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Autore: Andy Grim    06/06/2008    2 recensioni
Mi ero ripromesso di non pubblicare questa storia finché non ne avessi ultimato la pubblicazione su MANGANET... ma leggendo la recensione di Kitthex sulla mia one-shot "Le dimissioni di Asuka Junior" (ispirata a questa stessa serie) è scattato qualcosa che mi ha spinto ad esaudire il suo desiderio di leggere qualcos'altro di mio e dunque rieccomi qui! Può darsi che Kitthex non bramasse affatto di leggere un secondo racconto su Saint Tail e ancora meno una storia come questa! Ho già pubblicato su EFP un lavoro analogo basato su Lamù e non so se abbia incontrato molto successo (ho avuto solo 12 recensioni abbastanza lusinghiere, ma un numero di letture in calando nella sequenza dei capitoli). Per carità, il lettore è giudice e mi rendo anche conto che si tratta di un genere forse troppo originale (ho infatti già deciso di NON pubblicare altre demenzialità di questo tipo)! Chi preferisse qualcosa di più "normale", può entrare nella sezione su Candy Candy e leggersi "Un compagno per Flanny Hamilton". Per ora non vi è altro, ma spero, nel prossimo futuro, di potervi offrire altre opere (le idee non mi mancano, lo sbuzzo un po' di più)! Riguardo alla storia qui presente, si propone di illustrare le lotte interne del co-protagonista di KST nella sua perpetua caccia alla coduta ladruncola di Seika, nonché le continue schermaglie amorose con le rivali in amore di quest'ultima. Ai lettori che fossero contemporaneamente dei fan di Uruseiatsura e di Kaitou Saint Tail potrebbe interessare il confronto diretto fra le equipes organiche di due esemplari umani (Ataru Moroboshi e Alan Daiki Asuka) che più diversi di così non avrebbero potuto essere. Buon divertimento... o almeno me lo auguro!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 21: Sulle orme (bagnate) di Romeo

Capitolo 21: Sulle orme (bagnate) di Romeo

 

E

rano ormai le 0 e 35 quando Rip Kirby arrestò gli arti inferiori di Alan Asuka di fronte alla villetta unifamiliare degli Haneoka. Il giovane detective aveva camminato sul marciapiede scorrente lungo il lato opposto della strada e ora non doveva far altro che attraversare la medesima per varcare il cancelletto aperto del cortile (era infatti raro che lo chiudessero, dal momento che Seika era da sempre una città abbastanza tranquilla).

Dick Tracy fece eseguire un bel respiro profondo, dopodiché gli apparati optoelettrici[1] vennero puntati contro la silenziosa abitazione. Le finestre del primo piano (a differenza di quelle del piano terreno) avevano le persiane spalancate, ma nessuna di esse era illuminata.[2] La strada si presentava assolutamente deserta e tranquilla.

“Tutto tace, oltrecortina” rapportò Chandler “la nostra famiglia modello si è già coricata!”

“Siamo ancora in tempo per fermarci, signore!” puntualizzò il capo dell’Immunitaria.

“Niente da fare, Eddy” ribatté quello della Cerebrale “oramai non si torna più indietro!”

“Ci sono momenti in cui bisogna saper osare” ribadì, con voce flebile, il capo della Neuro “carpe diem!”[3]

“Ben detto, Phil” approvò Watson, con viva soddisfazione “avanti, Kirby!”

“Aspettate un attimo” intervenne, titubante, il Coordinatore Harper “e se facessimo invece una telefonata?”

“Decisamente inopportuno, signore” obiettò sempre Watson “innanzitutto, data l’ora, si allarmerebbero. E poi, se non rispondesse proprio lei - cosa che ritengo alquanto improbabile - potrebbe non venire affatto all’apparecchio!”

“Ma dico, non penserete di suonare semplicemente il campanello, a quest’ora della notte, come se niente fosse…?!” saltò su Tracy.

Philip Marlowe sospirò: “Abbiamo prima una carta da giocare. Rip, fagli fare il giro della casa: può darsi che la signorina sia ancora sveglia!”

“D’accordo!” rispose il capo della Motoria, tornando ad azionare gli arti inferiori. Durante il percorso, lo staff organico avvertì chiaramente una certa precarietà di equilibrio…

“Gli tremano le gambe!” osservò Harper.

“Già… troppa adrenalina” confermò Marlowe “ridurre la pressione, Cardiaca!”

“Ricevuto!” rispose Tracy.

Con le ginocchia che dicevano “Giacomo, Giacomo” e i piedi che sembravano di piombo, il novello Romeo riuscì ad arrivare esattamente sotto la finestra della sua Giulietta. Alzò la testa, ma la speranza di vederla illuminata sparì immediatamente.

“Niente da fare” sospirò Harper “anche miss Coda Sacra si è già trasferita nel mondo dei sogni!”

“Magari degli incubi…!” sogghignò Watson.

Marlowe scosse invece la testa: “No… dite quel che volete, ma sospetto che Lisa Haneoka non stia affatto dormendo. Anzi, ne sono certo!”

“Forse hai ragione, Phil” ammise Chandler “magari, proprio in questo momento, quella poverina sta inzuppando il cuscino di lacrime!”

Il capo della Cerebrale rispose con un gesto scettico, ma il collega della Neuro venne punto sul vivo da quella considerazione: “Beh, non lasceremo che pianga fino a domattina! Rip…”

“Pronto!”

“Trova qualcosa di leggero da tirare sui vetri della finestra!”

“Capito. Vediamo un po’…”

Kirby fece estrarre di tasca ad Alan la sua fedele mini-torcia elettrica e, dopo qualche minuto, il piccolo detective raccattò un pugno di sassolini. Tornato poi sotto la finestra della ragazza, il giovanotto calibrò il movimento del braccio e lanciò con decisione la prima pietruzza contro la medesima. Si avvertì il lieve rumore prodotto contro il vetro, ma nessuna conseguenza successiva. Altri due tentativi ulteriori non furono più produttivi.

“Non va” disse Kirby “ci vuole qualcosa di più grosso!”

La Motoria e la Sensitiva si rimisero a sondare il terreno del giardino, finché Watson, osservando anche lui il monitor della visuale, giudicò di aver trovato ciò che serviva allo scopo: “Proviamo con quello!” disse, indicando una pietra leggermente più grossa delle altre.

Non appena Alan la ebbe in mano, alla Sensitiva parve subito un po’ troppo pesante… ad ogni modo, Chandler non fece commenti.

“Mi raccomando” consigliò Watson a Kirby “tiralo un po’ più forte…!”

Prima che il collega della Neuro potesse intervenire, il capo della Motoria aveva azionato nuovamente il braccio destro di Alan… e stavolta bisognò ammettere che il risultato fu decisamente migliore: almeno a giudicare dal fracasso del vetro infranto!

“NON COSÌ FORTE, IMBECILLE…!!!” esclamò Marlowe, esasperato.

 

***

Non trascorsero che pochi secondi, prima che la luce nella stanza di Lisa si accendesse… in quel frattempo, Alan era rimasto pietrificato al suo posto, mentre il ritmo cardiaco gli saliva vertiginosamente, a dispetto degli sforzi di Tracy e di Marlowe. La tentazione di nascondersi, se non quella di abbandonare il campo, era stata forte e la sola sensazione di fare in qualche modo la figura del ladro colto in flagrante, aveva permesso al ragazzo di controllare sufficientemente il panico!

Le ante della finestra vennero spalancate e la versione “a riposo” di Saint Tail si sporse, guardando subito verso il basso.

“Alan…!!!” esclamò, strabuzzando gli occhi, incredula.

Con la gola che pareva rivestita di carta vetrata (tutta l’umidità si era riversata al di fuori, come giudicavano i capelli, subito appiccicatisi alla fronte) rispondere, per lui, fu piuttosto faticoso: “Buonasera, Lisa!”

“Ma che ti prende?! Sei impazzito, per caso…??” gli chiese la ragazza, cercando di non alzare troppo la voce.

“Può darsi” rispose l’altro, sollevato nel constatare di non avere ancora perso il suo senso dell’umorismo “anzi, non ho molti dubbi, in proposito!”

“Ma guarda… io, invece, non ne ho affatto!!” ribatté la sua ladra preferita, ancora indecisa se sentirsi spaventata o furibonda. Un improvviso bussare alla porta, interruppe però questa importante riflessione.

“Lisa… Lisa...! Tutto bene, tesoro…?”

La ragazza trasalì immediatamente, ma cercò - stringendo pugni e palpebre - di mantenere il controllo. Fece ad Alan un cenno di attesa e si affrettò ad aprire la porta, quel tanto che non consentisse a sua madre di accorgersi del vetro rotto.

“Mamma…!”

“Tesoro… ma che succede…?” chiese, allarmata, la signora Eimi.

“Niente, niente…” rispose la figlia, con le gote piuttosto rosse, ma riuscendo a mantenere la voce ferma “…avevo sete e ho fatto cadere per terra la caraffa d’acqua!” Lisa ringraziò l’abitudine di tenerne sempre una in camera da letto, in modo da evitare di dover scendere in cucina per dissetarsi (fin da piccola, aveva sempre detestato l’acqua del rubinetto).

“Tutto qui? Ti sei fatta male…?” insistette la madre, ancora leggermente preoccupata.

“No, no, sta’ tranquilla… mi dispiace di avervi svegliato!”

“Non ti preoccupare… fammi entrare, piuttosto, che vengo a pulire!”

“Ma no, mamma, ci penso io! Torna pure a letto!”

“Sei sicura? Non vuoi che ti aiuti?”

“Ma no, no: ci penserò io, domattina. Buonanotte!”

“Buonanotte, cara!” la signora le diede un bacio in fronte e si ritirò.

Lisa chiuse la porta e soffiò tutta l’aria fuori dai polmoni. Proprio quel che ci voleva per concludere la serata!

Sentì poi il rumore della porta della camera dei suoi che si chiudeva e la voce della madre che rassicurava il marito. Non appena tornato il silenzio, Lisa si affacciò nuovamente al davanzale. Quasi subito, vide Alan sbucare da dietro un albero per tornare a piazzarsi sotto la finestra. Capendo che il suo beneamato segugio si era nascosto, emise un sogghigno di soddisfazione: per una volta, anche il grande Asuka Jr. aveva avuto un po’ di fifa!

“Tutto a posto…?” chiese lui sfoggiando, suo malgrado, un tono preoccupato.

*Che faccia tosta…!!* pensò Lisa. Poi gli disse: “Che fossi stupido lo sapevo, ma non fino a questo punto! Cosa t’è saltato, in quella testa vuota? Mi hai fatto prendere un colpo!”

Alan sospirò e allargò le braccia: “Mi dispiace… ma a quest’ora non potevo suonare il campanello!”

“Oh, capisco… era molto più logico entrare dalla finestra, come un ladro! Del resto, si sa: a inseguire gli zoppi, si impara a zoppicare!”

“Molto spiritosa! Senti, Lisa… noi dobbiamo parlare!”

La ragazza corrugò la fronte e gli lanciò uno sguardo glaciale.

“Noi due non abbiamo più niente da dirci, Alan!” replicò, con voce piatta.

Il detective deglutì, sentendo ancora la gola rasposa: “Ah, davvero?” scosse la testa “Beh, io non ci credo! No… non credo proprio che tu possa… che tu voglia scaricarmi così, dopo tutte le nostre… avventure… e dopo quello che ti ho detto questa sera!”

Lisa continuò a guardarlo duramente: “Ci dovrai credere, invece! Dimmi piuttosto cosa dovrei pensare io, dopo quello che ho sentito da Rina!” la sua voce era già un po’ meno ferma.

Alan sbuffò, mentre Marlowe consultava freneticamente la sua Guida ai Rapporti Interpersonali, nella sezione L’Altro Sesso, al capitolo Risposte Disperate…!

“E così” disse, finalmente, cacciando le mani in tasca “devo dedurre che, dopo tutto quel che c’è stato tra noi… e dopo la promessa che ci eravamo fatti… tu non abbia più fiducia in me… e preferisca invece credere alle parole della tua rivale? La tua vera rivale, per giunta…!” rimarcò.

“Alan” gridò Lisa, battendo il pugno sul davanzale “guardami bene in faccia!!”

Il giovane obbedì e non mancò di notare che quegli splendidi occhioni blu, dove aveva evitato con tanta fatica di affogarci dentro, erano diventati di nuovo lucidi.

“Allora?” gli chiese la sua fantastica avversaria “L’hai baciata oppure no…?”

Il ragazzo masticò un’imprecazione. Ah, poter dire una bugia, una volta tanto… una sola…!

“Sì, è vero… l’ho baciata…!” rispose, fissandola, con voce tremula “Ma è così grave, Lisa? È così… irreparabile da rovinare tutto?!”

Lei scosse la testa, restando in silenzio per un momento interminabile. Poi sbottò: “Sei un idiota…!”

“Ma Lisa…” discretamente punzecchiato da quell’epiteto, il ragazzo finì purtroppo per dire una stupidaggine “…era solo un bacio, dopotutto!”

“Doppio idiota!! Stupido e insensibile…!! Siete tutti uguali…! Ma voi maschi cosa credete che sia, un bacio? Un gesto di cortesia, come una stretta di mano o una pacca sulla spalla?! Un bacio sulla bocca è un rapporto intimo, Alan! Cosa credi che provi, una donna, quando vede l’uomo che ama scambiare un rapporto intimo con un’altra? Eh…?!”

L’uomo che ama…! Nonostante la situazione, quelle parole scaldarono il cuore del ragazzo come se colei che le aveva pronunciate avesse appoggiato la sua mano calda sul suo petto nudo… non appena quel messaggio fu registrato dall’elaboratore emotivo, il contatore del Coefficiente Relazionale si rimise in moto, finché, quello assegnato a miss Haneoka, non raggiunse il livello di 847 punti… e si capisce: in meno di tre ore e nonostante tutto quel che era successo, la sua deliziosa ladruncola gli aveva appena fatto una seconda dichiarazione!

 

 

***

Si era alzato, all’improvviso, un vento fortissimo… contemporaneamente, la temperatura era sensibilmente calata, ma i due ragazzi non ci avevano fatto caso. Soprattutto Alan, che non sentiva affatto freddo, in special modo - come si è detto - all’altezza del cuore.

Forse, però, la stessa cosa non valeva per Lisa, che continuava a fissarlo con uno sguardo triste e pieno di rancore. Alan, dal canto suo, avrebbe desiderato fortemente stringerla fra le braccia per esprimerle fisicamente quello che non riusciva ad esprimerle con le parole… ma il fatto di essere dabbasso non gliene dava chiaramente il modo.

“Lisa…” riuscì solo a balbettare “…allora tu… ancora mi…”

“No…” fu la fredda risposta di lei “…no, io non ti amo più! Vattene…!!”

Un tuono improvviso scoppiò fragorosamente, facendo saltare per l’ennesima volta il galvanometro adrenalinico.

“Il prossimo, lo installiamo digitale!” dichiarò senz’altro Timmy Murdock, il fidato assistente della Neuro.

Era stato certamente il trasalimento per il tuono a provocare la neutralizzazione dello strumento, in quanto gli analizzatori della Sensitiva avevano consentito alla sezione di Marlowe di sperare che le parole di Haneoka non riflettessero il suo vero sentire. Almeno questo era quanto riferivano i dati provenienti dai sensori ottici!

A dispetto di quanto aveva detto prima di fuggire da quella pinacoteca e di quanto aveva invece detto in quel momento, quello di Lisa non era affatto uno sguardo d’odio. C’era tristezza, questo sì: c’era gelosia e risentimento. Ma non odio.

Del resto, un proverbio orientale dice che l’amicizia è come una lanterna: il vento può agitarla, ma non spegnere la fiamma! E se fosse così anche l’amore?

 

***

“Vattene a casa, Alan!” insistette la ragazza, mentre si faceva sentire il brontolio di un altro tuono.

“No…!!” il detective strinse la mascella “Senti, ho commesso un mucchio di sciocchezze, in questi ultimi giorni, lo ammetto… del resto, mi conosci: non sono esattamente un asso nel gestire le relazioni sentimentali! Ma credo che, la fesseria più grossa che potrei commettere in questo momento, sarebbe quella di darti retta. No, Lisa, io non me ne vado!”

D’un tratto cominciò a piovere… le gocce s’infittirono con notevole rapidità, fino a diventare un vero acquazzone. Non ci volle molto per abbassare di parecchio la temperatura corporea dell’organismo e, ben presto, forti scosse dovute ai brividi furono avvertite in tutte le sezioni.

“Sei proprio sicuro di non voler tornare a casa…?” gli chiese la sua controparte, con soffusa ironia.

“Assolutamente!” la risposta fu del tutto categorica, per altro rimarcata dall’atteggiamento del detective, che non fece il minimo gesto di portarsi al riparo, ma se ne rimase lì, immobile come un palo, sotto il diluvio d’acqua…

Eddy Parker, presente in Centrale Operativa, non disse nulla, limitandosi a lanciare un’occhiata significativa verso il collega della Neuro, il quale gli rispose con un cenno della mano, come per rassicurarlo.

“Vedrete che adesso ci farà entrare.” disse a tutti.

Tuttavia, la risposta della “padrona di casa” non fu esattamente corrispondente alle sue previsioni. Dapprima, Lisa guardò l’ex-avversario con malcelato stupore, poi si lasciò scappare un sorrisetto a metà fra l’ironico e il materno[4] e infine sentenziò: “Buon pro ti faccia, allora. E buon bagno…!” detto ciò, richiuse la finestra, imposte comprese. [5]

Gli organici presenti in centrale si voltarono tutti verso il povero Marlowe che, naturalmente, c’era rimasto abbastanza maluccio. Era chiaro, come denunciava platealmente la sua espressione - fotocopia di quella del loro assistito - che una reazione del genere l’aveva magari temuta, ma non se l’era del tutto aspettata!

Naturalmente nessuno dei suoi colleghi pensò di guardare anche la faccia di Watson, occupato invece a dissimulare più che poteva il suo interiore compiacimento!

Dal canto suo, il Coordinatore Harper emise un sonoro sospiro: “Signori, è andata male” sentenziò “non rimane che tornare a casa e farcelo dormire sopra! Signor Kirby…”

“Un momento, signore” intervenne Marlowe, agitato “aspettiamo ancora un po’…!”

“Non mi sembra il caso, Phil. Oltretutto si sta inzuppando dalla testa ai piedi!”

“Signore” insistette, deglutendo, il capo della Neuro “quello di miss Haneoka è solo un temporaneo moto d’orgoglio… sicuramente lo sta guardando da dietro le imposte e vedrete che, fra non molto, le riaprirà. Ne sono convinto!”

“Ehi, amico” intervenne il capo dell’Immunitaria “tu avrai anche ragione… ma se lo stazioniamo sotto quest’acqua ancora per molto, al signor Alan verrà un febbrone da cavallo!”

“Eddy ha ragione” ribadì naturalmente Watson “forza, Rip, portalo a casa!” disse al capo della Motoria, che aveva già azionato gli arti superiori per coprire almeno la testa di Alan con la sua giacca.

“Casa nostra è lontana” ribatté l’ostinato Marlowe “si bagnerà molto di più che non stando fermo ad aspettare che Lisa lo faccia entrare dentro!”

“E vabbé” rimpallò Parker “allora chiamiamogli un taxi o una volante col telefonino, no?!”

“Ma se, mentre aspettiamo la macchina, Lisa si decide ad aprire, che figura ci farà?!” continuò Marlowe, imperterrito.

“Adesso hai rotto, Phil…!!” sbottò infine Watson “Non credi di aver fatto troppi danni, per stasera? Insomma, capo, gli dica qualcosa anche lei!”

Prima ancora che A1 potesse rispondere, il capo della Neuro fece un ultimo disperato tentativo: “Ma non vi rendete conto che, se molliamo adesso, Alan non capirà mai chi ama veramente?! Se lo buttiamo definitivamente nelle braccia di Rina solo perché Lisa, stasera, si è fatta prendere dalla gelosia, il nostro assistito passerà il resto della sua vita tormentato dai dubbi!! E questi dubbi, sappiatelo bene, non gli consentiranno affatto di amare la signorina Takamya nel modo in cui lei stessa meriterebbe!”

Marlowe aveva pronunciato le ultime parole fissando decisamente il responsabile della Cerebrale che, forse per la prima volta, si trovò leggermente spiazzato dalla forte motivazione del collega.

“Io capisco tutto, Phil” disse Lew Harper, con voce pacata “ma, date le circostanze (soprattutto meteorologiche), ho l’obbligo di dare maggior credito al suo collega dell’Immunitaria. Non si dimentichi che il signor Parker è il diretto responsabile della salute fisiologica di Alan!”

Il capo della Neuro si rivoltò verso il Coordinatore dell’organismo, mostrandogli uno sguardo ancora più deciso di quello prima rivolto a Watson: “D’accordo, signore… ma io sono il diretto responsabile della sua salute mentale… e mi creda: è molto più difficile curare una depressione, che non un’influenza!”

Dopo averlo guardato a sua volta in silenzio, A1 si rivolse allora al capo dell’Immunitaria: “Mi dica, signor Parker: quanto possiamo resistere, con questo tempaccio, prima di correre rischi abbastanza seri?”

L’interpellato si avvicinò al comunicatore intersezionale e si fece fare un veloce controllo della situazione. Poi rispose: “Dai cinque ai dieci minuti, non di più!”

Harper annuì e richiamò in causa il capo della Motoria: “Ha sentito, signor Kirby? Ce ne andiamo fra dieci minuti. Nel frattempo, cerchi di riparare il corpo meglio che può. E lei, signor Parker, attivi al massimo le difese virali!”

In ultimo, si avvicinò al capo della Neuro e gli mise una mano sulla spalla: “Bene, signor Marlowe: ho fatto come voleva. Ma spero proprio che lei sappia quello che fa…!”

 



[1] Ovvero gli occhi.

[2] Non ho mai capito perché tutti i personaggi dei manga amino dormire con la luce della Luna o della strada che invade la stanza, ma devo ammettere che questa particolare abitudine è abbastanza funzionale per le storie!

[3] Dal latino: cogli l’attimo.

[4] Tutti responsi proveniente dalla Sezione di Gus Chandler, una delle migliori Sensitive dell’universo Manga!

[5] L’autore ritiene che tale risposta sia stata frutto di un suggerimento telepatico da parte della Neuro della gentile Lady Orion!

  
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