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Autore: blue_flames    21/01/2014    1 recensioni
Crossover con percy jackson
Quinntana
"...ti sfido! Sempre che tu non abbia paura di perdere”
”Io non posso perdere contro di te!”
”Quindi accetti...?”
“Certo!”
“Allora scommettiamo..? Se vinco io la tua casa si allea con la mia per la caccia alla bandiera e se invece perdo farò quello che vuoi”
...si mise in posizione,allargo le gambe, prese un respiro gonfiando il petto, potevo vedere benissimo la curva del suo seno perfetto sotto la maglietta del campo, quando alzo le braccia per tirare la maglietta lasciò scoperto un lembo di pelle chiara. Mi morsi le labbra e ingoiai a vuoto, quei pochi centimetri di pelle scoperta mi stavano facendo impazzire, alzai lo sguardo sul suo viso che di profilo era ancora più bello se si poteva. Quinn lasciò la freccia e contemporaneamente fece uscire l’aria dai polmoni che aveva trattenuto fino a quel momento, la freccia si piantò perfettamente al centro, si girò e mi rivolse un sorriso beffardo:”sta a te”.
[cap2]
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Finn Hudson, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Finn/Rachel, Quinn/Santana
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quinn diede il cambio a Finn, affidando a malincuore la sua ragazza alle cure della Berry e del suo fidanzato. I rumori non erano cessati, ma fortunatamente non avevano ricevuto visite indesiderate durante la notte. Fu la mattina, quando Finn bevve l’ultimo sorso d’acqua, che si accorsero di essere spacciati, cominciando a preoccuparsi del fatto che non ci sarebbe stato un viaggio di ritorno.

PoV San

Quando mi svegliai sentii che tutte le ossa mi facevano male, in particolare quelle della spalla. Non avevo dormito molto, gli occhi mi bruciavano e a giudicare dalle profonde occhiaie che avevano tutti gli altri pensai che nemmeno loro avevano riposato. Mi tirai su e mi misi a sedere, mi arrotolai la manica sinistra fino al gomito. Poi fu il turno della destra, ma ancora non riuscivo ad avere quella mobilità che occorreva per fare quella semplice operazione. Mi chiesi se l’avrei più riavuta, pensare di rimanere un inferma limitata per tutta la vita mi montava dentro un senso di rabbia e commiserazione. Fui colpita da un altro pensiero. Forse non avrei passato tutta la mia vita così, dopo tutto non sapevamo nemmeno se saremmo usciti vivi da quello stupido labirinto. Non sapevo se rallegrarmi o preoccuparmi di queste ultime conclusioni che avevo tratto. “Vuoi una mano?” Una voce mi distrasse dai miei pensieri. Mi voltai ritrovandomi Rachel in piedi di fianco a me, non l’avevo neanche vista arrivare, immersa nella mia commiserazione. “Ti stavo guardando e ho visto che eri un po’ in difficoltà”. Continuò la Berry facendo un cenno verso la mia manica destra. Un po’ in difficoltà? Sarebbe stato questo il termine che mi sarei portata dietro? Santana quella che ha un po’ di difficoltà? Sospirai e guardando verso l’alto incontrai i suoi occhi marroni e quel piccolo sorriso cortese. Annuì e lei si accucciò di fronte a me prendendomi il braccio destro e cominciando ad arrotolare la manica della camicia. Aveva cominciato a canticchiare un motivetto dentro di sé, non lo riconoscevo, mi chiesi dove trovasse la forza e lo spirito per canticchiare. Io, anche provandoci, non ne sarei stata capace. Troppi pensieri, troppe preoccupazioni. Puck, il braccio, uscire di lì vivi…Rachel arrivò al gomito proprio in quel momento. “Fatto!” Disse sorridente, fece per alzarsi, ma io la bloccai afferrandole il polso. La ragazza si voltò stupita verso di me “Grazie” dissi solo, ma quella era veramente la parola che riassumeva tutti i miei sentimenti verso la moretta. “Per così poco?” domandò ancora più sorpresa. Non si sarebbe mai aspettata di ricevere un ‘grazie’ da me e se mai lo avesse ricevuto non sarebbe stato sicuramente per una cosa così sciocca. Ma lei non capiva che era un grazie che mi tenevo dentro da molto “Per tutto, la spalla, Quinn…solo grazie okay? Non è poco. Quello che hai fatto per me non è poco.” Il suo sorriso si ampliò “Oh beh, tu avresti fatto…” cominciò a dire bloccandosi quando vide le mi sopracciglia alzarsi e un’espressione molto eloquente delinearsi sul mio viso. Stava per dire che io al suo posto avrei fatto lo stesso ma sapevamo entrambe che non era così, o almeno prima non l’avrei fatto. Ora io dovevo tutto a quella ragazza a cui nonostante tutto cominciavo ad affezionarmi. Feci una piccola risatina passandomi una mano tra i capelli “Stavi per dirlo eh? Non mi merito affatto quello che hai fatto per me. A volte ti ho reso la vita un inferno.” Ora fu il suo turno di ridere “Eh già, stavo proprio per dirlo. Io non sono meglio comunque, spesso ho pensato a tutto l’astio che provavo nei tuoi confronti. Il mio cervello ha anche esitato ad aiutarti più volte chiedendosi perché mai avrei dovuto darti una mano visto il modo in cui mi tratti e mi provochi, poi pensavo alla mia amicizia con Quinn e mi convincevo che lo facevo per lei.” mi confidò alzando lo sguardo che aveva tenuto basso, rivolgendomi un sorriso. “Meno male che sto con Quinn allora!” dissi per poi scoppiare a ridere seguita da Rachel. “Beh penso che se sono vissuta tanto a lungo da poter sentire un tuo grazie e queste scuse mascherate vuol dire che tutto è possibile anche trovare Noah e uscire di qui”. “Lo spero Berry” dissi spostando lo sguardo su Quinn che era in piedi con la spada sguainata lungo il corpo affianco a Finn che frugava negli zaini. Aveva già svuotato a terra il suo e ora era prossimo a faro lo stesso con l’altro. Aggrottai la fronte “Cosa cerca Finn?” chiesi rivolta alla sua ragazza. La Berry si girò nella loro direzione e disse scura in volto ” Abbiamo scoperto di aver finito l’acqua.”. A quella dichiarazione sgranai gli occhi e una moltitudine di pensieri cominciarono a rumoreggiare nel mio cervello. “Merda” sussurrai tra me e me chiudendo le palpebre e sospirando pizzicandomi il ponte del naso. Mi passai le mani sul volto e con un po’ di difficoltà mi misi in piedi. Dove diamine avremmo potuto trovare dell’acqua in un labirinto? Mi avvicinai ai due e mettendo un mano sul braccio della bionda chiesi “Niente?”. I due scossero il capo tristi. “Oh ma è possibile che tutto ci dia contro? Ai nostri genitori non importa se moriamo?” esclami stringendo i pugni. “Maledizione papà, sto parlando con te!” Continuai puntando il viso verso l’alto. Aspettai qualche momento e poi visto che non accadeva nulla sbuffai e abbassai la testa mormorando “Grazie eh, quando hai tempo…” Quinn mi prese la mano sciogliendo il mio pugno e sorridendo amaramente disse “Dai, non fa niente. Non mi sembra che Atena, Apollo o altri si stiano prodigando per noi. Dovremo cavarcela da soli come abbiamo fatto fino a ora. Dopo tutto hanno una marea di figli se dovessero ascoltarli tutti non potrebbero adempiere ai loro compiti”. “Ha ragione Q. ce la caveremo da soli, non dobbiamo scoraggiarci” disse Finn mettendo una mano sulla spalla della bionda e circondando quelle della sua ragazza così da creare un semicerchio aperto tra me e Rachel. Il ragazzo mi guardò speranzoso sorridendo e annuendo. Capii cosa voleva e alzai le sopracciglia con un misto di sorpresa e scetticismo. Stavamo andando un po’ oltre se ci si aspettava che io chiudessi il cerchio per un abbraccio di gruppo. Okay, dovevamo confortarci e darci un po’ di speranza ma non avrei fatto niente di così stupido, infantile e tenero come un abbraccio di gruppo, soprattutto in un labirinto dove in qualsiasi momento poteva spuntare un mostro e ucciderci senza che neanche ce ne accorgessimo. Storsi il naso e sentii la mano della bionda stringere lievemente la mia. Anche lei credeva che io potessi fare una cosa del genere quando il massimo contatto che avevo con i miei fratelli e amici escluso Puck era un cinque o una pacca sulla spalla?! Erano lì, in attesa che io facessi la mia mossa, mi voltai verso Rachel che mi scrutava, non sembrava aspettarsi che io facessi davvero quello che silenziosamente mi stava chiedendo Finn. La ragazza alzò le spalle e scosse impercettibilmente il capo, aveva capito e non si sarebbe offesa quindi con un sorriso sghembo dissi “Ragazzi ormai vi conosco ma non farei mai le cosacce di gruppo con voi, quindi sciogliamo questo contatto pieno di tensione sessuale e leviamoci da questa schifo di stanza prima di essere assaliti nuovamente dai mostri.” Finn rimase interdetto, forse stava elaborando ciò che avevo appena detto per trovarci un senso logico. Rachel si era messa a ridere e la mia ragazza dopo aver spalancato la mascella mi aveva tirato uno scappellotto sulla nuca che anche se meritato, mi infastidì non poco. Volevo fumare, dovevo fumare. Cosa avrei dato per una sigaretta, avrebbe migliorato il mio umore, sciolto la tensione dei muscoli, non mi avrebbe fatto pensare alla spalla che pulsava dolorosamente. Sospirai infilando la mano in tasca ed estraendo l’accendino, l’osservai per qualche momento e poi lo feci scattare facendo comparire la piccola fiammella per lasciarla andare subito dopo. “Da che parte andiamo?” chiese Finn mentre rimetteva apposto le cose nel suo zaino. Voltai la testa verso i due cubicoli scuri, ero stanchissima e non volevo prendere una decisione, così aspettai che qualcun altro rispondesse. Feci scattare di nuovo l’accendino e lo feci rispegnere, continuai a farlo diverse volte finché non sentii la Nana tirare rumorosamente il fiato. Mi voltai ha guardarla, aveva gli occhi spalancati e la bocca semi aperta “L’avete sentito?” chiese con un sussurro. Cosa avremmo dovuto sentire? “Che cosa?” chiese Quinn, Rachel girò velocemente la testa verso l’imboccatura dei corridoi “Di nuovo, ora l’avete sentito?!” disse la più bassa guardandoci speranzosa. Finn che aveva finito di sistemare lo zaino le si fece vicino e le appoggiò una mano sulla spalla” Tutto bene Rach?”. Lei lo guardo sorpresa “Si! Sto bene…credo. Ma voi non sentite?” continuò ostinata con gli occhi sgranati. “Cosa dovremmo sentire di preciso? Forse dovremmo aspettare a partire, non hai dormito molto, sei stanca” le dissi con un tono come se parlassi a una bambina. Lei ancora più accigliata mi rispose “Non sono stanca né pazza. Mi stanno chiamando. Non sentite? Mi dice di venire, chiama il mio nome” spiegò Rachel. “Ma chi?” chiese il suo ragazzo. “Una voce”. “Non è un bene sentire le voci” le feci presente. “Devo andare” disse improvvisamente Rachel staccandosi dal suo ragazzo e cominciando a correre nel secondo corridoio. “Ma che le prende?” chiese Finn come fosse intontito dal comportamento della Nana. La bionda prese uno zaino e mentre diceva “Muovetevi, dobbiamo seguirla” iniziò a correre all’inseguimento di Rachel. Finn prese il secondo zaino e iniziammo a correre anche noi, essendo senza zaino correvo più veloce e presto superai Quinn. “Berry, fermati!” urlai continuando a correre, non dovevamo perderla. Sentivo i miei passi e quelli degli altri riecheggiare tra le pareti, rendendomi difficile sentire quelli di Rachel. Vidi la sagoma della Berry lontana davanti a me, svoltare a destra, cercai di correre più veloce “Aspetta” gridai nuovamente sperando che mi ascoltasse, ma era come se non mi sentisse. “Berry!” provai ancora, rallentai ansimando, l’accelerazione del battito cardiaco mi faceva pulsare la spalla e intorpidire le dita della mano. Finn mi sorpassò correndo, mi passai una mano sulla faccia sudata. Ricominciai a correre al massimo della velocità affiancando il ragazzo, non prima di essermi guardata alle spalle per accertarmi che la mia ragazza ci fosse sempre. “Da a me lo zaino, va avanti tu che corri più veloce. Fermala e aspettateci” dissi affannata. Sempre correndo il ragazzo mi lanciò un occhiata lasciandosi scivolare lo zaino dalle spalle e cominciando a correre più veloce. Rallentai raccogliendo lo zaino e corsi con il peso di questo sulle spalle seguendo Finn.
Gli avevamo persi di vista ma il corridoio non aveva sbocchi, così sicura che sarebbe bastato seguire il corridoio ci saremmo riuniti.

PoV esterno

Finn lasciò lo zaino a Santana e con uno scatto si portò avanti, correva e la figura della sua fidanzata si faceva più vicina, finché non la vide sparire all’interno di una stanza. Quando il ragazzo si avvicinò vide che dalla stanza usciva una forte luce, calda e rassicurante. Rallento la corsa sorpreso fino a ritrovarsi a camminare incerto verso l’entrata. La luce era così forte che Finn dovette stringere gli occhi, cauto entrò nella stanza dove trovò Rachel in piedi con gli occhi e la bocca spalancata. Un lungo tavolo imbandito catturò l’attenzione del ragazzo, alzò lo sguardo e vide uno splendido mosaico che raffigurava gli dei ad un banchetto. Erano felici e rilassati, c’era anche la Sylvester nelle sue vesti dell’Olimpo. Qualcuno si schiarì la voce in un angolo dello stanzone, quando il ragazzo si voltò dovette sbattere più volte le palpebre. Era, la dea del matrimonio, moglie di Zeus era nella sua stessa stanza che gli sorrideva benevolmente. “Rachel, Finn accomodatevi pure, so che siete affamati e assetati. Finn si avvicinò al tavolo accompagnato da Rachel. Prese una caraffa e la svuotò nella sua borraccia per poi attaccarcisi avidamente bevendo più acqua possibile per poi passarla alla ragazza. “Oh Era, tu che sei qui per soccorrerci, dicci come possiamo trovare il nostro amico disperso. Noah Puckerman” disse Rachel dopo essersi dissetata. La donna sorrise ancora” Siete perfetti insieme, avete la mia benedizione per sposarvi quando sarà l’ora, il mio augurio per tutta la felicità del mondo e la mia protezione.” Finn alla parola matrimonio tossicchiò un po’ arrossendo. “Grazie Era” rispose cordiale la Berry. “Il vostro amico rischia molto ma se voi seguirete questo corridoio e i segni di Poseidone potrete raggiungerlo” rispose facendo apparire un corridoio alle sue spalle. Finn prese un pezzo di pollo portandoselo alla bocca e poi prese due pagnotte infilandosele nelle tasche. In quel momento Quinn e Santana fecero il loro ingresso nella stanza strizzando gli occhi accecate dalla luce “San, Quinn. Ci hanno ascoltato!” disse Finn felice aprendo le braccia indicando il tavolo e la dea che non appena vide le due ragazze strinse la mascella e indurì lo sguardo.

PoV San

Sorrisi sollevata che finalmente gli dei avessero deciso di aiutarci, che ci avessero ascoltato. Notai Quinn al mio fianco serrare i pugni e squadrare sospettosa Era, ero un po’ confusa dal suo comportamento. Mi feci avanti verso il tavolo pieno di cibo, ma soprattutto di acqua, velocemente aprii lo zaino per riempire le borracce. Dovevamo pensare anche al dopo oltre che provvedere a soddisfare i nostri bisogni sul momento. Quando riposi le borracce piene nello zaino mi accorsi che Quinn non si era mossa dall’ingresso e non aveva staccato un attimo gli occhi da quelli della dea che li sosteneva fredda. C’era qualcosa che non andava, mi avvicinai alla bionda sfiorandole un braccio pronta a chiederle cosa ci fosse che non andava ma venni interrotta da Rachel che entusiasta disse “Santana! Era ci ha detto come raggiungere Puck, basta seguire questo corridoio e lo troveremo. Poi potremmo uscire finalmente di qui”. Sapevano come trovare Puck? Finalmente ci saremmo potuti riunire. Puck, stiamo arrivando. Spalancai gli occhi e proprio mentre stavo per chiedere conferma alla dea e ringraziarla Quinn con voce dura e un ghigno storto sul viso disse provocandola “Sorpresa di trovarci qui?”. “Quinn che stai dicendo?” chiesi a bassa voce ma senza ricevere risposta. “Non completamente. Pensavo di avervi spezzate all’isola di Circe, ma mi sbagliavo, ho dovuto mandarvi i miei saluti da un’amica.” disse lei sprezzante. Ma di che parlavano? Cosa centrava quello che era successo da Circe? “Beh, facevi meglio a tenerti i saluti. La tua amica ci ha solo avvicinate!” Le rispose a tono la bionda sempre con quello strano sorriso un po’ inquietante. Finn e Rachel guardavano le due spaesati e confusi quanto me. “È qui ti sbagli cara la mia Lucy. Non pensavo che la paura ti rendesse così ceca e ottusa” adesso anche Era aveva un sorrisetto stampato in volto. Fui sorpresa di sentire pronunciare il nome di Quinn da un’altra persona. “Di cosa stai parlando?” chiese lei perdendo la sua sicurezza e diventando improvvisamente seria e tesa. “Non ti sei accorta di nulla? Povera, non hai riconosciuto la spada? Non ti hanno detto niente i sintomi? Piccola” la schernì la dea fingendo di essere dispiaciuta per la ragazza che improvvisamente mi strinse la mano e mi si fece più vicina, aveva gli occhi leggermente spalancati e mi stava spaventando alla grande. Quelle due parlavano ad enigmi e parlavano di me per quello che avevo capito. “Quinn?” chiesi piano per una qualsiasi spiegazione. “Si Quinn, hai capito vero? Di alla tua Santana cosa c’è che non va!” Era sembrava divertirsi un mondo giocare con la mia ragazza agli indovinelli, stuzzicandola e provocandola. Quinn emise un gemito strozzato e strinse con più forza la mia mano, aveva le nocche bianche per quanto stringeva. Rachel e il ragazzo che erano stati in disparte fino a quel momento si fecero avanti, anche loro visibilmente preoccupati “Perché gli hai fatto questo? Che torto hai subito da loro?” chiese la più bassa che aveva capito spostando a turno lo sguardo da me, a Quinn alla dea. Tutti capivano tranne me, possibile? “Qualcuno mi può spiegare? Perché mi sembra tanto che stiate parlando di me e non vi capisco?” dissi nervosa e irritata. “Quinn?” chiese Era compiaciuta. Spostai lo sguardo sulla bionda al mio fianco che rimase in silenzio lanciandomi un occhiatina dispiaciuta prima di abbassare il capo e saldare la presa sulla mia mano. “Bene, lo faccio io. La spada con cui sei stata ferita alla spalla era avvelenata, l’ambrosia che stai prendendo sta solo rallentando l’inevitabile. Scommetto che te ne accorgerai anche tu quando guarderai sotto la fasciatura”. Cosa? Avvelenata? Non a me, stava sicuramente succedendo a qualcun altro, non potevo essere io quella condannata a morte. Lasciai la presa sulla mano di Quinn troppo scioccata per fare o dire nulla, la bionda però non mi lasciò la mano e mi tirò verso di sé avvolgendomi con un braccio “Mi dispiace, mi dispiace così tanto. Me ne sarei dovuta accorgere. Ti prego perdonami, ti giuro che farò di tutto per salvarti, di tutto. Anche dare la mia vita. Tu non morirai capito? Non morirai” mi sussurrò contro l’orecchio cominciando a piangere. Io ero ferma, immobile, ancora sconcertata senza ricambiare la stretta. “Perché? Perché?” disse Rachel con voce tremante. Finn si fece avanti fino a trovarsi di fronte ad Era apriva e chiudeva i pugni a scatti “Curala! Non se lo merita, non se lo meritano. Perché?” disse con un tono di voce alterato che non era riuscito a controllare. “Perché? Perché è contro natura, un abominio, è sbagliato. Doveva finire con le buone o con le cattive” disse le scoppiando a ridere dando di se una perfetta immagine da squilibrata e da tale venne squadrata dai due. “Cosa! È un idiozia, si amano e tu dovresti capirlo più di tutti! Sei la dea del matrimonio, della famiglia, tu dovresti apprezzare”. “Apprezzare? Apprezzare? Ma per chi mi hai preso per quella sgualdrina di Afrodite persa fra le nuvole che pensa che l’amore sia la risposta a tutto, che non serve altro al mondo. Che famiglia si può creare?” disse lei furiosa gesticolando e pronunciando con un smorfia la parola ‘amore’. Mi riscossi un po’ poggiando una mano sulla schiena di Quinn dopo averle lasciato una carezza mi separai da lei sguainando la spada e avvicinandomi alla dea. “Tranquillo Finn, lei vuole una famiglia perfetta. Uomo, donna e bambini ma si sbaglia e non capisce nulla.” dissi al ragazzo facendolo spostare dalla sua posizione per prendere il suo posto. “Me ne fotto della tua idea di famiglia, me ne fotto di quello che pensi e fai. Te lo dimostrerò, anzi te lo dimostreremo” continuai voltandomi verso la bionda che aveva gli occhi umidi per regalarle piccolo sorriso” Tu puoi cercare di impedirlo in tutti i modi, puoi provare ad uccidermi ma io e lei staremo insieme e se non riuscirò a stare con lei fisicamente per molto tempo ancora a causa tua, starò con lei nell’Ade se devo, starò con lei quando deciderà di essere di nuovo felice, quando sarò solo un ricordo nostalgico. Dovresti capire che la morte non è la peggiore delle cose quando hai amato e ami. Giuro che la sposerò e questa è una sfida! Ah, un’ultima cosa, come saprai non siamo sole, ricordalo.” continuai sfidandola e urlandole addosso tutta la rabbia che avevo contro di lei per essere riuscita a separaci così facilmente, per avermi impedito di essere felice con Quinn. Mi aveva rubato il futuro senza che me ne accorgessi. “Tu osi sfidare una dea, per di più la moglie di Zeus? Stupida ragazzina, mi sarebbe piaciuto giocare con te a ‘cose impossibili: sposarmi contro il volere della dea del matrimonio’ peccato che entro tre o quattro giorni, se sei fortunata, avrai perso la tua sfida!” Era ghignò prima di sparire in un lampo di luce. Tre o quattro giorni, dovevo riuscire a trovare Noah ed uscire dal labirinto in tre o quattro giorni. Al campo avrebbero saputo cosa fare, devono saperlo.

Quinn mi buttò le braccia al collo stringendomi forte a se e nascondendo la testa tra i miei capelli, il suo corpo scosso ogni tanto da un singhiozzo. “Andrà tutto bene, hai sentito? Non me ne voglio andare e non me ne andrò. Al campo sapranno cosa fare” le sussurrai voltando un po’ il viso per farmi sentire. Finn e Rachel poco distanti da noi, ci guardavano tristi e dispiaciuti, il silenzio che era calato nella stanza mi faceva pensare, ma io non dovevo assolutamente pensare perché altrimenti mi sarebbero venute in mente tutte le cose che stavo per perdere e mi sarei messa inevitabilmente a piangere e non volevo, non dovevo. I singhiozzi della mia ragazza contro il collo mi facevano salire un groppo in gola, avevo un enorme peso sul petto che non mi faceva respirare e gli occhi mi pizzicavano. Accarezzai i suoi capelli biondi e inspirai a fondo cercando di mantenere il controllo, appena fui sicura della mia voce dissi “Calmati, ti prego. Mi si spezza il cuore e tra poco mi metterò a piangere e non devo quindi devi cercare di calmarti. Andrà tutto bene…te lo prometto” esitai prima di pronunciare le ultime parole, non sapevo se sarebbe andato tutto bene e non volevo mentirle. La bionda si calmò un po’ e allentò l’abbraccio per potermi guardare negli occhi. I suoi erano arrossati e lucidi, pieni di dolore, non sapevo cosa vedeva lei nei miei ma speravo davvero che non riflettessero i suoi ma che invece riuscissero a infonderle un po’ di coraggio e conforto. Quinn appoggiò le sue labbra sulle mie per un contatto necessario, era un bacio casto ma pieno di sentimento, le sue labbra morbide erano umide di lacrime che rendevano il bacio salato. Quando ci staccammo rimanemmo con le fronti appoggiate “Ti amo” mi disse. Dovetti chiudere gli occhi perché non riuscivo più a sostenere il suo sguardo ferito e pieno di dolore e per non permettere alle lacrime di uscire. “Ti amo” le risposi aprendo gli occhi e facendomi sfuggire una lacrima che veloce rotolò lungo la mia guancia per essere raccolta dal suo dito quando arrivò vicino alla bocca. Le diedi un altro bacio e poi mi staccai prendendola per mano e avvicinandomi al corridoio che aveva aperto Era. Quando la dea era sparita con lei erano scomparsi anche il tavolo e la luce che invadeva quella stanza rendendola di nuovo tetra e minacciosa come le altre. Notai che Finn stava per dire qualcosa ma lo fermai alzando una mano “Ti prego, non c’è bisogno. Abbiamo quattro giorni no? Troviamo Puck e leviamoci da questo postaccio. Io starò bene, c’è ancora tempo” sorrisi ai due sperando che mi ascoltassero e non cominciassero a riversare il loro dispiacere e la loro compassione altrimenti saremmo rimasti in quella stanza per sempre a piangerci addosso. “Andiamo” dissi prendendo uno zaino da terra e porgendolo a Quinn.

Il cubicolo che ci aveva rivelato la dea era spazioso e abbastanza dritto, quando c’erano dei bivi ci bastava seguire le effigi di Poseidone. Ogni tanto il silenzio veniva interrotto da un colpo che riecheggiava lungo le pareti o delle grida minacciose che diventavano più frequenti mano a mano che proseguivamo nel tunnel. Camminammo a lungo, ero sempre più stanca e affaticata. La spalla bruciava terribilmente e le dita mi formicolavano, ogni tanto stringevo il pugno e muovevo le dita per cercare di far affluire il sangue alla mano. La presi nell’altra strofinandola cercando di scaldarla per poi stringere gli occhi a causa di una fitta improvvisa alla spalla causata dall’eccessivo movimento del braccio. Avevo paura. Lasciai nuovamente penzolare il braccio lungo il corpo continuando a camminare, svoltammo a destra e mi accorsi che avevo la fronte sudata così mi strusciai con il dorso della mano destra per asciugarmela. Era un po’ che Finn mi lanciava delle occhiate di soppiatto, mi controllava e per fortuna mi teneva d’occhio perché ad un certo punto incespicai nei miei stessi piedi rischiando di cadere a terra. Finn fu veloce e mi prese al volo salvandomi la faccia. Quando mi rimise in dritta in piedi scherzai “Queste stupide scarpe, stanno facendo di tutto per uccidermi, deve esserci una sorta di complotto”. Il ragazzo mi guardò severo, gli risposi con un sorriso che lui ignorò lanciandomi un occhiataccia. Ma che voleva? “Tutto a posto?” chiese Quinn premurosa. “Si tranquilla, magari un sorso d’acqua può aiutare” le risposi rendendomi conto che avevo la gola secca. Subito la figlia di Apollo si premurò di estrarre dallo zaino di Finn una borraccia per poi passarmela. Bevvi un sorso e sorrisi cercando di tranquillizzare i miei amici. C’era ancora tempo.

ANGOLO DI QUELLA CHE NON DORME (più lungo del previsto)
Gente, sono diventata pazza, folle, matta, sono fuori di testa. Non dormo più, ho la mente piena di spunti per nuove ff, non faccio altro che pensare a come continuare quelle che sono già in corso e sviluppare quelle che sto cercando di scrivere per far sfogare la mia mente. Sto diventando tipo scrittura-dipendente e ho veramente bisogno di dormire. Quindi se non mi sentite più vuol dire che mi hanno sbattuto in un ospedale psichiatrico o direttamente al manicomio.
Detto questo passiamo al capitolo. Da Da Da Dan! Non so nemmeno io perché ho fatto questo a Santana e Quinn comunque ci stava. Abbiamo avuto un momento Rachel-Santana ed Era omofoba, sarà la volta buona che trovano ‘sto povero disgraziato di Puck? Speruma bien. Non ci sono state molte citazioni i questo capitolo quindi vedrò di rimediare con il prossimo.
Ho riletto tutta la storia e...madonna quanto fanno schifo i primi capitoli, ringrazio tutti quelli che hanno avuto fiducia e hanno continuato a seguirmi. Ad ogni modo cercherò di metterli a posto il prima possibile.
Grazie a RossoCannella che ha corretto questo capitolo very fast
Recensite e continuate a seguirmi.
http://ask.fm/LightTower      https://twitter.com/firephoenix97
  
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