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Autore: Seekerofdreams_    23/01/2014    27 recensioni
The maid (in italiano La domestica) è la storia di una ragazza universitaria che si riempie di marshmallow e caramelle piangendosi addosso davanti ad un pc guardando serie tv e ascoltando musica. Un giorno deciderà di cambiare tutto, ma sarà il giorno giusto per alzarsi dal letto e iniziare a vivere? La risposta la troverà in un paio di occhi azzurri. Tra figuracce, nuove amicizie, tradimenti e segreti vi narrerò la storia d'amore di Niall e Serena.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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.The Maid.
Capitolo 10



 
 
A volteabbiamo bisogno soltanto di un gesto impercettibile. Uno sguardo, o un sorriso.
Qualcosa che sappia ancora farci tremare il cuore

 



 
Mi faccio strada tra la folla nei corridoi della facoltà, le lezioni sono appena finite ed ora ho proprio bisogno di un po’ d’aria. Infilo le cuffiette e mi avvio verso il bar dall’altra parte della strada per prendere qualcosa da mangiare velocemente, di Will nemmeno l’ombra, provo a chiamarlo ancora una volta ma non risponde.
Sbuffo e infilo il telefono in tasca. Spingo la porta e il rumore famigliare delle campanelline appese sul soffitto mi accoglie.
“Buongiorno” dico gentilmente alla ragazza dietro il bancone. Mi sorride e ricambia il saluto, ormai sono di casa qui dentro! Prendo la solita focaccia alla mortadella e una busta di caramelle. Dopo aver pagato  decido di avviarmi verso la fermata dell’autobus. La quotidianità è qualcosa che mi mette tranquilla, non amo gli imprevisti, sono quella persona  che vuole sapere il finale di una storia ancora prima di iniziarla, perché così evito di vivermi le cose con ansia e attacchi di panico. Lo so, è sbagliato ma sono fatta così, quando leggo un libro lo finisco in una giornata, devo sapere cosa succede, se poi mi piace lo rileggo da capo e cerco di acquisire insegnamenti e riflessioni da quelle pagine.
Arrivo alla fermata e mi siedo sulla panchina, mangio il mio panino guardandomi attorno, odio sentirmi osservata, sembra quasi che la gente mi scruti, magari è solo assorta nei suoi pensieri e a me nemmeno mi notano! Una donna tiene per mano un bambino biondo, avrà al massimo cinque anni, gioca con una moto e imita il rumore del motore, lo guardo e sorrido, i bambini sono così belli, amano la semplicità e la vita, spesso vorrei tornare ad avere cinque, sei anni, per tornare a guardare le cose in modo diverso, il bambino si gira verso di me e sobbalzo quando i suoi occhi azzurri mi scrutano, sembra Niall in miniatura.
“Ciao” dice sorridendomi.
Sorrido di rimando salutandolo con la mano, mentre sua madre mi fa un cenno con la testa.  Continuo ad osservarli mentre vedo l’autobus arrivare in lontananza, mi alzo e dopo aver buttato la carta del panino nel cestino tiro fuori dalla borsa l’acqua, mi scivola a terra un pacchetto di caramelle, gli occhi azzurri del bambino si illuminano e continua a fissarmi, raccolgo la bustina di orsetti gommosi, i miei preferiti, e la tendo al bambino.
“E’ chiusa, l’ho comprata poco fa!” dico rivolta alla mamma.
“Ma non ti preoccupare, sono tue! Liam ridai le caramelle alla signorina!” dice la donna abbassandosi all’altezza di suo figlio.
Liam. Mi perseguitano quei cinque per caso? Il bambino mi fissa e sono sicura che tra poco si metterà a piangere, faccio cenno di tenere le caramelle e salgo sull’autobus che si è appena fermato davanti a noi.
“Grazie” dice sorridendo e salutandomi dalla strada.
Sorrido e lo saluto anche io mentre l’autobus riparte, ho fatto la buona azione della giornata.
Mi siedo in uno dei sedili liberi e aspetto che arrivi la mia fermata.
 


Pov di Niall

Carte, firme, documenti, altre firme.
Sono ormai due ore che io e i ragazzi siamo rinchiusi a casa di Liam a leggere e firmare alcune documentazioni, questa è la parte del lavoro che odio di più, di tutte queste parole ne capisco meno della metà, per fortuna Liam è più informato di noi e ogni volta spende ore per spiegarci tutto! Non che non mi interessi, ma a me piace cantare, suonare, non mi interessa molto di contratti!
“Tra meno di due mesi si parte per il sud America, ci pensate?” dice Louis buttandosi sul divano.
“Non me lo ricordare, sono eccitato all’idea ma in questo momento vorrei addormentarmi e svegliarmi tra vent’anni per quanto sono stanco!” ribatte Zayn.
“Zayn tu sei sempre stanco, sei un caso a parte!” lo prende in giro Lou e subito dopo iniziano a fare una lotta infinita. Tipico di loro, ultimamente la loro amicizia si è rafforzata tantissimo, cosa che non è sfuggita a nessuno, tantomeno alle fan che sanno le cose sempre prima di noi! Mi viene quasi da ridere, su twitter si accorgono di cose che a volte nemmeno esistono o a cui noi non diamo peso, mentre loro ci costruiscono sopra milioni di storie. Dovrei chiedere a Sere, lei sicuramente è più informata!
Il pensiero di lei e della notte scorsa si fa spazio in me e non riesco ad evitare di arrossire come un bambino, Harry mi sorride e io mi sento talmente tanto in imbarazzo da coprirmi il viso con le mani.
“Ragazzi stappo qualche birra?” dice Andy, il miglior amico di Liam.
Annuiamo tutti insieme e lo vediamo sparire verso la cucina, faccio segno ad Hazza che dopo lo aggiornerò su cosa è successo, adesso non mi va di parlare di Serena davanti ad Andy. 
“Grazie” dico afferrando la bottiglietta proprio dalle mani di quest’ultimo, sorseggio la birra e la solita sensazione amara in gola arriva senza farsi aspettare tanto, chiudo gli occhi e assaporo ogni sorso, non sono mica un irlandese fasullo, per me la birra è sacra!
Poggio il bicchiere sul tavolo e mi allungo verso la mia chitarra, appoggiata allo schienale della poltrona, la sfilo accuratamente dalla custodia e inizio a strimpellarla mentre continuo ad ascoltare i ragazzi parlare.
Organizziamo i prossimi mesi insieme, tour, interviste, servizi fotografici, tutto! Fino a qualche anno fa non aveva idea di cosa avrei fatto nella vita e ora so esattamente cosa fare in ogni giorno del prossimo mese. La luce del telefono mi avverte dell’arrivo di un messaggio, mi spingo in avanti per afferrarlo.

Da: Serena
“Ciao Nì, che fai?”

 

Il messaggio recita solo queste poche parole, ma io mi ritrovo a sorridere come non mai, digito velocemente una risposta e la invio.
 
A: Serena
“Sto facendo finta di ascoltare Liam mentre ci spiega delle cose, tu? Sei uscita dall’università? x”

 

Poggio il telefono in mezzo alle gambe e torno ad ascoltare, Harry continua a guardarmi e io sposto lo sguardo, concentrandomi su i nostri impegni, anche se la mia mente è ben oltre le nostre prossime apparizioni televisive.  Il telefono vibra ancora e apro il messaggio, rimanendo però deluso dal destinatario.
 

Da: Amy
“Possiamo parlare? Ti prego, non mandiamo la nostra amicizia a rotoli, ho fatto uno sbaglio!”


 
Prendo un respiro profondo, sono pronto a far andare via una parte della mia vecchia vita? Amy conosce tutto di me, conosce le mie vecchie abitudini, i miei modi di fare, conosce i miei difetti, i luoghi in cui sono cresciuto e quelli in cui mi nascondevo quando avevo un problema, non posso non dargli un’opportunità di spiegarsi, di risolvere tutto. Fa così tanta paura lasciarsi dietro persone della vecchie vita, fa così tanta paura fidarsi di quelle che fanno parte della vita attuale, perché lasciare andare via Amy significa tagliare i ponti con il bambino di Mullingar e io non mi sento pronto a farlo! I dubbi iniziano a insidiarsi nei miei pensieri,  cambio radicalmente espressione e mi agito sulla poltrona.  Mi sono sempre buttato in tutto, senza riflettere troppo, perché odio farlo, odio avere dei ripensamenti, ma questa volta la paura è più forte di tutto il resto,  sono pronto a mettermi in gioco per amore? E se Serena ci ripensa? Se in realtà lei non mi vuole? In fondo ci conosciamo da poco, anche se lei mi segue da tanto tempo.
“Niall è tutto ok? Sei diventato tutto bianco!” dice Zayn alzandosi per sedersi al mio fianco.
“Si, si, non ti preoccupare, vado un secondo in bagno!” dico alzandomi.

I ragazzi annuiscono e io mi faccio strada tra queste mura familiari, giro a destra ed apro la prima porta, mi infilo nel bagno e mi siedo a terra. Prendo un respiro mentre fisso l’immensità di questa stanza, non ho mica capito perché Liam ha la fissa per i bagni grandi! Poggio la testa sul marmo freddo della vasca da bagno e mi lascio travolgere dai miei ricordi, non sono mai stato un ragazzo timido, ho sempre amato immischiarmi, coinvolgere la gente, farmi degli amici, ma allo stesso tempo ho sempre avuto e continuo ad aver paura di rimanere da solo, è quello che temo di più di ogni cosa, soprattutto ora che sono un personaggio famoso, la gente dice che rimarrà sempre al mio fianco, ma alla prima occasione, al primo sbaglio iniziano a voltarmi le spalle e mi fa paura, perché più gradini sali in una scala e più forte è l’impatto a terra in caso di caduta. Il telefono vibra nella mia tasca, lo tiro fuori e apro il messaggio.


Da: Serena
“Sono proprio sfigata, il meccanico ha detto che non è pronta ha cominciato a piovere e l’autobus non passa, che giornata! La odio. Puoi venire a prendermi? Scusa se ti disturbo!”

 

Rileggo il messaggio, mi alzo svogliatamente e faccio qualche passo verso lo specchio, apro l’acqua e ne butto un po’ sul viso,  guardo il mio riflesso, le goccioline d’acqua ricadano da qualche ciuffo, non so per quanto tempo continuo a fissarmi, quel che vedo mi piace ma mi spaventa allo stesso tempo, che uomo sarò in futuro? Prendo l’asciugamano e affondo il viso nel tessuto morbido e caldo, ho quasi voglia di piangere,  devo chiamare Amy e chiarire con lei, ma Serena?
Esco dal bagno e torno in salotto, i ragazzi mi guardano con un’espressione indecifrabile, sanno che c’è qualcosa che non va, dopo tutto questo tempo passato insieme abbiamo imparato ogni singola cosa dell’altro, ed è una cosa bella ma a volte è anche soffocante.
“Io devo fare una cosa importante, per caso qualcuno può andare a prendere Serena?” chiedo guardandoli speranzoso. Louis subito cambia espressione ma poi sbuffa.
“Dannazione, devo andare ad incidere un pezzo, oggi tocca a me e Zayn!” dice mortificato.
“No, tranquillo!” dico scuotendo la testa, Harry scrolla le spalle, sicuramente avrà da fare, così guardo Liam e sorrido.
“Va bene, dimmi dove devo andare!” dice alzandosi.
“Grazie Lee, questo è l’indirizzo” dico scrivendo su un foglietto la via che mi ha detto Serena per messaggio.
“Perfetto! La accompagno a casa?” chiede, infilando la giacca.
“Non so credo di si, chiedi a lei!” ribatto e lui annuisce.
“Ma chi è Serena?” chiede Andy curioso. Dico, ma non ti puoi fare i cavoli tuoi? I ragazzi non rispondono e guardano me, cosa devo dire? Non so cosa rispondere di preciso e in realtà non voglio nemmeno fargli sapere tutti i fatti miei, così dico la prima cosa che mi viene in mente.
“La mia domestica, tutto qui!”
Sento gli occhi di Louis perforarmi la schiena, lo so Lou, so che non è la mia domestica, lo so che faccio schifo da solo, che la mia fottuta paura di restare solo mi porterà a perdere tutti. Lo so, ma non mi guardare così!
“Oh, ok!” risponde Andy.
Il silenzio cade e io fisso le punte delle mie scarpe, mordicchio le pellicine intorno alle unghie come ogni volta che sono nervoso, poi Liam viene a salvarmi, come sempre.
“Allora vado, ci vediamo più tardi ragazzi, tanto c’è Andy qui, potete stare quanto volete!” dice da bravo padrone di casa, dà una pacca sulla spalla al suo amico e un cenno con la testa a noi, prima di uscire di casa.
Ora è meglio che vado anche io, non ho intenzione di subirmi una scenata di Louis.
 


Pov di Sere
 
Le macchine sfrecciano per strada, lasciandosi dietro polveroni di fumo e schizzi d’acqua, giuro che se me ne arriva uno addosso faccio scoppiare la terza guerra mondiale! Non riesco nemmeno a finire di formulare il pensiero che una macchina grigia mi passa accanto facendomi letteralmente la doccia.
Faccio un salto indietro per lo spavento  e per l’acqua fredda a contatto con il corpo, sbatto più volte le palpebre per riprendermi ma senza successo, ed è così che mi trova Liam quando arriva a bordo del suo macchinone nero, abbassa il finestrino e fa per dire qualcosa, alzo la testa e lo guardo malissimo.
“Non una parola!” dico a denti stretti aprendo la portiera per salire. Questa giornata è proprio uno schifo!
Mi siedo e tolgo la giacca ormai inzuppata, cerco di fare meno casino possibile ma la cosa non mi riesce, rimango incastrata tra la tracolla e la manica sinistra, sbuffo mentre Liam scoppia in una sonora risata.
“Lascia, ti do una mano!” dice e mentre io rimango immobile, lui sfila dolcemente la borsa dalla mia testa, così riesco a togliere la giacca e la poggio a terra, tanto è da lavare comunque!
“Scusa, ti bagnerò tutta l’auto con questi jeans!” dico mortificata girandomi a guardarlo. I capelli tirati indietro dal gel lo fanno sembrare ancora più bello, dio, la directioner che è in me sta per venire fuori!
“Non ti preoccupare, il riscaldamento è a palla, almeno non ti ammali!” dice sorridendo.
E solo Dio sa quanto amo e ho sempre amato, le fossette intorno ai suoi occhi quando ride. Sorrido anche io e mi lascio cadere nel sedile, lascio quasi che mi inghiotti, talmente sono piccola rispetto a quell’auto. Il caldo inizia a farsi sentire, come anche il temporale fuori, un lampo squarcia il cielo e io sobbalzo spaventata.
“Hai paura?” mi chiede dolcemente Liam, io annuisco incapace di rispondere.
“Stai tranquilla, ti accompagno a casa di Niall, ok?” dice premuroso.
“No, ha detto che aveva da fare, non vorrei disturbarlo!” dico sincera.
“Come vuoi, ho bisogno del tuo indirizzo allora!” dice e dopo avergli detto la via, lo vedo impostare il navigatore, tende il braccio sinistro per sistemarlo e la felpa si tira su scoprendo parte del suo braccio, le vene gonfie per la tensione, sono ben visibili e io, devo reprimere l’impulso di toccarle con le dita.
“Ah, non abiti lontano da me, allora visto che siamo di strada ti spiace se salgo a prendere una cosa così dopo faccio altri giri?” mi chiede, come se avesse bisogno di darmi spiegazioni!
“Certo fa pure, mi dispiace averti disturbato!” dico mortificata.
“Ma figurati, tanto dovevo uscire!” dice sorridendo.
Sorrido anche io e per il resto del tragitto rimaniamo in silenzio ad ascoltare solo la musica proveniente dalla radio, super tecnologica, impostata sulla frequenza di  Radio 1*.
Arriviamo qualche minuto dopo sotto quella che scopro essere casa di Liam, un tuono ci fa sobbalzare entrambi e io mi giro verso di lui con la faccia terrorizzata.
“Ci metto due minuti giuro!” dice parcheggiando, per poi uscire in fretta e correre verso casa. Rimango dentro l’auto e alzo un po’ i riscaldamenti, la giacca è ancora bagnata e sbuffando accendo la radio. Appoggio la schiena contro il sedile e giro la testa verso il finestrino, lo sbalzo di temperatura tra l’interno e l’esterno ha appannato i vetri, così con un dito disegno un cuore su quel finestrino, le note dolci di un pianoforte riempiono l’abitacolo, prendo il cellulare dalla borsa, nessun messaggio di Niall.
Chiudo gli occhi e rimango ad ascoltare il suono di quei tasti bianchi e neri, quell’ insieme di note che danno vita a qualcosa di unico e rilassante, di dolce e allo stesso tempo amaro, come il sapore che ti lasciano addosso una volta giunte al termine. Sono talmente assorta nei miei pensieri che non mi accorgo nemmeno di Liam che apre la porta, sento una risata diversa dalla sua e apro gli occhi spaventata.
“Lui è Andy!” dice Liam indicandomi il suo amico seduto nei sedili posteriori, mi giro a guardarlo, come se non lo conoscessi!
“Lo so! Serena, piacere!” dico tendendo la mia mano verso di lui che l’afferra prontamente.
“Però, Niall non mi ha detto che la sua… com’è che l’ha chiamata? Ah, la sua domestica…” dice Andy ma io non lo sento nemmeno, resto bloccata al suono di quella parola che tanto detesto, accidenti a me e a quando ho iniziato questa sceneggiata. Mi mordo il labbro inferiore per evitare di piangere, noto Liam che mi osserva, non parla, non dice nulla. Cancello con la mano il cuore sul finestrino, poi decido di stare al gioco.
“Grazie per il complimento!” dico rivolta ad Andy, per poi girarmi verso Liam “Mi accompagni da Niall o devo prendere il pullman?” dico cambiando programma, se Andy deve credere che io sono la domestica, non posso farmi accompagnare a casa.
“No, ti accompagno io!” dice Liam riprendendosi dopo un attimo di indecisione. Io annuisco facendoli segno di partire e lui mette subito in moto, girando dal lato opposto della città, diretti a casa Horan.
Il viaggio è silenzioso e lento, la pioggia ormai è quasi cessata, ma la strada è piena di pozzanghere, spero che nessuno abbia la mia stessa sfortuna oggi! I tergicristalli dell’auto spazzano via per l’ultima volta le goccioline di pioggia e io quasi sento un vuoto quando restano immobili, il loro movimento mi ha sempre ipnotizzata, fin da piccola. Cerco di trovare qualcos’altro da guardare, voglio evitare di pensare a Niall, ma le cose mi sono difficili, vedo in lontananza la sua casa, ma quello che odio di più è vederlo uscire insieme ad Amy per correre verso l’auto e infilarsi dentro, con lei al posto del passeggero, Liam fa per suonare ma blocco la sua mano, si gira spaventato e sorpreso ma lo supplico con gli occhi di non fare nulla.
“Ah, lo sapevo che tra Amy e Niall c’era qualcosa, altro che amici!” interviene Andy.
Trattengo l’impulso di spaccargli la faccia, mentre Liam ferma l’auto.
“Andy, chiudi quella bocca per favore?” dice rivolto all’amico.
“Tranquillo, grazie per il passaggio, io ora vado o farò tardi!” dico, anche se non vorrei farlo partire, non voglio restare da sola in quella casa, non dopo aver visto Niall andare via insieme a lei.
“Sei sicura che…” prova a dire Liam, ma viene interrotto ancora da Andy.
“Liam facciamo tardi, dai!” sbuffa da dietro.
Non mi giro nemmeno questa volta, non sembrava così rompi scatole da un computer!
Prendo la giacca e la borsa e dopo aver sorriso e ringraziato Liam, apro la porta dell’auto.
“Attenta!” dice solo Liam, annuisco e percorro il vialetto intorno alla villetta di Niall. L’auto non è ancora ripartita, mi giro e saluto con la mano, anche se non posso vedere nulla con i vetri oscurati.
Le foglie bagnate si attaccano alle mie scarpe e ci metto quasi tre ore per raggiungere la scala sul retro, soffio sul ciuffo di capelli cadutomi davanti al viso e lo rimando indietro.
“Aaaah” sbraito.
Cerco le chiavi e dopo venti minuti di ricerca nei meandri della borsa, finalmente entro, salgo le scale e apro la finestra della stanza di Niall, ci sono dei vestiti sul letto, chiudo gli occhi e cerco di reprimere le immagini di Niall su quel letto con un’altra.
“Smettila di pensarci Sere” mi dico da sola.
Poggio la borsa sulla sedia insieme alla giacca, sfilo le scarpe e i pantaloni bagnati per farli asciugare e, come se fosse casa mia, apro l’armadio per prendere una sua tuta. La infilo e subito dopo il profumo incessante della sua pelle mi incasina la testa, quello non è l’odore di nessun profumo o deodorante, è il suo, lo riconoscerei da tutte le parti.
Prendo il telefono dalla borsa e digito velocemente un messaggio, non ci sto a perderlo, non ci sto ad arrendermi.


A: Niall
“Non sfiorarla come sfiori me!”


 
Forse il messaggio non ha nemmeno un senso, ma schiaccio comunque invio e butto il cellulare sul letto, per poi uscire dalla stanza e andare in cucina per mettere su un po’ di caffè.
Rimango nel silenzio di quella casa, canticchiando tra me e me una canzone, l’odore del caffè riempie la cucina in qualche minuto, lo verso nella tazzina ma mi scotto e faccio cadere tutto a terra.
“Non è venerdì 17 oggi, dannazione!” urlo.
Prendo la spugna e mi inginocchio a terra per raccogliere tutto, strofino sulle macchie e cerco di non pensare a tutto quello che è successo oggi, ma stare in casa sua non mi aiuta affatto, cosa mi è venuto in mente? Cosa speravo? Che un personaggio famoso come lui si innamorasse della poveraccia di turno? Quello succede solo nelle favole, diciamoci la verità, la realtà è un’altra cosa.
Sento la serratura scattare e il portone di casa si apre,  lo sguardo di Niall mi è subito addosso, non mi giro ma lo sento appoggiare le chiavi sul mobiletto all’ingresso mentre io continuo a strofinare le mattonelle ormai lucide.
“Che stai facendo? ” chiede avvicinandosi.
“Il mio lavoro, ecco cosa sto facendo!”  replico senza voltarmi nemmeno questa volta.
“Alzati dai, non devi fare proprio nulla!” prova a farmi alzare, ma lo scanso brutalmente.
“Lascia stare, devo pulire, ti ripeto è il mio lavoro!”
“Non è vero e lo sai, si può sapere che succede?” chiede sbuffando.
Sbuffo anche io, pulisco le mani sulla maglietta e mi alzo, prendo un bel respiro prima di girarmi verso di lui.
Mi guarda attento, in attesa di una risposta, i capelli leggermente in disordine, la maglietta bianca lascia intravedere la peluria sul petto, è incredibilmente bello ma mi sento così ferita da lui.
“Ti vergogni di me?” Chiedo guardandolo negli occhi.
“No!” risponde prontamente “Cosa dici?” continua avvicinandosi di qualche passo.
“E allora perché Niall? Perché hai detto ad Andy che sono la tua domestica? Perché non sei venuto a prendermi? ” dico sull’orlo di una crisi di pianto.
“Ma perché stai dicendo queste cose?” chiede.
“Perché credevo di essere qualcuno per te!” ribatto.
“E lo sei, ma non vedo perché devo sbandierare la cosa ai quattro venti!” dice nervoso.
“Non sto dicendo questo! Ma potevi dire che ero un’amica!” rispondo a tono.
“Le cose per me sono complicate, ok? Dovresti saperlo, sei una nostra fan!” dice.
“Cosa precisamente? Cosa è complicato?” chiedo.
“Non sai cosa vuol dire addormentarsi la notte con mille domande per la testa, con mille dubbi!” dice avanzando ancora verso di me.
“Se riguardano me, fammele queste domande!” dico alzando di un’ottava il tono di voce.
Lui mi guarda con occhi diversi, non gli ho mai visti così, l’ho fatto innervosire, ma anche io sono un essere umano con dei sentimenti e non voglio che vengano calpestati.
“Parla Niall, non guardarmi così, quali sono queste domande che non ti fanno dormire?”
Non risponde e io continuo a parlare, dando libero sfogo ai miei pensieri.
“E non dirmi che hai paura che io voglia stare con te solo per i soldi, perché questo l’abbiamo chiarito!” dico.
“Staresti con me anche se non fossi Niall dei One Direction?” finalmente apre bocca, ma non mi piace quello che dice.
“Per favore, io ti ho conosciuto per questo!” ribatto.
“Lo so, ma proprio per questo non so se vuoi stare con me per quel che…” non lo faccio finire di parlare che le mie dita si piantano sulla sua guancia destra.
“Due sono le cose Niall, o il ragazzo che salta nei concerti, quello che ride per qualsiasi cosa, quello che mangia fino a farsi venire un’intossicazione alimentare, quello che si emoziona sempre, quello che ama suonare la chitarra, il ragazzo che si vede in tv, su twitter o che viene fuori dalle canzoni è il vero te, e in questo caso mi sono presa una bella sbandata per te, oppure tu racconti un sacco di bugie e fai credere al mondo di essere una persona diversa da quella che in realtà sei, e se la verità è quest’ultima ora esco da questa casa e non ci metto piede mai più!” dico tutto d’un fiato.
I suoi occhi sono sgranati per la sorpresa, sicuramente non si aspettava una reazione del genere, ma è la verità e io voglio una risposta.
“Certo che sono io quello che il mondo vede, non volevo dire questo! Ma è diverso…” prova a giustificarsi.
“No Niall, non è diverso, la tua vita è cambiata per sempre, e devi fidarti delle persone che ti vogliono bene” dico sincera.
Lui chiude gli occhi e si morde un labbro, sta trattenendo le lacrime, proprio come io ho fatto oggi pomeriggio!
“Fai parte della boyband più famosa del mondo, non puoi prendere e lasciare questo dettaglio da parte, io voglio il pacchetto intero! Voglio il Niall che si alza la mattina e poltrisce sul divano a guardare le partite ma anche il te che si alza la mattina e corre via per registrare un pezzo, voglio il te a casa a mangiare ma anche il te in concerto, tu sei questo Niall” prendo un respiro e mi avvicino ancora a lui, i nostri nasi quasi si sfiorano ormai.
“Voglio essere la tua normalità ma anche  la tua realtà” dico prima di poggiare le labbra sulle sue.
 E questo bacio cancella tutte le pene sofferte oggi, perchè basta questo, un semplice bacio, dato dalla persona giusta a rendere l'inferno un paradiso.

 
*Radio 1 è una radio reale inglese, uno dei conduttori è Scott Mills, presente anche al 1D Day!
 
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Hiiii!
Ammetto che l’ultima parte mi fa piangere un casino e non vedo l’ora di sapere le vostre reazione perché ci tengo particolarmente
a questo capitolo, non so spiegarvi il motivo ma scriverlo mi ha completamente sconvolto emotivamente!
C’è anche un piccolo accenno di amicizia Siam ahahah Non può mancare nelle mie storie! Lo sapete ormai!
Non voglio prolungarmi più di tanto, anche perché sul gruppo mi state minacciando amorevolmente di pubblicare! xD
Vi voglio bene, a tutte!
A chi sento sempre e a chi occasionalmente, siete tutte dentro il mio cuoricino!
Lettrici silenziose, mi piacerebbe sentire anche voi!
Anyway, grazie per esserci sempre!
A presto!
Serena.
N.B:  PLEASE DON’T COPY!
   
 
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