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Autore: Marichiaaa    22/01/2014    1 recensioni
《Tesoro sali in macchina, ci divertiremo nella nuova casa. A Londra ti farai dei nuovi amici.》
《Io...io non voglio venire.》
Ariel, 16 anni, bulimica. Ecco come uso definirmi. Mia madre mi chiamò Ariel per via dei miei capelli uguali a quelli della sirenetta...era sempre stato il suo cartone preferito.
Ogni mattina mi alzo e invece di ringraziare Dio per un nuovo giorno, ringrazio lei...per rovinarmi la vita ogni giorno di più. 
Lei non ha il diritto di rovinarmi la vita.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: PWP, Tematiche delicate
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#ARIEL’S POV.

E ora questo cosa voleva dimostrare? Uuuuh, una minaccia da Louis Tomlinson che paura. Avevo finito di stare nell’ombra e anche di temere quel coglione perciò andai nella classe di algebra, dove mi aspettava la prof per interrogarmi. Bella merda. Fortunatamente andò tutto bene, ma quando cominciò a spiegare e non trovai il quaderno andai nel panico per un momento. Poi ci pensai. Louis, minaccia, quaderno scomparso. Wow se era così che me la voleva fare pagare andava più che bene.
Alla fine della lezione andai a cercarlo. Eccolo con i suoi jeans girati sulla caviglia e le converse bianche nuove di zecca. << Bel modo di farmela pagare coglione. Si addice proprio alla gravità, – Dissi marcando la voce sulla parola gravità. – di quello che ti ho fatto. Insomma, – spostai i miei lunghi capelli rossi su una spalla, - farmela pagare perché ti ho lasciato un filo di rossetto sulla guancia, perché ti ho deriso, chiamato frocio e tirarti uno schiaffo. Non puoi tenermi testa caro Tomlinson. >> Feci per andarmene girandogli le spalle e provai a camminare indietro da dove ero venuta quando sentii una forte stretta sul mio braccio e fu lì che ebbi davvero paura. Louis era cattivo, tutti lo sapevano, anch’io lo sapevo, se Louis diceva una cosa era quella e io stavo davvero entrando nella tana del lupo. Lui mi trascinò con se dentro un aula vuota e mi sbattè al muro facendomi male alla schiena. Cominciò a toccarmi ovunque, a lasciare quella lurida saliva su ogni lembo del mio collo ero sicura che mi sarebbero rimasti i segni dei succhiotti e dei morsi che mi aveva lasciato. Io chiedevo aiuto, gridavo, ma nessuno poteva sentirmi, era l’intervallo. << Louis, ti prego basta. >> Lui si staccò un attimo per puntare i suoi occhi nei miei. Quegli occhi così belli erano davvero sprecati su un maiale come lui. Di un azzurro oceano, tali da perdersi al loro interno. Lessi la rabbia nei suoi occhi. << Tu ancora non sai cosa succede a chi sfotte, insulta o si mette contro di me. Hanno tutti paura di me, ci sarà un motivo. >> Furono le sue uniche parole, dopo di chè continuò a mordermi ovunque e sollevò la mia felpa in modo da abbassarmi i leggins. Piangevo, ormai avevo anche rinunciato a gridare o a dirgli basta, sentivo piano piano mancare le forze. << Louis….. >> Fu l’unica cosa che uscii dalla mia bocca prima del buio che si pose davanti a me.
 
#ZAYN’S POV.

<< Avevi detto che non le avresti fatto niente, lo sapevo non mi dovevo fidare di te. >> Spinsi Louis contro una panca nello spogliatoio. Ci aveva raccontato tutto di come gliel’aveva fatta pagare, ci aveva detto di tutte le volte in cui lei aveva chiesto aiuto invano, di tutte le lacrime che ha buttato e lui dal cuore di ghiaccio aveva solo voglia di violentarla per farle capire che con lui non si scherza. Fui assalito dalla rabbia e gli tirai un pugno su una guancia, dove ancora era visibile il segno del giorno precedente. << Dov’è ora Louis?  - Gridai, ero disperato, avevo bisogno di vederla, di sapere se stesse bene. Chi avrebbe lasciato una ragazza svenuta all’interno di una classe e sarebbe andato via? Ovviamente Louis Tomlinson. – Louis dimmelo. – Lui non accennava a voler rispondere cosi gli tirai così tanti pugni sul viso finchè non sentii un grugnito. – Allora? >> Tutti gli altri si avvicinarono a lui per sentire le parole che sarebbero uscite dalla sua bocca. << Aula 93. >> Fu l’unica cosa che riuscì a dire. Io e gli altri ci precipitammo fuori. Quella ragazza non era roba per lui, lui si meritava solo di vivere da solo, lui e le sue canzoni sdolcinate dedicate a chissà chi. Louis non era buono, Louis non doveva avvicinarsi più a lei. Io seguito dagli altri entrai dentro l’aula, ma lei non c’era più, allora ci precipitammo in infermeria dove lei era sdraiata sul lettino. << Chi siete? Non potete entrare? >> Ignorai le parole dell’infermiera, non avevo tempo. << Come sta? >> La fissavo con sguardo malinconico. Non avrei dovuto permetterlo! Robert non sarà felice di saperlo, non deve saperlo, altrimenti non la potrò più proteggere. << Si riprenderà, - l’infermiera con la sua voce e il suo sorriso speranzoso mi diede un sollievo, - prova a chiamarla, magari si sveglia. >> Mi avvicinai al lettino e mi sedetti sulla sedia che si trovava di fianco a questo. Intanto girai uno sguardo verso i miei amici. << Andate, vi cerco dopo. >> Loro si dileguarono e io mi girai verso mia cugina. Com’era bella, capelli rossi, fisico magro, troppo magro per i miei gusti. Ariel stava perdendo le sue forme per colpa della madre, perché era solamente colpa sua. Le accarezzai il viso e presi una sua mano e la posai nella mia. Subito sentii stringere. << Ariel, - sussurrai. – Ariel sono Zayn svegliati, ora va tutto bene. >> Ariel aprì gli occhi, ma la sua espressione era corrucciata, forse aveva dolore da qualche parte, visti i lividi che aveva nel collo, o forse le faceva male la schiena dopo che Louis l’aveva sbattuta contro il muro. Ariel aprì la bocca per parlare ma non uscì neanche un suono. Aggrottò le sopracciglia e ci riprovò. << Devo vomitare, dammi qualcosa. >> Oh cazzo certo, l’infermiera le aveva fatto un iniezione visto che era debole e ora lei doveva buttare tutto fuori. L’infermiera che per tutto questo tempo era rimasta accanto al separé dietro di noi mi diede un recipiente che io subito passai ad Ariel. Non sapevo cosa fare così optai per tenerle i capelli mentre lei vomitava anche l’anima. Appena finì si sdraiò sul lettino nuovamente con il vomito nel recipiente ancora sulle gambe. Cercò la mia mano e io gliela diedi. << Grazie Zayn. >> Disse queste parole in un sussurro e poi svenne di nuovo. Quella malattia se la stava divorando! Doveva svegliarsi, se non l’avrebbe aiutata sua madre avrei fatto tutto da me. Un colpo di tosse attirò la mia attenzione. << Tu sei il suo ragazzo? >> Era l’infermiera. << No sono suo cugino. >> Gli risposi concedendogli un sorriso. << Allora…. Zayn? – Io annuì. – Lasciala riposare, ti chiamo io quando si sveglia, tranquillo. >> Annuii nuovamente, lasciai un bacio sulla fronte di Ariel e uscii dall’infermeria.
 
#LOUIS’ POV.

Provai ad alzarmi da terra anche se riscontrai diverse difficoltà. E’ vero forse facevo schifo per averla lasciata li senza sensi sul pavimento gelido di quell’aula, ma è questo che succede a chi si mette contro di me. Certo forse ho reagito in maniera esagerata, forse è stata la canna di poco prima.
Non avevo voglia di restare a casa e di incontrare i miei amici che mi avrebbero odiato tutti quanti così tornai a casa, mi feci un panino e mi misi a dormire. Ma volevo chiarire con loro, non potevo lasciare le cose così. Mandai un messaggio a tutti.
 
Dove sei? Devo parlare con tutti voi.
L.
 
Lo so magari non volevano parlare con me, sicuramente quella sgualdrina si era svegliata e aveva raccontato la sua versione di vittima, ma io dovevo raccontare la mia. Mi arrivò un messaggio.
 
Da Niall.
 
Ecco, erano incazzati con me, lo capivo ma loro non mi avrebbero abbandonato.
Una volta arrivato da Niall c’erano tutti tranne Zayn, lui era ancora a scuola, ancora accanto alla sua adorata cuginetta. I ragazzi non avevano alcuna intenzione di parlare con me, stavano li tra di loro a giocare all’x box e mi ignoravano, appena mi girai dicendo: adesso gioco io, loro si voltarono verso di me, mi lanciarono uno sguardo pieno d’odio e andarono via. Tutto per colpa di una maledetta ragazzina. Gliel’avrei fatta pagare sul serio adesso. L’avrei giurato, su quanto è vero che il mio nome è Louis Tomlinson.
 
#ZAYN’S POV.

Ancora niente, non accennava a svegliarsi. L’infermiera aveva chiamato sua madre che era venuta qui a fare la presa per il culo davanti alla figlia che ancora non riprendeva sensi. << E’ troppo debole, - spiegò l’infermiera ad entrambi, - se non si risveglia entro la prossima ora sarò costretta a chiamare un ambulanza. Ma lei signora sapeva della bulimia della ragazza? >> Ovviamente mia zia, quella brutta strega non avrebbe mai detto la verità. << Oh no, certo che no, - ecco appunto. – La vedevo mangiare, tutto qui. Non pensavo potesse avere problemi di questo tipo. >> L’infermiera non era convinta. << Sua figlia è deperita, lo si vede chiaramente, come ha fatto a non accorgersene? Forse è troppo poco presente e poco vigile sulla vita di sua figlia. Ha solo sedici anni. >> Eccola, si era alterata, non avrebbe potuto dire qualche altra cazzata, altrimenti la sua storia non sarebbe stata in piedi. << La prego di fare il suo lavoro, non si intrometta nelle questioni di famiglia grazie.  – Fece restare l’infermiera di stucco, che ormai aveva capito tutto. – Io vado a lavoro, chiamatemi solo se ci sono novità. >> Fece per uscire ma l’infermiera la bloccò. << Non ce ne saranno, quando sua figlia verrà portata in ospedale mi farò sentire io. >> Mia zia lanciò uno sguardo d’odio ad entrambi. Quanto poteva essere cattiva. Povera Ariel, così piccola e così indifesa in questo mondo di belve. Non l’avrei mai abbandonata. Mai.


SPAZIO AUTRICE. 
Aiuto che storia drammatica. Però mi sto appassionando sempre di più *-*
Spero che a voi succeda lo stesso, ma se non vi succede pazienza....io continuerò a scrivere :D 
Che cosa organizzerà Louis per la prossima volta? Magari scoppierà le ruote dell'ambulanza, se mai Ariel salirà su quell'ambulanza u.u
Vi lascio col dubbio.... buona serata!

 
  
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