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Autore: _ M i r a i _    25/01/2014    2 recensioni
La musica sta lentamente scomparendo dai cuori delle persone.
Dei musicisti, catapultati nel regno delle note, tenteranno di salvarla usando il potere dei loro strumenti, riportandola anche nel cuore di chi ha creato questa situazione.
"Perché non si vive senza musica".
Dal prologo:
Quando fu di fronte all’altare si fermò e osservò la campana di vetro: guardava la chiave di violino disintegrarsi lentamente e le piccole note svanire nel silenzio più totale. Sul suo volto apparì un’espressione soddisfatta e un ghigno accennato; una strana luce inquietante comparì nei suoi occhi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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.:#Capitolo 8#:.


Nella sala ogni cosa sembrava risplendere di luce propria.
Le pareti, così come il pavimento e il soffitto, prima grigie e spente, ora bianche marmoree. Su di esse e in tutta la stanza si ergevano verdi rampicanti di specie differenti, alcuni decorati con piccoli fiori dei colori più vari che la natura possa offrire. Dalle vetrate, ormai distrutte dall’onda di energia di poco tempo prima, entravano di sbieco cespugli di rose rosse e bianche, assieme ad una luminosità forse da troppo tempo dimenticata per quella sala. Dalla volta ad arco pendeva un grande lampadario in vetro colorato con sfumature azzurre, bianche e blu scuro, decorato da note pendenti e colorate. Il pianoforte sembrava essere tornato come appena fabbricato: i tasti lucidi, il legno levigato, la vernice splendente; se qualcuno avesse avuto voce in capitolo, avrebbe di sicuro detto che lo strumento era stato creato da un artigiano tra i più celebri.
Pareva quasi che tutto fosse rimasto come in un gelido inverno per molto tempo, e che dopo tutto l’accaduto fosse tornata la primavera raggiante.
In mezzo a tutte quelle schegge di vetro, causate appunto dalla rottura delle vetrate, Demon vi si era accasciato malamente, con aria di disperazione. Le mani dalle lunghe dita affusolate fra i capelli, in un vano tentativo di realizzare che tutto quello che era appena successo non fosse altro che un terribile incubo. Calde lacrime piene di tristezza, pentimento e sofferenza gli rigavano le guance, fino a cadere sul candido pavimento, emettendo un quasi impercettibile gocciolio.
-no… no, non può essere… perché…?- ripeteva ossessivamente il ragazzo dai capelli mori, tra un singhiozzo e l’altro, in un sussurro.
Sentì l’avvicinarsi di alcuni passi verso di lui, infrangendo forse gli unici pezzi di vetro rimasti integri. Quando capì che la persona gli si era fermata davanti alzò di poco la sguardo, notando le punte delle scarpe da ginnastica nere di Simphony. La ragazza si inginocchiò, in modo da arrivare all’altezza della posizione di lui.
-è finita… la musica è tornata nei cuori di tutti- gli sussurrò la ragazza con fare dolce, accennando un sorriso. Yujiro alzò la testa verso di lei, asciugandosi le lacrime che continuavano a ricadergli dagli occhi di ghiaccio sul viso. Fissò intensamente quelli arancio della bionda per qualche istante, perdendocisi, trovando un grande senso di sicurezza e protezione. A pensarci, erano sempre stati così profondi i suoi occhi.
-…e adesso? Cosa dovremmo fare…?- chiese lui ingenuamente, forse intimidito dalla reazione che la ragazza avrebbe potuto avere contro di lui. Dopotutto, era stato lui a creare quella situazione, accecato dalla voglia di vendetta e dal senso di solitudine che provava. Un peso all’altezza del petto.
Ma cosa avrebbe fatto lei, non lo sapeva. Lo avrebbe abbandonato come i suoi genitori? Si sarebbe arrabbiata? In ogni caso, secondo lui, sarebbe lo stesso rimasto solo. Di nuovo.
Con sorpresa, si accorse che una mano calda e amichevole stava stringendo la sua, gelida e fragile. Il sorriso della bionda si allargò ancora un poco, lasciando Yujiro a bocca semiaperta.
-adesso tornerà anche nel tuo...- disse Simphony, aiutandolo ad alzarsi e dirigendosi verso il pianoforte, con la mano ancora intrecciata a quella del moro. Lo accompagnò fino allo sgabello e lo fece sedere, appoggiando delicatamente le sue mani sui tasti bianchi e neri. Intanto anche gli altri musicisti si erano avvicinati al pianoforte, in attesa di sentire cosa avrebbe suonato. Il moro strinse leggermente i pugni.
-io… io non suono da molto tempo. Non ricordo nemmeno un brano per pianoforte- disse rattristato. In quell’istante a Kazemaru venne una sorta di flash: mise le mani nelle tasche dei pantaloni, tirando fuori due fogli tutti spiegazzati, ma per fortuna ancora integri.
-ehm, io ho un pezzo qui…- disse e porse il foglio a Yujiro, che si  mise a leggerlo per qualche secondo. A Simphony però non sfuggì il secondo foglio che aveva in mano il turchese.
-e l’altro foglio?- chiese. Ichirouta arrossì fino alla punta dei capelli.
-ecco… questo è un arrangiamento per clarinetto…- mormorò imbarazzato, suscitando la curiosità di Mamoru.
-quindi è quella la canzone di cui parlavi, Kaze-chan?- chiese con un sorriso e facendo diventare ancora più rosso il ragazzo con la coda
-beh… in teoria sì…- rispose.
-potresti farmelo vedere per favore?- domandò Simphony e Kazemaru glielo porse. La ragazza lo lesse per poi fare un cenno, come per dire “è fattibile”. Poggiò una mano sul cuore, emanando la luce azzurra, e in pochi attimi si ritrovò con un clarinetto in mano.
-e da un po’ che non lo uso…- constatò sorridendo –però mi sono tenuta in allenamento in questi anni- e diede segno a Yujiro di cominciare.
Era da molto che non suonavano più insieme.
Le dita del ragazzo cominciarono a premere i tasti del pianoforte dolcemente, scivolando su quei suoni delicati emessi dallo strumento. La ragazza si inserì poco dopo, soffiando con cautela dentro il clarinetto e facendone uscire le note. La melodia che si era creata aveva completamente assorto tutti, che ascoltavano estasiati quelle soavi note.
Per tutto il tempo Yujiro e Simphony si guardarono, quasi rassicurandosi l’un l’altra che quel che stava accadendo fosse reale. Erano passati anni da quando avevano sentito l’ultima volta i loro strumenti creare assieme un pezzo, ma forse ciascuno dei due aveva aspettato a lungo quel momento.










Chi se ne importa Eleven del calcio di Inazuma! livello: capitolo 8
io lo avevo detto che facevo così l'angolo, peggio per voi XD
salve rega! ed eccomi ad aggiornare il penultimo capitolo della mini-long :D ancora non ci credo che il prossimo è l'epilogo -u-
sapete, io ho seguio storie di cui gli autori (o autrici... soprattutto autrici -u-) erano tristi di concludere le loro fanfiction. io però non sono molto triste; certo, mi mancherà un po' aggirnare i capitoli, ma non posso stare qui per sempre eh! io avrei altre idee per la testa ù.ù
e la parte dedicata agli addii è conclusa! (?) passiamo al capitolo.
è corto? a me sembra di sì anche se non quanto quello dell'altra volta per fortuna modificato poi ditemi voi .-.
qui mi sono dedicata molto su simphony e yujiro ~ si sentono gli accenni Het vero? *^*
nel prossimo svelerò il "mistero bangaze" che Reby continua a voler estrapolarmi (che poi quando lo scriverò rimarrete tutti delusi XD)
spro di aver fatto un buon lavoro e che l'ultimo capitolo uscirà decente almeno quello coff*
adieu
Lula

 
  
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