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Autore: iloveroseandrosie    23/01/2014    1 recensioni
La vita di Chloe era abbastanza semplice e monotona. La mattina si svegliava, faceva colazione cercando di non uccidere il suo fratellino che la importunava da sempre, prendeva la macchina, andava a scuola, tornava a casa – se non restava a casa di qualche suo amico per cena – faceva i compiti, cenava e andava a letto. Insomma, una normalissima vita di una normalissima adolescente all’ultimo anno del liceo. O almeno così era fino a che non incontrò Lucy. Da quel momento, tutta la sua vita e di chi le stava intorno prese un’altra piega.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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“Vada per verità” disse Chloe, scegliendo quello che per adesso, le sembrava meno rischioso.
“Come ti chiami?” disse scherzosamente Lucy, ridendo insieme a Chloe. “Ti ho incastrata ormai devi rispondere haha”.
“Oh mi hai fregata. E io che volevo sparire senza lasciare traccia!” ridevano come due bambine che si divertivano rincorrendosi o sognando di essere due principesse. “Va bene… mi chiamo Chloe. Contenta o delusa?”
“In che senso? Chloe è un bel nome, mi piace” disse con un mezzo sorriso sulle labbra. “Bene, ora tocca a te”
“Obbligo o verità?”
“Obbligo. Hehe, ti ho fregata!” disse contenta di non dover aprirsi del tutto subito.
“Mah, mica tanto. Lo vedi quel ragazzo seduto laggiù?”
“Oddio. Ho paura a dire si” disse impaurita Lucy.
“Bene, adesso tu devi andare da lui e dirgli che non vedevi l’ora di incontrarlo, che aspettavi questo momento da mesi e che non aspetti altro che il giorno delle vostre nozze” disse ridendo a crepapelle Chloe.
“COSA?! Haha tu sei fuori bella! E poi?”
“E poi torni qua come se niente fosse. Dai hai due minuti per farlo. Pronti, partenza, VIA!”

E fu così che Lucy, incavolata nera ma anche divertita da quella cosa stupida che era venuta in mente a Chloe, si alzò e si diresse dal ragazzo. Sentiva Chloe ridere da lontano, e, dopo aver realizzato l’impresa più imbarazzante della sua vita, tornò a sedersi vicino a lei dandole una pacca sulla spalla. Rideva anche Lucy, anche se Chloe aveva le lacrime talmente stava ridendo.

“Ora che ci siamo tutti divertiti, tocca a te, obbligo o verità?” chiese Lucy sempre ridendo.
“Dai, mi sento in dover di scegliere obbligo adesso… per questo scelgo verità! Hahaha”
“Sei proprio perfida haha! Vabe, allora voglio sapere una cosa… perché hai subito accettato di venire con me qui, balzando la scuola?”

La stava guardando negli occhi, come se la stesse studiando. Chloe in quel momento non riusciva a pensare razionalmente, era come se la sua bellezza e la sua dolcezza le stessero annebbiando la mente. Sotto quel raggio di sole, Lucy era la cosa più bella che Chloe avesse mai visto in vita sua: la sua pelle, diafana, al sole brillava. Notò che i suoi capelli se visti al sole, avevano dei riflessi sul rosa scuro, e i suoi occhi erano ancora più verdi. Non riuscì a distogliere lo sguardo dalle sue labbra, carnose ma non volgari, che le sembravano così morbide. Voleva baciarla, voleva annientare la distanza che c’era tra loro due e baciarla, nient’altro che posare le sue labbra sulle sue. Ma non lo fece, e rispose alla domanda, avvicinandosi semplicemente un po’ di più a lei.

“Non lo so. Se devo essere sincera non te lo so spiegare, so solo che in quel momento avevo così tanta voglia di passare del tempo solo con te che non ho neanche pensato razionalmente. Non ci riesco quando ci sei tu vicino. Sei bellissima da mozzare il fiato in questo momento.” Ecco, quell’ultima frase Chloe pensava di averla detta solo dentro la sua mente, ma a giudicare dal sorriso di Lucy, l’aveva detta ad alta voce.
Per recuperare la figuraccia, o comunque l’imbarazzo, subito si tirò un po’ indietro e disse:

“Cosa dicevi di così importante a quell’albero?”

Quella domanda, la fece sobbalzare. Nessuno si era mai interessato a dove andasse o cosa pensasse Lucy quando c’era qualcosa che non andava. I suoi genitori erano sempre via, sia per lavoro che perché non volevano restare insieme in casa, e sua sorella a quel tempo era troppo piccola per doversi addossare tutte quelle preoccupazioni. Non le sembrava giusto parlare solo con lei. Era quindi la prima volta che qualcuno le avesse mai chiesto qualcosa al di fuori della tipica domanda “come stai?” o “tutto bene?” alla quale si limitava sempre a rispondere con un “si, tutto ok”. Chloe la fece sentire speciale, come se avesse voluto davvero sapere cosa non andava per farla sentire meglio e non perché era semplicemente curiosa. Il modo in cui l’aveva detto, la faceva sentire al sicuro, come se con lei potesse parlare di tutto.

“Scusami, non mi devi rispondere se non ne hai voglia” si scusò Chloe, vedendo che la ragazza era come persa nei meandri della sua mente.
“No, voglio raccontartelo” fece una pausa e prendendo fiato, ricominciò a parlare. “Quando ero al liceo, i miei genitori non stavano bene insieme. Si odiavano e sospettavo che qualcuno dei due – o tutti e due – stessero tradendo l’altro, ma nessuno mai mi disse niente. Quando ero al terzo anno di liceo, mio padre se ne andò di casa e mia madre cominciò a viaggiare sempre di più per lavoro. Risultato: eravamo sempre io e Paige da sole in casa. Paige a quell’epoca era in terza media, forse in prima liceo, e non volevo che sapesse quali fossero i miei problemi perché non era neanche giusto caricarla di altri pesi inutili… mi sentivo sola, e l’albero era l’unica “persona” che non mi chiedeva cose che in realtà non gli interessava sapere e che semplicemente mi ascoltava e basta”.

Fece una pausa, guardò il suo albero, poi di nuovo Chloe. Era così sorpresa da sé stessa: non haveva mai detto niente di tutto quello a nessuno, ma sentiva che poteva parlarne con lei. Era come se la sua bocca andasse per conto proprio. E questa cosa le faceva un piacere immenso, ma la spaventava anche un po’.

“Ora ci sono io, puoi parlare con me. Oppure possiamo parlare insieme all’albero, anche io avrei due cosucce un po’ importanti da dirgli” disse Chloe sfiorandole la mano. Al tocco, Lucy si rilassò del tutto, come se le avesse infuso una dose di calmante semplicemente toccandola. Le prese la mano, e sempre guardandosi dritte negli occhi, cominciarono ad avviarsi verso l’albero.

Arrivate davanti all’imponente quercia, si sedettero, sempre tenendosi per mano, e dopo qualche secondo, la rossa parlò.

“Da quanto tempo che non mi siedo qui… saranno passati almeno un anno e mezzo… forse due…”
“Posso cominciare io?” chiese gentilmente e con un tono molto dolce Chloe, facendole un sorriso dolcissimo. Come poteva dire di no Lucy vedendo quella bellezza di ragazza chiederle un favore?
“Certo, vai”

Chloe cominciò a parlare, e fu a quel punto che Lucy capì che quella ragazza era una ragazza davvero speciale.
  
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