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Autore: vivyonetake    25/01/2014    3 recensioni
Liz è introversa e ha pochi amici. Enigma è sicura di sé e di amici ne ha anche troppi.
Liz viene da una piccola cittadina che non conosce nessuno. Enigma viene dalla scintillante Orange County.
Liz non ha mai baciato un ragazzo. Enigma ha già baciato troppi rospi e ancora nessun Principe Azzurro.
Liz si è appena trasferita a Miami. Enigma anche.
Come potrebbero due ragazze così diverse diventare amiche?
E ce la faranno a trovare il vero amore?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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LIZ
 
Mi appoggiai al piccolo tavolino della discoteca, cercando di non far caso alla musica assordante che mi perforava i timpani. La gente che si dimenava vicino a me mi faceva venire da ridere, ma cercavo disperatamente di trattenermi.
Poi sentii un profumo familiare e invitante alle mie spalle e mi voltai. Era lui. Aaron. E il suo sorriso spavaldo.
Sorrisi timidamente mentre lui si sistemava vicino a me lungo il bancone.
Mi si avvicinò tanto da poterlo quasi toccare e chiese: “Come va? Tutto bene? Sembri leggermente fuori luogo.”
Arrossii. Ma si vedeva così tanto che non ero mai stata prima in una discoteca? Sorseggiai la Coca Cola e poi risposi: “No, va tutto bene.”
Alzai lo sguardo cercando Enigma, ma non la vidi. Era andata a ballare con un ragazzo giusto dieci minuti prima, ma era già scomparsa.
“Sei sicura?” mi chiese sospettoso.
“Sì, certo” risposi.
La musica dance terminò con gli applausi della folla. Poi iniziò a una musica lenta e io desiderai di sprofondare. Non lo guardai negli occhi e mi limitai a cercare di pensare ad altro.
“Vuoi ballare?” mi chiese Aaron con la voce calda, facendomi venire i brividi lungo alla schiena.
“Preferisco di no. Non sono molto brava.” In realtà non è che non fossi brava... Ero terribilmente impedita! Avevo paura di pestargli un piede o, peggio, di scivolare e farmi male. Conoscendomi, ne sarei stata capace.
Lui fece il suo sorriso spavaldo e mi sciolsi.  “Non fare la preziosa, vieni.”
Mi trascinò in mezzo alla pista. Mi fece mettere le braccia attorno al suo collo e poi mi mise le mani attorno ai fianchi.
Cominciammo a dondolare lentamente. Il suo viso perfetto mi stava a qualche centimetro, ma speravo che lui non entrasse nel mio spazio come la sera prima. Il suo profumo era irresistibile e mi faceva quasi perdere il controllo. Invece si sporse leggermente e mi sussurrò qualcosa all’orecchio. Non capii una parola perché la musica era troppo forte, ma forse era meglio.
Cercai ancora Enigma, sperando che potesse venirmi ad aiutare. Inutilmente, com’era naturale, perché sembrava scomparsa nel nulla.
Poi la vidi, anzi la sentii. Mi staccai da Aaron e mi guardai intorno, cercandola.
“Che c’è?” mi chiese Aaron confuso, seguendo il mio sguardo.
“Enigma” dissi soltanto.
Dovevo essere troppo confusa e allarmata, perché Aaron la trovò prima di me e mi tirò verso la mia destra.
La vidi anch’io ed accelerai il passo. Avvicinandomi mi accorsi che stava urlando contro qualcuno e mi ci volle poco a capire di chi si trattava.
Eric, ovviamente.
Aaron si mise in mezzo e cercò di calmare Enigma, che sembrava su di giri. Eric la guardava con disprezzo misto a delusione. Aveva la camicia macchiata di un liquido arancione. Enigma aveva un bicchiere in mano, vuoto. Capii subito che cos’era successo.
Mentre Aaron parlava con Enigma ed Eric per cercare di capire che cosa fosse accaduto, il ragazzo che prima era con Enigma mi si avvicinò.
“Vuoi ballare, dolcezza?”
Gli lanciai un’occhiata sprezzante e lo ignorai. Lui se ne andò, non tanto per la mia occhiataccia, ma per l’espressione che Eric aveva in volto, che lasciava trasparire che, se non se ne fosse andato velocemente, lo avrebbe picchiato.
Sospirai sollevata, poi però notai che Aaron aveva fatto sedere Enigma, che sembrava non stare molto bene.
“Enigma!” la chiamai sedendomi accanto a lei, allarmata.
“Ciao...” bofonchiò .
“Che cos’hai? Stai bene?”
”Stai tranquilla, è solo un po’ sbronza” disse Aaron per calmarmi.
“Ma cos’è successo?” chiesi rivolta più ad Eric che ad Enigma, poiché mi sembrava che fosse inutile cercare di farla parlare, tanto era scossa.
Eric non mi rispose. Si rivolse al cugino controllando attentamente le parole: “Io me ne vado. Tu porta via Enigma.”
“No” dissi scuotendo il capo. “Ad Enigma ci penso io.”
Aaron mi guardò con sguardo apprensivo. “Sei sicura di farcela?”
“Certo” dissi alzando le spalle. Non ne ero così sicura, ma volevo rimanere da sola con Enigma per parlarle liberamente, senza che Aaron o qualcun altro fosse presente.
“Okay, ma dopo vengo a vedere come sta, va bene?”
Mi accarezzò dolcemente la guancia mentre mi passava accanto, mentre Eric non riuscì nemmeno a guardarmi in faccia.
Seth si fermò al mio fianco e chiese: “Vuoi che rimanga con te?”
Gli rivolsi un mezzo sorriso e gli dissi: “Stai tranquillo, ho la situazione sotto controllo. Tu vai con Eric, mi sembrava abbastanza irrequieto.”
“Okay, ma chiama se serve qualcosa e io verrò subito.”
Allargai il mio sorriso, colpita dalla sua gentilezza. “Grazie, Seth.”
Lo guardai sparire oltre il portone d’ingresso, poi tornai da Enigma.
“Eny, mi senti?” le chiesi dolcemente.
Lei annuii debolmente.
“Ti porto a letto adesso, però ho bisogno di un po’ di collaborazione da parte tua, okay?”
“Shi, certo...”
L’aiutai ad alzarsi e uscii pian piano dalla discoteca. Ci vollero quasi venti minuti per arrivare davanti alla sua suite, poiché ad ogni passo Enigma sembrava più pesante. Le presi le chiavi della stanza dalla tasca ed entrammo.
“Oh, oh...” borbottò improvvisamente. Cercò di mettersi meglio in piedi e l’aiutai ad entrare in bagno. Poi uscii, ma lasciai la porta socchiusa. Sospirai profondamente e me ne stetti lì ad aspettare in silenzio. Poi, finalmente, dopo qualche minuto lei uscì. Sembrava un cadavere, ma pareva star meglio. Si buttò sul letto con la testa contro le coperte. Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lei.
“Mi dispiace, Liz, non so perché l’ho fatto...” mormorò senza alzare la testa.
“Che cosa? Bere oppure buttare il cocktail sulla camicia bianca di Eric?”
Lei alzò leggermente la testa e mi squadrò per capire se stessi scherzando. “Non so perché ho bevuto, naturalmente. Eric se lo meritava appieno. Lo rifarei anche adesso se mi stesse ancora davanti...”
“Non so cosa sia successo, però la tua reazione...”
“Non è stata affatto esagerata, te l’assicuro! Quel ragazzo è... è… oh, non lo so!”
Soffocai una risatina. Anche mezza ubriaca non riusciva a capire cosa provava per Eric. Non sapeva che era decisamente evidente.
“Irritante?” dissi, cercando di aiutarla.
“No, no, è semplicemente favoloso! Troppo! Non capisco perché faccia il geloso se non gli interesso neanche un po’.”
“Ne sei certa?”
“Sì, sicurissima! Eppure non riesce a stare al suo posto. In fondo non sono affari suoi se mi bacio uno sconosciuto...”
“Che cosa?” sbottai sorpresa.
Lei aveva fatto cosa?
Lei scosse la testa. “Ti prego non farmi la predica, Liz, ho già pagato abbastanza.” Sprofondò di nuovo la testa tra le coperte. “Sto malissimo!”
“Forse è meglio che dormi un po’.”
“Uhm... sì, forse è meglio.”
Si tirò su e l’aiutai a svestirsi e a mettersi il pigiama. Poi, senza struccarsi, tornò a letto e si coricò su un fianco. Mi guardò e per un po’ non disse nulla.
Le sorrisi dolcemente e le rimboccai le coperte.
“Perché lo fai?” mi chiese curiosa.
Alzai le spalle. “Sono tua amica, è semplice. Ora però devi dormire. E basta chiacchiere.”
“Va bene, mamma...”
Mi abbandonai ad una risata. “Ci vediamo domani, Enigma. Sogni d’oro.”
Feci per chiudermi la porta alle spalle, ma Enigma mi chiamò nuovamente. “Liz?”
“Sì?”
“Grazie.”
Sorrisi. “Di nulla” dissi e poi chiusi delicatamente la porta.
Mi voltai e mi trovai davanti Aaron.
“Allora, come sta?” chiese con un sorriso sghembo.
Feci spallucce. “Ha vomitato l’anima, ma adesso dorme.”
Lui lanciò un’occhiata sospetta alla porta. “Sicura che dorma?”
Sorrisi involontariamente. “Certo, è scossa però mi è sembrata più tranquilla.”
“Conoscendola, ciò non significa molto” disse, poi mi chiese: “Vuoi prendere una boccata d’aria?”
In effetti mi avrebbe fatto bene. “Sì, grazie.”
Mi condusse verso la terrazza in fondo al corridoio. Le luci lontane di Miami erano bellissime.
Romantico, pensai, ma poi allontanai il pensiero arrossendo come un pomodoro. Sicuramente Aaron non la pensava nello stesso modo.
“Come sta Eric?” gli chiesi.
“L’ho lasciato nella sala del biliardino con Seth, così gli passa un po’. E tu come stai?”
“Scossa anch’io, ma adesso sto meglio.” Mi scappò uno sbadiglio e feci una smorfia. “Scusa.”
Lui ridacchiò divertito. “Sei stanca, immagino.”
“Parecchio, infatti.”
“Allora tra un attimo ti lascio andare, ma solo un’ultima cosa.”
Lo guardai incuriosita.
“Stavolta non devi scappare, vero?”
Scossi la testa.
Poi fu come entrare in un sogno. Meglio della sera prima. Quel profumo inebriante, la presa ben stretta attorno ai miei fianchi. Le mie labbra si schiusero leggermente al contatto. Un bacio caldo, soffice... Ma ancora nella mia testa solo quel blu elettrico.
Mi irrigidii, maledicendo quegli occhi di cui ero così ossessionata.
“Che cosa c’è?” mi chiese Aaron guardandomi confuso.
“Nulla, sono solo stanca. Scusami, è meglio che vada.”
“D’accordo, hai ragione.”
Sembrava un po’ deluso, ma non fece commenti. Mi accompagnò fino alla porta e mi diede un bacio veloce sulle labbra.
“Buonanotte” sussurro, poi girò sui tacchi e se ne andò.

ENIGMA

 
Posati sul bancone di fronte a me c’erano altri due bicchieri, vuoti. Un terzo era racchiuso nella mia mano, ed in pochi secondi lo bevvi tutto. Appoggiai il bicchiere sul bancone, dopo averne sorseggiato un po’. Discretamente buono, ma poco inebriante.
Ne ordinai un altro.
La folla intorno a me si scatenava e io ero seduta su uno sgabello al bar. Il cameriere mi squadrò sospettoso quando gli chiesi il quinto bicchiere, ma sospirando me lo riempì.
Buttai giù anche quello, poi mi guardai attorno.
No, non volevo più stare lì seduta. La musica assordante mi scuoteva un po’ e, complice l’alcool che cominciava ad entrare in circolo, mi alzai e cominciai a ballare.
Mi sentivo energica, libera. Dopo una decina di minuti tornai al bancone per bere il sesto drink. Mentre lo sorseggiavo avidamente con la cannuccia, il ragazzo con cui avevo ballato poco prima si avvicinò di nuovo.
Era piuttosto alto, castano ed abbronzato, doveva avere sui venticinque anni. Aveva un buon profumo, esotico, e mi chiese: “Ehi, bellezza. Posso offrirtene uno io?” mi chiese con un sorriso affascinante, o che almeno mi sembrò tale.
Acconsentii, dicendomi che non c’era nulla di male.
Dopo poco mi invitò di nuovo a ballare e io lo trascinai in pista, entusiasta senza motivo per il troppo alcool che avevo in corpo.
Mi sembrava di essere spezzata a metà: una parte di me era consapevole di quanto fossi poco lucida, di quanto fosse sbagliato quello che stavo facendo. L’altra, quella più persuasiva e coinvolgente, invece, mi faceva sentire allegra e vitale, leggera e spensierata.
Fu questa a spingermi per il tempo che seguì. Ballai vicinissima al ragazzo moro di cui non conoscevo il nome, ma la cosa non mi creò problema.
Il contatto fisico fu eterno ed estenuante, e lui allungo più volte le mani per toccarmi il seno, fingendo mosse di ballo veramente esagerate, ma la cosa non mi importava neanche un po’.
L’aria era afosa, la gente era sempre più agitata e si dimenava senza sosta. Non riuscivo quasi a respirare, e per questo ‒ o forse mi illusi fosse solo per quello ‒ trascinai il moretto su uno dei divanetti liberi con me, insieme ad un ennesimo bicchiere da cocktail che mi aveva offerto lui. Ci sedemmo vicini, e lui mi passò un braccio intorno alle spalle, stringendomi forte.
Non so perché lo feci, ma mi girai e lo baciai.
Forse fu ancora l’alcool, forse ero io che scaricavo i sentimenti repressi in effusioni, ma presto i nostri baci divennero violenti e bramosi.
Non ricordai se successe qualcos’altro, e mi auguro di non saperlo mai. Ricordo solo che sentii una mano posarsi sulla mia spalla, e mi girai, seccata.
“Abbi la decenza di andare nella tua stanza” mi sentii dire da una voce irata, quasi offesa.
 “E tu che diavolo vuoi?” esclamai alzandomi. Ci impiegai qualche secondo a realizzare chi mi trovavo davanti.
Era Eric, con la sua bella camicia bianca e lo sguardo serio e cupo.
“Che cosa voglio?” mi domandò lui, irritandosi.
“Sì, cosa vuoi?” ripetei con astio.
“Che tu te ne vada con lui in un posto adatto a...” le parole che seguirono si persero nel fragore che si sollevò dalla folla danzante, ma il senso, per quanto annebbiata, lo intuii lo stesso.
“Ma sentilo, viene a fare il genitore adesso! Ma vattene tu se la cosa ti dà tanto fastidio!” lo intimai scaricando la frustrazione, pur balbettando un po’.
“Sei ubriaca fradicia, Enigma. Ascoltami: se tu per divertirti hai bisogno di bere come una deficiente e fare la ribelle, allora sei davvero solo una bimba viziata!” Queste parole si udirono perfettamente. E purtroppo, anche quelle che seguirono: “...sei un’ipocrita: fai tanto la preziosa, mentre basta darti un paio di drink per tirar fuori la tua vera natura...”
Intanto la folla attorno a noi aveva smesso di ballare per assistere alla lite, ma mi importò poco e risposi impulsivamente: impugnai il mio bicchiere, con il cocktail arancione, e glielo schizzai tutto sulla camicia. Non gli lasciai tempo di replicare, e rincarai: “Vattene a quel paese! E tu? Tu che ci provi con una dopo averla definita viziata ed egocentrica? Come se non sapessi che tipo sei... ma v...”
Fortunatamente fui interrotta da due braccia possenti ed amiche che mi cinsero le spalle e mi tirarono indietro e sentii una voce calda sussurrarmi di calmarmi.
Ah sì, era Aaron.
Rischiai di perdere l’equilibrio, così lui mi fece sedere gentilmente. Poi arrivò lei, Liz. Come un angelo venuto a salvarmi, lei arrivò e mi calmò.
Mi chiese se fosse tutto okay, poi mandò via i ragazzi e, con calma, mi prese e mi condusse via.
Ogni passo che facevamo io mi sentivo sempre peggio, un po’ perché cominciavo a realizzare lucidamente quello che era successo e un po’ perché la quantità esagerata di alcool che avevo ingerito cominciava a farsi sentire.
Quando arrivammo in camera non ce la feci più.
Tutte le emozioni provate, frustrazione, frenesia, spensieratezza e infine  dolore mi travolsero fisicamente. Dovetti correre al bagno, e vomitai senza sosta. Tutte le emozioni degli ultimi giorni, ogni cosa accaduta, sembrarono emergere e riversarsi nel mio male fisico.
Poi mi sollevai in piedi e andai verso la mia stanza.
Liz era ancora lì, per me. Pronta a sostenere questa sua amica così immatura e stupida.
Mi buttai sul letto. Non ricordo cosa ci dicemmo, ma fu confortante. Percepii la preoccupazione che provava per me e realizzai per la prima volta cosa fosse l’affetto materno che tanto mi era mancato da bambina.
Quel pensiero mi riscaldò un po’, ma, appena lei mi lasciò da sola nella mia stanza, il freddo mi riaccolse e mi travolse. Silenziosamente cominciai a gemere e piansi finché non scivolai in un disperato sonno senza sogni.
La mattina dopo riemersi tra i cuscini, gemendo. Avevo un terribile mal di testa, mi sentivo il cranio spaccato a metà da un dolore lancinante. Passai un paio di minuti stringendo il capo fra le mani, cercando invano di pensare ad altro.
Mi chiesi cosa fosse successo, perché stessi così male, e pian piano ricordai tutto.



Angolo dell'autrice:

E rieccomi dopo solo un giorno con il nuovo capitolo!!! Mi dispiaceva così tanto avervi lasciato così tanto tempo senza Liz ed Enigma che ho voluto regalarvi questo capitolo DOPPIO! Spero vi piaccia :)
Questa volta Enigma l'ha fatta proprio grossa, eh? Lei l'alcol non dovrebbe neanche toccarlo XD Eric (il gelosoneeee), però, non è rimasto lì a guardare e l'ha rimproverata. Forse con un tono troppo acceso, però! Come avreste reagito voi? Vi sareste comportate come Enigma? 
E Liz??? Tenera lei, una specie di mammina... è accorsa subito e si è occupata di lei! Ma parliamo delle sue vicende con Aaron. Un secondo bacio, eh? Fortunata lei, hahaha! Però non è proprio riuscita a godersi il momento, con questi occhi blu elettrico sempre in agguato nella sua mente!!!! (Insomma, concentrati, tesoro, sei tra le braccia di AARON! Non so se mi spiego!). 
Cosa ne pensate di Aaron in questo capitolo? Di Seth? Di Eric? Fatevi sentire ;)
Ringrazio come sempre le mie lettrici scatenate che con i loro commenti riescono a farmi sempre sentire meglio! Vi adoro!
Un bacio e a prestissimo! <3


 
   
 
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