Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: DoLCe_MeNoSa    08/06/2008    0 recensioni
Express: sbandato, tabagista, bevitore, menefreghista. Costruirsi un futuro non gli interessa, come non gli interessano tante cose. Ha molti amici; e del resto se ne frega. La vita adesso, la vita è domani. Tra rischi e piccole follie. Leda. Bella. Rigorista. Cresciuta all'ombra dei valori della sua famiglia. Innamorata. Ma non di lui. Conoscersi, scontrarsi, imparare: sullo sfondo di una provincia in tutte le sue contraddizioni alla scoperta della vita vera.Ed anche se l'amore potrebbe essere impossibile, non è forse vero che soffrire aiuta?Quantomeno,finalmente,a crescere..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
p
Nei giorni seguenti,Express si divertì a concedersi di provare sentimenti che, per quanto potesse sembrare assurdo, non aveva mai sperimentato prima di allora.
Gli piaceva sentire il suo cuore sussultare, nel ripensare a quegli occhi fissi su di sé: l’avevano scrutato per un istante, era vero, e senza il benché minimo interesse, ma era come se qualcosa, da quel momento, fosse ormai irreparabilmente cambiato e non vi fosse più modo di porre freno alle aritmie che gli scuotevano il petto.
Si ritrovò a trascorrere intere serate sul pianerottolo, nell’assurda speranza di vederla scendere da quelle scale: come se, realmente, vi fosse qualche possibilità che ad “una signorina di buona famiglia” quale era lei, si concedesse di uscire durante la settimana, come faceva regolarmente lui.
D’altra parte, Express, non aveva bisogno di chiedere.
Per lui non esistevano poi troppe regole: era già tanto che si ricordasse di abbassare la tavoletta del water, quando usufruiva dei servizi igienici, e di non lasciare i propri calzini sudici in giro per casa.
Era conscio dell’assurdità di quelle speranze, ma qualcosa lo teneva saldamente ancorato a quei tre scalini sui quali era seduto, quando l’aveva vista: come se stare lì gli permettesse di sentirsi un po’ più vicino al calore di quell’istante, a quel sentimento strano che gli aveva stretto forte lo stomaco.
Ovviamente, non successe nulla.
Poi, quando meno se lo aspettava, accadde.
Era un lunedì di sole, in cui l’afa d’un’ estate imminente iniziava a farsi sentire, pesando forte con la sua cappa asfissiante sopra le vie del centro storico.
Giornata troppo bella per essere sprecata tra i banchi di scuola: tanto più che, tempo una settimana e lui, Michi e Deca avrebbero avuto gli esami di maturità, e per strappare un misero 60 ci sarebbe stato veramente di che sudare. Quindi, meglio godere sino a quando era possibile degli ultimi istanti di libertà.
Mentre attendeva che i suoi amici lo raggiungessero a bordo dei loro cinquantini, lei, dondolando su un paio di Converse bianche, semplicemente, uscì.
 
 
Come la volta precedente non lo degnò d’uno sguardo, trascinandosi dietro una scia di dolce profumo.
Aveva una borsa rosa pesca appesa al braccio, e camminava con l’aria di chi sa di stare adempiendo al suo dovere, e di non poter fare altrimenti.
Canticchiava qualcosa a mezza bocca, ed i suoi occhi erano celati da un paio di Ray-Ban a goccia, sormontati da una fine montatura dorata.
I capelli scuri raccolti in una coda alta sulla nuca, lasciava che il braccio sinistro seguisse, abbandonato lungo il fianco, il ritmo cadenzato dei suoi passi.
Era bellissima.
In quel momento, Express decise che doveva sapere il suo nome.
-Ehi..- Borbottò, comunque sicuro che non si sarebbe voltata.
Ed infatti, non tradendo le sue aspettative, Lei lo ignorò.
-Ehi..- Ripetè, stavolta prendendo a correrle goffamente di fianco, come fanno i cani con il giornale tra le fauci, tentando ostinatamente di affiancare i loro padroni bipedi.
La ragazza guardò ancora per un istante dritto davanti a sé, fingendo di non aver udito: quindi, dovette capitolare, rendendosi conto di non poter più ostentare una così assurda sicurezza senza rendersi scortese.
-Sì..?- Domandò, voce limpida ed azzurra, che rimbombò infinite volte nella testa di Express.
Gli si impresse nel cuore quel modo vezzoso di accentare la I, rendendo il suo suono simile al rapido tintinnio di un campanello.
-Ho..visto che abiti nel mio palazzo..- Deglutì, mentre sentiva anche dietro le lenti gli occhi d’ambra di lei puntarglisi addosso -..volevo solo..salutare...-
-Ciao..- sorrise lei, leggermente scocciata, sicuramente identificando quell’ingenuo approccio per quel che era. Un tentativo disperato di attaccare bottone.
Così detto, procedette per la sua strada semplicemente oltrepassandolo. Cogli occhi, con i piedi, con tutto.
Express le sfiorò leggermente il braccio.
-Aspetta, ti prego..-
-Che cosa c’è?
-Il tuo nome..- Sibilò, mentre la voce gli moriva in gola.
Lei indugiò: scrutò per un attimo la strada davanti a sé, il marciapiede grigio e deserto; poi, lo guardò in viso, in un modo che lo fece sussultare.
-Leda..- Bisbigliò, piantandogli i suoi occhi spavaldi in faccia, che lo ferivano anche dietro gli occhiali.
-Leda..- ripetè Express estatico, per qualche secondo, mentre lei già scompariva oltre la curva.
Forse, gli sarebbe bastato questo. Per ora.
Guardò Leda andarsene senza correre via, senza accelerare. Come se se ne infischiasse di essere inseguita: la strada era sua, aveva tutto il diritto di percorrerla e semmai era Express a doversene andare. Non faceva una grinza.
La guardò accendersi una sigaretta, e portarsela avidamente alla bocca.
La guardò cercare il nulla con gli occhi, ed attraversare quasi immediatamente la strada.
Forse, aspettava qualcuno.
Forse, il suo ragazzo.
-Ti farebbe piacere se ti accompagnassi a scuola?- Le domandò Express tutt’a d’un fiato, ottenendo perlomeno di farla voltare di scatto.
Leda non rispose, e si limitò a fulminarlo coll’espressione più che eloquente  del suo bellissimo viso. Cosa stesse pensando, era evidente. Ma Express non si arrese.
-Davvero..non mi costa alcuna fatica!Ti accompagno in vespa..-
La ragazza, forse decisa ad ignorarlo finché non si sarebbe stufato di conversare a vuoto, dritta ed impettita si allontanò ancora di qualche passo.
-Mi spiace che il ragazzo dell’altro giorno ti abbia dato buca.. –Continuò Express, iniziando a sentire caldo - perchè era lui che aspettavi, no?
E fu lì che qualcosa, sensibilmente, nell’aria, cambiò.
Leda si voltò di scatto, la mascella rigida.
Si tolse gli occhiali, e gli si fece più vicina.
Occhi di rabbia. Occhi di sole d’agosto. Occhi di miele, e di salsa alle fragole.
I suoi occhi fiammeggiavano.
Fiammeggiavano su Express.
-Non azzardarti mai più a pedinarmi, hai capito?-  Sibilò, rabbiosa ..- non mi importa che tu abiti nel mio stesso palazzo. Anche se non so come uno come te abbia fatto a finirci, lì dentro. Non lo so davvero. E oh...per la cronaca, non mi importa nemmeno sapere se ti darebbe o meno fastidio accompagnarmi da qualsiasi parte. Anche se fosse il tuo sogno segreto, non entrerei neanche in un cesso pubblico, in tua compagnia..-
Leda fece una pausa, mentre un sorrisetto di vittoria si dipingeva sulle sue labbra.
Di lì a qualche secondo, una mercedes classe A, blu metallizzato, s’accostò sinuosa alla loro porzione di marciapiede.
-Leda...c’è qualche problema?- Express riconobbe lo stesso damerino impolettato che aveva impunemente posato le sue labbra sulla bocca di Leda, la settimana precedente.
Non si era fatto attendere poi così tanto..
Senza rispondere, la ragazza montò in auto, e diede al damerino un bacio di quelli che Express avrebbe potuto solo sognare, e che certo ben poco avevano da spartire con i fugaci assaggi di bocche che regalava a ragazze spasimanti, nei suoi sabati sera di rimorchio.
-Cosa voleva quello..? Darti fastidio?
-Ma no, Philip. Che ne so di cosa voleva? Probabilmente qualche moneta, per spararsi una dose. Portami a scuola ora..-
Il buon Philip, solerte, obbedì.
Leda nascose nuovamente i suoi occhi, lucenti e vittoriosi, dietro i semplici occhiali da sole che indossava sino a qualche secondo prima.
Express seguì con lo sguardo l’autovettura, sino a quando non venne ingoiata dalla curva laterale di qualche metro più avanti e scomparve.
Fu lì che lo decise, una volta per tutte.
Lui, l’avrebbe avuta.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: DoLCe_MeNoSa