e le passo la tovaglia.

Lei l’afferra e sparisce, poi torna in cerca dei piatti.

-Mamma?-    mi chiama, mentre si volta e apre il cassetto delle posate.

Io mi giro a guardarla, cercando di non perdere d’occhio la salsa.

-Ho scelto di diventare medico come papà, ho scelto di seguire lui-    comincia un po’ imbarazzata.

La sua voce trema. E’ emozionata ed io temo di piangere. Cerco di rimanere in me e annuisco per farle capire che la sto ascoltando e mi interessa ciò che ha da dirmi.

-Ma questo non vuol dire che io non ammiri anche te-    conclude.

Tira fuori dal tascone della sua felpa grigia un pacchetto con tanto di fiocco, mentre io spalanco la bocca emozionata.

-E’ per te, aprilo-    intima, porgendomelo.

Io lo afferro e nell’allungare le mani noto che sto tremando.

Lo scarto con cura, con calma. Non voglio si rompa e, soprattutto, voglio godermi quel momento. Tiro via il fiocco, poi sollevo i lembi del nastro adesivo sui bordi.

E’ un libro: I Ponti di Madison County.

Sollevo lo sguardo su di lei e la vedo commossa. Piange la mia Aurora. E’ di buon cuore.

Chiudo gli occhi e la rivedo piccola piccola che barcolla nella mia direzione. Io sono seduta sul divano a leggere proprio quello stesso libro. Cerca di abbracciarmi e mi rovescia addosso la mia tazza di the caldo. Il libro è zuppo e lei scoppia a piangere. Non si è scottata, ma si è spaventata come tutti i bambini piccoli. La prendo tra le braccia lasciando scivolare il libro sul pavimento.

-Tanto tempo fa te l’ho distrutto e ora te l’ho ricomprato-

Sorride ancora Aurora. Sorride e mi scalda il cuore.


 
   
 
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