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Autore: Marichiaaa    21/01/2014    1 recensioni
《Tesoro sali in macchina, ci divertiremo nella nuova casa. A Londra ti farai dei nuovi amici.》
《Io...io non voglio venire.》
Ariel, 16 anni, bulimica. Ecco come uso definirmi. Mia madre mi chiamò Ariel per via dei miei capelli uguali a quelli della sirenetta...era sempre stato il suo cartone preferito.
Ogni mattina mi alzo e invece di ringraziare Dio per un nuovo giorno, ringrazio lei...per rovinarmi la vita ogni giorno di più. 
Lei non ha il diritto di rovinarmi la vita.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: PWP, Tematiche delicate
Capitoli:
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#ARIEL’S POV.
Ho sempre odiato i ragazzi troppo pieni di se, infatti odiavo lui. Lo odiavo in ogni sua forma e dimensione, come si permetteva di dirmi quelle cose? Con me non avrebbe attaccato. Tornai a casa nervosa a causa della giornata di merda che avevo passato. Le parole di Louis mi avevano fatto sballare tutta la giornata, piena a sua volta di note e viaggi verso l’ufficio del preside per la mia troppa “saccenza”. Una volta a casa c’era solo una cosa che potesse peggiorare la giornata: Mia Madre.
Alta e slanciata, bionda ossigenata e tutta in tiro manco dovesse andare a cena con il principe William. Odiavo lei, odiavo Londra, odiavo Louis Tomlinson.
<< Ah finalmente sei tornata principessa. >> Ma chi cazzo voleva prendere in giro con quel suo tono da zoccola? << Non rompere che non è aria grazie. >> Ignorai la sua risposta, corsi verso il frigorifero a prendere un bicchiere di latte e lo portai su con me nella mia stanza. Accesi la musica a palla come facevo per allontanare mia mamma dal mio mondo, mi accesi una sigaretta, finii di sorseggiare il liquido bianco e andai a inginocchiarmi davanti alla tazza per il mio rituale quotidiano, anzi più che rituale era una tragedia quotidiana. Uscii dal bagno dopo mezz’ora e sentendo la porta sbattere capii che mia madre era andata via. Feci una doccia veloce, indossai una canottiera e un pantaloncino attillato e con la mia sigaretta accesa scesi giu e mi sedetti sul divano dove mi aspettava la mia attività quotidiana: lo zapping. Neanche il tempo di passare il primo canale che sentii suonare il campanello ma non avevo alcuna voglia di alzarmi. Il suono si ripetè più e più volte, ma io ero nel mio mondo quello dove al momento il signor Louis Tomlinson prevalicava su tutti gli altri pensieri. Che poi perché stavo pensando a quel coglione patentato? Forse avevo paura di dovergli chiedere di venire a letto con me? Oh no no grazie. Quando liberai la mia mente da quel pensiero oscurò sentii una dolce melodia provenire da fuori la porta che intonava una canzone a me sconosciuta.
 
“Get out, get out, get out of my head and fall into my arms instead. I don’t know what it is but I need that one thing.”
 
La canzone si interruppe. Bene se questo qualcuno voleva attirare la mia attenzione ci era riuscito. Andai ad aprire la porta e chi mi trovai d’avanti? Un Louis Tomlinson in jeans e converse, con un sorriso smagliante. Tirai l’ultimo po’ di tabacco dalla sigaretta e la buttai oltre il tizio davanti a me. << Che ci fai qui idiota? >> Lui non accennava a rispondere. << E come fai a sapere dove abito? >> Il coglione non accennava a darmi risposta, io sbuffai e feci per chiudergli la porta in faccia, ma lui me lo impedì bloccandola. Entrò la chiuse dietro di se e mi spinse contro il muro mettendomi le sue due braccia ai lati della mia testa. Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò le stesse parole di prima, stavolta senza intonarle e poi mi stampò un dolce bacio sul collo. Non fece altro. Mi lasciò li imbambolata e aprì la porta andandosene. Eccome se era strano, ma io non sarei caduta nella sua trappola, non ero una delle tante. 
 
#LOUIS’ POV.
Si c’ero riuscito le avevo fatto venire i brividi, non era così forte come voleva far credere e nel giro di pochi giorni sarebbe finita nel mio letto!  I ragazzi non credevano che ce la potessi fare anche con loro, ma dovettero cambiare idea una volta saputo tutto. << Louis, non farle del male. >> Zayn, che cazzo voleva? Io ero nato per fare del male alle ragazze e i miei amici lo sapevano benissimo. << Qual è il tuo problema fratello? >> Gli diedi una leggera spinta e lo buttai sul divano, ma lui si alzò prontamente. << Tu sei il mio problema.  - Fece indicandomi con il suo dito indice ed uno sguardo minaccioso che avrebbe funzionato con chiunque tranne che con me. Infondo io e i ragazzi eravamo cresciuti assieme, non ci temevamo l’un l’altro. – La ragazza che vuoi portarti a letto si da il caso che sia mia cugina e tu sei pregato di non farle del male. >> Sua cugina, ma che cazzata era mai questa? Scoppiai in una fragorosa risata. << Tua cugina? >> Non potei smettere di ridere. << Si mia cugina coglione, quindi tu falle versare anche solo una lacrima e ti ammazzo chiaro? >> Zayn mi teneva dal colletto della mia polo. Ma che cazzo stava facendo? Si era ricordato solo ora della sua cuginetta? No aspettate, questo dovevo dirlo a lui. << Ah, ora che è una gran figa è tua cugina, prima però chi se la cagava vero Zayn? - I suoi occhi divennero neri come il carbone e mi diede un pugno scaraventandomi contro il divano. – Qui qualcuno ha una cotta per la sua cuginetta. >> Dissi ironicamente prima di accasciarmi per il dolore.
 
#ZAYN’S POV.
Si anch’io facevo del male alle ragazze, le usavo e poi le gettavo via come pezze vecchie. Ma lei era così delicata, non poteva toccarla, si sarebbe sgretolata sotto il suo tocco. E’ vero, non le ho mai prestato molta attenzione, era così poco curata, e così poco socievole…avrei messo a rischio la mia reputazione. Ma ora era tutt’altra cosa! Era bella, sicura di sé e solare, anche se io sapevo che la realtà non era questa. E poi diciamocelo quel pugno Louis se l’era meritato, lui parlava senza sapere. Non sapeva che lei non aveva nessuno a difenderla e io volevo stare dalla sua parte. L’ho sempre osservata da lontano, ma era così trasandata, nessun Louis Tomlinson ci avrebbe provato con lei così da metterla in pericolo, ora invece devo stare attento. Devo farlo per suo padre. Lui me l’ha chiesto e devo farlo, per quello che ha passato e per quanto vuole bene alla figlia.
 
#ARIEL’S POV.
“Com’eravamo belli” pensai guardando una vecchia fotografia che ritraeva me sulle spalle di mio padre a Houston.  Mio padre mi manca davvero molto, spero di poter andare a trovarlo prima o poi, ma lui si fa sentire poco e niente, le telefonate interurbane costano e lui non è mai stato un patito di skype, tuttavia so che anche se lontano lui per me c’è sempre.
 
Che un’altra giornata di merda abbia inizio. Non ho preso sonno, ho passato il tempo davanti a quella foto e come se niente fosse si sono fatte le sette di mattina. Vado a mangiare, sperando di non incontrare mia madre. Tiro fuori dal mio pacchetto da dieci di Winston Blue una sigaretta e comincio a fumarla, appena la finisco ecco che arriva la nausea. Ormai sapendolo mi trovo gia in bagno, gia davanti al cesso aspettando che quei cazzo di succhi gastrici misti a cibo risalgano per vomitarli e andare così a vestirmi. Stranamente oggi ci sto di meno a rimettere così posso correre a vestirmi. Leggins e felpa, magari così Louis non mi salterà addosso. Feci  la strada a piedi, pensando a mia madre. Chissà dove sarà, forse ha dormito a casa di qualche avventura di una notte e non si farà vedere fino a domani. Tanto ormai so fare la lavatrice, so cucinare, so tenere la casa, potrei perfettamente vivere da sola. Un suono di un clacson rimbomba nelle mie orecchie. Un range rover nero si ferma accanto a me e un finestrino si abbassa. Io chiusi gli occhi nella speranza che non fosse lui. Incrocio le dita e penso “fa che non sia lui per più di tre volte”. Poi una voce forte e chiara mi rimbomba nelle orecchie. << Hey rossa, che fai incroci le dita sperando sia io all’interno di questa macchina con i finestrini oscurati? Eccoti accontentata, salta su. >> Che cosa? Che presunzione, che odio! << No. >> dico con fermezza e continuo a camminare aumentando il passo e accendendomi una sigaretta “cazzo mi devo calmare” penso quando Louis scende dal pick up.
 
Eccomi in macchina con lui, ma come cazzo ho fatto a farmi convincere? Accendo subito un’altra sigaretta. << Potresti non fumare nella mia auto?  - Mi girai notando una visione al quanto strana, saranno gli occhiali da sole sulla sua faccia, ma mi sembra al quanto frocetto oggi e una risata mi esce spontanea. – Che cazzo ridi zoccola? >> Gli tirai uno schiaffo così forte, ma così forte che lo fece sbandare sulla strada. Zoccola a me? E ora la paghi. << Numero uno non chiamarmi zoccola – gli dissi quasi gridando. – Numero due levati questi cazzo di occhiali che sembri un frocio. >> Mi lasciai andare alla mia risata e gli sfilai gli occhiali. << Come ti permetti ah? >> Louis era rosso in viso, anzi fucsia. << Che cazzo ridi? >> continuò lui. Era davvero divertente quando si arrabbiava. Arrivammo a scuola e feci per scendere dalla macchina, ma poi mi arrestai. << Quando ti incazzi sei più carino. >> Gli lasciai un bacio con tanto di segno del rossetto sulla guancia calda dalla rabbia e mi inoltrai verso la scuola.
 
#LOUIS’ POV.
Lei quella zoccola, ma come si permette? Menomale che non aveva notato il mio zigomo gonfio sarebbe stato imbarazzante spiegarle il motivo. I miei amici ridevano di me ma non capivo perché. Zayn mi prestò lo specchio che si portava sempre dietro e mi ci guardai, mi aveva pure lasciato un segno del rossetto quella bastarda. Il fumo mi uscii dalle orecchie, mentre i miei amici continuavano a ridere senza mai finire. << Forse hai fatto colpo sulla mia cuginetta Lou. – Io e Zayn fortunatamente avevamo risolto, visto che gli avevo chiarito che lei mi avrebbe chiesto di scoparla, e non l’avrei obbligata. – Che bel segno che ti ha lasciato. >> Con un grugnito lo spinsi, spinsi anche Harry, Liam e Niall e entrai dentro l’edificio furioso. Ma come si permetteva quella stronzetta verginella a prendersi gioco di me? Del grande Louis Tomlinson? Non le facevo paura neanche un po’. Tanto avrei vinto, ci avrei scommesso la qualunque, ma lei sarebbe venuta a letto con me. Mandai un sms al numero che Zayn alla fine mi aveva concesso:

 
Hey stronzetta, non ci si prende gioco di Louis Tomlinson così,
guardati intorno e stai molto attenta,
non si sa mai cosa potrebbe succedere a chi abbassa la guardia un istante.
L. 


 
SPAZIO AUTRICE
Hey guys. 
Bentrovati. :D 
Sono riuscita a postare il nuovo capitolo, l'avevo immaginato in tutt'altro modo, ma l'ho rielaborato completamente mentre scrivevo. Spero sia di vostro gradimento e di riuscire a raccogliere qualche recensione! Vi voglio bene comunque:3

Alla prossima!
  
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