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Autore: Andy Grim    05/06/2008    2 recensioni
Mi ero ripromesso di non pubblicare questa storia finché non ne avessi ultimato la pubblicazione su MANGANET... ma leggendo la recensione di Kitthex sulla mia one-shot "Le dimissioni di Asuka Junior" (ispirata a questa stessa serie) è scattato qualcosa che mi ha spinto ad esaudire il suo desiderio di leggere qualcos'altro di mio e dunque rieccomi qui! Può darsi che Kitthex non bramasse affatto di leggere un secondo racconto su Saint Tail e ancora meno una storia come questa! Ho già pubblicato su EFP un lavoro analogo basato su Lamù e non so se abbia incontrato molto successo (ho avuto solo 12 recensioni abbastanza lusinghiere, ma un numero di letture in calando nella sequenza dei capitoli). Per carità, il lettore è giudice e mi rendo anche conto che si tratta di un genere forse troppo originale (ho infatti già deciso di NON pubblicare altre demenzialità di questo tipo)! Chi preferisse qualcosa di più "normale", può entrare nella sezione su Candy Candy e leggersi "Un compagno per Flanny Hamilton". Per ora non vi è altro, ma spero, nel prossimo futuro, di potervi offrire altre opere (le idee non mi mancano, lo sbuzzo un po' di più)! Riguardo alla storia qui presente, si propone di illustrare le lotte interne del co-protagonista di KST nella sua perpetua caccia alla coduta ladruncola di Seika, nonché le continue schermaglie amorose con le rivali in amore di quest'ultima. Ai lettori che fossero contemporaneamente dei fan di Uruseiatsura e di Kaitou Saint Tail potrebbe interessare il confronto diretto fra le equipes organiche di due esemplari umani (Ataru Moroboshi e Alan Daiki Asuka) che più diversi di così non avrebbero potuto essere. Buon divertimento... o almeno me lo auguro!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 20: O la va o la spacca

Capitolo 20: O la va o la spacca!

 

A

rrivati che furono davanti al cancello di villa Takamya, i due ragazzi si fermarono. Per tutto il percorso non avevano aperto bocca e la cosa aveva stupito non poco il giovane detective. Dopo il risveglio degli agenti, Alan aveva dato disposizione affinché lo specchio di Leche - che aveva assolto egregiamente il suo compito - venisse riconsegnato a casa Shinomya e aveva quindi offerto alla sua “assistente” un passaggio fino a casa con una macchina della centrale. Ma la ragazza, anche se palesemente stanca per le emozioni provate, lo aveva invece pregato di fare il tragitto a piedi.

Asuka Jr. aveva temuto che Rina ne avrebbe approfittato per subissarlo di pressioni (non solo verbali) onde tirarlo definitivamente dalla sua parte, ma la biondina si era limitata a prenderlo a braccetto, “accontentandosi” della sua compagnia. Cosicché, il ragazzo aveva capito che la sua volontà di andare a piedi derivava unicamente dal desiderio di restare ancora con lui il più a lungo possibile.

L’atteggiamento di Rina lo imbarazzava particolarmente. Finché la ragazza, nei mesi precedenti, si era limitata a corteggiarlo in quella sua maniera petulante e appiccicosa, la Neuro di Marlowe era riuscita, senza troppi problemi, a tenerla a bada… ma ora che la biondina aveva deciso di cambiare tattica, manifestando i suoi sentimenti in maniera “sincera”, la sicurezza del piccolo investigatore aveva veramente vacillato… e l’incertezza in cui era caduto dopo aver constatato la concretezza della famigerata Ipotesi Zero aveva fatto il resto!

Il dubbio angoscioso che il rispetto e la simpatia di Seya fossero “interessati” ad alimentare la volontà del suo inseguitore di non consegnarla alle autorità, una volta che l’avesse catturata, veniva accentuato - ora che sapeva - dall’atteggiamento beffardo e supponente che Lisa Haneoka gli aveva sempre espresso a scuola; anche se, nell’ultimo periodo, la sua compagna di classe aveva leggermente mutato il suo modo di fare e certe esitazioni, certi sguardi e soprattutto certi rossori sembravano dimostrare che la misteriosa Seya desiderava comunicargli i suoi sentimenti anche attraverso la sua identità di copertura!

Ma allora che bisogno c’era di fargli un “cicchetto” del genere solo perché si era lasciato un po’ andare,  scambiando un paio di bacetti con la sua rivale in amore? Non c’era mica stato a letto, porco mondo… o meglio, a “rigor di termini” c’era anche stato (al ricordo sussultò, ringraziando il cielo che la biondina non si fosse lasciata scappare pure questo!)… ma, dopotutto, non lo avevano mica fatto…!

Passi anche quello schiaffo (la gelosia, d’accordo) ma quelle lacrime e quelle parole lo preoccupavano abbastanza. E se veramente la sua amica-nemica non avesse più voluto saperne di lui…?

Il solo pensiero lo sconvolgeva. Al riguardo, le analisi di Philip Marlowe erano state assolutamente esatte: Alan non voleva rimanere solo… sotto questo aspetto non aveva il carattere del padre, che sopportava filosoficamente la sua vedovanza. Lui desiderava fortemente una compagna che gli facesse anche un po’ da madre e un po’ da sorella e in ciò si spiegavano l’accanimento nella caccia a Seya, il morboso interesse per il suo alter-ego scolastico (Lisa), la debole resistenza alle avances di Sayaka e l’accettazione dei sentimenti di Rina. Una parte non troppo piccola del suo inconscio avrebbe volentieri applicato quest’ultima soluzione, se non fosse stato troppo triste e troppo stupido far terminare la sua storia con Saint Tail in quella maniera.  

E poi, quel “ti odio”… no, non poteva finire così: lui non voleva essere odiato da nessuno. Perché sentiva di non meritarlo.

***

Erano già trascorsi un paio di minuti da quando Alan e Rina si trovavano fermi davanti al cancello di casa sua. Finalmente, il ragazzo si riscosse: “Beh, eccoci arrivati!”

Rina lo guardò profondamente e non rispose.

“Che c’è…?” chiese allora lui, preoccupato.

“Niente…!” rispose lei, appena impercettibilmente, lasciando che i suoi occhi mandassero messaggi disperati alla sezione di Marlowe.

Alan sospirò: “Dai, forza, Rina: sputa!”

“Adesso che cosa farai?”

Lui la guardò per qualche istante: “Farò esattamente come mi hai detto tu!”

“Cioè…?”

“Scoprirò da solo quali fossero esattamente gli scopi di Seya. E, soprattutto, quali sono adesso le intenzioni di Lisa nei miei confronti!”

La ragazza deglutì, poi ribatté, con fatica: “E poi…?”

“Prenderò la mia decisione!”

Rina abbassò lo sguardo per riflettere un attimo, quindi lo rialzò: “E se lei riprendesse a rubare? In fondo, il colpo di stasera glielo hai fatto fallire!”

Anche lui parve meditare, guardandosi la punta delle scarpe.

“Se hai sentito tutto quello che ci siamo detti, dovresti conoscere già la risposta, Rina!”

“Dimmela lo stesso… per favore!” concluse, vedendo che il giovane esitava.

“Se andasse in questo modo” iniziò, sospirando “vorrebbe effettivamente dire che non gliene importa nulla, di me! O, per lo meno, che non sono importante quanto la sua… missione!”

“E allora? L’arresteresti?”

Lui tornò a fissarla: “No, rinuncerei semplicemente all’incarico” rispose, deciso “dopodiché…”

“Sì…?”

Alan si avvicinò e le prese la mano: “Beh… andrei dalla ragazza per la quale sono invece più importante… e le chiederei… se potesse essere interessata… ad avermi fra i piedi per tutta la vita!”

Gli occhi di Rina Takamya si spalancarono come due lanterne e brillarono al riflesso della luce dei lampioni stradali…

“Alan…” dovette deglutire, con la gola che le doleva tanto era ruvida  “…stai dicendo che… mi faresti una… proposta di matrimonio…??!!”

Data la loro giovanissima età, Rina si rendeva conto che quella era una domanda un po’ sciocca. Ma che le importava? Anche lei, da bambina, aveva letto qualche favola di quelle che leggeva Lisa Haneoka!

Il suo bello, voltando gli occhi al cielo e passandosi una mano sulla faccia per nascondere il rossore, rispose a mezza voce: “Qualcosa del genere…!”

Un decimo di secondo dopo, la sezione Immunitaria di Parker dovette registrare una stretta tale da temere seriamente che si incrinassero alcune costole e anche la sezione Cardiaca di Tracy andò in pre-allarme!

“Rina… Rina, basta: mi stai soffocando…!!” gridò Alan.

“Scusa… scusami…” gemette lei, commossa “…oh, Alan!! Amore…” e avvicinò le labbra…

“No… aspetta…” fu il turno del ragazzo di deglutire “…abbi pazienza, ma… devo essere ancora sicuro! Cerca di capirmi!”

“Oh, insomma…!!! Uno più, uno meno, che differenza fa?” sbuffò la bionda, spazientita, continuando a tirarlo verso di sé...

Comprendendo di dovere escogitare qualcosa, il detective se ne uscì con una trovata geniale: “Ma non preferisci… aspettare di ricevere i prossimi… da uno che penserà completamente a te?”

L’espediente funzionò. Rina si staccò da lui, interdetta e poi gli sorrise. Anche se, a dire il vero, era un sorriso un po’ amaro: “Forse hai ragione… ma cosa posso farci, se ti amo?”

“Anch’io ti amo, piccola… ma adesso andiamo a letto!”

Gli occhi di Rina tornarono ad allargarsi e il suo sorriso perse l’amarezza di cui sopra: “Va bene” e gli afferrò il polso “andiamo a letto…!!”

Alan rimase un secondo in apnea, rendendosi conto della topica, ma riprese subito in mano la situazione: “Ehi, bella, non fare la furbetta: io intendevo ognuno a casa propria…!”

La ragazza accusò il colpo e pensò: *Oh, beh… io ci ho provato!* Poi disse, rossa come un peperone: “Ma sì, stavo scherzando… comunque, non vuoi salire un attimo in casa?”

“A quest’ora? Non voglio disturbare!” 

“Ma dai, così saluti i miei, no? C’è anche mio fratello!”

“Cosa?!” Alan fu preda di un brivido e scosse la testa “No, no… non è proprio il caso!!”

“Oh, andiamo, possibile che ti stia sempre così antipatico?!”

“Ma non mi è antipatico! È che mi mette sempre a disagio…” *Oltre a prendermi per il culo!* “…e stasera proprio non me la sento!”

Rina si rassegnò: “E va bene, va bene, come vuoi” sospirò “ti lascio andare… buonanotte…!”

*Sia ringraziato il cielo…!* sospirò, sollevato, lui “Buonanotte, Rina… err… dormi bene!”

“Anche tu… e sognami!” concluse, strizzando l’occhio.

Lui rispose con un sorriso bonario e si allontanò a passo svelto. Benché la serata fosse abbastanza fresca, Alan dovette tergersi più volte il sudore dalla fronte.

“L’ho scampata per un pelo!! Che bella serata… prima Lisa mi dà uno schiaffone e dice che mi odia… poi Rina mi fa una scenata di gelosia e cerca anche di sedurmi… ci sarebbe mancato solo suo fratello, alla lista!”

A Rina non l’aveva detto, ma c’era una ragione ben più seria che lo aveva indotto a tagliare la corda per non incontrarlo… e che comunque non lo rassicurava affatto per il futuro, almeno dopo certe confidenze che gli aveva fatto la madre di Sayaka Shinomya![1]

*Se non mi sbrigo a risolvere questa faccenda* pensava *rischio di vedermi recapitare a casa uno smoking! E dubito molto che Seya me lo ruberebbe, per aiutarmi…!*

A quest’ultima considerazione, dovette estrarre di nuovo il fazzoletto…

 

***

Il povero Philip Marlowe, responsabile della sezione Neurologica asukiana, poté finalmente appoggiare la schiena alla sua poltroncina, sbuffando esausto.

“Coraggio, capo” gli disse Tim Murdock, uno dei suoi più validi collaboratori “è andata!”

“Boia di una vacca di una miseria” esclamò “finalmente siamo riusciti a sgusciarglielo dalle grinfie…!”

“E senza farle guadagnare altri punti. Devo farle i miei complimenti!”

“Lascia perdere… riservameli per quando riuscirò a recuperargli Haneoka!”

L’assistente corrugò la fronte: “Mi scusi, signor Marlowe” esitò “posso farle una domanda?”

“Avanti…!” rispose il superiore, con voce semi-spenta.

“Giunti a questo punto… è proprio sicuro che il signor Alan desideri per moglie proprio lei?”

Il capo-sezione ruotò la poltroncina girevole per guardare in viso il suo sottoposto. Poi abbozzò una smorfia divertita e gli chiese: “Vediamo un po’, Tim… al momento sono tre le ragazze che Alan Asuka considera di più: Rina Takamya, Lisa Haneoka e Sayaka Shinomya. Secondo il tuo giudizio, per quale delle tre si darà più da fare il nostro assistito?”

Tim Murdock meditò un istante, grattandosi imbarazzato il mento.

“Beh… conoscendo il tipo e il suo amore per le sfide… direi per quella che, al momento, lo considera di meno!”

“Esattamente: perché, le altre due, le avrebbe già nel carniere. E l’uomo vuole conquistare, non essere conquistato! Perciò correrà - o meglio continuerà a correre - proprio dietro a quella che gli ha fatto - e gli farà - sputare più sangue…!”

Il suo collaboratore scosse la testa. “Certo però che il maschio umano è veramente un masochista! Non trova?”

“Su questo non ci sono dubbi” sogghignò Marlowe “tuttavia, nel caso di Alan, è anche una questione di amor proprio!”

“Che cosa intende?”

“Beh, è semplice: se lui si mettesse con Sayaka o soprattutto con Rina, sarebbe come dargliela vinta. E questo non è nello stile di Alan! Al contrario, riuscire a riprendersi Lisa (o Seya, se vogliamo) dopo che lei gli ha detto addirittura di odiarlo, gli dimostrerebbe che…”

“Che è un emerito minchione!! E tu con lui, Marlowe!!”

I due membri della Neuro si voltarono di scatto.

“Jim, non ti hanno insegnato a bussare?”

“La porta era aperta. E questo mi ha permesso di ascoltare la vostra interessante dissertazione scientifica sul nostro amico!”

“Secondo me, te lo ha permesso anche la tua maleducazione! Ad ogni modo, sentiamo: perché io e lui saremmo così minchioni?!”

“Perché non vi salta in zucca neanche per un istante che l’attuale ritrosia di Haneoka possa essere una ben precisa tattica per spingere Alan a scegliere proprio lei!”

“Tu dici?” rimpallò il collega, sarcastico.

“Sì, caro il mio bischero:[2] io dico! Com’è stata una sua tattica eccellente farsi inseguire come ladra per tutto questo tempo, allo scopo di affascinarlo, irretirlo e infine sedurlo! E non era una tattica nuova: lo aveva fatto Occhi di Gatto con l’ispettore Isman, Shadow Lady con l’agente Bright Honda, lo sta facendo Lola Duck con Paperinik e…”

“Basta così” lo fermò Marlowe alzando le mani “ammesso e non concesso che la tua ipotesi sia valida, la mia sezione è in diretto contatto con lo spirito di Alan… e lui mi sta chiedendo di scoprire i veri sentimenti di Lisa Haneoka… o Seya… o Saint Tail… o chi diavolo è. Ed è esattamente ciò che farò…!” lo guardò con aria di sfida.

Il capo della Cerebrale non raccolse. A modo suo, aveva sempre rispettato l’integrità morale del collega, alla quale si doveva effettivamente gran parte della stima che il “ragazzo-speciale” godeva fra i suoi concittadini (e della simpatia delle sue ammiratrici)!

“Beh, in tal caso ti auguro buona fortuna. E, se potrò esserti utile, non fare complimenti!”

L’altro lo scrutò da sotto in su: “Parli sul serio…?”

Watson sbuffò: “Phil, siamo nello stesso corpo, dopo tutto!”[3]

Il collega sorrise, compiaciuto. “Molto bene: ne prendo atto con vero piacere!”

“Sottoscrivo!”

Riconoscendo la voce del Coordinatore, i presenti si irrigidirono. Marlowe si alzò in piedi, mentre l’assistente Murdock si metteva sull’attenti.

Lew Harper diede poi una pacca amichevole sulla spalla del capo della Cerebrale: “Bravo Watson, così mi piace! Il signor Alan avrà sempre bisogno della sua acutezza e della sua determinazione!”

“E ci potrà sempre contare, signore! Vorrei anche dirle che certi miei… dissensi dalla linea del signor Marlowe erano dettati unicamente dalla volontà di difendere l’onore del nostro assistito. Non da altro, mi creda!”

“Non ha bisogno di dirmelo, James. Sono certo che, d’ora in poi, collaborerete con profitto. Piuttosto, Marlowe…”

“Mi dica!”

“Posso chiederle cosa intende fare, come prima cosa?”

Il capo della Neuro sospirò: “In casi come questo, la teoria consiglierebbe di lasciar calmare le acque… concedere cioè alla controparte un po’ di tempo per riflettere e calmare i bollenti spiriti! Però, nel caso specifico… temo che occorra effettuare una mossa un po’ drastica!”

“Vale a dire?”

“Affrontare subito Saint Tail!”

 “Beh, va bene” approvò Watson “vorrà dire che domattina, a scuola…”

“Jim, io ho detto subito!”

“Come, subito?” intervenne Harper “Vorrebbe dire stasera…?”

“Sì, stasera” confermò il capo della Neuro “ormai sappiamo dove trovarla, credo…!”

“No, un momento” volle capire Watson, con un certo nervosismo “vorresti dire andare a parlarle a casa? Adesso…??”

“Immediatamente!” ribadì il collega, con debita lentezza.

“Ma… ma tu sei matto!! A casa sua?? Coi suoi genitori??!”

“Non crede che sarebbe troppo pericoloso, Marlowe?” chiese A1.

“Più che crederlo, signore, ne sono convinto. Ma è l’unica cosa da fare!”

“Sì, sì, non c’è dubbio: tu sei proprio uscito di senno! Perché questa è una vera pazzia!!”

Il responsabile della Neuro si voltò verso quello della Cerebrale: “Certo che lo è, collega… ed è proprio facendo una pazzia che dimostreremo inequivocabilmente alle nostre controparti quello che il signor Alan prova per quella ragazza!”

“Ma andiamo: è mezzanotte passata, non ci faranno nemmeno entrare!! Te la immagini la faccia di sua madre? E suo padre, poi, che quasi sicuramente non sa nulla delle gesta di sua figlia? Lo caccerà di casa come un maniaco…!”

“Beh, Watson, forse questo timore è un po’ eccessivo, considerata la fama di Asuka Jr. come difensore della legge!”

“Eh, signore… lei non sa come sono protettivi i padri, nei confronti delle figlie! E qualcosa mi ha sempre detto che il caro signor Genichiro non vede il nostro assistito col massimo della simpatia![4] Mi creda: non è questa la maniera migliore per presentarsi a un probabile futuro suocero!!” concluse, con veemenza.

Harper annuì e si rivolse nuovamente a Marlowe: “Lei che ne dice?”

Questi volse gli occhi al cielo e sospirò: “Per una volta mi vedo costretto a dare piena ragione al mio esimio collega, signore! Ma lo ripeto: dobbiamo giocarci il tutto per tutto! Perché vede, se c’è qualcosa che miss Haneoka ha sempre malsopportato, è la natura estremamente convenzionale di Alan. Quella sua… selezione matematica delle cose! Io credo che se lo vedrà compiere un gesto apparentemente folle, ma così significativo per chiarirsi con lei, potrebbe funzionare!”

“No che non funzionerà” ribatté Watson, sempre più nervoso “perché ti ripeto che il suo paparino lo sbatterà subito fuori!!”

Marlowe sorrise: “Forse no: se andrà bene, ci saranno Lisa e sua madre per impedirglielo!”

“Ma se andasse male…?” domandò A1, con la voce quasi tremula.

L’altro sospirò ancora: “Beh, se andasse male… vorrebbe dire che Lisa non provava per lui quello che riteniamo! E, in questo caso… non ci rimarrebbe che applicare l’opzione di Spade al posto di quella del sottoscritto!”[5]

“Cioè chiedere la mano di Rina?” domandò Watson, fissando il capo della Neuro.

Questi ricambiò il suo sguardo per qualche secondo, poi rispose: “Penso… penso proprio di sì!”

A questo punto, Watson si rivolse al Coordinatore: “Signore… per quanto ritenga che la proposta del mio collega  sia eccess…” tossicchiò “…abbastanza azzardata, sono propenso a trovare logiche le sue considerazioni. Pertanto, darei il mio parere favorevole!”[6]

Lew “A1” Harper incrociò le braccia e guardò a lungo i suoi due subordinati.

“Non lo so… nonostante abbia piena fiducia nei vostri giudizi, ho la netta sensazione che andremo a cacciarci in un mare di guai! E comunque, per una decisione simile, occorre procedere a una delibera del Consiglio. Lo convoco immediatamente!”

I due capi-sezione annuirono.

***

Per la mozione della Neuro, alla votazione del Consiglio Organico ci furono inizialmente 3 voti contro 3. A favore votarono Marlowe, Watson e Spade (curiosamente, gli ultimi due erano i capi-sezione più propensi per la Takamya); gli astenuti furono 2 (Wolfe e Chandler) mentre i contrari furono Tracy (che temeva problemi cardiaci per eventuali risvolti psicologici negativi), Parker (che temeva eventuali reazioni del capofamiglia che avrebbero compromesso l’incolumità dell’organismo) e Kirby (che, data la stanchezza accumulata nella giornata, non era in grado di garantire un eventuale disimpegno efficace da casa Haneoka, tale da rassicurare il collega dell’Immunitaria). A questo punto il voto di Harper sarebbe stato decisivo!

A1 rifletté a lungo, considerando anche il fatto che essendo Haneoka una persona abbastanza impulsiva, c’era il rischio che - dopo quanto era successo quella sera - decidesse di sfuggire al ragazzo cambiando addirittura scuola! Per cui, tutto sommato, era meglio prenderla di petto il prima possibile, soprattutto fin tanto che il loro assistito sembrava così determinato. E quindi, dette il suo assenso: “Bene, signori: con il mio, abbiamo 4 voti a favore della mozione della Neuro, 3 contrari e due astensioni. Per cui, la proposta è approvata!”

Si alzò in piedi e fece passare lo sguardo su tutti gli otto responsabili di sezione.

“O la va o la spacca, signori! Stasera ci giochiamo lo stato civile: a quello professionale, penseremo dopo… signor Kirby!”

“Comandi!”

“Se non le dispiace” sospirò “ci porti dagli Haneoka, per favore!”

“Agli ordini!”

Il capo della Motoria si alzò dalla poltrona e abbandonò la saletta delle riunioni, dirigendosi verso la postazione dei comandi muscolari.

“Ai vostri posti, signori” disse infine l’Organic Coordinator ai restanti membri del Consiglio “e che la signora Kaori preghi per noi da lassù…!” [7]

 



[1] Vedi cap. 15. In quell’occasione non gli era stato riferito esattamente il nome della “famiglia altolocata” che aveva mandato a Sayaka il velo da sposa, ma era bastata un’occhiata negli archivi della centrale per capire chi veramente fossero! Altre informazioni le fornisce Lord Martiya nel suo racconto Le fiamme del destino.

[2] James Watson ha studiato alla Normale di Pisa!

[3] Trasposizione del celebre detto Siamo sulla stessa barca!

[4] Oltretutto, secondo il parere di chi scrive, si potrebbe pensare che il padre di Lisa/Seya non ami particolarmente gli sbirri… altrimenti, in gioventù, non avrebbe protetto (e poi sposato) una ladra!

[5] Vedi capitolo 12.

[6] Qui, i casi sono due: o James Watson è più benevolo di quanto non voglia apparire, oppure è ancora più perfido di quello che effettivamente appare… (ai lettori l’ardua sentenza)!

[7] La madre di Alan (vedi capitolo 8).

  
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