Chiuse in camera Sofia e
Lidja parlavano di quanto era successo a Lidja lo scorso pomeriggio. Sof non
poteva credere che Lidja lo aveva fatto veramente, avevano fatto
sesso, SESSO. Si sentiva stranita perché era un segno: significava che stavano crescendo,
cambiando.
*Salvo*
Quel pomeriggio l’aveva
passato sulle rive del Lago con i suoi “bro”, la
mattina aveva ricevuto la lieta notizia: entro un breve periodo
di tempo sarebbe tornato a
“casa”, perché in realtà non l’aveva mai vista. Si trovava vicino al Colosseo,
dicevano che la sua finestra dava proprio sull’anfiteatro.
Per ingannare il tempo,
decise di andare a fare una passeggiata con Savio e Marco, che erano occasionalmente venuto a trovarlo da Roma. Voleva non
fare il giro del Lago. Quando sarebbero tornati
avrebbero cominciato a prepararsi per andare alla festa dei Brigantino, si
sarebbe svolta a cinque minuti di macchina del Lago, era stata invitata
moltissima gente.
*Sofia*
Ewan e Fabio non erano in
casa, così Lidja e Sofia sarebbero andate alla festa da sole. D’altronde era da
molto tempo che non restavano da sole. Sof indossava dei pantaloncini
cortissimi (si vedeva un po’di chiappetta), e un top aderente
che metteva in mostra il seno, Lidja era vestita con il solito tipo di vestiti,
solo di tipo e colore diverso. La riccia aveva provveduto per sistemare in uno
speciale prodotto e ora il solito ammasso cespuglioso era diventato una cascata
di morbidi boccoli, Lidja li aveva semplicemente tirati indietro e piastrati,
sembravano un nastro argentato tanto erano chiari e lunghi, naturalmente
gioielli a volontà e trucco super scintillante. Misero anche i costumi
(particolarmente attillati) sotto; Checco aveva una
piscina, non si poteva prevedere come sarebbe finita la festa.
-Sei stupenda Sof!- disse
Lidja mentre la musica cominciava a invaderle le orecchie.
[ http://www.youtube.com/watch?v=qIGhu2UsFOI (musica festa)]
-Grazie Li, anche tu!- urlò
quasi l’altra. Cominciarono a ballare sfrenatamente, con tutti i passi più pervy, quella notte non avrebbero
fatto niente, ma gli piaceva essere guardate, quando in giro c’erano i loro
fidanzati nessuno del Lago si sarebbe permesso di alzare gli occhi. Fabio ed
Ewan erano belli grossi. *Salvo*
Verso le undici si
avviarono per la festa.
[ http://www.youtube.com/watch?v=QK8mJJJvaes (canzone festa)]
Si sentivano proprio
gasati, nessuno avrebbe potuto fermarli quella notte, erano semplicemente
giovani, potenti. Ballarono, mentre tutte le tipe li guardavano, ne
adocchiarono tre quando la situazione si scaldò e cominciarono a pomiciare.
Assetati andarono a prendersi qualcosa (alcolico) da bere. Dopo un paio di
bicchieri erano esageratamente allegri, e nel suo essere ubriaco, Salvo no riusciva a smettere di pensare ad una certa chioma rossa,
avrebbe anche giurato di averla vista.
*Sofia*
Le vibrò il telefono nel
reggiseno: messaggio di “My Love”
-Amore dove siete)-
-Siamo ad una festa da
Brigantino, voi?-
-Noi siamo sulla strada di casa coi
motorini-
-Ok, vita-
Fabio, da quando era
accaduto il fatto con Salvo, voleva sapere sempre dove si trovava. Era così
dolce a preoccuparsi per lei.
*Fabio* In realtà lui ed Ewan erano alla villa
già da un pezzo, volevano fare una sorpresa a Lidja e Sofia raggiungendole da
Checco. Gel nei capelli e magliette aderenti sembravano proprio dei playboy, ma
erano anche fidanzati; erano sicuri che le loro ragazze sarebbero
state bellissime e no volevano farle sfigurare, ne volevano essere da
meno. Presero una delle macchine del prof. e si
avviarono. Arrivati al cancello della grande casa di Francesco
la musica li assordò e si resero conto che c’era veramente troppa gente per
trovare Lidja e Sofia in breve tempo. Ewan prese il telefono: Lidja<3
- Lily, dove siete?- .
*Salvo* Aveva levato subito
il telefono di mano alla biondona che aveva visto in riva al lago, ma lei era
già stata prenotata da Savio, a lui interessava solo la rossa che faceva
resistenza, ma non tanta come ne avrebbe fatta se fosse stata sobria e lucida; la bionda, Lidja si
chiamava, da come la chiamava Sofia, invece non smetteva di dimenarsi ma con
l’aiuto di Marco erano riusciti a portarle dentro la casa, dove c’era meno
gente…
*Fabio* Ed eccola lì, la
luce dei suoi occhi, aveva riconosciuto il colore dei suoi capelli ed era
subito andato verso di lei –Sofia! Sof!- la chiamava, ma lei non lo sentiva,
nel frattempo Ewan lo seguiva, sicuro che con lei ci fosse anche Lidja; dove
stavano andando così di corsa? E lì, sotto le luci ad
intermittenza della pista, riconobbe Salvo, subito si accese una scintilla
dentro di lui e cominciò a camminare più velocemente che poteva in tutta quella
marmaglia di corpi che si muovevano a tempo; lui la tirava dentro la porta di
casa e lei visibilmente stanca, cercava di opporre resistenza. Entrò anche lui
in casa, l’atmosfera era come ovattata, ma non la
vedeva; c’erano due rampe di scale e Un corridoio e porte, tante porte. Sentì
qualcosa rompersi, uno schiaffo e un un
urlo. Lui ed Ewan seguirono il suono e presero la rampa a destra, portava ad un piano superiore con un corridoio e una decina di
porte: lungo questo, c’era un cantuccio che aveva dovuto sorreggere il vaso
rotto in mille pezzi che giaceva ai suoi piedi, tutto questo accanto ad una
porta che si era appena chiusa velocemente ma silenziosamente.
*Sofia* Vedeva sfocato per
il troppo alcol, ma non stava tanto male da non capire la situazione in cui si
erano appena cacciate. Le avevano portate dentro la casa, quando Lidja aveva
rotto un vaso in testa ad uno dei sue “scagnozzi” di
Salvo. Lei aveva bevuto poco e niente
perché avrebbe dovuto guidare ed era abbastanza lucida; l’avevano chiusa in un
bagno che comunicava con la stanza dove l’avevano portata, con quello più alto,
Marco da come aveva sentito e quell’altro. Da lì Sof aveva sentito solo versi
di lotta da quella porta. Si chiamavano a vicenda; Salvo si avventò su di lei e
le strappò il top con una luce folle negli occhi –Quanto ho aspettato questo
momento…- le sussurrò languidamente. La strinse a se con possessione e la baciò
con aggressività e insolenza, le morse il labbro per marchiarla e mise
temporaneamente fine a quel contatto passando lentamente la sua lingua dal
bordo del viso alla tempia.
La buttò a terra e Sof,
momentaneamente confusa per la botta, quasi non si accorse che Salvo le stava
lentamente togliendo i pantaloncini, facendola rimanere il
quell’esiguo bikini nero.
*Lidja* Uno di loro la
abbracciava da dietro tenendole ferme le braccia, l’altro cercava di sfilarle i
pantaloncini. Non era ancora finita. Non per lei; Sofia era nell’altra stanza
che urlava quando sentì una botta e il silenzio –SOFIA!- urlò.
Si arrabbiò sul serio, non
aveva mai toccato quei limiti. Diede una gomitata a quello dietro e una
ginocchiata nel mento a quello che era calato davanti a lei, aveva appena
trovato il bottone di apertura quando cadde all’indietro per il dolore; l’altro
si teneva la pancia con una mano e con l’altra teneva i capelli di Lidja quasi
fossero un guinzaglio. Lei si avventò su prima su uno, poi
sull’altro con violenza e in un paio di mosse imparate all’addestramento li
mise ko. Le avevano strappato un po’ i vestiti
durante la lotta e una bretella del costume strappata. Se la sistemo alla
bell’e meglio e provò
ad aprire la porta. Niente. Ma… c’era una finestra.
*Sofia* No, questa volta
non avrebbe vinto lui. Si riprese e si ricordò tutto quello che aveva imparato
all’addestramento con Lidja. Prese un’ abatjour per il
paraluce e spaccò la parte di coccio in testa a Salvo che prese a sanguinare e
cadde svenuto, a terra. Subito si riscosse, ecco la vera Sofia: per tutto il
tempo che aveva passato con Fabio si era abituata al
modo in cui lui la trattava: da principessa. Ma nella vita si può essere principesse e aspettare che qualcuno ci salvi o
salvarsi da sole. Si alzò e nello stesso momento la porta principale si aprì ed
entrarono come furie Fabio ed Ewan –What fuck’s happened?!-
disse lui allarmato. Sof non gli badò ed aprì la porta
del bagno; Lidja, con una gamba fuori dal davanzale e una dentro stava
chiaramente cercando di uscire –LIDJA! Ferma!- Urlò. Lei si girò con occhi
spaventati ma decisi allo stesso tempo, che si allietarono quando videro Sofia,
ma soprattutto Ewan che le correva incontro.
*Ewan* Non sapeva che
cavolo stava succedendo, Fabio gli aveva spiegato velocemente con ci avevano a
che fare ed erano corsi dentro una stanza.
Avevano trovato un ragazzo
steso a terra, Sof mezza nuda che cercava di aprire una porta, dietro la quale
si trovava Lidja altrettanto svestita, a cavalcioni
sul cornicione di una finestra. Tutta graffiata e malconcia gli si era quasi
spezzato il cuore, le era corso incontro e l’aveva stretta a sé. La lasciava un pomeriggi e la ritrovava così, oh geez, non si poteva permettere di
perderla dopo tutto quello che avevano condivido e passato insieme. So many love for her.
*Fabio* Era come sotto
shock, non poteva credere che fosse risuccesso, anche se era orgoglioso di
Sofi, era riuscita a proteggersi da sola.
Qualcosa strisciava
lentamente verso la porta. Appena focalizzò la sua faccia cambio espressione e
divenne furioso; Fabio afferrò Salvo per i capelli e portò il loro viso uno davanti all’altro.
-Non. Toccare. Quello. Che.
NON. È. TUO!- disse prima con l’intenzione di
sussurrare, poi urlando minacciosamente, poi strinse ancora la presa sui
capelli e lo scaraventò per terra , gli diede un bel calcio tra le costole e
quello tossì. Salvo non poteva credere di aver fatto quella fine, si era aspettato tutt’altra fine per quella serata. Fabio gli sputò
in faccia e disse
-Andiamocene – prendendo per mano la SUA Sofia. Stavolta si era
controllato, ma se fosse successo ancora, era certo, l’avrebbe ucciso, ma non
troppo velocemente.
Uscirono velocemente
dalla festa e tornarono altrettanto velocemente a casa.
Sulla soglia della porta
della camera di Sof tutti si diedero la buonanotte, Ewan e Lidja andarono da
qualche parte, Fabio e Sof, nella camera di lei.
Seduti sul letto parlavano dell’accaduto, quando Sof vide una faccia
strana su Fabio; un velo di tristezza mista a rabbia si era posato sul suo
volto.
-Che succede?- chiese lei,
preoccupata.
-Niente… Niente.- rispose evasivo lui.
-Non può essere. Fabio, tu
non puoi mentirmi, ti conosco troppo bene, avanti,
parla-
-Ecco… io… io l’ho rifatto,
ti ho lasciata da sola. Ogni volta che lo faccio ti succede qualcosa, anzi non qualcosa, qualcuno: è
solo lui il problema, quel fumato coglione che non è altro. Io lo odio con tutto il cuore e per quanto possa mai
picchiarlo, lo odierei comunque; o forse no, dovrei provare…-
-Fabio stai
zitto; certe cose non dovrebbero passarti nemmeno per la testa, in fondo, tutto
si è risolto per il meglio, no? Siamo ancora tu ed io, proprio qui, sul mio
letto.-
-Sofia, come fai? Avrebbero
potuto stuprarti e tu stai qui a consolarmi; che ipocrita che sono…-
-No, Fabio, io ti capisco,
e sai perché ti capisco?-
-Perché?-
-Perché ti amo, ecco perché.
Se fossi al tuo posto reagirei come te, ma ci saresti
tu a placarmi, siamo le due parti di uno stesso meccanismo. Senza di te, io non
potrei… tutto.-
-Sof… ti amo da impazzire…-
disse con un certo sguardo negli occhi, e la baciò, entrambi avrebbero voluto
perdersi in quel bacio, ed avrebbero voluto che non
finisse mai. Lui. Lei. Non esisteva più niente.
Ad un certo punto lui le mise una mano dietro la testa e
lentamente la sdraiò sotto di sé, sempre però senza interrompere il contatto;
la guardò un secondo negli occhi, e per lo stesso tempo staccò le loro labbra.
-Lo voglio solo se lo vuoi tu, solo se sei pronta… solo se vuoi… me.- le sussurrò
un po’ timoroso e titubante.
-Io voglio solo te. E
sempre, sempre ti vorrò.- rispose lei sicura.
-Insieme?-
-Per sempre- rispose lei, e
fecero l’amore. Non sesso. Amore. Lei aveva deciso di donargli tutta se stessa,
e con nessun’altro avrebbe fatto lo stesso. Solo con
lui.