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Autore: Gilda Directioner    21/01/2014    8 recensioni
TRATTA DA UNA VERA STORIA, MA CON SOLO IL CAMBIO DI PERSONAGGI
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Esmea era una ragazza che non parlava con nessuno. Amava il silenzio.
Erano ormai quattro anni che non diceva una parola, nessuna, neanche un verso. Nulla.
Stava seduta sul letto a pensare a cosa sarebbe successo quando, per la diciasettesima volta in due anni, sarebbe andata in un istituto nuovo.
La madre la credeva ormai muta, come il resto ella famiglia, amici e conoscenti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 22
 
 
 
"Cosa fai?" dico allontanando Niall violentemente da me. Mi guarda. Poi abbassa gli occhi.
Giro la testa di lato. Sento delle braccia circondarmi il corpo. Niall.
Tiene la guancia poggiata sulla mia spalla. Mi fa tenerezza. "Non farlo più" gli dico. 
"Lo faccio quando voglio" dice, sempre sulla mia spalla. "... e ti arriverà un calcio nei genitali" dico. 
"Aggressiva..." commenta.
"Mhh... allora... cosa fai per sopravvivere?" chiedo.
"Mhh, spaccio" dice togliendosi dalla mia spalla.
"Sei uno sfigato" commento. "Lo prendo come un complimento" dice sorridendo maliziosamente. "E anche spacciato" aggiungo.
"Chi l'avrebbe mai detto due anni fa che avresti avuto il coraggio di dirmi tutte queste cose" dice sorridendo.
"Andiamo a casa" dico allontanandomi. Sento che mi dice. "Ehy, ti va di aiutarmi a fare una cosa a casa?" chiede arrivando di fianco a me. "Mhh, cosa?"
 
 
"Io direi che arancione è perfetto" dico. "No, rosa è più femminile" dice il biondo. "Ma no, il rosa è troppo... femminile. Se vuoi che ti aiuto la dipingiamo in arancione" dico a Niall. "Ok, ricattatrice" dice. Gli caccio la lingua.
Prendo, dal garage, il secchio con la pittura arancione per poi entrare in casa di Niall. Il suo aiuto era quello di dipingere la stanza di sua figlia. Durante il tragitto mi ha detto che al momento la figlia dorme con lui perchè la camera che stavavo preparando ancora non è finita.
"Ti presto una mia maglietta, così non sporchi la tua" dice dietro di me Niall. "Ok, grazie".
Mi lancia una sua maglia bianca e la infilo sopra. Incominciamo.
 
 
Due ore dopo
"Niall, non possiamo finire la prossima volta. Sono passate 2 ore e dobbiamo finire di fare metà. Io sono esausta" mi lamento. "Ok, ma si continua domani" dice. "Perfetto" rispondo.
"Cosa ti va di fare?" chiedo. Lui, prepotentemente, prende i mie fianchi e mi avvicina al suo corpo. "Che ne dici di farci delle coccole?" chiede dandomi un bacio sulla mascella. "Mica male l'idea" mi faccio sfuggire. "Se fosse stato un'altro" mi affretto a dire. "Dillo che non mi resisti" continua con i lui bacia su di m. "Io ti resisto" dico ridendo. "Sai rovinare i momenti più belli ella vita" commenta. "Bhe, tu ne sei maestro" dico riferendomi a quello che mi ha fatto in passato. "La metterai mai di pensarci?" chiede serio. "Mai" affermo. "Perchè?" chiede arrabbiato.
"Niall? Tu mi ha tradito. Tutti lo sapevano che me. Non pensi che mi sia sentita da meda? Venendolo a sapere da un'urlo?" chiedo. "Dovevi asp-" lo interrompo. "Finitela di dire che dovevo aspettarmelo da te. Fino a prova contraria siamo tutti umani, e ho voluto darti fede. Ma ti ho voluto dare il mio cuore. E tu non te ne sei preso cura. L'hai fatto marcire" dico. "Io... non so cosa dire" dice abbassando la testa. "Dimmi che vuoi rimediare" dico. "Rimediare come?" chiede con una tonalità di voce alta. "Questo aspetta a te saperlo. Sono io quella che ha subito, no tu" dico girandomi di spalle. "Io ti voglio bene..." dice abbracciandomi da dietro. 
"Mi sento bene a stare nelle tue  braccia" ammetto. "Perchè anche tu, almeno poco, mi vuoi bene?" chiede. "Perchè anche io ti voglio bene... Facciamo una cosa. Dimentichiamo tutto e iniziamo daccapo" dico girandomi verso di lui. Quest'ultimo mi sorride. "Piacere, Nia-" lo interrompo posando le mie labbra sulle sue. "Io intendevo da qui" dico staccandomi. Mi guarda negli occhi. 
"Voglio iniziare una nuova vita con te" dice, per poi abbracciandomi. "Però non corriamo" dico.
 
 
Chiudo la porta dietro a me e mi pento di tutte quelle cose dette a Niall. Insomma, perchè l'ho fatto?
Lo amo si, ma non dovevo dargli un'altra possibilità. Sono confusa, troppo.
"Ehy signorino" chiamo Dylan che è appena entrato in cucina. Si affaccia. "Ehy ciao" mi saluta. "Me lo fai un massaggio alla schiena?" chiedo. "Scordatelo" dice. "Grazie" dico. "Prego" lo sento dire dalla cucina.  "Sei un coglione" dico ridendo. Entro in cucina e lo vedo spruzzarsi della panna nella bocca. "Da quanto lo fai?" chiedo schifata. "Da sempre" dice pulendosi la bocca. "Mio Dio che schifo!" dico. Scoppia a ridere. "Dove sei stata?" si gira verso di me. "Da una parte" sorrido. "Da Niall?" chiede. Annuisco. "Vuoi dargli una possibilità?" chiede. "No, voglio solo essere felice" dico. "E' una cosa carina" dice. 
Mugugno.
"Ti va di andare al mare?" chiedo. Annuisce. "Guido io. Va a prendere il costume, ci cambiamo li" dico. 
Vado in camera e afferro il costume e lo infilo in borsa con il resto delle cose che ci saranno utili una volta li. 
"Andiamo?" chiedo a Dylan. Annuisce e scendiamo nel garage. "Prendiamo quella di papà" dico. "Ok, basta che non succede nulla a petunnia" dice riferendosi all'auto. 
Entriamo e, dopo esser uscite dal garage, accendo la radio a tutto volume. Diretti verso il mare.
Pare la canzone di Justin, Mirrors.
Io e Justin cominciamo a cantare, e siamo parecchio stonati. 
Dopo trenta minuti siamo arrivati. "Andiamo" dico.

 
 
  
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