Serie TV > Arrow
Ricorda la storia  |       
Autore: fredlove    25/01/2014    3 recensioni
«Cambiando discorso. In ufficio, sembri diversa.»
«Come?»
«Diversa. C’è qualcosa che non va?»
«Nulla. » ingoiò un sorso di vino, sperando che lui non andasse oltre con il discorso.
Ma la speranza è vana, specie se si tratta di Oliver Queen e la sua testardaggine.
«Nulla, dici? Nulla a che vedere con le voci di corridoio? Con il modo di fare della Rochev. Nulla di nulla?»
Lei deglutì. «Non so dove vuoi andare a parare, ma lascia perdere. Okay?» lo guardò.« Intendo nulla. Fermo. Non fare niente.»
Oliver la guardò serio.«Posso..»
«No. Nulla,» poi cambiò tono di voce.
Da perentorio, era diventata dolce. «Non c’è bisogno. Non sono la ‘donzella in pericolo‘. So gestire i tuoi sbalzi d’umore, quindi una cosa simile è più facile.»
Lo sguardo scioccato di lui, la fece scoppiare a ridere.

[...]
Ho tentato.
Ma non so, nemmeno farmelo piacere.
Non riesco con Oliver e Felicity. Come se temessi di uscire troppo dai personaggi.
Leggete e ditemi se vi aggrada.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Scotòma : L’occhio vede solo quello che la mente sceglie di vedere. 
Il Codice da Vinci.
 
 
 



 
 
Iniziava a sentire la stanchezza.
Non perché stava ore davanti ai pc nell’ Arrow Cave per aiutare Oliver.
No.
La stanchezza che sentiva era dovuta a tutt’altro.
 
Vedere Isabel Rochev, ancheggiare ogni volta davanti ad Oliver, solo per farla ingelosire – almeno così la socia della QC pensava - e ribadire che erano stati a letto insieme in Russia.
Sentire le voci di corridoio, tutte su di lei.
Ovvio.
Una ragazza bionda, sebbene con una laurea al MIT , con poca dimestichezza nel campo della segreteria aziendale era diventata improvvisamente la segretaria personale di Oliver Queen.”
Voci che la Rochev aveva incrementato.
 
 
 
Lei era la nuova fiamma del signor Queen.
 
 
 
 
«Se sei stanca, torna a casa Fel.»
«Tranquillo Oliver, solo le ultime ricerche e me ne vado. » si voltò a guardarlo.
«John?» le domandò.
«Con Lyla e suo nipote. Il nipote ha portato la sua squadra di baseball alla vittoria. Quindi festeggiano.»
«Okay.»
«Dovresti andare a cambiarti.»
 
Assurdo, alla fine gli faceva da segretaria anche lì sotto, al Verdant.
 
Non sapeva che Oliver la stava guardando da un po’, dopo essersi cambiato.
«Ancora qui?»
«Se mi stai cacciando, dillo pure.» si voltò.
Gli notò un mezzo sorriso. «Non ho il tempo di trovarmi un’altra esperta d’informatica, di cui possa fidarmi ciecamente. E visto che sei ancora qui, ti invito a cena.»
«Non è necessario.»
«Non hai cenato, e nemmeno io. Spegni tutto ed andiamo.»
 
 
 
***
 
 
Il locale non era molto appariscente. Certo, se guardavi bene era quasi zeppo di coppiette.
«Oliver, dovevamo venire proprio qui?» domandò con tono lamentoso.
«È un locale come un altro. Il gestore mi ha riservato un tavolo.»
«Certo, un locale come un altro.» lo guardò «Se intendi dire, che in ogni locale di Starling City, hai un tavolo prenotato. Un bel peso tutti quei soldi, no?» lo prese in giro.
Aveva notato quanto facile fosse prenderlo in giro.
Quando erano solo loro, lei e John, si divertivano a stuzzicarlo.
Oliver certo non se la prendeva, più di tanto.
«Già, un peso che porto sulle spalle. » le mise una mano dietro la schiena.«Cammina, Smoak.»
 
 
La cena si stava rivelando rilassante, e l’avevano notato entrambi.
Il LittleItaly, era un locale italiano, era quasi intimo. Emanava calore.
Il cibo, inoltre era ottimo.
«Cos’altro hai scoperto del nuovo obiettivo?» le domandò prima di ingoiare una forchettata di spaghetti.
«Ti sembrerà strano, ma non riesco a venirne a capo. » sussurrò, quasi mogia.
Detestava quei momenti.
Quando non riusciva a trovare ciò che cercava, ed internet sembrava non aiutarla poi molto.
«Come se prima di un anno fa non esistesse. Ma tutt’un tratto è spuntato, così come un fungo. Ricco, con un’eredità che fa gola a molti. Forse molto più della tua. Intendo Queen. Sembra più ricco della tua famiglia. »
«E dici che hai scoperto poco?» la prese in giro.
Lei voltò lo sguardo, fingendosi imbronciata. «Non è tutto. È questo il punto. Non sono riuscita a trovare tutto.»
«Cambiando discorso. In ufficio, sembri diversa.»
«Come?»
«Diversa. C’è qualcosa che non va?»
«Nulla. » ingoiò un sorso di vino, sperando che lui non andasse oltre con il discorso.
Ma la speranza è vana, specie se si tratta di Oliver Queen e la sua testardaggine.
«Nulla, dici? Nulla a che vedere con le voci di corridoio? Con il modo di fare della Rochev. Nulla di nulla?»
Lei deglutì. «Non so dove vuoi andare a parare, ma lascia perdere. Okay?» lo guardò.« Intendo nulla. Fermo. Non fare niente.»
Oliver la guardò serio.«Posso..»
«No. Nulla,» poi cambiò tono di voce.
Da perentorio, era diventata dolce. «Non c’è bisogno. Non sono la donzella in pericolo. So gestire i tuoi sbalzi d’umore, quindi una cosa simile è più facile.»
Lo sguardo scioccato di lui, la fece scoppiare a ridere.
«Sono contento che tu, miss Smoak, ti stia divertendo.» ed allungò la forchetta nel suo piatto di patatine.
«Oliver, è semplice. Più neghi una cosa, tanto più la confermi agli occhi degli altri.»
Il suo sguardo si posò su una coppietta distante da loro.
«Per farti un esempio. I due, sono sposati. Si vede dalla fede che portano al dito, ma sono quasi dieci volte che lui guarda con fare allusivo la caposala. E la moglie finge di non accorgersene. Certo potrei anche sbagliarmi.» tornò a guardare il suo interlocutore.« Si chiama scotòma. L’occhio vede solo quello che la mente sceglie di vedere.»
«Okay.»
«Bene. »
«Ma io non ho sbalzi d’umore.»
«Certo, come no.» si mise a ridere.
 
 
***
 
 
Finse un sorriso di circostanza. Un mero saluto, quando incontrò Isabel Rochev la mattina dopo.
Quanto vorrei essere sotto al Verdant, in questo momento pensò.
«Signorina Smoak. »
«Signora Rochev.»
Due donne si fermarono ad osservarla, bisbigliando civettuole, e sorridendo allusivamente.
Dov’è Oliver, quando ho veramente bisogno di lui?
«Signora Rochev, ha per caso qualcosa da dirmi? Altrimenti, non vorrei sprecare tempo.»disse secca e decisa.
«Com’era la cena, ieri sera, al Little Italy?» le domandò con un ghigno e con un tono di voce abbastanza alto.
Felicity rimase un attimo in silenzio, prima di rispondere come se niente fosse.
Sorrise, notando Oliver che si avvicinava.
«Isabel.»
«Oliver.»
«Avevamo per caso un appuntamento?» e nel domandarlo , guardò Felicity.
«No, Oliver.»
È solo una bega infantile. È lei che tira la corda, sperando che abbocchi all’amo. Vuole giocare? Sono pronta.
Aveva detto di proposito il nome.
«La signora Rochev, mi chiedeva della cena di ieri sera al Little Italy. » continuò noncurante. «A quanto pare qualcuno ci ha visti, anche se volevamo tenerlo per noi.» lo guardò, sperando che lui capisse ciò che era in ballo.
Lui annuì, prima di rivolgersi alla socia in affari.
«Devo dirti la verità, Isabel. È stata una cena come tante altre, sempre in compagnia di Felicity. » poi alzò notevolmente il tono della voce, in modo che altri udissero. «Per quanto vi riguarda, quello che c’è tra me e Felicity, è solo affar nostro. Prima di essere la mia segretaria, aveva già lavorato per Walter. Inoltre è mia amica. Non che a voi debba importare qualcosa. Avete altro da dire?»
 
 
 
***
 
 
 
Aveva notato il totale cambiamento d’umore della ragazza, una volta sotto al club.
«Tutto okay?»
«Certo. Anche se non c’era bisogno che ti esponessi.»
«Sei mia amica, la mia partner. Dovevo far qualcosa.»
«Grazie comunque. »
Istintivamente lui le prese le mani, portandosele davanti al viso.
«Forse ho agito d’impulso, per quanto riguarda la copertura. Ma era necessario.»
«Ovvio, non potevi scendere ogni volta diciotto piani.»
«Ma sai benissimo, che qui va avanti tutto grazie a te.»
«Guarda che uso i tuoi soldi.»
Lui fece un mezzo sorriso.
«Oliver, dico sul serio. Per quanto riguarda il fatto di essere la tua segretaria, per me conta poco. Non che non mi piace esserlo, sia chiaro. Chi non vorrebbe essere la tua segretaria? Okay, sto divagando…3…2…1. Ripeto, conta poco. Perché loro parlano. Parlano di noi. Di te e me. Continueranno a parlare. Li lascio parlare. »
«Allora sei più in gamba di ciò che penso, se riesci a sopportarlo. E non intendo solo i miei sbalzi d’umore.»
Lei sorrise.«Quello è un caso a parte, ma continua.»
Oliver le stava ancora tenendo le dita. Osservandole, come se volesse scoprirne i segreti celati.
«Pensare che potresti mandarli sul lastrico solo con un clic.» la guardò negli occhi «Hai tutto questo potere e loro non lo sanno. Dovrebbero sapere quanto sono fortunati.»
«Prima o poi smetteranno di parlare.»
«E se non lo faranno?»
«Aggiungerò i nomi alla mia lista nera. » disse con fare tranquillo. «Ma dovrò limitarmi a fingere solo sorrisi. È il mondo del lavoro, no?»
 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: fredlove