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Autore: Ladyally    06/06/2008    5 recensioni
Remus e Sirius frequentano l'ultimo anno di scuola e Remus perde la testa per il suo "amico". I personaggi non mi appartengono.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Endlessly
Sesto capitolo
And I built a home, for you, for me

Volgeva ormai alla fine una lunga, estenuante, snervante ed ormai insostenibile settimana e, per la barba di Merlino, nulla era più stato detto riguardo al loro “appuntamento”. Nulla! Certo, non erano riusciti a stare insieme da soli, fatta eccezione per le notti in cui uno dei due si intrufolava nel letto dell’altro, senza dire una parola, per dormire semplicemente uno accanto all’altro, ma c’era un limite a tutto e avrebbe messo Remus tranquillo almeno un semplice accenno, oppure un non ti preoccupare, non sto facendo niente che comporti la nostra espulsione gli sarebbe bastato, ma nulla!
Sirius era muto come un pesce e la cosa lo faceva agitare ancor più, perché ciò che era più terrificante di un Sirius Black in azione, era la sua versione taciturna e pensierosa, ma ogni tanto gli sorrideva, facendolo liquefare, e la cosa gli bastava, pur essendo una magra consolazione.

***

Venerdì sera era la sera perfetta per un appuntamento, così Remus, credendo che magari Sirius volesse fargli una sorpresa, si fece una doccia, si vestì come meglio poteva- ed aveva finalmente trovato il modo di togliere le firme di Sirius dalle sue maglie- e si sdraiò in modo disinvolto sul letto: tentò una posa accattivante, ma ci rinunciò dopo soli pochi istanti, non sentendosi a suo agio.
La porta della camera si aprì dopo un’eternità, quando ormai l’ora giusta per un appuntamento era passata, e Sirius entrò con una piuma appoggiata sopra l’orecchio e i capelli raccolti in una coda.
“Oh, ciao Moony, sei qui..” lo salutò depositando alcuni libri nel baule.
“Sì, in carne ed ossa.” Rispose cercando di fare un sorriso ammaliante (proprio non riusciva a spiegarsi da dove nascesse quell’atteggiamento frivolo, forse era colpa delle poche attenzioni di Sirius..)
“Io ora devo andare.. devo fare una cosa con Prongs.. non aspettarmi sveglio, non so quanto ci metteremo.” Detto ciò, gli posò un leggero bacio sulle labbra ed uscì dalla stanza. Quel bastardo.

***

Forse.. forse Sirius aveva trovato un’altra gallinella- “ragazza” si corresse mentalmente- o forse aveva superato, di già, la “fase Moony”, o, forse.. Remus lo sapeva, sapeva che quel giorno avrebbe dovuto correre via più veloce di uno di quegli animali della savana di cui, al momento, gli sfuggiva il nome e neanche gli importava più di tanto, ma no, testardo com’era, sabato mattina si era ritrovato a colazione a indagare sul motivo del suo comportamento strano, quindi eccolo lì, seduto a tavola con Peter con gli occhi puntati sulla porta d’ingresso in attesa di Sirius.
Erano lì da più di mezz’ora e Remus aveva mangiato mooolto lentamente, ma nulla era ancora accaduto. “Io ho finito, andiamo?” gli chiese Peter facendo per alzarsi.
“NO!no, voglio dire.. assaggia questi panini..oggi sono veramente deliziosi!” e gli mise un paio di panini sotto il naso, ben consapevole della sua debolezza per il cibo.
Sirius, dopo quella che apparve un’eternità, spalancò la porta con James al suo fianco e Remus lo scrutò con attenzione, cercando di capire su chi si posassero i suoi occhi grigi, poi, però, capitò quello che più temeva: una ragazza di Tassorosso, dai capelli lunghi e dalla gonna troppo corta, si avvicinò a Sirius e quella, quell’essere di cui ancora non conosceva il nome, gli posò una mano sul torace.
“Ora, però, è meglio andare, se no faremo tardi a lezione.” Gli disse Peter, non accorgendosi che i pensieri di Remus erano rivolti altrove.
“Prova.. questi!” gli urlò istericamente mettendogli qualcos’altro nel piatto, senza distogliere gli occhi dalla scenetta poco più in là.
“Ma Remus, sono pieno, dopo sto male, lo sai..” piagnucolò un po’ Peter.
“No Peter, non starai male.” Ormai, non sapeva più neanche cosa stesse dicendo e lo seppe ancor meno quando quella tro-troppo simpatica ragazza mosse la mano fino a raggiungergli la spalla e sorrise al suo Sirius, il quale, dopo un attimo di sorpresa, ricambiò quel sorriso; Il lupo che era in lui gli consigliò di alzarsi e sbranare quella pseudo cappuccetto rosso, ma la razionalità prevalse per poco.
Lei rise, lui rise: risero insieme, poi James sussurrò qualcosa all’orecchio di Sirius, i cui occhi si posarono su Remus.
Sirius si pietrificò all’istante ed arrossì, poi salutò la ragazza- in modo freddo, grazie a Merlino- e se ne andò, lasciando nella sala un Remus con mille domande in testa (cosa gli aveva detto James? Perché Sirius l’aveva guardato?) ed una terrificante rivelazione: James sapeva.

***

Alla fine di quella terza ora che era iniziata in un modo indegno Remus perse la pazienza: vide Sirius uscire dall’aula e scherzare con James e Peter come niente fosse successo, così, conquistato da un’irrazionalità che non faceva assolutamente parte di lui, raggiunse Sirius e lo afferrò per un braccio, trascinandolo nel primo sgabuzzino che trovò lungo il corridoio.
Per essere un ripostiglio, era più stretto e piccolo del dovuto, con scope ammassate contro le pareti e ragnatele che pendevano dal soffitto, illuminate da flebili raggi di luce che entravano dalla minuscola finestra; i loro corpi erano decisamente vicini e l’ossigeno non era abbondante, ma per il momento era sufficiente.
Sirius lo guardò in un primo momento perplesso, probabilmente stupito da quel suo gesto impulsivo, poi, ripresosi dalla piacevole sorpresa, tentò un approccio e si avvicinò a Remus con fare seducente.
“Tu!” lo fermò lui, pronunciando quelle due lettere in modo minaccioso e prendendolo alla sprovvista, poiché tutto si aspettava fuorché quel tono.
“No, non pensarci neanche di avvicinarti! Non puoi prima essere tutto carino e coccoloso, poi fare quello che hai fatto e pretendere che dopo io sia come tu mi vuoi!” gli disse con voce bassa e decisa, aggrappandosi all’ultimo rimasuglio di autocontrollo che gli era rimasto.
“Ma io..” Sirius cercò di parlare, ma Remus non lo fece andare avanti e gli posò un dito sulle labbra.
“Guai a te se dici una sola parola. Hai avuto una settimana di tempo per farlo, ma no, certo che no, hai pensato che fosse meglio ignorarmi: dormi, vieni e te ne vai, ti sembra carino? No, non credo! E l’appuntamento? Oh merlino! Mi ero fatto una doccia per te ieri sera! No, non provare nemmeno a creare nella tua testa un principio di pensiero perverso che includa l’essere nudi, perché fino a quando non mi tratterai come se fossi il tuo ragazzo, non avrai nulla di tutto ciò!” disse indicando il suo corpo ed uscendo dallo stanzino come una furia, perdendosi, così, il sorriso compiaciuto di Sirius.

***

A metà pomeriggio Remus progettò di fare su di sé un incantesimo di dimenticanza per cancellare dalla sua memoria il ricordo di tutte quelle cose imbarazzanti dette, però Sirius, non venendo colpito da un’improvvisa amnesia, le avrebbe comunque ricordate, quindi avrebbe dovuto fare un incantesimo anche su di lui, ma per com’era agitato avrebbe combinato qualche danno e, con la sua fortuna, lo avrebbe trasformato in qualche oggetto dalle sembianze falliche; quindi no, quell’idea era da scartare, porco Merlino.
“Oh, sei qui.” Disse una voce alle sue spalle al seguito dello scricchiolio della porta della camera che venne aperta; Remus si girò e si ricordò di chi si era dimenticato: James.
“Beccato.” Rispose con voce sottile, senza guardarlo negli occhi - un giorno o l’altro, decise in quell’istante, avrebbe dovuto fare i conti con la sua timidezza.
“Allora, come stai?” gli chiese James sedendosi sul suo letto e arruffandosi i capelli.
“Prongs, so che lo sai..” gli rispose secco, troppo stanco per poterci girare attorno.
“Te l’ha detto lui?” chiese, esitante, James che, evidentemente, non voleva mettersi in mezzo più di quanto non avesse in realtà già fatto.
“L’ho intuito da solo questa mattina quando ti ho visto parlare con Sirius, mentre era con quella, e ho messo insieme qualche tassello.” Rispose traballando sulle parole.
“Ah, quella.. sai che non gli importava, è solo che gli piace essere al centro dell’attenzione ed essere adorato e venerato.” Cercò di confortarlo James.
“Lo so, ma questo non toglie che avrei voluto sbranarlo.” Gli disse con un sorriso sulle labbra.
“E comunque, per quanto riguarda quello che mi ha detto, devi sapere che sono felice per voi. Solo.. lasciami giocare con lui ogni tanto.” Scherzò James e Remus riuscì ad alzare da terra occhi divenuti meno preoccupati.
“Quando vuoi, Prongs. Anche perché sai che a lungo andare Sirius diventa pesante..”
James si alzò ridendo e, raggiunta la porta, si girò di nuovo verso di lui, esclamando:
“Stavo per dimenticarmene! Sirius ha detto di farti una doccia prima delle nove. Non ho chiesto il motivo, ma, anche se lo sai, non voglio esserne messo al corrente: ho ancora una lunga vita davanti.”
E se ne andò lasciando Remus molto più leggero.

***


Alle nove in punto era seduto sul suo letto con i capelli, ormai diventati troppo lunghi, semi ordinati e vestito in maniera che definiva passabile: aveva fatto del suo meglio, ma quei dannati capelli non volevano collaborare e i vestiti.. si schiaffeggiò mentalmente, ricordandosi che non era una ragazza e che era una semplice uscita con Sirius, simile alle tante che c’erano già state in passato, quindi niente di speciale. L’importante era convincersene.
Sussultò, arrovellato tra i suoi pensieri, quando la gufa di Sirius, Cleopatra, picchiettò con il becco contro il vetro della finestra; Remus, incapace di tenere sotto controllo l’agitazione, corse verso la finestra per farla entrare e prese la piccola pergamena, che stringeva tra le zampette, con l’ultimo briciolo di garbo rimasto. L’aprì con mano che quasi tremavano,maledetto Sirius, e la lesse con il cuore in gola:
“L’esuberante, affascinate, travolgente e seducente messer Padfoot, più comunemente noto come dio del sesso, vorrebbe invitarla a raggiungerlo nel centro esatto del campo da quiddich. Non sono richiesti vestiti. O se proprio insiste, ne metta alcuni facili da sfilare. Se proprio deve.”

***

Remus non ricordava che il campo fosse così distante e, pur avendo camminato per più di dieci minuti- sì, aveva cronometrato il tempo per distrarsi- non era ancora arrivato ed iniziava ad essere veramente nervoso.
Quando in lontananza vide comparire l’alta struttura, con le tribune e i tre cerchi bianchi, corse verso di essa; la raggiunse con il fiato ormai morto e, arrivato al centro di quel campo verdissimo, si trovò spaesato: non c’era nulla. La paura prese il posto dell’agitazione e portò Remus a chiedersi cos’avesse combinato quel pazzo, poi aguzzò la vista e si guardò attorno, sentendosi,però, osservato.
“Sono qui, Moony!” sentì una voce chiamarlo, ma non vide assolutamente nulla, anche perché iniziava a farsi buio, e trasalì quando vide una mano muoversi, senza il braccio, nel mezzo del campo.
Si avvicinò con cautela e con la massima diffidenza ed urlò quasi quando Sirius spuntò fuori dal nulla.
“TA TAN!” strillò aprendo le braccia con enfasi.
“Merlino! Non farlo mai più!” gli disse, unendo il riso al respiro sempre più irregolare.
“Non vuoi che ti faccia mai più altre sorprese? Perché se vuoi possiamo sospendere tutto e tornare dentro..” insinuò facendosi vicino.
Remus si prese un secondo per studiare la sua figura e se ne prese altri sessanta per riprendersi da quella visione, poiché era miserabilmente stupendo: i capelli erano raccolti in un tentativo di coda, ma sfuggivano come gocce d’acqua, ricadendo con un armonioso disordine sulle spalle, e i suoi occhi gli sembravano tempestati di piccoli puntini luminosi grigi e bianchi.
“No, puoi continuare con le sorprese.” Gli rispose sorridendogli.
“Allora vieni con me.” Disse Sirius entusiasta, prendendogli la mano.
“Attento alla testa! Se fossi in te, mi abbasserei.” Aggiunse andando verso il nulla e sollevando qualcosa d’incorporeo.
“Ma cosa..?” iniziò a dire Remus, ma lasciò la frase a metà quando vide quello che prima non c’era: una grande coperta oro e rossa giaceva sull’erba, costellata da morbidi cuscini, e sulla loro testa e tutto intorno svolazzava il mantello di James, previdentemente legato a bastoni argento e verdi, di cui non voleva sapere la provenienza, pur potendola immaginare.
“Prongs mi ha aiutato ad ingrandirlo, così nessuno potrà disturbarci, a meno che qualcun altro non abbia la brillante idea di venire proprio qui, ma a quel punto gli lancerei uno dei tanti incantesimi imbarazzanti di cui sono a conoscenza ed il problema sarebbe risolto.” Disse Sirius mettendosi a sedere ed invitandolo, con un gesto, a fare lo stesso.
“Questo, comunque, non è tutto, c’è dell’altro,ma –” e Sirius perse le parole, preso da Remus e catturato in un bacio taciturno ma al contempo così prolisso e solenne; le mani di Remus si mossero sul suo viso, come a volersi assicurare che fosse tutto reale, poi si fermarono sul collo e i due si separarono per prendere fiato.
“E questo per cos’era?” gli domandò Sirius con le gote arrossate.
“Un grazie per aver fatto tutto questo.” Gli rispose imbarazzato.
“Ma Moony, non hai ancora visto niente.. non oso immaginare cosa potresti farmi dopo..” Disse ridacchiando e sdraiandosi sulla coperta che, da vicino, tutto sembrava benché una normale coperta.
“Ma questa non è la bandiera di Grifondoro che è attaccata sopra all’ufficio della McGranitt?” gli chiese temendo la risposta.
“Vorrai dire era.. non dobbiamo mai dimenticare chi siamo. Dai, sdraiati qui con me che ormai è il momento.” Remus si distese al suo fianco, usando la sua spalla come cuscino.
“È il momento per cosa?” gli domandò più curioso che mai.
“Ah Merlino, non verrò di certo a dirtelo proprio ora, è solo questione di attimi e - ecco! Guarda!” urlò eccitato puntando un dito al cielo. Remus seguì la traiettoria di quel dito e i suoi occhi vagarono per qualche istante da un punto luminoso all’altro, ma, quando trovarono la sorpresa di Sirius,le pupille gli si dilatarono e il sangue si gelò nelle vene, come piccoli rivi d’inverno.
La luna, che era precisamente a metà, iniziò a crescere, diventando sempre più luminosa, fino ad assumere una forma perfettamente tonda.
Remus si tese e fece per alzarsi, spaventato e confuso, ma Sirius lo bloccò e lo trattenne a terra, portandoselo vicino con un abbraccio.
“Tranquillo, non ti trasformerai, è solo un’illusione. Una volta mi hai detto che avresti voluto guardare la luna piena con occhi umani e che l’avevi vista solo sui libri di scuola e in foto, perciò ho pensato che così.. anche se non è al cento per cento vera è pur sempre qualcosa.” Gli sussurrò all’orecchio, accarezzandogli il viso con gli occhi, mentre i suoi erano assorti ad osservare quell’astro che, una volta al mese, era regina del suo corpo.
“Mi hai regalato la luna..” disse in un sussurro Remus, voltandosi, poi, con occhi lucidi.
“Beh, teoricamente sì, ma tecnicamente non proprio.” Remus era a dir poco senza parole e non riusciva a trovare una giusta combinazione di lettere che fosse adatta per esprimere quella galassia che aveva nel cuore e nella mente; quel folle, testardo, imprevedibile di Sirius gli aveva regalato la luna. Merlino, era la prima volta che la guardava in quel modo: dominava l’intera volta con una grazia indescrivibile, così forte e sicura di sé.
“Cosa ne dici Moony, questo fa di me il tuo ragazzo?” Remus gli sorrise e decise che era giunta l’ora di zittirlo con un altro bacio, che, quella volta, fu più caldo e umido.
“Non posso ancora credere di averti urlato quelle cose oggi.” Disse, poi, coprendosi il viso con le mani.
“Oh sì che l’hai fatto.. devo ammettere che è stato piuttosto eccitante.. ah Merlino, eri proprio in astinenza da me.” Lo punzecchiò giocando con le sue labbra.
“No, ero solo preoccupato che stessi facendo qualcosa di illegale..”
“.. ed eri geloso! Remus Lupin il perfetto prefetto, l’impeccabile re del reame della razionalità era geloso! Questo è così eccitante. L’ho già detto, vero, che è eccitante?” sussurrò mordendogli il lobo
“Sì ma non lo è! È stato imbarazzante e Peter ha avuto un’indigestione per colpa mia. Non ridere, hai fatto ben di peggio.” Disse fingendo di divincolarsi.
Io non ho fatto ingozzare Peter, uno dei nostri più cari amici, Moony! Ah, se fossi in te mi vergognerei così tanto.” Lo prese in giro baciandogli ogni punto del viso e facendolo arrossire in modo così amabile.
“Magari domani permetterò ai miei sensi di colpa di divorarmi un po’.” Rispose fingendo di non essere interessato a quello che gli stava facendo, cosa che rendeva Sirius ancora più deciso nelle carezze e nei baci, ma, per un motivo oscuro a Remus, si fermò e spalancò gli occhi.
“Non mi hai risposto prima! Hai cambiato discorso e neanche me ne sono accorto! Sarai la mia fine lupacchiotto assetato di amore Siriusoso.”
Remus lo guardò come se fosse spaesato.
“Quale domanda? Devo averlo dimenticato..” disse tamburellandosi il mento con il pollice.
“Non fare il bastardo, sai a cosa mi riferisco.” Sirius arrossì e strusciò il naso contro il suo collo, nascondendosi in quella conca calda, e quel gesto così naturale e dolce bastò a Remus per prenderlo e attirarlo in un bacio che durò fino a quando l’ossigeno lo permise.
“Certo che lo sei: mi hai regalato la luna e questo ti da sicuramente il diritto di fare di me ciò che vuoi.”
Sirius rise contro le sue labbra, poi le baciò, le fece dipartire e s’intrufolò tra di essere e Remus si sciolse sotto quel corpo e quei tocchi caldi, divenne come l’acqua del mare che si lascia attrarre dalla luna, poiché Sirius era esattamente come quella regina della notte: esercitava su di lui un potere che non lasciava spazio alla ragione o esitazione,e se Sirius era nei paraggi non vi era modo di pensare tranne che con il cuore.
“Non ti farò mai del male.” Disse sollevandosi un poco e sfilandogli la maglia.
“Sei troppo - le labbra si adoperarono a scoprire il sapore delle cicatrici sul suo torace - mai, Moony, mai..”
Remus afferrò le sue spalle, le strinse con forza, impaurito di perdersi durante quel principio di cammino, e gli sussurrò che si fidava ciecamente di lui e che era finalmente felice, felice di aver trovato il suo posto, poi inciampò su una sillaba e cadde tra i suoi baci che, dalla simultaneità di dolcezza e passione, gli fecero sanguinare il cuore.


***

Qualche mese dopo..
“Sirius, non vedo nulla!” gli disse Remus con una nota di nervosismo quando inciampò per la quarta volta.
“Lo scopo della benda è proprio quello!” gli fece notare guidandolo per la strada.
“Si ma dovresti evitare di farmi cadere, sai che verresti logorato dai sensi di colpa se dovessi farmi male.” Per precauzione, Remus allungò le braccia in avanti.
“Non fare lo sciocchino, sai che non permetterei mai che ti accedesse qualcosa di brutto.”
“E allora dimmi, per Merlino, cosa stai combinando!”
“Moony, tra poco lo saprai. Se te lo dicessi ti rovinerei la sorpresa.” Gli spiegò come fosse stato un bimbo.
“Si ma le tue sorprese mi spaventano. L’ultima volta mi hai presentato la tua motocicletta..”
“Ah, l’unica donna della mia vita..” disse con voce trasognante.
Camminarono per qualche minuto in silenzio, le mani di Sirius sulle sue spalle, attento a non farlo inciampare.“Eccoci arrivati.” Gli sussurrò nell’orecchio prima di scoprirgli gli occhi.
Remus si guardò attorno: erano in una stradina silenziosa, costeggiata da lampioni, che si stagliavano alti nel cielo colmo di stelle, e da una fila di case di mattoni.
“Non capisco, dov’è la mia sorpresa?” chiese Remus corrugando la fronte.
Sirius gli sorrise e gli indicò una delle case che c’erano davanti a loro.
“Tu..? No, continuo a non capire.”
Sirius, allora, estrasse dalla tasca della giacca un mazzo di chiavi.
“Ho comprato una casa, per te e per me! Così avremo finalmente un posto che parli di noi.” Gli disse prendendogli la mano e trascinandolo lungo il viale.
Sirius si fermò solo quando arrivarono davanti alla porta e, mentre stava infilando la chiave nella serratura, Remus gli mise una mano sul braccio, come a volerlo fermare.
“Non dovevi farlo.” Gli disse semplicemente.
“Mi conosci: amo fare quello che non dovrei. Poi non potevo continuare a stare da Prongs e sentirti chiamare casa quel buco in cui vivevi.” Disse prendendogli la mano.
“Vivo. Non ho ancora detto di sì.” Ribatté facendo nascere un sorriso canzonatorio sulle sue labbra.
“Come se potessi dire di no.” Lo stuzzicò Sirius stringendo la presa.
“Potrei.. se volessi.” Remus scoppiò quasi a ridere nel dirlo, ma cercò di controllarsi.
“Già, probabilmente preferiresti tornare a casa, alla sera, in quel minuscolo monolocale buio, senza nessuno. Non ti infastidisce come riecheggia la tua voce? Poi è freddo. E umido. Un giorno potrebbe crollare.. Moony, quel posto non fa bene alle tue ossa e tu sai quanto amo le tue ossa! Posso sentirle chiedere aiuto: salvaci Sirius dio del sesso..” Remus l’osservò divertito
“Forse solo l’udito canino può sentirle, perché io proprio non riesco.”
“Va bene, cucinerò io. Contento? E se vuoi mi lascerò legare al letto.” Disse a voce alta.
“Parla piano! Vuoi già sconvolgere i vicini?” Remus arrossì, accorgendosi di essersi tradito.
“Ah, lo sapevo! Era tutta scena.. allora è deciso: vivremo insieme.” Decretò più trionfante che mai.
“Beh, in un certo senso lo facevamo anche prima.” Gli fece notare Remus, ma la contentezza dell’altro non si placò.
“Eh no dolcezza, è qui che ti sbagli! Sarà tutto completamente diverso! Pensa: niente più strilli di James, niente più interruzioni di un Peter inconsapevole del tutto e, come ciliegina sulla torta, potremo girare per casa nudi!” gli spiegò compiaciuto ed esagitato.
“Credo che avremo bisogno di tende allora..”
“Ohhh, il mio Moony sta già facendo progetti!!” lo spintonò, poi lo attirò a sé, stringendolo stretto.
“Prometto che mi pulirò i piedi prima di entrare in casa, non metterò in disordine i tuoi libri e ti farò le coccole tutte le volte che vorrai.” Gli sussurrò, languido, all’orecchio, lasciandosi portare lontano da quell’abbraccio.
“E?” le parole si posarono sulla sua spalla insieme al fiato caldo.
“E non mangerò la tua cioccolata.. Merlino, con te non si può mai fare un errore..” risero insieme, nervosi e felici, eccitati per il momento e per il significato che una parola di quattro lettere – casa – racchiudeva in sé.
“Allora affare fatto.” Remus si allontanò di poco, baciandogli gli occhi color della luna e gli sorrise con dolcezza.
“Entriamo?” Domandò Sirius in cerca della sua mano e, quando Remus la prese, intrecciando le dita alle sue, l’attimo raggiunse la perfezione.
“Entriamo.”

FINE

Note: prima di tutto, scusate per la lunghissima attesa, ma ero proprio bloccata, POI è giunta l'ora di rispondere ai commenti XD scusate se non l'ho fatto prima.. pecco di pigrizia molte volte eheh

Steph: spero tu abbia continuato a leggere e che ti sia piaciuto anche il resto ;)

Tao: grazie grazie! Cosa c'è di più bello di un Sirius ambiguo?

twy: grazie per avermelo fatto notare, credo di averlo cambiato XD comunque questa è la prima fic "seria" che ho scritto su di loro..

terrycontyby90: grazie! C'è qualcuno che non lo adora?eheh

squizzz: che tu ci creda o no, quando ho scritto il pezzo sulle flessioni ho avuto un crollo psicologico e ridacchiavo da sola eheh

Midnight_erin: grazie! scusa se ci ho messo un po' ad aggiornare ^^

myraagain: sono la prima a credere che James non si sarebbe fatto nessun problema (cosa che ho anche scritto, poi XD), ma, purtroppo, l'insicurezza gioca brutti scherzi, quindi più che altro chi si creava dei problemi era Remus, pur sapendo nel profondo che la reazione dell'amico non sarebbe stata negativa.

smile_vale: ammetto di avere un debole per Sirius con mascara e matita sbaaaaaav XD *prende fuoco pensando a quegli occhi grigi circondati da una linea nera di matita* poi mi immagino anche Remus iper-mega-incredibile gnocco, però l'essere belli non deve sempre presupporre l'essere sicuri di sé, quindi l'insicurezza maggiore è ricaduta su di lui.. scusami caro se ti ho fatto dannare per sei capitoli XD

Summers84: sono fantastici perchè si completano a vicenda *__*

terrycontyby90: sì, era ora di staccare il cordone ombelicale, anche perchè non volevo diventasse più banale di quanto lo è già..

MissChocoHolic: oh grazie*__* non sai quanto mi ha fatto piacere questo tuo commento.. sì, mi sono commossa XD maledetto debole cuoricino eheh

(Fog, aspetto una tua mail ;) )

_ale23_: oh grasssssie!!!!!*__* ormai sono in un perenne stato di occhi lucidi XD

Grazie a tutti quelli che l'hanno letta anche senza commentare, a chi l'ha aggiunta tra i preferiti, a quelli che si sono sorbiti le mie crisi di nervi e l'hanno dovuta leggere da immagini sfocate XD un bacione a tutti!!!!!

   
 
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