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Autore: psychoE    24/01/2014    5 recensioni
Cercava la soluzione per essere felice, ma le sue speranze per lei erano quasi nulle.
Tutto ciò la rendeva triste, una ragazza triste e sola.
Lei era Ellie.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Si può sapere dove cazzo è finito?!” disse Jimmy, preoccupato per Brian che non si vedeva da quasi un'ora.
Era uscito infuriato, senza dire dove sarebbe andato. In più non stava rispondendo alle numerose chiamate che tutti stavano facendo.
Anche a me era salita l'ansia, in più non riuscivo a smettere di pensare a cos'avrei fatto se non ci fosse stato Brian.
Ero come una bomba che stava per scoppiare da un momento all'altro, ma lui era riuscito a disinnescarmi.
“Basta, vado a cercarlo” continuò sempre Rev, interrompendo i miei pensieri.
“Vengo anche io!” aggiunse Zacky, che venne presto fermato dall'altro.
“No, tu resta qui con Ellie”
Abbassai lo sguardo, mi sentivo un peso per loro, se non ci fossi stata probabilmente tutti questi problemi si sarebbero evitati.
Vidi Jimmy uscire e Zacky avvicinarsi a me, vedendomi estremamente tesa.
“Come ti senti?”
Mi passai una mano tra i capelli, sbuffando e senza rispondere.
“Stai tranquilla, non gli sarà successo niente”
Eppure, continuavo ad avere un brutto presentimento, una brutta sensazione continuava a regnare dentro di me.
Passarono altri quaranta minuti prima che arrivò una chiamata da parte di Jimmy, a cui Vee rispose in men che non si dica.
Jimmy! - Che cosa?! - E adesso come sta? E' cosciente? - Va bene, arriviam...okay, arrivo”
Il suo sguardo non prometteva nulla di buono, infatti in poco tempo si alzò e si diresse verso la porta.
“Cos'è successo?” chiesi fermandolo.
“N-Niente”
“Non mi prendere per il culo, chi è cosciente?”
Lo vidi sospirare, per poi mordersi un labbro.
“Andiamo, ti spiego strada facendo” concluse prendendomi la mano e portandomi in auto.
“Allora?”
“Brian è andato da Set”
Spalancai gli occhi, terrorizzata dal sapere cosa avrebbe potuto fare.
“Jimmy ha detto di essere arrivato proprio quando Set aveva attaccato al muro Syn e lo stava riempendo di botte, nessuno dei due era messo bene, però...so solo questo, che Brian è cosciente e aveva chiesto di non dirti nulla”
“E'...è tutta colpa mia” sibilai mettendomi le mani tra i capelli.
“No, è solamente Brian ad essere fottutamente testardo”
Iniziai a torturarmi le unghie, finché non arrivammo a destinazione.
Subito scesi dall'auto, Zacky bussò e presto ci venne ad aprire Jimmy.
Vee, appoggiandomi una mano sulla schiena, mi fece strada verso la camera di Gates. Jimmy, però, mi bloccò sull'uscio.
“Sarebbe meglio che tu non entrassi”
“Fanculo, togliti” dissi quasi fulminandolo con gli occhi, facendolo scostare.
Lo vidi, era sdraiato sul letto. I vestiti erano sporchi di sangue, probabilmente non del tutto suo. Aveva un taglio profondo poco sotto la tempia da cui colava del sangue. Il resto del corpo era ricoperto da altri tagli meno evidenti, ma sembravano fargli male data la sua espressione.
Subito mi precipitai vicino a lui, quando mi notò la sua faccia non fu felice.
“Avevo detto a Zacky di non portarti qui” sussurrò lanciando un'occhiataccia al suo amico.
“Sono stata io ad insistere”
Lo vidi abbozzare un sorriso, sapevo che in realtà era felice di avermi lì.
“Perché l'hai fatto?” gli chiesi.
“Mi andava” rispose facendo spallucce.
Aveva rischiato di farsi dei gran mali solo per me, tutto ciò mi mandava in confusione.
“Adesso vediamo di disinfettare questi tagli...Jimmy, potresti portarmi del cotone e dell'alcol?” dissi voltandomi verso di lui.
“Ma certo” mi sorrise, tornando in poco tempo con quello che gli avevo chiesto.
Imbevetti un pezzo di cotone idrofilo nel liquido e feci sedere Brian, iniziando a tamponare quella brutta ferita vicino al suo occhio sinistro.
“Porca puttana, brucia!” disse digrignando i denti.
“Oh, avanti, uno così grande e grosso come te non dovrebbe neanche sentire dolore”
Jimmy e Zacky risero, mentre lui fece il finto offeso.
“Che cazzo ridete voi due?!” imprecò dopo che continuai a tamponare.
Riuscii a fermare il sangue, così passai al resto e in una decina di minuti avevo finito.
“La tortura è terminata” gli canzonai, vedendolo stendersi sul materasso.
“Certo che siete proprio conciati male” rise Jimmy, guardandoci entrambi.
Effettivamente facevamo a gara a chi stava messo peggio, scoppiammo tutti a ridere.
“Potete lasciarci soli?” interruppe improvvisamente Brian, sotto la mia faccia sorpresa.
“Conto di sentirvi scopare!” esclamò Zacky beccandosi una mia occhiataccia.
A dir poco malizioso fu lo sguardo dei due che chiusero la porta.
“Prima che Zacky mi interrompesse, cercavo di chiederti scusa. Non volevo che mi vedessi con Mich, mi dispiace davvero tanto...” fece mettendosi seduto.
“E' la tua ragazza, non vedo perché tu ti debba scusare. Vorrei solo capire cosa sta succedendo.”
“Cosa intendi?”
“Tra noi due. Stamattina avevi ragione, lo volevamo entrambi, o comunque io lo volevo. Devo schiarirmi le idee e tu dovresti aiutarmi.”
“In qualche modo, anche io lo volevo. Sta succedendo qualcosa, ormai è il mio pensiero fisso, però...io amo Michelle.”
Con solamente tre parole, aveva buttato in un cestino tutto ciò che potevo aver sperato di creare con lui. Male, faceva solamente male. Mi alzai, dirigendomi verso la porta.
“Ellie, io-”
“Ho capito, Brian. Mi basta quello che hai detto. Buon riposo.”





 
 
 
Erano passate quasi due settimane da quella conversazione.
Quella stessa notte ebbi un incubo che mi spaventò talmente tanto da non avere più il coraggio di uscire per Huntington Beach. Continuavo ad avere attacchi di panico e stavo sempre più male.
Passai ogni giorno in casa, con la scusa di avere febbre alta e di non voler vedere né sentire nessuno, o almeno...quasi nessuno.
Zacky era l'unico che sapeva del mio reale stato, neanche i miei genitori lo sapevano.
In realtà, mi avevano chiamata una sola volta per sapere se avessi fatto richiesta all'università, ricevendo una bugia per risposta.
Denise mi chiamava ogni tanto, ma non volevo farle sapere del mio stato, l'avrei sicuramente fatta preoccupare e non volevo.
Era la mattina del 15 di Settembre, un'altra giornata da sprecare stava iniziando.
“Tesoro, è pronta la colazione!” esordì mia nonna, che nel frattempo mi era stata vicina cercando di non farmi pensare a ciò che era successo due settimane prima.
Scesi al piano inferiore per poi dirigermi in cucina, sedendomi a tavola.
“Come stai, oggi?”
“Come al solito...”
La vidi sospirare, per poi darmi un bacio sulla fronte.
“Prima ha chiamato Zacky, ha detto che sarebbe passato in mattinata”
Abbozzai un sorriso, finendo i pancake che mi aveva preparato.
Zacky mi veniva a trovare una volta ogni due giorni, mi aveva promesso di non dire niente agli altri.
Gli altri...Johnny, Matt e Jimmy continuavano a riempirmi di messaggi e di chiamate a cui non volevo rispondere. In qualche modo, mi facevano sentire desiderata e un poco mi faceva piacere.
Mi alzai, ma mentre mi stavo dirigendo verso le scale, mia nonna mi fermò.
“Ellie...poco fa è passato Brian”
“Mi fa piacere”
“Non vuoi neanche sapere cosa volesse?”
Tirai un grande sospiro, facendo segno negativo con il capo e tornando in camera.
Oltre ad essere una giornata sprecata, quella sarebbe stata anche di merda.
Dopo quella conversazione non avevamo più parlato e, da quel che mi aveva riferito Zacky, gli aveva dato fastidio il mio comportamento, per questo non si era più fatto sentire.
Ma d'altronde, cosa gli avevo detto? Si sarebbe stufato anche lui e così ha fatto. Dovevo sapere di non poter credere a quelle parole che mi aveva detto.
Ogni tanto, quando chiudevo gli occhi, mi sembrava di poter riavere le sue labbra sulle mie. Il suo sapore...quanto mi mancava.
Ma il dolore riusciva a coprire quelle sensazioni, mi aveva presa in giro e non riuscivo a perdonarlo.
Delle lacrime rigarono il mio viso mentre me ne stavo seduta nel letto fissando la sua maglia che aveva lasciato qui quella notte.
“Ellie, no”
La voce di Zacky mi distolse da quel pensiero.
Mi asciugai velocemente le lacrime e tirai su col naso, alzandomi immediatamente in piedi.
“Che hai?” mi chiese lui abbracciandomi.
“Niente, qualche pensiero”
“Cioè?”
“Non ha importanza...piuttosto, come mai sei qui?”
“Set è stato arrestato”
“Che cosa?!”
“Hai capito bene, Set è stato arrestato! Non sei felice?”
“Porca puttana, sì! Ma com'è successo?”
“L'hanno trovato a cercare di violentare una dodicenne”
Una speranza si riaccese in me, per colpa di quel bastardo avevo passato le ultime due settimane chiusa in casa per la paura di ritrovarlo, ma adesso era finita.
“Adesso, però, c'è una sorpresa per te. Dobbiamo andare” fece prendendomi per il polso.
“Aspetta, dove andiamo?”
“Vedrai”
Nonostante qualche tentennamento da parte mia, riuscii a portarmi fuori sotto lo sguardo felice di mia nonna.
“Stamattina è passato Brian...” mormorai una volta saliti in auto.
“Ah sì? Non lo sapevo! Cosa ti ha detto?”
“E' passato mentre stavo dormendo, quindi non l'ho neanche visto...per fortuna”
“Dovreste parlare, sistemare quello che è successo”
“Pensi sia facile? Porca puttana, abbiamo scopato e il giorno dopo mi viene a dire che ama Michelle!”
“Lo so, ma questo non vuol dire che tu debba continuare ad evitarlo dato che mi pare che la situazione stia peggiorando”
“Peggiorando? Cosa intendi?”
“Ti stai innamorando, El.”
“Ma per favore, ormai è acqua passata. Mi ha solamente dato fastidio il suo comportamento, tutto qua”
La bugia più grossa nell'ultimo periodo. Acqua passata? Ma chi volevo prendere in giro?
“Non essere testarda...”
“Dico davvero!”
“Certo Ellie, certo...”
Subito dopo notai che Zacky stava prendendo l'autostrada in direzione Los Angeles.
“Vee, dove stiamo andando?”
“Ho detto che lo vedrai, è una sorpresa, okay? Dormi se vuoi, ci vorrà poco meno di un'ora”
Misi su le cuffiette del mio ipod e mi addormentai, per fortuna avevo la capacità di dormire ovunque.
“Siamo arrivati!” esordì, svegliandomi.
Appena aprii gli occhi, mi trovai davanti l'insegna “Los Angeles Airport”.
“Che cosa ci facciamo qui?”
“Compriamo del pane. Che cosa cazzo vuoi fare in un aeroporto? Andiamo, scendi!”
Ci dirigemmo verso l'interno, nella zona d'attesa.
Vidi Zacky controllare il cellulare per poi fare un sorriso beffardo.
“Eccola!” fece indicando l'uscita dei passeggeri.
Sgranai gli occhi, portandomi una mano alla bocca quando vidi uscire Denise con un sorrisone stampato in faccia.
DEDE!” gridai, prima di correre verso di lei, saltandole in braccio.
Mi abbracciò forte, lacrime di gioia scesero sul mio viso.
“Hey, non piangere! Dio, quanto mi sei mancata!”
“Anche tu, anche tu!”
Mi staccai, non credendo ancora ai miei occhi.
“Come mai sei qui?”
“Un uccellino mi ha detto che non stavi molto bene e che avevi bisogno di me”
“Un uccellone, vorrai dire” si introdusse Zacky, avvicinandosi a noi, mentre Denise continuava a guardarlo quasi sbavando.
“Dal vivo sei ancora meglio” le scappò detto, subito arrossì.
Ridacchiai, vedendo lui che le sorrideva.
“Grazie Vee, davvero” gli dissi abbracciandolo.
“Sappi che l'idea non è venuta a me”
“E allora a chi?”
“Indovina...”
Lo guardai intensamente negli occhi, capendo che la persona di cui parlava era Brian.
“Allora, vogliamo stare qui tutto il giorno o avete intenzione di portarmi ad Huntington Beach?”
“Denise ha ragione, andiamo” fece il ragazzo, mettendosi in mezzo a noi e cingendoci i fianchi.
“Potremmo fare una cosa a tre...” aggiunse, beccandosi un mio pugno sul braccio e provocando la risata di entrambe.

 
Un'altra ora in auto ed eravamo finalmente arrivati a casa, dove feci sistemare Denise e i vestiti che aveva in valigia.
Mia nonna ci preparò a tutti e tre il pranzo, così ebbi il tempo di raccontare ciò che era successo alla mia migliore amica.
“Bene ragazze, vi propongo di venire con me alle prove”
Denise subito saltò in piedi e si portò una mano alla bocca.
“Oddio, oddio! Questo significa conoscere il resto della band? Aiuto, potrei morire. Andiamo, vero El?”
Quello sarebbe significato rivedere Brian, ma non potevo dirle di no, perciò accettai.
In poco tempo arrivammo al garage di casa Haner, rimasi un poco più indietro di Denise e Zacky ma non appena Jimmy mi notò, corse ad abbracciarmi.
“Ellie!” esordirono poi Johnny e Matt, anche loro venendo verso di me e stringendomi in un forte abbraccio.
“Ci sei mancata un sacco!” disse Rev, scompigliandomi i capelli rossi.
“Anche voi mi siete mancati” sorrisi poi, entrando nel garage.
“Si può sapere cos'hai avuto?” chiese Johnny mentre tutti si mettevano alla loro postazione.
“Ve l'ho detto, influenza” cercai di sdrammatizzare.
“Lunga questa febbre”
La voce non proveniva né da Johnny, né da Jimmy e neppure da Matt, ma da Brian.
Incrociai il suo sguardo, era arrabbiato, glielo si poteva leggere negli occhi.
Feci finta di nulla e presentai Denise ai ragazzi, entusiasti di conoscere una loro fan.
Iniziarono presto a suonare, la mia migliore amica li guardava sognante, mentre l'ansia mi stava mangiando viva.
Ogni volta che Brian alzava lo sguardo dalla sua chitarra, lo faceva per tirarmi un'occhiataccia, così decisi di uscire durante una pausa tra due canzoni.
Sfilai una sigaretta dal mio pacchetto di Marlboro, accendendola.
Sentii dei passi che si avvicinavano a me, ma non mi voletti voltare dato che potevo immaginare di chi fossero.
“Hai intenzione di evitarmi ancora per molto?”
Non gli risposi, continuai a fumare la mia sigaretta facendo finta di nulla. Avrei continuato a farlo, se non mi avesse preso la cicca e buttata a terra.
“Vuoi ascoltarmi?” chiese scocciato.
“No.”
“Smettila di fare la bambina, non puoi comportarti così”
“Ma vaffanculo, qui il bambino sarai tu”
“Sei stata tu quella ad essersi chiusa in casa per due intere settimane, senza voler vedere nessuno solamente perché non ti ho detto quello che volevi sentire”
Finalmente mi voltai per incrociare il suo sguardo, il taglio vicino all'occhio si stava ancora cicatrizzando.
“Veramente pensi che io l'abbia fatto per questo motivo?”
“Non ne vedo altri.”
“Sai, Brian, il mondo non gira attorno a te. Immagino tu sappia che ogni giorno, per colpa di Set, ho avuto attacchi di panico, giusto?”
Lo vidi indietreggiare, il suo sguardo cambiò radicalmente.
“Perché non me l'hai detto?”
“Veramente pensavi che dopo avere scopato con me e avermi detto di amare Michelle, ti avrei voluto vicino?”
“Ho detto che la amo, ma questo non vuol dire che quella con te sia stata solo una scopata”
“Smettila di giocare con me, Brian...”
“Non lo sto facendo, mettitelo in quella cazzo di testa!”
Il suo tono di voce si fece più altro, quasi mi spaventò.
“Sei come tutti gli altri” dissi con la voce che iniziava a tremare, sapendo che avrei resistito ancora per poco.
“Non è vero e tu lo sai”
Abbassai lo sguardo un'altra volta.
“Sì, invece”
Avvicinandosi a me arrivando a una distanza pericolosa, poggiò due dita sul mio mento per farmi alzare il viso e puntare i suoi occhi sui miei.
Dillo di nuovo
“Sei...sei...”
Dillo, Ellie
Sentii gli occhi diventarmi lucidi, ma lui poggiò le sue labbra sulle mie e mi sentii rinascere.
Non riuscivo a quantificare quanto mi fosse mancato il suo sapore, il modo in cui portava i nostri corpi ad aderire l'uno con l'altro.
Le sue mani vagavano sotto la mia maglietta, giocando con l'elastico del mio reggiseno.
Io, invece, affondai le mani tra i suoi capelli, tirandoglieli un poco, ma presto ci dovemmo staccare quando sentimmo la voce di Michelle.
“BRIAN! CHE STAI FACENDO?!”








//ringrazio Rinoa Heartilly Vengeance per aver recensito il capitolo precedente.
  
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