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Autore: Akune_Niives    23/01/2014    3 recensioni
Sogni. Raven ne ha fatti molti, nella sua vita. Ma mai come questo. Il sogno che le cambierà la vita, che le farà veramente scoprire chi è. Che le farà scoprire chi è Lui. Il giovane che sogna ogni notte. Un'illusione? O un avvertimento del destino?
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Come ci hai trovati, Shadow?» chiese Arthur, dopo pochi secondi di silenzio e stupore.

«Oh, Arthur.. Me lo stai chiedendo davvero? Come se tu non lo sapessi..» mormorò il vampiro, facendo qualche passo avanti.

Arthur si guardò intorno, come se volesse accertarsi che nessuno li stesse osservando.

«Non è un posto sicuro per parlare, questo» mormorò il vecchio..

«E dove vorresti andare? In un posto dove potrai facilmente aggredirmi con i tuoi aggeggi senza esser visto?» rispose sarcastico il giovane.

«Non ti farò niente, per adesso.. Credo che tu possa servirmi..» rispose, accennando un sorriso che il vampiro ricambiò.

Il vecchio gli fece cenno di seguirlo e lui lo fece, senza altre domande.
 
 






 
***





 




Ero riuscita finalmente ad arrivare a casa.
Max mi aveva tempestata di domande, ma con una mia occhiataccia si era zittito e stava camminando silenzioso accanto a me.

Aprii la porta e rischiai di chiuderla in faccia a Max, se non fosse stato così veloce ad entrare dopo di me, riuscendo a passare per un soffio.
Lanciai lo zaino per terra e il botto fece sussultare mia madre, che era seduta sul divano.
Si voltò, quasi tranquilla, ma quando vide il mio volto notai che sbiancò.

«Cos’è successo?? Non dovreste essere a scuola, voi due?? Che cos’è successo??» chiese, avvicinandosi velocemente.

Visto che da me non riceveva risposta, guardò Max che alzò le spalle e cercò di dire qualcosa in sua discolpa, iniziando a boccheggiare.
Ma prima che potesse formulare qualsiasi frase di senso compiuto, io esplosi.

«TU! Tu mi hai mentito! Come diavolo hai potuto??» gridai senza contegno, facendo sobbalzare entrambi.

Mia madre mi guardò stranita, non riuscendo a capire a cosa mi riferissi.

«Io so la verità, mamma. So la verità su tutti. Su papà, su Sephin.. SU DI ME!» continuai, ormai con le lacrime agli occhi.

La vidi finalmente sgranare gli occhi e perdere quel poco di colore che le era rimasto sul volto. Si portò una mano alle labbra.

«Come.. Come hai..?» guardando prima me e poi Max.

Lui nuovamente scosse la testa, non riuscendo a capire la situazione.

«Arthur DuMondray.» sibilai, con la voce spezzata.

Lei sussultò nuovamente e con la mano cercò qualcosa a cui aggrapparsi per non cadere. Max la raggiunse e la aiutò a sedersi sul divano, dirigendosi poi in cucina.

«Arthur.. Non ho sue notizie da anni..» mormorò con lo sguardo perso nel vuoto.

Max tornò in salotto con un bicchiere d’acqua, che porse a mia madre. Lei prese il bicchiere, ma non bevve. Vidi il ragazzo spostare lo sguardo un paio di volte da mia madre al bicchiere d’acqua. Poi guardò me e nuovamente mia madre. E finalmente decise di schiarirsi la voce e dire qualcosa.

«Qualcuno potrebbe gentilmente spiegarmi cosa sta succedendo e perché, di grazia, dopo quel che è successo, tu non hai una mano spezzata?» chiese, continuando ad alternare lo sguardo tra noi due.

Mia madre alzò la testa di scatto e mi puntò gli occhi addosso.

«Che hai combinato stavolta??» chiese, preoccupata.

«Ha sfracellato un armadietto con un cazzotto.» mormorò tempestivamente Max.

Io sbuffai e alzai gli occhi al cielo, scuotendo la mano incriminata per far capire che stavo bene.

«Per l’amor del Cielo, RAVEN! Ti ho sempre detto di controllare gli scatti di rabbia.. Potresti fare del male a qualcuno, un giorno di questi!» gridò esasperata mia madre, mentre si alzava e si dirigeva in cucina. La vidi posare il bicchiere d’acqua intatto e prendere la cassetta del pronto soccorso.

«Aspetti, signora Miles.. Si preoccupa più per gli altri e non per sua figlia?» chiese Max, accigliato, rimasto vicino al divano.

«Caro, ti ho già ripetuto molte volte di chiamarmi Marianne..» disse la donna, rivolgendogli un sorriso gentile «..e no, non mi preoccupo più per gli altri.. Raven ha ragione. Lei è.. più resistente delle altre persone» mormorò, mentre frugava nella cassetta e trovava una benda per fasciarmi la mano.

Max alzò il sopracciglio e mi fissò, non riuscendo a capire. Ancora.
Nuovamente alzai gli occhi al cielo. Iniziai a dubitare del suo noto stato di secchione dell’Istituto.

«Mia madre ci ha appena confermato che sono un maledettissimo Lupo Mannaro o cazzate simili!» sbottai, il che mi fece guadagnare uno scappellotto in testa da mia madre.

«Porta rispetto per la razza di tuo padre, ragazzina» mi intimò, severa «E poi non sei un Lupo Mannaro, quella è solo una scomoda variante. Tu sei una Lycan. E’ diverso» mormorò in seguito.

Max iniziò a ridacchiare, cercando di smorzare la tensione, ma quando Marianne lo fulminò con lo sguardo, capì che non stavamo scherzando. E così si mise meccanicamente a sedere sul divano, senza più proferir parola.

«Avevi intenzione di dirmelo?» sibilai, mentre mia madre mi fasciava la mano.

La donna annuì semplicemente. Ma quella non era la risposta che volevo sentire.

«E quando? Come? Che fine ha fatto papà? E mio fratello? Rispondimi per una volta!» gridai

Mia madre alzò di scatto la testa e mi lanciò un’occhiata cattiva, ma nuovamente non rispose. Continuava imperterrita a fasciarmi la mano.

«Puoi almeno spiegari perché continui a curarmi se non ho niente?» chiesi a denti stretti.

«A quanto ho capito hai frantumato un armadietto a scuola, quindi devo dare per scontato che altre persone ti abbiano vista. Persone che si domanderanno perché non hai alcun tipo di fasciatura o ingessatura, se dovessero rivederti domani.» mormorò, in tono gentile.

Sbuffai, contrariata.

«Però quando ti faccio altre domande, non neghi una risposta.» mormorai.

Lei strappò la benda e fermò la fasciatura con dello scotch.

«Sono un’infermiera, oltre che tua madre. La tua salute viene prima di tutto, per me.» disse, mentre tornava sui suoi passi e riponeva il tutto.

La seguii in cucina e attesi.

Lei mi guardò e mi fece cenno di parlare, ormai esasperata.

«Mio padre è morto in un incidente stradale?» chiesi.

«No.» rispose semplicemente lei.

Senza riuscire a fare altre domande, iniziai ad urlare.
Avevo la mente annebbiata e il dolore tornava ad espandersi di nuovo nel mio petto.

«Ho passato anni a soffrire per una bugia. Per anni ho creduto che mio padre fosse morto. Per anni ho pianto su una finta tomba, per anni ho pregato inutilmente. Ma la cosa bella è che non sono venuta a sapere certe cose da mia madre. NO. Le vengo a sapere da un perfetto sconosciuto che a quanto pare saprebbe dirmi anche quanti nei ho sul corpo!»

«Raven, ti prego calmati!» tentò di dire mia madre.

«No, no, no! Col cavolo che mi calmo! Mi hai riempita di bugie! Hai mentito a me e a Maya! Come hai potuto?»

«E cosa avrei dovuto dirti, scusa? Che tuo padre era diventato un enorme lupo e ha dovuto lasciare la sua famiglia per ternerla al sicuro?? Davvero mi avresti
creduta?» sbottò mia madre, sbattendo la mano sul tavolo e facendo cadere il bicchiere d’acqua a terra. Il rumore non turbò nessuno.

«No, è vero. Forse non ti avrei creduta. Ma se anche me l’avessi minimamente accennato, a maggior ragione mi sarei fidata delle parole di DuMondray!
Adesso tutta la scuola pensa che io sia la figlia illegittima di She Hulk e il mio migliore amico è praticamente sotto shock più di quanto lo sia io in questo istante!» gridai, indicanto Max, che sedeva in stato catatonico sul divano.

«Raven, tuo padre ha cercato di proteggerci e non ci  riuscito. Così ho dovuto farlo io, da sola.» cercò di spiegare.

«E Seph? Non è andato via per studiare, vero?» chiedi ancora. A questo punto, volevo sapere tutto.

«Non so più niente di tuo fratello da anni. Andò via per non essere un pericolo per te.. Aveva paura di trasformarsi e poterti fare del male. Non è mai successo, che si trasformasse, ma lui preferì non correre il rischio» continuò.

«E Maya? Anche lei è un Lupo Mannaro?»

«Sei una Lycan, Raven. Non un Lupo Mannaro, cerca di ricordartelo. E comunque no, Maya no..»

«Qual è la differenza?»

Mia madre si mise una mano sulla fronte e chiuse gli occhi.

«I Lupi Mannari sono una variante. Sono umani trasformati da Lupi Mannarie hanno la loro prima trasformazione alla prima Luna Piena. I Lycan hanno geni diversi e nascono da altri Lycan, come se fossero bambini normali. La prima trasformazione avviene nell’adolescenza e con gli anni può essere controllata.» spiegò esausta.

«Tu sei umana. Come ho fatto a venirne fuori io?»

«Non sappiamo se la trasformazione ha preso anche Seph. Magari l’unione tra coppie come me e tuo padre fanno saltare una generazione.. Forse il primogenito è immune come lo può essere il terzogenito.. Non lo so, Raven. Io non so tutte queste cose..»

«Ma noi sì..» mormorò una voce..

Mi voltai e dietro di me trovai un Arthur DuMondray sorridente e un giovane fermo sulla porta di casa, che a quanto pare era stata aperta senza che nessuno di noi se ne accorgesse. Notai che portava degli occhiali da Sole fin troppo grandi per il suo viso leggermente spigoloso, che mi ricordarono qualcosa, come se li avessi già visti prima. Sentii che quel ragazzo mi stava fissando attraverso gli occhiali.

«Beccata, piccola Raven.» mormorò quest’ultimo e si tolse gli occhiali.

In un attimo, giurai di potermi perdere in quell’infinito giardino che erano i suo
i occhi.
























 
***Spazio Autrice***

Buoooonasera! Dopo 3 mesi ecco un nuovo capitolo!
Non è molto, lo so.. Ma è una storia lunga, e ogni cosa
verrà spiegata a suo tempo, quindi non c'è
motivo di aver fretta.. E detto questo potete
tranquillamente mettere via i pomodori e i forconi, perché
io vi voglio bene :3
Ci vediamo tra un paio di settimane con un altro capitolo :D

A.

 
   
 
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