Capitolo 20: O
la va o la spacca!
A |
rrivati
che furono davanti al cancello di villa Takamya, i due ragazzi si fermarono.
Per tutto il percorso non avevano aperto bocca e la cosa aveva stupito non poco
il giovane detective. Dopo il risveglio degli agenti, Alan aveva dato
disposizione affinché lo specchio di Leche - che aveva assolto egregiamente il
suo compito - venisse riconsegnato a casa Shinomya e aveva quindi offerto alla
sua “assistente” un passaggio fino a casa con una macchina della centrale. Ma
la ragazza, anche se palesemente stanca per le emozioni provate, lo aveva invece
pregato di fare il tragitto a piedi.
Asuka
Jr. aveva temuto che Rina ne avrebbe approfittato per subissarlo di pressioni (non
solo verbali) onde tirarlo definitivamente dalla sua parte, ma la biondina si
era limitata a prenderlo a braccetto, “accontentandosi” della sua compagnia.
Cosicché, il ragazzo aveva capito che la sua volontà di andare a piedi derivava
unicamente dal desiderio di restare ancora con lui il più a lungo possibile.
L’atteggiamento
di Rina lo imbarazzava particolarmente. Finché la ragazza, nei mesi precedenti,
si era limitata a corteggiarlo in quella sua maniera petulante e appiccicosa,
Il
dubbio angoscioso che il rispetto e la simpatia di Seya fossero “interessati”
ad alimentare la volontà del suo inseguitore di non consegnarla alle autorità,
una volta che l’avesse catturata, veniva accentuato - ora che sapeva -
dall’atteggiamento beffardo e supponente che Lisa Haneoka gli aveva sempre espresso
a scuola; anche se, nell’ultimo periodo, la sua compagna di classe aveva
leggermente mutato il suo modo di fare e certe esitazioni, certi sguardi e
soprattutto certi rossori sembravano dimostrare che la misteriosa Seya
desiderava comunicargli i suoi sentimenti anche attraverso la sua identità di
copertura!
Ma
allora che bisogno c’era di fargli un “cicchetto” del genere solo perché si era
lasciato un po’ andare, scambiando un
paio di bacetti con la sua rivale in amore? Non c’era mica stato a letto, porco
mondo… o meglio, a “rigor di termini” c’era
anche stato (al ricordo sussultò, ringraziando il cielo che la biondina non
si fosse lasciata scappare pure questo!)… ma, dopotutto, non lo avevano mica
fatto…!
Passi
anche quello schiaffo (la gelosia, d’accordo) ma quelle lacrime e quelle parole
lo preoccupavano abbastanza. E se veramente la sua amica-nemica non avesse più voluto
saperne di lui…?
Il
solo pensiero lo sconvolgeva. Al riguardo, le analisi di Philip Marlowe erano
state assolutamente esatte: Alan non voleva rimanere solo… sotto questo aspetto
non aveva il carattere del padre, che sopportava filosoficamente la sua
vedovanza. Lui desiderava fortemente una compagna che gli facesse anche un po’
da madre e un po’ da sorella e in ciò si spiegavano l’accanimento nella caccia
a Seya, il morboso interesse per il suo alter-ego scolastico (Lisa), la debole
resistenza alle avances di Sayaka e l’accettazione dei sentimenti di Rina. Una
parte non troppo piccola del suo inconscio avrebbe volentieri applicato
quest’ultima soluzione, se non fosse stato troppo triste e troppo stupido far
terminare la sua storia con Saint Tail in quella maniera.
E
poi, quel “ti odio”… no, non poteva finire così: lui non voleva essere odiato
da nessuno. Perché sentiva di non meritarlo.
***
Erano
già trascorsi un paio di minuti da quando Alan e Rina si trovavano fermi
davanti al cancello di casa sua. Finalmente, il ragazzo si riscosse: “Beh,
eccoci arrivati!”
Rina
lo guardò profondamente e non rispose.
“Che
c’è…?” chiese allora lui, preoccupato.
“Niente…!”
rispose lei, appena impercettibilmente, lasciando che i suoi occhi mandassero
messaggi disperati alla sezione di Marlowe.
Alan
sospirò: “Dai, forza, Rina: sputa!”
“Adesso
che cosa farai?”
Lui
la guardò per qualche istante: “Farò esattamente come mi hai detto tu!”
“Cioè…?”
“Scoprirò
da solo quali fossero esattamente gli scopi di Seya. E, soprattutto, quali sono
adesso le intenzioni di Lisa nei miei confronti!”
La
ragazza deglutì, poi ribatté, con fatica: “E poi…?”
“Prenderò
la mia decisione!”
Rina
abbassò lo sguardo per riflettere un attimo, quindi lo rialzò: “E se lei
riprendesse a rubare? In fondo, il colpo di stasera glielo hai fatto fallire!”
Anche
lui parve meditare, guardandosi la punta delle scarpe.
“Se
hai sentito tutto quello che ci siamo detti, dovresti conoscere già la
risposta, Rina!”
“Dimmela
lo stesso… per favore!” concluse, vedendo che il giovane esitava.
“Se
andasse in questo modo” iniziò, sospirando “vorrebbe effettivamente dire che
non gliene importa nulla, di me! O, per lo meno, che non sono importante quanto
la sua… missione!”
“E
allora? L’arresteresti?”
Lui
tornò a fissarla: “No, rinuncerei semplicemente all’incarico” rispose, deciso “dopodiché…”
“Sì…?”
Alan
si avvicinò e le prese la mano: “Beh… andrei dalla ragazza per la quale sono
invece più importante… e le chiederei… se potesse essere interessata… ad avermi
fra i piedi per tutta la vita!”
Gli
occhi di Rina Takamya si spalancarono come due lanterne e brillarono al
riflesso della luce dei lampioni stradali…
“Alan…”
dovette deglutire, con la gola che le doleva tanto era ruvida “…stai dicendo che… mi faresti una… proposta
di matrimonio…??!!”
Data
la loro giovanissima età, Rina si rendeva conto che quella era una domanda un
po’ sciocca. Ma che le importava? Anche lei, da bambina, aveva letto qualche
favola di quelle che leggeva Lisa Haneoka!
Il
suo bello, voltando gli occhi al cielo e passandosi una mano sulla faccia per
nascondere il rossore, rispose a mezza voce: “Qualcosa del genere…!”
Un
decimo di secondo dopo, la sezione Immunitaria di Parker dovette registrare una
stretta tale da temere seriamente che si incrinassero alcune costole e anche la
sezione Cardiaca di Tracy andò in pre-allarme!
“Rina…
Rina, basta: mi stai soffocando…!!” gridò Alan.
“Scusa…
scusami…” gemette lei, commossa “…oh, Alan!! Amore…” e avvicinò le labbra…
“No…
aspetta…” fu il turno del ragazzo di deglutire “…abbi pazienza, ma… devo essere
ancora sicuro! Cerca di capirmi!”
“Oh,
insomma…!!! Uno più, uno meno, che differenza fa?” sbuffò la bionda,
spazientita, continuando a tirarlo verso di sé...
Comprendendo
di dovere escogitare qualcosa, il detective se ne uscì con una trovata geniale:
“Ma non preferisci… aspettare di ricevere i prossimi… da uno che penserà
completamente a te?”
L’espediente
funzionò. Rina si staccò da lui, interdetta e poi gli sorrise. Anche se, a dire
il vero, era un sorriso un po’ amaro: “Forse hai ragione… ma cosa posso farci,
se ti amo?”
“Anch’io
ti amo, piccola… ma adesso andiamo a letto!”
Gli
occhi di Rina tornarono ad allargarsi e il suo sorriso perse l’amarezza di cui
sopra: “Va bene” e gli afferrò il polso “andiamo a letto…!!”
Alan
rimase un secondo in apnea, rendendosi conto della topica, ma riprese subito in
mano la situazione: “Ehi, bella, non fare la furbetta: io intendevo ognuno a casa propria…!”
La
ragazza accusò il colpo e pensò: *Oh, beh… io ci ho provato!* Poi disse, rossa
come un peperone: “Ma sì, stavo scherzando… comunque, non vuoi salire un attimo
in casa?”
“A
quest’ora? Non voglio disturbare!”
“Ma
dai, così saluti i miei, no? C’è anche mio fratello!”
“Cosa?!”
Alan fu preda di un brivido e scosse la testa “No, no… non è proprio il caso!!”
“Oh,
andiamo, possibile che ti stia sempre così antipatico?!”
“Ma
non mi è antipatico! È che mi mette sempre a disagio…” *Oltre a prendermi per
il culo!* “…e stasera proprio non me la sento!”
Rina
si rassegnò: “E va bene, va bene, come vuoi” sospirò “ti lascio andare…
buonanotte…!”
*Sia
ringraziato il cielo…!* sospirò, sollevato, lui “Buonanotte, Rina… err… dormi
bene!”
“Anche
tu… e sognami!” concluse, strizzando l’occhio.
Lui
rispose con un sorriso bonario e si allontanò a passo svelto. Benché la serata
fosse abbastanza fresca, Alan dovette tergersi più volte il sudore dalla
fronte.
“L’ho
scampata per un pelo!! Che bella serata… prima Lisa mi dà uno schiaffone e dice
che mi odia… poi Rina mi fa una scenata di gelosia e cerca anche di sedurmi… ci
sarebbe mancato solo suo fratello, alla lista!”
A
Rina non l’aveva detto, ma c’era una ragione ben più seria che lo aveva indotto
a tagliare la corda per non incontrarlo… e che comunque non lo rassicurava
affatto per il futuro, almeno dopo certe confidenze che gli aveva fatto la
madre di Sayaka Shinomya![1]
*Se
non mi sbrigo a risolvere questa faccenda* pensava *rischio di vedermi recapitare
a casa uno smoking! E dubito molto che Seya me lo ruberebbe, per aiutarmi…!*
A
quest’ultima considerazione, dovette estrarre di nuovo il fazzoletto…
***
Il
povero Philip Marlowe, responsabile della sezione Neurologica asukiana, poté
finalmente appoggiare la schiena alla sua poltroncina, sbuffando esausto.
“Coraggio,
capo” gli disse Tim Murdock, uno dei suoi più validi collaboratori “è andata!”
“Boia
di una vacca di una miseria” esclamò “finalmente siamo riusciti a
sgusciarglielo dalle grinfie…!”
“E
senza farle guadagnare altri punti. Devo farle i miei complimenti!”
“Lascia
perdere… riservameli per quando riuscirò a recuperargli Haneoka!”
L’assistente
corrugò la fronte: “Mi scusi, signor Marlowe” esitò “posso farle una domanda?”
“Avanti…!”
rispose il superiore, con voce semi-spenta.
“Giunti
a questo punto… è proprio sicuro che il signor Alan desideri per moglie proprio
lei?”
Il
capo-sezione ruotò la poltroncina girevole per guardare in viso il suo
sottoposto. Poi abbozzò una smorfia divertita e gli chiese: “Vediamo un po’,
Tim… al momento sono tre le ragazze che Alan Asuka considera di più: Rina
Takamya, Lisa Haneoka e Sayaka Shinomya. Secondo il tuo giudizio, per quale
delle tre si darà più da fare il nostro assistito?”
Tim
Murdock meditò un istante, grattandosi imbarazzato il mento.
“Beh…
conoscendo il tipo e il suo amore per le sfide… direi per quella che, al
momento, lo considera di meno!”
“Esattamente:
perché, le altre due, le avrebbe già nel carniere. E l’uomo vuole conquistare, non essere conquistato! Perciò correrà - o meglio continuerà a correre -
proprio dietro a quella che gli ha fatto - e gli farà - sputare più sangue…!”
Il
suo collaboratore scosse la testa. “Certo però che il maschio umano è veramente
un masochista! Non trova?”
“Su
questo non ci sono dubbi” sogghignò Marlowe “tuttavia, nel caso di Alan, è
anche una questione di amor proprio!”
“Che
cosa intende?”
“Beh,
è semplice: se lui si mettesse con Sayaka o soprattutto con Rina, sarebbe come dargliela
vinta. E questo non è nello stile di Alan! Al contrario, riuscire a riprendersi
Lisa (o Seya, se vogliamo) dopo che lei gli ha detto addirittura di odiarlo,
gli dimostrerebbe che…”
“Che
è un emerito minchione!! E tu con lui, Marlowe!!”
I
due membri della Neuro si voltarono di scatto.
“Jim,
non ti hanno insegnato a bussare?”
“La
porta era aperta. E questo mi ha permesso di ascoltare la vostra interessante
dissertazione scientifica sul nostro amico!”
“Secondo
me, te lo ha permesso anche la tua maleducazione! Ad ogni modo, sentiamo:
perché io e lui saremmo così minchioni?!”
“Perché
non vi salta in zucca neanche per un istante che l’attuale ritrosia di Haneoka
possa essere una ben precisa tattica per spingere Alan a scegliere proprio
lei!”
“Tu
dici?” rimpallò il collega, sarcastico.
“Sì,
caro il mio bischero:[2] io
dico! Com’è stata una sua tattica eccellente farsi inseguire come ladra per tutto
questo tempo, allo scopo di affascinarlo, irretirlo e infine sedurlo! E non era
una tattica nuova: lo aveva fatto Occhi
di Gatto con l’ispettore Isman, Shadow
Lady con l’agente Bright Honda, lo sta facendo Lola Duck con Paperinik e…”
“Basta
così” lo fermò Marlowe alzando le mani “ammesso e non concesso che la tua
ipotesi sia valida, la mia sezione è in diretto contatto con lo spirito di
Alan… e lui mi sta chiedendo di scoprire i veri sentimenti di Lisa Haneoka… o
Seya… o Saint Tail… o chi diavolo è. Ed è esattamente ciò che farò…!” lo guardò
con aria di sfida.
Il
capo della Cerebrale non raccolse. A modo suo, aveva sempre rispettato
l’integrità morale del collega, alla quale si doveva effettivamente gran parte
della stima che il “ragazzo-speciale” godeva fra i suoi concittadini (e della
simpatia delle sue ammiratrici)!
“Beh,
in tal caso ti auguro buona fortuna. E, se potrò esserti utile, non fare
complimenti!”
L’altro
lo scrutò da sotto in su: “Parli sul serio…?”
Watson
sbuffò: “Phil, siamo nello stesso corpo, dopo tutto!”[3]
Il
collega sorrise, compiaciuto. “Molto bene: ne prendo atto con vero piacere!”
“Sottoscrivo!”
Riconoscendo
la voce del Coordinatore, i presenti si irrigidirono. Marlowe si alzò in piedi,
mentre l’assistente Murdock si metteva sull’attenti.
Lew
Harper diede poi una pacca amichevole sulla spalla del capo della Cerebrale: “Bravo
Watson, così mi piace! Il signor Alan avrà sempre bisogno della sua acutezza e della
sua determinazione!”
“E
ci potrà sempre contare, signore! Vorrei anche dirle che certi miei… dissensi
dalla linea del signor Marlowe erano dettati unicamente dalla volontà di
difendere l’onore del nostro assistito. Non da altro, mi creda!”
“Non
ha bisogno di dirmelo, James. Sono certo che, d’ora in poi, collaborerete con
profitto. Piuttosto, Marlowe…”
“Mi
dica!”
“Posso
chiederle cosa intende fare, come prima cosa?”
Il
capo della Neuro sospirò: “In casi come questo, la teoria consiglierebbe di
lasciar calmare le acque… concedere cioè alla controparte un po’ di tempo per
riflettere e calmare i bollenti spiriti! Però, nel caso specifico… temo che occorra
effettuare una mossa un po’ drastica!”
“Vale
a dire?”
“Affrontare
subito Saint Tail!”
“Beh, va bene” approvò Watson “vorrà dire che
domattina, a scuola…”
“Jim,
io ho detto subito!”
“Come,
subito?” intervenne Harper “Vorrebbe dire stasera…?”
“Sì,
stasera” confermò il capo della Neuro “ormai sappiamo dove trovarla, credo…!”
“No,
un momento” volle capire Watson, con un certo nervosismo “vorresti dire andare
a parlarle a casa? Adesso…??”
“Immediatamente!”
ribadì il collega, con debita lentezza.
“Ma…
ma tu sei matto!! A casa sua?? Coi suoi genitori??!”
“Non
crede che sarebbe troppo pericoloso, Marlowe?” chiese A1.
“Più
che crederlo, signore, ne sono convinto. Ma è l’unica cosa da fare!”
“Sì,
sì, non c’è dubbio: tu sei proprio uscito di senno! Perché questa è una vera pazzia!!”
Il
responsabile della Neuro si voltò verso quello della Cerebrale: “Certo che lo
è, collega… ed è proprio facendo una pazzia che dimostreremo inequivocabilmente
alle nostre controparti quello che il signor Alan prova per quella ragazza!”
“Ma andiamo: è mezzanotte passata, non ci faranno nemmeno
entrare!! Te la immagini la faccia di sua madre? E suo padre, poi, che quasi
sicuramente non sa nulla delle gesta di sua figlia? Lo caccerà di casa come un
maniaco…!”
“Beh,
Watson, forse questo timore è un po’ eccessivo, considerata la fama di Asuka
Jr. come difensore della legge!”
“Eh,
signore… lei non sa come sono protettivi i padri, nei confronti delle figlie! E
qualcosa mi ha sempre detto che il caro signor Genichiro non vede il nostro assistito
col massimo della simpatia![4] Mi
creda: non è questa la maniera migliore per presentarsi a un probabile futuro
suocero!!” concluse, con veemenza.
Harper
annuì e si rivolse nuovamente a Marlowe: “Lei che ne dice?”
Questi
volse gli occhi al cielo e sospirò: “Per una volta mi vedo costretto a dare
piena ragione al mio esimio collega, signore! Ma lo ripeto: dobbiamo giocarci
il tutto per tutto! Perché vede, se c’è qualcosa che miss Haneoka ha sempre
malsopportato, è la natura estremamente convenzionale di Alan. Quella sua…
selezione matematica delle cose! Io credo che se lo vedrà compiere un gesto
apparentemente folle, ma così significativo per chiarirsi con lei, potrebbe
funzionare!”
“No
che non funzionerà” ribatté Watson, sempre più nervoso “perché ti ripeto che il
suo paparino lo sbatterà subito fuori!!”
Marlowe
sorrise: “Forse no: se andrà bene, ci saranno Lisa e sua madre per
impedirglielo!”
“Ma
se andasse male…?” domandò A1, con la voce quasi tremula.
L’altro
sospirò ancora: “Beh, se andasse male… vorrebbe dire che Lisa non provava per
lui quello che riteniamo! E, in questo caso… non ci rimarrebbe che applicare
l’opzione di Spade al posto di quella del sottoscritto!”[5]
“Cioè
chiedere la mano di Rina?” domandò Watson, fissando il capo della Neuro.
Questi
ricambiò il suo sguardo per qualche secondo, poi rispose: “Penso… penso proprio
di sì!”
A
questo punto, Watson si rivolse al Coordinatore: “Signore… per quanto ritenga
che la proposta del mio collega sia
eccess…” tossicchiò “…abbastanza azzardata, sono propenso a trovare logiche le
sue considerazioni. Pertanto, darei il mio parere favorevole!”[6]
Lew
“A1” Harper incrociò le braccia e guardò a lungo i suoi due subordinati.
“Non
lo so… nonostante abbia piena fiducia nei vostri giudizi, ho la netta
sensazione che andremo a cacciarci in un mare di guai! E comunque, per una
decisione simile, occorre procedere a una delibera del Consiglio. Lo convoco
immediatamente!”
I
due capi-sezione annuirono.
***
Per
la mozione della Neuro, alla votazione del Consiglio Organico ci furono
inizialmente 3 voti contro
A1
rifletté a lungo, considerando anche il fatto che essendo Haneoka una persona
abbastanza impulsiva, c’era il rischio che - dopo quanto era successo quella
sera - decidesse di sfuggire al ragazzo cambiando addirittura scuola! Per cui,
tutto sommato, era meglio prenderla di petto il prima possibile, soprattutto
fin tanto che il loro assistito sembrava così determinato. E quindi, dette il
suo assenso: “Bene, signori: con il mio, abbiamo 4 voti a favore della mozione
della Neuro, 3 contrari e due astensioni. Per cui, la proposta è approvata!”
Si
alzò in piedi e fece passare lo sguardo su tutti gli otto responsabili di
sezione.
“O
la va o la spacca, signori! Stasera ci giochiamo lo stato civile: a quello
professionale, penseremo dopo… signor Kirby!”
“Comandi!”
“Se
non le dispiace” sospirò “ci porti dagli Haneoka, per favore!”
“Agli
ordini!”
Il
capo della Motoria si alzò dalla poltrona e abbandonò la saletta delle
riunioni, dirigendosi verso la postazione dei comandi muscolari.
“Ai
vostri posti, signori” disse infine l’Organic
Coordinator ai restanti membri del Consiglio “e che la signora Kaori preghi
per noi da lassù…!” [7]
[1] Vedi cap.
[2] James Watson ha studiato alla Normale di Pisa!
[3] Trasposizione del celebre detto Siamo sulla stessa barca!
[4] Oltretutto, secondo il parere di chi scrive, si potrebbe pensare che il padre di Lisa/Seya non ami particolarmente gli sbirri… altrimenti, in gioventù, non avrebbe protetto (e poi sposato) una ladra!
[5] Vedi capitolo 12.
[6] Qui, i casi sono due: o James Watson è più benevolo di quanto non voglia apparire, oppure è ancora più perfido di quello che effettivamente appare… (ai lettori l’ardua sentenza)!
[7] La madre di Alan (vedi capitolo 8).