Note
iniziali
…
*si guarda intorno con aria smarrita, non
sapendo assolutamente come scusarsi per il ritardo ORRIPILANTE, peggio
delle
altre volte*
Ehm…
Vi faccio gli auguri di un felice anno
nuovo e vi lascio al nuovo capitolo! Buona lettura!
^_^’’ *fugge in un altro
universo*
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Tre
nuovi Alchimisti
Capitolo
25: Un fulmine a ciel sereno
Debora
e Giulia arrivarono in ufficio appena in tempo,
evitando così che il Generale ne approfittasse per
richiamarle e prenderle in
giro.
Le
due sorelle aspettarono l’occasione giusta per mettere
in atto il loro piano. Un momento prima che Ed e Giulia cominciassero
la
perlustrazione della città, s’avvicinarono alla
finestra, osservando il cielo
plumbeo.
<<
Le nuvole non promettono nulla di buono…
>> cominciò Debora.
<<
Già… mi sa che ha proprio intenzione di fare un
bel temporale… vero, piromane? >> disse
l’Alchimista del Fulmine,
rivolgendosi verso il suo superiore con un sorriso sadico sulle labbra.
Lui,
imbronciato, le lanciò un’occhiataccia come
risposta: << Non ti permetto di prendermi in giro,
Lampadina… >>
<<
E invece lo faccio! >> annunciò Giulia con
fierezza. << Perché si preannuncia il trionfo
del mio elemento: tuoni,
fulmini e saette! >> continuò, sempre
più esaltata. Ci mancava solo una
risata malefica e avrebbe concluso in bellezza.
Debora
la guardò sconvolta: “Mia sorella sta
impazzendo.”
Decise di riprendere in mano la situazione: <<
C’è poco da scherzare, Giuly.
Se farà veramente un acquazzone, può essere molto
pericoloso per il Generale. I
suoi nemici potrebbero approfittarne, anche quando è a casa.
>> Incrociò
le dita e sperò che funzionasse. Guardò Riza:
stava osservando con aria
preoccupata il cielo cupo. Debora trattene un sorriso: forse ce
l’aveva fatta…
forse.
<<
Oddio, non essere così esagerata! >>
esclamò Roy. << A casa sono
all’asciutto, posso difendermi! >>
<<
Ah, sì? >> disse l’Alchimista delle
Piante, alzando un sopracciglio. << E se decidessero di
distruggere il
tetto? Sarebbe come stare all’aperto! >> Forse
adesso aveva DAVVERO
esagerato, ma non voleva far fallire il suo piano.
Il
Flame Alchemist la guardò stupito: <<
Ma… solo
ad un pazzo omicida verrebbe in mente di fare una cosa simile!
>>
Sulle
labbra di Ed si dipinse un sorriso malvagio:
<< A me verrebbe in mente… >>
<<
Anche a me… >> disse Giulia, con lo stesso
sorriso del ragazzo.
Il
moro aggrottò le sopracciglia: <<
Bè, ovvio! Voi
due SIETE pazzi! E soprattutto, ce l’avete sempre con me!
>>
<<
E certo! >> dissero in coro i due giovani
Alchimisti. Ovviamente, cominciò una delle solite
discussioni.
Debora
sospirò: “Non era questa la mia
intenzione…”
Rivolse nuovamente lo sguardo verso Riza: era piuttosto pensierosa.
“Chissà se
il mio piano ha avuto ugualmente effetto…” Adesso
poteva solo sperare.
-
-
-
Roy
osservò con aria sconsolata il cielo nero. Enormi
gocce di pioggia sbattevano con violenza su strade e marciapiedi,
visibili solo
grazie ai lampioni e ai fari delle auto. I pochi pedoni rimasti per
strada
correvano alla ricerca di un riparo.
“Accidenti…
le due sorelle ci hanno beccato in pieno…”
pensò il moro.
Un
lampo squarciò il cielo, seguito poco dopo dal tuono.
Quel fulmine non doveva essere caduto molto lontano.
La
sua espressione si fece ancora più imbronciata.
“Speriamo che a Lampadina e Acciaio non venga in mente di
farmi qualche
scherzo…” pensò, visto ciò
che i due avevano detto quella stessa mattina.
Sospirò,
allontanandosi dalla finestra. Era inutile
continuare a guardare fuori, gli faceva solo aumentare il malumore.
“E adesso?
Come cavolo passo la serata?” pensò, sbuffando
rumorosamente.
Si
guardò intorno, alla ricerca di un qualunque
passatempo. Stava per afferrare (anche se a malavoglia) un libro,
quando suonò
il campanello.
Roy
rimase per un attimo interdetto: chi diamine poteva
essere a quell’ora e con questo tempaccio?
Si
avvicinò alla porta e, dopo un momento
d’indecisione,
l’aprì. Ciò che si trovò
davanti gli fece sgranare gli occhi. << RIZA?!
>>
La
donna era davanti alla porta, fradicia dalla testa
piedi. Aveva portato con sé Hayate, facendo inzuppare anche
lui. <<
Buonasera Generale, so- >>
L’uomo
non la fece neanche parlare, che l’afferrò per il
polso e la trascinò dentro. << Ma come diavolo
ti è saltato in mente di
uscire con questo diluvio?! >> Si fermò vicino
al caminetto, liberandola
dalla presa e togliendole subito la giacca bagnata. << Ti
è andato di
volta il cervello?! >> disse lui, per poi allontanarsi un
momento.
La
donna, intanto, era rimasta così sorpresa dai modi e
dal tono di rimprovero di quelle frasi, che non era riuscita a
spiccicare una
sola parola.
Subito
dopo, Roy tornò con un paio di asciugamani. Con
uno asciugò velocemente il pelo del cane, dandogli poi una
leggera spinta per
farlo andare verso il focolare a riscaldarsi. Avvicinatosi nuovamente a
Riza,
le tolse il fermaglio e iniziò a strofinarle
l’altro asciugamano sui capelli.
<<
Generale, posso fare da sola! >> protestò
lei.
Roy,
in tutta risposta, disse: << Non avevamo
deciso di chiamarci per nome quando eravamo soli? >>
<<
E questo che c’entra? >> ribatté
lei,
lasciandosi asciugare i capelli. Sapeva che quando l’uomo
cambiava argomento,
voleva dire che doveva semplicemente arrendersi: non ci sarebbe stato
modo di
fargli cambiare idea.
<<
C’entra ogni volta che il nostro “patto”
non
viene rispettato >> rispose lui come se fosse la cosa
più ovvia del
mondo.
Riza
sospirò: certo che si era proprio fissato su questa
cosa…
Lui
l’aveva osservata e, più calmo, le prese con
gentilezza il viso tra le mani e glielo alzò:
<< Scusami per il tono di
prima… ma perché sei uscita con questo tempo?
>>
Lei
s’imbarazzò un po’ per il gesto e la
vicinanza, ma
nella risposta cercò di non darlo troppo a vedere:
<< Ecco… le parole
delle sorelle Frid mi hanno messo un tarlo in testa… ero
preoccupata, così sono
venuta a controllare… >>
Roy
sgranò gli occhi scuri. Si sentì
contemporaneamente
stupito, onorato e imbarazzato. Subito dopo si diede
dell’idiota: ma che cavolo
s’imbarazzava a fare?! Cos’era, un adolescente alla
prima cotta?!
<<
Ho… capito… >> riuscì
solamente a
rispondere. Quando il cervello si connesse nuovamente, chiese:
<< Ora che
ci penso… non potevi semplicemente chiamare? >>
<<
Ci ho provato, ma il telefono era muto… forse
qualche problema a causa del temporale… >>, e
un tuono rimbombò
nell’aria, come a sottolineare il concetto.
L’uomo
si accigliò e, incuriosito, andò a controllare:
in
effetti, dalla cornetta non usciva alcun suono. <<
Già, non va… >>
sospirò lui. Quando si voltò, le
osservò i vestiti. << Mi sa che hai
bisogno di una bella doccia calda, altrimenti ti prendi un
malanno… >>
<<
Ma no, non- >>
<<
ALT! >> disse lui poggiandole un dito
sulle labbra. << Niente obiezioni! >>
aggiunse, per poi prenderla
per mano e portarla davanti alla porta del bagno. Subito le diede un
asciugamano e un pigiama (che, ovviamente, le sarebbe andato grande).
Riza lo
ringraziò un centinaio di volte, in leggero imbarazzo, per
poi chiudersi in
bagno.
Roy
tornò in salotto e in quel momento il telefono
squillò. Alzò la cornetta, e la voce registrata
di una ragazza disse: <<
La sua linea telefonica è stata ripristinata. Ci scusiamo
per l’inconveniente!
>>
Sorridente,
posò la cornetta. “Scusarsi? Ma è
grazie a
questo che Riza è venuta qui!” pensò
allegramente. Quella di andare da lui,
visto il tempaccio, era stato da incoscienti, ma non poteva non
renderlo
felice. “Se non fosse stato per quel discorso di
stamatt-” Si bloccò,
perplesso. Possibile che quel dialogo (senza senso in molti punti) di
quella
mattina fosse un piano delle sorelle Frid? “Ma dai, ma che
idiozie vado a
pensare…” si disse passandosi una mano tra i
capelli. Anche se, in effetti,
fino a quel momento le nuove arrivate ne avevano pensate di tutti i
colori per
farli avvicinare. Guardò il telefono, pensieroso.
“Possibile che abbiano
addirittura manomesso la linea? … Mah, da loro ormai mi
aspetto di tutto…”
Decise
di lasciar perdere: l’unico modo per saperlo era
chiedere direttamente alle due nuove Alchimiste. Andò a
mettersi il pigiama, e
prese anche una coperta per far stare ancora più al caldo
Riza.
Quando
tornò nel salotto, la donna era uscita dal bagno.
Misero ad asciugare gli abiti e si sedettero sul divano. Roy,
sorprendendola,
prese la coperta e l’appoggiò sulle spalle di
entrambi. A dirla tutta, le cinse
anche la vita, tenendola vicino a sé.
<<
Così stiamo più al caldo! >> si
giustificò
lui tutto sorridente.
Lei,
semplicemente, mugugnò in segno d’assenso. La
situazione la imbarazzava un po’, ma cercava di non darlo a
vedere, come suo
solito. Insomma, sembrava la scena di uno di quei romanzi che le
piacevano
tanto: un uomo e una donna accoccolati vicini, davanti al caminetto,
sotto la
stessa coperta. E soli (a parte un cane, che stava dormendo
beatamente).
Assurdo, semplicemente assurdo. E, soprattutto, stavano infrangendo le
regole
anti-fraternizzazione.
Rimasero
per qualche minuto in silenzio. Riza dovette
ammettere che, sotto sotto, la cosa non le dispiaceva poi
più di tanto: non
sentiva più freddo, e il calore dell’uomo era
piacevole. Sorrise timidamente e
cercò di rilassarsi: in fondo, non stavano facendo nulla di
male. Si stavano
riscaldando a vicenda a causa del freddo. Più tranquilla, si
mise ad osservare
la danza ipnotica delle fiamme, e poco dopo si mise a ridere
sommessamente.
<<
Che c’è? >> chiese Roy, confuso.
<<
Mi è venuto in mente che facevamo una cosa
simile quando eri l’apprendista di mio padre...
>> rispose lei. <<
Ricordi? La sera, quando faceva freddo, ci sedevamo davanti al
caminetto e… >>
<<
… e ci raccontavamo delle storie >>
concluse lui, sorridendo a quei piacevoli ricordi
dell’infanzia.
<<
Già. Per la maggior parte, erano fiabe prese dai
libri che mi aveva comprato mia madre… >>
concluse con un impercettibile
tono di tristezza. Impercettibile, ma non per Roy.
Cercò
di risollevarle il morale, dicendo con fierezza,
scherzosamente: << Io facevo sempre la parte
dell’eroe, e tu della bella
da salvare! >>
Riza
si mise a ridere: << Però, visti alcuni
avvenimenti recenti, direi che adesso i ruoli sono spesso invertiti!
>>,
riferendosi a tutte le volte che aveva dovuto salvare il suo superiore.
Lui
mise il broncio: non gli piaceva l’idea di fare la
parte della “principessa in pericolo”.
<< Ah, ah, molto divertente.
>> disse atono. Lei, in tutta risposta, rise ancora
più forte.
L’uomo
allora, per “vendicarsi”, le diede una spinta per
farla cadere sul divano. Ma Riza, cercando di rimanere seduta, gli
afferrò il
braccio, col risultato che lo trascinò con sé e
caddero insieme.
Chiusero
istintivamente gli occhi, e quado li riaprirono,
in un attimo si colmarono di stupore. In pratica erano l’uno
sopra l’altra,
faccia a faccia. Pochissimi centimetri separavano le loro labbra.
Ecco.
Per Roy la frittata era fatta. Finora era riuscito
a resistere, ma adesso sarebbe stato impossibile. Si bloccò
per qualche
secondo, dicendosi di allontanarsi dal viso della donna, per poi fare
l’esatto
contrario. Lentamente, annullò quella poca distanza che
c’era tra loro e,
dolcemente, poggiò le labbra su quelle di Riza. Per lui fu
una sensazione tanto
bella quanto strana: gli sembrava che le loro labbra avessero un
incastro
perfetto.
Lei,
intanto, non era riuscita a muoversi di un
millimetro. Non stava nemmeno respirando: un misto di stupore, emozione
e paura
l’aveva bloccata completamente.
Rimasero
in quella posizione per qualche secondo. Quando
le loro labbra si separarono, fu come se la magia che si era creata si
spezzasse. Riza si svincolò, e si avvicinò ai
suoi vestiti ancora umidi, stesi
su una sedia vicino al camino. Sentiva che doveva andarsene: adesso
sì che
avevano infranto definitivamente il regolamento.
<<
Meglio… che torni a casa… >>
Con
un rapido scatto, l’uomo si alzò e la
afferrò per il
polso: << Aspetta! Io- >>
<<
Generale, non dica niente. >> disse
freddamente lei, senza voltarsi a guardarlo. << Devo
tornare a casa,
punto. >>
<<
… Ma sta ancora diluviando! >>
buttò lì
Roy. Fu la prima cosa che gli venne in mente per farla rimanere.
<<
Non… non fa niente. >> ribatté lei
cercando di divincolarsi.
Lui,
in tutta risposta, strinse di più la presa, senza
però farle del male. << Ti prego, Riza,
aspetta… >>. Il tono fu
così supplichevole, che Riza non riuscì a dire
niente.
<<
Hai… hai ragione. Mi sono lasciato andare… e non
dovevo. >> disse lui per scusarsi, anche se non avrebbe
per nulla voluto
pronunciare queste parole, perché significava fare un passo
indietro. <<
Dimentichiamo tutto, ok? Facciamo finta… che non sia
successo nulla… >>
Riza
non rispose, lasciando l’uomo col fiato sospeso.
Certo, si poteva fare così, però… in
un angolino del suo cuore desiderava non
dimenticare quel piccolo bacio, anche se era stato leggermente
impacciato.
Mai
come in quel momento Roy avrebbe voluto capire cosa
stesse pensando la donna. Notando che il silenzio continuava,
pensò che volesse
essere un silenzioso “sì”,
così provò a tirarla delicatamente verso di
sé. E
lei, senza sottrarsi, si lasciò portare nuovamente sul
divano, sotto la
coperta. Questa volta, però, decise di non abbracciarla per
evitare altri
problemi.
Un pesante silenzio scese nel salotto, interrotto solo dallo scrosciare
della
pioggia e da qualche tuono. Gli sguardi di entrambi erano inchiodati
sulle
fiamme. E le palpebre di entrambi, lentamente, si chiusero da sole.
-
-
-
Il
cinguettio di un uccellino fu la prima cosa che Riza
udì. Poi si rese conto di non essere sdraiata, sentendosi
così piuttosto
indolenzita, e di quanto non fosse propriamente morbido il cuscino su
cui aveva
poggiato la testa.
Aprì
gli occhi e, illuminato dalla luce del mattino, vide
un caminetto che non era di certo quello di casa sua. Ancora intontita
dal
sonno, si volse verso il suo “appoggio”. E in quel
momento, nel vedere Roy,
ricordò.
La
preoccupazione a causa del temporale, la corsa a casa
sua, l’obbligo di farla rimanere lì, la doccia, il
divano, e…
Al
solo pensiero, le venne una fitta al petto. Quel bacio
non ci sarebbe mai dovuto essere. Sarebbero incappati in guai seri con
le leggi
militari.
Le
leggi militari… già, se non ci fossero state, non
si
sarebbe posta nessun problema, anzi: sarebbe stata la donna
più felice del
mondo. Ormai era inutile nasconderlo a se stessa: amava Roy sin dal
periodo
dell’apprendistato, ed erano stati quei sentimenti, insieme
ai sogni
dell’allora giovane militare, a farle decidere di seguirlo in
Accademia.
Comunque,
ormai quel bacio c’era stato… cancellarlo dai
ricordi era a dir poco impossibile. Al massimo, poteva…
“metterlo
momentaneamente da parte”. E
“riprenderlo” ogni tanto, nella solitudine del suo
appartamento.
Sovrappensiero, riappoggiò la testa sulla spalla di Roy,
senza nemmeno
rendersene conto, e il movimento leggero lo fece svegliare.
Mugugnò qualcosa
d’incomprensibile e si stropicciò gli occhi prima
rendersi conto di essere (più
o meno) sveglio. Si voltò poi verso il leggero peso che
sentiva al suo fianco,
scontrandosi con i grandi occhi di Riza. Un sorriso gli
increspò le labbra:
<< Buongiorno… >>
<<
B-buongiorno… >> rispose lei con un tono
incerto.
Pur
mezzo assonnato, per Roy fu strano sentire quel tono
nella voce di Riza. Poi gli ritornò in mente la sera prima.
Adesso era tutto
più chiaro.
Decise
di non dire nulla. Dovevano fare finta che non
fosse mai successo… praticamente, una missione impossibile.
<< Dormito
bene? >> chiese mentre si stiracchiava.
<<
A parte… la posizione non proprio confortevole,
sì… almeno sono stata al caldo >>
rispose lei con tenue sorriso, mentre
la tensione era diminuita.
<<
Mi dispiace, se non mi fossi addormentato…
>> disse con un sorriso imbarazzato.
Riza
scosse la testa: << Non importa, ve bene lo
stesso. >>
Lui
rispose con uno sbadiglio, poi riavvolse entrambi
nella coperta: << Non ho proprio voglia di
alzarmi… io direi di restare
qui al calduccio… >>
<<
Ma che dici?! Dobbiamo andare al lavoro!
>>
<<
Non mi va… dai, possiamo dire di essere
ammalati… >> disse lui con tono supplichevole,
cercando di convincerla.
Alla
donna venne un dubbio: << Non è che usi questa
scusa anche in altre occasioni? >>
Roy
sgranò gli occhi: << No, assolutamente!
>> Poi, accigliato, avvicinò il proprio viso a
quello di lei: << E
tu dovresti saperlo bene, visto che sei la prima che mi viene a trovare
quando
sono in malattia… e hai sempre visto che ero veramente
ammalato. >>
La
tensione di Riza ormai scomparve del tutto, tant’è
che
lo stuzzicò: << E che ne so se non hai usato
il vecchio trucchetto di
riscaldare il termometro dentro a una bevanda calda? >>
<<
Non sono mica un bambino che non vuole andare a
scuola! >> disse lui, fintamente offeso, visto che aveva
capito lo
scherzo. Vedendo poi che Riza stava ridendo, gli venne spontaneo
seguirla a
ruota.
Quando
smisero di ridere, fu quasi come la sera prima: di
nuovo faccia a faccia, pochi centimetri a separarli. Lo sguardo di Roy
si posò
involontariamente sulla bocca di Riza. Come dimenticare il bacio dato a
quelle
labbra così morbide, e non desiderarne altri?
Involontariamente,
cominciò ad avvicinarsi, ma, a
differenza della sera prima, anche lei si stava avvicinando,
trasportata da
quei sentimenti così forti da non farla ragionare
lucidamente.
In
quel momento, il campanello suonò. Roy
s’allontanò di
scatto, rendendosi conto che stava facendo nuovamente lo stesso errore.
Il
campanello suonò ancora, e Riza si alzò
velocemente, come se volesse
allontanarsi: << Vado ad aprire io…
>>
<<
Sì… >> sussurrò lui,
leggermente stordito.
Solo dopo pensò che sarebbe stato strano (e sospettoso)
vedere la donna a casa
sua. << Riza, aspetta! >> provò
a fermarla lui, ma fu troppo tardi,
ormai aveva aperto.
<<
Buongiorno, Gene- RIZA?! >> urlarono in
coro le voci di Debora e Giulia. Roy tirò un sospiro di
sollievo: per fortuna
erano solo le due sorelle… di sicuro in quel momento si
stavano mostrando
stupite per non destare sospetti.
L’uomo
si avvicinò alla porta: << Su, su, entrate
>> disse in modo sbrigativo. Poteva comunque passare
qualcuno per caso e
vedere Riza.
<<
Che ci fai qui? >> chiese Debora rivolta
alla donna.
Lei
aprì la bocca per rispondere, ma lo fece l’uomo al
suo posto: << Storia lunga, ma nulla
d’importante. Piuttosto, che ci fate
VOI qui? >>
Fu
Giulia a rispondergli, col suo solito tono nervoso
causato dalla sola vista del suo superiore: << A parte il
fatto che ci
chiedevamo che fine aveste fatto… soprattutto il Capitano,
vista la sua
puntualità… >>
Roy
e Riza guardarono entrambi l’orologio da parete nel
salotto: erano le undici. << Bè, mi sono
dimenticato di mettere la
sveglia… >> si scusò
l’uomo, con il viso imbronciato per nascondere
l’imbarazzo.
Giulia
continuò: << Comunque,
c’è anche una novità.
>> I due adulti si fecero attenti. << Havoc
e Breda hanno trovato
un simbolo simile a quello collegato all’attentatore.
>>
Roy
annuì: << Ottimo. Forse abbiamo finalmente una
pista. >> Poi chiese: << Ma non potevate
chiamarmi al telefono? Per
un po’ non ha funzionato a causa del temporale, ma adesso
dovrebbe andare…
>>
<<
Ci abbiamo provato >> rispose Debora.
<< Prima a casa del Capitano, ma nessuno rispondeva, e
adesso sappiamo il
perché… poi qui, ma il telefono restava
muto… >>
L’uomo
si accigliò leggermente: << Possibile che
non vada di nuovo bene? >> Si voltò verso il
telefono per provare ad
alzare la cornetta, come la sera prima. Ma si bloccò
immediatamente.
Di
fianco al telefono c’era Black Hayate, che
scodinzolava allegro, e dietro di lui il filo del telefono spezzato. O
meglio,
mangiucchiato, visto che era visibilmente coperto di saliva di cane.
<<
Hayate! Che ti è saltato in mente?! >> lo
sgridò Riza.
Roy
pensò sconsolato: “E’ definitivo, quel
cane ce l’ha
con me…” Sospirò pesantemente, per poi
dire: << Va bene, non importa.
Prepariamoci, passiamo velocemente a casa del Capitano per farla
cambiare, e
poi andiamo a controllare. >>
<<
Sissignore! >>
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Note
finali
*si
collega dall’altro universo*
Salve
a tutti! Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
…
pur essendo un capitolo molto “dolcioso”, so che
non mi
scuserà per il mio mezzo abbandono di questa storia. Ma non
era assolutamente
una mia intenzione! La mancanza d’ispirazione mi aveva
bloccato. Sapevo cosa
doveva succedere, come l’avevo pensato mi piaceva, poi scrivo
le scene che
avevo in mente… e non mi piaceva per niente. Il bacio veniva
troppo presto. E
mi sono bloccata completamente, perché non mi venivano idee
per cambiare le
cose.
Quindi!
Fate una statua d’oro alla mia amica Giulia, che
ha cominciato a sparare suggerimenti random (pur non piacendole la
coppia Roy x
Riza XD) e che così mi ha aiutato a sbloccarmi! :D (poi sono
tornata in crisi
per il titolo del capitolo… maledetta ispirazione! Se mai
scriverò altre
storie, in un qualunque fandom o originali, non metterò MAI
PIU’ i titoli ai
capitoli! >__<)
Parliamo
della storia! Avete presente il pezzo iniziale i
cui Giulia si esalta? Ebbene, sappiate che io non volevo farlo, ma il
personaggio ha preso vita propria nella mia mente! D:
Finalmente
si baciano! Yeeeeh! *lancia coriandoli e
biscottini (?)* (Ah, il titolo si riferisce proprio al
bacio… anche questo
suggeritomi da Giulia e consigliatomi anche da Lua XD)
Comunque…
mi diverto troppo a fare Hayate che fa i
dispetti a Roy :3
Disegni!
:D (e siccome non aggiorno da secoli, sono UNA
MAREA!)
-Prima
gli schizzi! Questo ne è uno realizzato con la
matita blu di una versione un po’ più
“figa” di Daniel :3 : http://silverylugia.deviantart.com/art/Blue-sketch-Daniel-bagnato-340012323
-Altra
versione “più figa”, stavolta di Romeo
(ce n’era
bisogno?). Questa è la mia prima lineart digitale (di cui
non sono convinta al
100% XD): http://silverylugia.deviantart.com/art/Romeo-addormentato-lineart-340181262
-Schizzo
di una Giulia che ha rubato il posto a Roy! D:
XD : http://silverylugia.deviantart.com/art/I-m-the-boss-now-sketch-425362568
-Altri
schizzi dei disegnini a tema Halloween! (ancora?!
ndTutti) Quello di un Leonard pirata (http://silverylugia.deviantart.com/art/Halloween-Leonard-pirata-338201659
) e quello con Ling e Lan Fan (http://silverylugia.deviantart.com/art/Halloween-Lan-Fan-pipistrello-e-Ling-licantropo-353766894
)
-Passiamo
ai disegni finiti! Non so se vi ricordate (non
penso, visto quanto tempo è passato) ma nel capitolo scorso
accennavo ad un
“work in progress” che non ho potuto postare per
colpa dello scanner… ebbene,
vi faccio vedere direttamente il disegno finito!: http://silverylugia.deviantart.com/art/Roy-Mustang-Hot-flames-337564078
-Due
versioni leggermente diverse dello schizzo che avevo
intitolato “Roy want Riza”: una a colori (http://silverylugia.deviantart.com/art/Roy-want-Riza-MOD-1-355408127
) E una quasi tutta in bianco e nero (http://silverylugia.deviantart.com/art/Roy-want-Riza-MOD-2-355409139
)
-E
qui faccio fangirleggiare i fan della coppia Romeo x
Giulia! XD (oltre a Giulia stessa): http://silverylugia.deviantart.com/art/Almost-kiss-368830342
-Infine,
la versione colorata del disegnino di Halloween
con Roy e Riza! :3 : http://silverylugia.deviantart.com/art/Color-Halloween-Roy-vampiro-e-Riza-strega-bianca-410717102
Nel
mio profilo, poi, ho postato anche altre cose non riguardanti
FMA e la fan fiction… se volete darci un’occhiata,
fate pure! :D Anzi, vi do i
link di tutti i siti su cui potete seguirmi (se volete, mica vi
obbligo! XD)
-DeviantART:
http://silverylugia.deviantart.com/
-Facebook:
https://www.facebook.com/SilveryDreamsGraphicsDrawings
-Blog:
http://deborarivasi.blogspot.it/
-Google+
(collegato con il blog qui sopra): https://plus.google.com/u/0/112221874065171136718/posts
-Pixiv:
http://www.pixiv.com/users/5901081
-Tumblr
(su cui troverete più post sui miei fandom che i
miei disegni, comunque… XD): http://silvery-lugia.tumblr.com/
Come
al solito, ringrazio INFINITAMENTE tutte le persone
che seguono la storia, che la commentano, che l’hanno messa
tra le ricordate o
le preferite (sia su DeviantART che su EFP), che mi mandano tenerosi
messaggi
privati alla mia pagina Facebook çwç (la persona
che me l’ha mandato sa che mi
riferisco a lei :3)... GRAZIE! (scusate se non vi cito più
uno per uno, ma… è
da così tanto tempo che non aggiorno e non entro su EFP che
non ho più la lista
aggiornata! D: Sappiate però che vi addddoro tutti!)(si
è montata la testa…
-.-‘’ ndTutti)
Al
prossimo capitolo! :D