Un
cupido un po’ speciale 2
Capitolo
16
(Adrian)
Sono appena rientrato a casa e trovo Derek davanti
al televisore che guarda una televendita di pentole… certo che è proprio
strano.
-Sono tornato…- mi sembra di essere di nuovo un adolescente,
al momento del rientro dopo le uscite con gli amici.
Derek si volta e mi vede. –Finalmente! – mi fa cenno
di sedermi accanto a lui – Vieni qui e racconta tutto a zio Derek, forza! –
faccio come mi dice. Più che sedermi, però mi accascio sul divano. Troppe
emozioni per una sola serata, e la testa mi gira un po’. –Allora, com’è andata?
– ed io che avevo paura di averlo ferito uscendo con Elisabeth, invece mi
sembra entusiasta di sapere… - Certo che sono entusiasta! Poi sono certo che
col vino che hai in corpo sarai sincero al cento per cento! –
Mi tiro leggermente su con la schiena, non è carino
starsene semi-coricati mentre si parla. – Uff… - brontola Derek –Pure da brillo
pensi all’educazione? – scuote la testa.
-Ti prego… non farlo… mi fa venire la nausea vedere
i tuoi capelli ondulare… - non sto per nulla bene. Mi alzo di scatto e corro in
bagno, dove… mi libero di tutto ciò che è all’interno del mio stomaco. Sapevo che
quelle lumache mi avrebbero fatto star male… perché le ho mangiate!
-Ehm…Adrian, tutto bene? – non riesco a rispondere,
al momento sono un po’ preso da ciò che sto facendo.
Dopo alcuni minuti mi riprendo un po’. Mi metto
seduto sul pavimento con Derek vicino a me. –Buttato fuori tutto? – mi chiede,
io annuisco semplicemente, portando la testa fra le ginocchia. Sono davvero
distrutto, non credo di avere la forza per alzarmi. Inizio a sentire la testa
leggera…
-Senti… devo dirti una cosa. Mi hanno chiamato e… -
ma non riesco ad arrivare all’ascolto della frase completa che tutto intorno a
me diventa buoi…
(Derek)
Non ci credo… sì è addormentato nel bagno?! Metto le
mani sui fianchi e sbuffo. Meglio portarlo a letto. Se dorme in questa
posizione domani avrà un mal di schiena terribile.
Odio farlo, ma non posso lasciarlo così. Entro nuovamente
nel suo corpo, come ho fatto stamattina, e mi dirigo verso la sua stanza. Scosto
le coperte e lo faccio adagiare sul materasso. Non mi sorprende che sia stato
male! Da quello che ho visto la dentro ha ingurgitato una quantità sproporzionata
di lumache… Esco dal suo corpo, non prima di averli fatto coprire bene, e poi
mi metto in piedi davanti a lui. Mi sa che dovrò aspettare domattina per sapere
i particolari della serata.
Non posso fare a meno, comunque, di ripensare alla
telefonata di Pier: a quanto pare il Paradiso non è diverso da un’azienda…
chissà se qualche angioletto ha perso le ali ed è per questo che il posto si è
liberato. Lassù sono meglio di un ufficio di collocamento!
Visto che non so che fare uscirò un po’ per una
bella passeggiata… sto diventando claustrofobico a forza di stare chiuso in
queste quattro (si fa per dire con due camere da letto, bagno spaziosissimo,
soggiorno e cucina) mura!
Non ho una meta precisa, girovago per le vie a caso.
Dopo, credo un’oretta circa, mi guardo intorno… non so perché ma questo posto
mi è familiare. Dò un’occhiata più approfondita. Ora ci sono! L’appartamento in
cui William abitava quando l’ho incontrato era da queste parti! Chissà se
riesco a trovare il palazzo…
Inizio la mia ricerca. So che ora abita in
periferia, ma quel luogo è pieno di ricordi. All’improvviso eccolo! Il palazzo,
con il bar in cui lavorava Maya. Mi affaccio alle vetrate. A quanto pare fanno
anche i turni serali.
Non trattengo un saltino di gioia quando vedo zia
Melinda la cameriera! è in gran forma devo dire. Oltrepasso il vetro… questo
potrebbero pulirlo un po’ meglio, però! Orrore!
Ed eccolo lì: il tavolo di William. Quanti ricordi
mi riaffiorano. Prima ha pensato fossi un ladro, poi un’allucinazione
fastidiosa e infine un angelo incapace… eh sì... bei tempi! Se ripenso alla
faccia che ha fatto quando gli ho detto dell’appuntamento con Maya mi viene da
ridere ancora oggi, e dire che sono stato la sua fortuna!
Chissà come stanno quei due ragazzi? Ho deciso, farò
una capatina da loro. Infondo in questo momento il mio protetto dorme nella
grossa, e sono le… dieci e mezzo di sera. Forse riesco a beccare William mentre
si reca a lavoro.
Mi dirigo verso la periferia della città. Mi sembra
di ricordare che loro abitino in quella zona. Deve essere stato un bel
cambiamento per William, non che prima vivesse nel lusso più sfrenato, ma comunque
abbastanza vicino al centro. Poi sono curioso di vederlo nella sua bella divida
da guardia notturna invece che con uno dei sui soliti completi.
Che scena dolce! Maya gli sta sistemando il colletto
della divisa e… ma è ancora incinta?! Quando ha intenzione di nascere questo
piccolino?!
Non resisto alla tentazione ed entro in casa. Tralasciando
l’orrore dell’attraversare l’interno degli oggetti… devo dire che l’arredamento
non si presenta affatto male. Deve averci pensato Maya, dato il tocco di
colore. William non ha tutto questo gusto!
-Amore… - mi metto ad origliare la conversazione,
anzi… più precisamente sono in piedi tra di loro. A quanto pare Will ha perso
la capacità di vedermi. Peccato, ma avrebbe fatto piacere fare due chiacchiere
col mio vecchio amico. –Dovresti essere a letto! Il bambino potrebbe nascere da
un giorno all’altro… forse è meglio che chiami a lavoro. Non mi sento
tranquillo a saperti sola – come sola!? C’è il tuo vecchio amico Derek qui! Ah…
già non mi vede…
Guardo Maya, che alza gli occhi al cielo. –Sempre troppo
preoccupato. Il medico ha detto che non si muoverà di lì prima di tre
settimane, quindi non dire stupidaggini e va a lavoro papà! – gli dà un bacio. Mi
volto nuovamente verso Will, che sorride. Altro che scenette premeditate, eh? Ancora
adesso mi chiedo come potevi fare una cosa del genere… con una Barbie versione
gigante poi! A giusto… i soldi. Mi scordo sempre questo piccolo particolare.
-Va bene. Allora vado, ma tu diritta a letto
mammina. Non si discute. – le dà un altro bacio.
-Agli ordini. – e lo spinge verso la porta. Mi avvio
verso la via di casa, ma prima mi volto ancora per vederli salutarsi prima che
lui vada. Sono una bella coppia. Come si dice “Dio li fa, poi li accoppia!”
Mentre cammino ripenso alla fatica che ho fatto per
convincere quell’avido di un arrampicatore sociale a scegliere una vita
semplice, ma piena di soddisfazioni. Per essere una prima missione non è stata
per nulla semplice. Tanto che stavo per andarmene all’Inferno di mia spontanea
volontà.
Eppure, malgrado il buon lavoro fatto, non sono
ancora andato in Paradiso… qui c’è qualcosa che non mi quadra per niente! Spero
solo che non cerchino di fregarmi un'altra volta…
N.d.A.:
Salve a tutte/i!! In questo capitolo mi sono lasciata prendere un po’ dalla
nostalgia, ed ho seguito il consiglio di virgi_chan_12, che ringrazio
moltissimo per l’idea ^^, di far rincontrare Derek con William… anche se,
purtroppo, non si possono parlare.
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto. La fine di questa storia non è lontana, tenete
duro. Grazie a chi segue, recensisce o legge la storia!!^^
A
presto SoGi