4)Affezionarsi
sì, affezionarsi no.
La
mattina dopo mi sveglio grazie al pianto di Ava.
Piccola
rompicoglioni, tale e quale a suo padre!
Sto
iniziando a delirare anche io se considero quel coso vivo e soprattutto
figlio
mio e di Tom.
“Povera
me, come sono messa. Adesso vediamo cosa ha questa.”
La
ninno un po’, non si calma, forse ha fame.
Vado
in bagno e riempio il biberon di acqua e poi glielo do, si calma
all’istante e
io tiro un sospiro di sollievo. Oggi starà da Tom, non
c’è santo che tenga!
Mi
lavo, mi vesto e scendo a fare colazione, con il mostro in braccio;
devo avere
un’aria terribile perché nemmeno Izzie si azzarda
a fare una battuta, tace e mi
guarda un po’spaventata.
“È
qui anche oggi?”
“NO,
oggi, cascasse il mondo starà da Tom. Un giorno per uno mi
sembra un patto
equo.”
Faccio
colazione di malumore, ingurgitando i cereali senza nemmeno sentire
davvero il
sapore: sono stanca e di malumore.
Quel
congegno meccanico mi sta ricordando la gente che mi ha abbandonato qui
senza
nemmeno farmi sapere perché o con qualcuno a proteggermi: in
un certo senso mia
madre ha ragione.
Ma
cosa posso farci?
Non
posso urlare al cielo sperando che mi sentano.
“Izzie,
mi faresti un favore?”
“Dimmi.”
“Mi
terresti d’occhio Ava, la bambola, mentre io salgo a prendere
il kit e lo
zaino.”
Lei
annuisce.
“Spero
non si metta a piangere quando sono da sola, mi fa
soggezione.”
Io
alzo gli occhi al cielo e salgo in camera mia a recuperare le cose che
mi
servono per questa noiosa giornata scolastica.
Dabbasso
trovo mia sorella che scruta la bambola, mezza curiosa e mezza
spaventata.
“Non
mangia, tranquilla.”
“No,
è che non mi piace sentire il pianto dei bambini. Mi manda
fuori di testa, come
se io fossi la peggiore persona del mondo per averli fatti
piangere.”
“Io
ho paura di romperli, sono talmente piccoli
e…fragili!”
Rabbrividisco.
Mi
metto lo zaino sulle spalle, prendo Ava e la borsa e poi io e Izzie
urliamo un
saluto a nostra madre, che ricambia dal piano di sopra.
Andiamo
a scuola senza dirci granché, io sono assonnata, lei quasi
terrorizzata da
Chuckie, la bambola assassina.
Arrivate
a scuola, va dalle sue amiche e io entro con la bambola in braccio e
per
fortuna non sono l’unica. In un angolo vedo una cinesina in
classe con noi che
insulta un messicano,scuotendo la bambola. Probabilmente sono partner e
non
stanno andando d’accordo.
Strano
che Tom non si sia ancora fatto vedere…
All’improvviso
sento un “bu!” alle mie spalle e quasi Ava cade per
terra.
“Ma
sei scemo?
Potevi
farmi cadere la bambola.”
Lui
si gratta la testa, distratto dall’entrata del gruppo delle
cheerleader.
“Sì,
scusa. Che lezioni hai?”
“Biologia.”
“Ce
l’ho anche io, andiamo.”
Io
sospiro.
“Ai
suoi ordini!”
Gli
rispondo sarcastica, il mio cuore invece batte troppo velocemente. Non
volevo
un legame con Tom, eccomi servita al contrario!
Entrambi
ci rechiamo all’aula di Biologia, Tom fa lo scemo con la
bambina sollevando
tutti gli “oh!” ammirati di quelle oche delle mie
compagne.
Odiose.
Non
capisco come facciano a farsi abbindolare così da una
cazzata del genere,
fortunatamente l’arrivo del professore le fa smettere e
purtroppo attira la sua
attenzione su di noi.
“Voi
due siete una coppia mal assortita e cosa ci fa quello
lì?”
Indica
la bambola.
“È
un progetto che ci ha assegnato la professoressa Jenkins.”
“Quella
vecchia stramboide, non è nemmeno capace di sorteggiare
coppie che funzionino!
Tutti
gli anni è sempre la stessa storia, come se quei due
avessero la minima
possibilità di mettersi insieme!”
Borbotta
sottovoce, facendomi arrabbiare.
Cosa
diavolo insinua quel vecchio matto?
Come
si permette?
Senza
che Tom se ne accorga fulmino il professore con
un’occhiataccia.
“Visto
il regalino che Malone e DeLonge hanno con sé ho deciso che
oggi ci vedremo un
bel video. Adesso vado a prendere il televisore, vedete di non demolire
l’aula
mentre sono fuori.”
La
classe tira un sospiro di sollievo e ci ringrazia con una muta occhiata
di
gratitudine.
Poco
dopo il professore rientra, inserisce una cassetta nel vecchio
videoregistratore e poi spegne le luci.
Sono
vicina a Tom. Al buio.
L’elettricità
che c’è di noi si sente a kilometri di distanza,
mi sorprendo che qualcuno non
cada fulminato anche solo standoci vicino.
Lentamente,
durante il filmato, Tom si avvicina sempre di più a me e
alla fine mi avvolge
un braccio attorno alla spalla.
Basta
questo a darmi una scarica elettrica e credo l’abbia sentita
anche lui, eppure
nessuno dei due ha il coraggio o la voglia di spostarsi.
Rimaniamo
così, ognuno si gode la presenza dell’altro come
può e, come ho già detto,
questo non va affatto bene.
Sono
un’aliena, non posso lasciare che lui sappia il mio segreto,
anche se è
ammirabile come non mi
abbia chiesto più
nulla dalla volta che sono scappata dal bagno.
Forse
ha cambiato strategia.
Forse
vuole farmi diventare sua amica in modo da non costringermi con le
cattive a
rivelargli perché lui sta bene quando dovrebbe essere tre
metri sottoterra, con
la madre che viene a piangere ogni giorno sulla sua tomba.
Rabbrividisco
a questa prospettiva e involontariamente il suo braccio mi stringe di
più a sé,
per di più la mostricciattola non si sveglia, non piange ,
non fa niente; dorme
tranquilla e beata nella culla che c’era nel kit.
Quando
c’è bisogno di lei non serve, merda!
Finito
il filmato Tom si stacca – come se fosse la cosa
più naturale del mondo stare
abbracciato a me! – e si rimette al suo banco con nonchalance.
Siccome
ho educazione fisica gli mollo la bambina e me ne vado, da una parte
felice e
dall’altra spaventata a morte dalla piega che hanno preso gli
avvenimenti.
Cosa
diavolo ha in mente?
E
perché ho il sospetto che – io lo voglia o no
– lui saprà la verità su cosa
sono e chissà, magari anche da dove vengo.
Paura.
Il
resto della mattinata trascorre tranquillamente, più o meno.
Ogni
tanto la mocciosa si mette a piangere e devo uscire dalla classe per
calmarla.
È
difficile per me avere a che fare con un esserino che se frega se tu
stai
seguendo o meno una lezione e vuole tutta la tua attenzione.
Il
pomeriggio spero se la prenda Tom, io sono un po’ stanca.
Arrivo
a mensa con l’andatura e la vivacità di uno
zombie, Izzie e Tom sono già seduti
a un tavolo.
“Questo
pomeriggio te la prendi tu, ok?”
Lui
annuisce, divertito.
“Non
è facile stargli dietro?
Pensavo
che voi donne fosse programmate per curare i bambini. Tipo una lucina
che va in
modalità on non appena scoprite di essere incinte.”
Io
lo guardo come se l’alieno della situazione fosse lui.
“Sei
matto da legare e comunque io non sono stata incinta di questa..
cosa.”
Lui
scoppia a ridere e Isabel lo segue a ruota.
“Non
riesci proprio ad affezionarti ad Ava.”
“Tom,
vuoi cortesemente spiegarmi qual è il senso di affezionarsi
a una bambola che
tra cinque giorni tornerà nell’armadio della
Jenkins?”
Lui
non risponde e ride, che voglia di prenderlo a sprangate!
Mangio
in quello spero sia un dignitoso silenzio e noto che tra mia sorella e
Tom c’è
un bel feeling, quasi come se lei fosse la fidanzata di Mark.
Un
momento…
“Izzie!”
“Cosa
c’è?”
“Non
sarai la ragazza di Mark Hoppus?”
Lei
arrossisce di botto.
“Ehm,
sì. Ci siamo messi insieme da poco.”
“Quando
volevi dirmi?”
Le
dico seccata.
“Il
giorno in cui vi avrei scoperti a scopare nel letto di mamma e
papà?”
Lei
arrossisce ancora di più, se possibile.
“No,
te l’avrei detto quando le cose si farebbero fatte
più… stabili. Mark deve,
ehm, liberarsi di una certa Josie.”
Almeno
è stato sincero e questo è un bel segno.
“Bene.”
“Oh,
non credevo che un cuore di ghiaccio come te avesse l’istinto
della sorella
maggiore protettiva.”
Io
gli tiro una pedata sulla tibia, facendolo piegare in due.
“Adesso
lo sai.”
Sorrido
innocente.
“Sei
matta.”
“Oh,
ci tieni proprio ad
alzarti da questo
tavolo in sedia a rotelle.”
Lui
fa uno strano ghigno e non dice nulla.
Finito
di mangiare prende la bambola e se ne va.
“Strano
che non abbia fatto battute.”
“Forse
non era in vena o forse gli piaci.”
Io
rischio di soffocarmi.
“Io
che piaccio a lui?
Impossibile.”
“Secondo
me lo intrighi perché continui a nasconderti, i misteri sono
eccitanti.”
Dice
lei saggia e dentro di me si fa di nuovo largo la vocina maligna che mi rimprovera di averlo
salvato, ma non se
l’avessi fatto che razza di essere sarei?
Un
essere meschino e schifoso, temo che se non l’avessi salvato
e l’avessi
lasciato lì a morire non me lo sarei MAI perdonato. Sarebbe
stato il mio
rimorso fino all’ultimo giorno di vita, il mio incubo la
notte, l’omicidio
impossibile da rivelare.
Sarebbe
stato un fantasma insepolto nell’oscurità della
valle.
Senza
pupattola al seguito le lezioni sono molto più piacevole da
seguire,non rischio
di essere oggetto di collera o biasimo o essere costretta a uscire.
Che
pace!
Finite
le lezioni non mi stupisce vedere Tom vicino alla mia macchina, sembra
che
ormai noi abbiamo un appuntamento fisso lì.
“Stasera
mi occuperò io della bambina, vuoi salutarla?”
Io
sospiro e accarezzo lentamente la fronte di Ava.
“Ti
mancherà?”
“Onestamente,
non lo so. Credo di no, però.”
Lui
scuote la testa e se ne va e a me rimane un leggero e incomprensibile
senso di
delusione, aspetto Izzie e poi andiamo a casa.
Facciamo
merenda e poi lei si chiude in camera sua a telefonare a Mark e io a
fare i
compiti.
Non
sono tanti, in un’ora li ho finiti e rimango senza nulla da
fare. Senza nemmeno
pensarci – Isabel potrebbe entrare da un momento
all’altro e sarebbe difficile
spiegarlo cosa e come lo sto facendo – faccio levitare una
palla bianca.
A
un mio comando la si illumina dall’interno di una luce bianca
che poi comincia
pigramente a scandire i vari colori dell’arcobaleno come in
una vecchia
filastrocca di cui ho dimenticato il resto.
“Rosso,
arancione, giallo, verde, azzurro, indaco,
violetto…”
Rosso
come l’amore, arancione come l’amicizia, giallo
come la gioia, verde come la
speranza, azzurro come la felicitò, indaco come la
serenità, viola come la
morte.
Una
sintesi impossibile di una vita perfetta.
All’improvviso
la lascio cadere, quasi quasi mi aspetto che si rompa, ma è
tornata una banale
palla di gomma che non si distrugge per una caduta.
La
faccio tornare al suo posto e mi giro a pancia sul letto, a guardare il
soffitto.
Non
lo ammetterei nemmeno sotto tortura, ma Tom e Ava mi mancano,
più di quello che
avrei creduto possibile.
Sto
diventando sentimentale, vado a fare un salto di Johnny, con lui un
bagno
gelido nella realtà è assicurato e io non posso
abbandonarmi a queste
fantasticherie.
Prendo
la borsa e urlo a mia sorella che esco.
Tom
e Ava sono di nuovo lontano chilometri dai miei pensieri,
così va già meglio.
L’appartamento
di Johnny è il solito caos, lui è stravaccato sul
divano a guardare la tv.
“Ciao,
punk.”
“Ciao,
pixie. Come mai qui?”
Io
mi siedo accanto a lui.
“Avevo
bisogno di un bagno di realtà.”
“E
hai pensato a me, brava ragazza. Cosa succede?”
“Tom.”
Lui
fa una smorfia strana.
“Cosa
ha fatto?”
“Nulla
di male, solo che sembra davvero affezionato alla bambola e da uno come
lui non
te lo aspetteresti. Pensavo fosse uno che sparisse alla p di padre e
invece no,
considera la bambola come se fosse davvero sua figlia e sembra
così contento
Poi
non è nemmeno così insistente e sembra
approcciarsi a me con cautela, non so a
che gioco stia giocando. Izzie dice che gli piaccio e che
l’ho stuzzicato.”
Johnny
si stiracchia pigramente sul divano, come invidio la sua indifferenza!
“Izzie
ha ragione. Una ragazza che pur di non parlare con te scappa dai bagni
attraverso la finestra attizza abbastanza.”
“Quindi
è per quello che si comporta così, per
farmi?”
“Per
farti e sapere come hai fatto a guarirlo, la gente tende a parlare
troppo dopo
le scopate.”
Io
sospiri amareggiata, mi ero quasi affezionata a lui.
“Grazie
del bagno di realtà, ne avevo bisogno.”
“Figurati.
Spero solo che tu non soffra o lui la pagherà.”
Io
rimango a lungo in silenzio.
“Sai,
Johnny, penso che alla fine – in un modo o
nell’altro – sarà inevitabile dargli
delle spiegazioni.”
“Sai
come la penso e sai come agirò.”
“Come
un buon guardiano, sono stata stupida a salvarlo.”
Lui
mi guarda con gli occhi fuori dalle orbite, come se avessi detto una
bestemmia
irripetibile.
“Non
dirlo mai più, tu non sei stupida e probabilmente se anche
io avessi una
ragazza umana di cui sono innamorato, avrei fatto la stessa cosa. Siamo
alieni,
ma anche umani con un cuore, non è quello che tu hai sempre
sostenuto?”
“Sì.”
“E
allora continua a sostenerlo e non sentirti stupida, sei molto
più coraggiosa
di altra gente.”
“Grazie,
Johnny. Avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse anche
questo.”
Guardo
l’orologio e mi accorgo che rischio di arrivare in ritardo
per la cena.
“Beh,
la Braveheart di Poway se ne va o altrimenti rischia di beccarsi delle
lamentele perché non arrivata in orario per la cena.
Ti
voglio bene, Jhonny.”
“Anche
io te ne voglio, testa calda.”
Esco
da casa sua più sollevata, lui ha sempre avuto lo strano
effetto di calmarmi.
Riesco
persino ad arrivare in orario per la cena e nessuno si lamenta, al
contrario
mangiamo tranquillamente senza essere interrotti dai pianti della
bambina.
Un
po’mi manca, nonostante tutto quello che mi abbia detto
Johnny, e non vorrei
che succedesse, non amo affezionarmi a qualcuno o qualcosa che poi se
ne andrà.
Guardo
un po’ di tv con Izzie e poi saliamo nelle nostre camere,
nella mia però c’è
qualcosa di strano: seduto sul letto c’è Tom con
la mostriciattola in braccio.
“Cosa
ci fai qui? E se ti beccassero i miei?”
Lui
alza una mano scocciato.
“Volevo
farti salutare Ava prima di metterla a letto.”
“Tu
sei matto come un cavallo, DeLonge. Devo ricordarmi di scriverlo nella
relazione.”
Lui
ridacchia sommessamente.
“Dai,
non vuoi salutarla?”
Io
mi avvicino cautamente – ho una paura folle che si svegli e
denunci ai miei la
presenza difficilmente spiegabile di Tom nella mia camera – e
le accarezzo una
guancia.
Non
succede nulla e oso darle da un bacio sulla fronte, per fortuna
continua a
tacere.
“Fatto.”
“Non
ti sto proprio simpatico, eh.”
Io
non riesco a rispondere e lui si avvicina alla finestra, mettendo Ava
nello
zaino.
“Un
giorno o l’altro ti farò cambiare idea su di me e
avrò le risposte che cerco.”
Se
ne va lasciandomi in preda a una sottile inquietudine, ho il sospetto
che ce la
farà e che quel giorno sarà molto difficile e
brutto per me.
Mi
butto sul letto, non appena mi ci sono distesa sento la porta aprirsi:
è Izzie.
“C’era
qui Tom?”
“Sì.”
“Che
risposte gli devi dare?”
“Niente
di importante, Izzie.”
Lei
sbuffa.
“Io
credo che lo siano, non si comporterebbe così altrimenti, e
non capisco perché
tu non me le voglia dire.”
“Perché
davvero non è importante, è solo Tom che
è matto.”
Lei
si avvicina alla finestra.
“Non
è che c’entra quello che è successo al
Blue Monn?
Quel
giorno c’era anche lui e dicono che se la sia cavata per un
pelo, visto che la
pallottola l’ha solo sfiorato, anche se non si capisce bene
come.
Ci
sono pettegolezzi che dicono che quel proiettile se lo sia preso eccome
e che
Dio abbia fatto un miracolo.”
“Non
mi interessa. Voglio solo dimenticare quel giorno e quello che lui
vuole non
c’entra molto con il Blue Moon.”
“Se
lo dici tu.”
Se
ne va amareggiata.
E
così parlano addirittura di un intervento divino per quello
che è un atto di
sventatezza di una giovane aliena innamorata. Divertente.
Quasi
quasi scoppierei a ridere se fossi sicura che Izzie non mi potesse
sentire,
devo comunque comunicarla a John, questo lo farà sbellicare
dalle risate.
Apro
la connessione mentale con lui e gli racconto degli ultimi pettegolezzi
ascoltati da mia sorella, non appena ho finito lo sento scoppiare a
ridere di
gusto.
“E
così ora saresti Dio?”
Mi
chiede divertito.
“A
quanto pare. Dio è qualcosa a cui i terrestri pensano prima
rispetto agli
alieni, devi ammetterlo.”
“Sì,
in effetti, sì. Però fa ridere immaginarti come
un tizio dalla barba bianca, in
tunica bianca e sandali!”
“Ehi,
senza barba! Sono una ragazza, cazzo!”
Lui
ride.
“Ok,
senza barba. E adesso, Dio, va a dormire.”
“Va
bene.”
Mi
metto in pigiama e mi stendo a letto, la conversazione con Johnny mi ha
fatto
ridere e sorrido ancora mentre cado tra le braccia di Morfeo.
Per
ora mi sembra tutto gestibile, forse ce la posso fare o forse
è la calma prima
della tempesta. Chi lo sa.
Per
ora spero solo che Tom non si faccia ancora avanti con la storia delle
risposte
perché adesso anche mia sorella sembra interessata alla
questione.
Spero
di avere ancora un po' di tempo per rimuginare su cosa fare, non voglio
perdere
tutto!
Non
ce la farei!
Angolo di Layla
Ringrazio staywith_me e
DeliciousApplePie
per le recensioni,