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Autore: Kurotsuki    26/01/2014    8 recensioni
Tsubaki vive da sola insieme alla sorella di due anni più piccola, per poter sopravvivere guardagna il necessario grazie ad un lavoro part-time che deve però mantenere segreto a causa del regolamento scolastico della scuola che frequenta. Un giorno però, incontra un ragazzo che la metterà alle strette, stravolgendo completamente la sua vita.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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1° chap

Quella mattina il Sole splendeva alto nel cielo di Tokyo, era una delle giornate più calde dell’anno, le strade del quartiere di Shibuya erano particolarmente affollate da innumerevoli ragazze intente a fare shopping e tutto questo, riempiva il quartiere commerciale di un piacevole frastuono. Dalle loro espressioni e dalla loro spensieratezza, si poteva benissimo intuire che la maggior parte di esse frequentasse le superiori, alcune di loro erano sedute nelle panchine di una gelateria, altre si godevano l’ombra sotto le siepi poste sotto il maestoso 109*, altre ancora uscivano dai negozi d’abbigliamento con dei sorrisi a 360° scaturiti, ovviamente, dall’imminente acquisto.  Vacanze, caldo, cielo limpido…eh sì, era proprio il giorno ideale per fare un po’ d’acquisti. D’un tratto però, qualcosa ruppe quella pace che si era venuta a creare, un urlo.
AL LADRO! CHE QUALCUNO MI AIUTI! SONO STATA DERUBATA!
Era la voce di una donna non più giovanissima, ad occhio e croce dimostrava una cinquantina d’anni, si era accasciata a terra, continuando a chiedere il soccorso di qualcuno. Provò ad alzarsi ma il tacco rotto della scarpa destra glielo impedì, era in preda al panico e, con il volto colmo di collera, continuava a toccarsi il petto come se le fosse stato strappato via qualcosa.

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"E adesso le notizie dell’ultima ora: Una ricca ereditiera americana è stata aggredita e derubata nel quartiere di Shibuya. La donna afferma d’esser stata privata di uno dei gioielli più importi della sua collezione, il suo costo si aggira intorno ad due milioni di yen**"
Se per lei era così importante perché se lo portava appresso? Commentai seccata con il telecomando fra le mani.
Ma è un vero disastro! Sorellona hai sentito? E dire che questo pomeriggio io e le mie amiche dovevamo incontrarci proprio a Shibuya! E se al posto di quella signora ci fossi stata io?!? AAH Non oso pensarci!! Esclamò mia sorella posando i palmi delle mani contro le guance per stupore.
Non preoccuparti, noi non abbiamo nessun gioiello del genere, in realtà non abbiamo il becco di un quattrino, se un ladro vedesse com’è ridotta casa nostra scoppierebbe in una risata interminabile. Sakura, ti dispiace se tolgo questa roba? Chiesi. Non mi va proprio di sentire assurdità all'ora di pranzo. Continuai appoggiando il gomito sul tatami*** con fare irritato
Ma come?! Non eri tu a dire di voler guardare i notiziari per informarti di come va il mondo? Replicò mia sorella intenta a mordicchiare una mela.
Hai detto bene, i notiziari. Questo è un programmucolo di terza categoria che si occupa solo di donne in carriera, donne post parto o roba dal genere. Che idiozia. Spensi la tv e mi distesi sul pavimento. Se c'era una cosa che odiavo, era dovermi rovinare l'appetito ascoltando notizie futili come quella.
Non fare così sorellona, scommetto che quando diventerai un’agente di polizia qualcosa cambierà, nel nostro quartiere almeno.
Proferì la mia dolce sorellina nel vano tentativo di conformarmi...
Puoi dirlo forte! Esclamai. Concluso il liceo darò il meglio di me per diventare una poliziotta esemplare. Butterò in gattabuia tutta la feccia della società, farò in modo che la nostra città diventi un posto dove poter vivere tranquilli.  
Quando pensavo al mio avvenire, il cuore mi si riempiva di speranza, ero sicura che sarei riuscita nel mio intento e guardavo al domani con occhi pieni d'ardore.
Io e mia sorella, eravamo solite passare insieme la domenica mattina in quanto, frequentando scuole diverse, i momenti da passare insieme erano pressoché assenti. Io, la più grande, frequentavo il secondo anno al liceo Minami, una scuola divenuta mista solo negli ultimi anni, mia sorella Sakura, invece, era all'ultimo anno delle medie Namimori. Dopo la morte dei nostri genitori, avvenuta tre anni prima, eravamo state affidate ai nostri nonni materni ma, dopo essere entrata alle superiori,  decisi di tornare nella casa dove io e mia sorella eravamo cresciute. Quella casa era troppo importante per noi, al suo interno, riuscivamo a carpire il tepore familiare, era come se i nostri genitori fossero ancora al suo interno, o meglio, a noi piaceva pensarla così. Certo, non vivevamo negli allori e pensare positivo non era facile eppure, riuscivamo ad andare avanti grazie ad alcuni lavoretti part-time che svolgevo dopo la scuola.
Tsubaki, non vorrei disturbarti ma, guarda che ore sono, non farai tardi con il turno al combini****? Domandò Sakura preoccupata.
Ma no figurati, è ancora presto guar...EEEEEH?!? Ma è tardissimo! Com'è che il tempo è passato così velocemente?!?!? Esclamai in preda al panico per il ritardo.
Non è il tempo ad essere passato velocemente, sei tu che ti sei addormentata sorellona. Rimproverò. La borsa è davanti la porta, te l'ho già preparata su, sbrigati. Rispose Sakura rassicurandomi.
Ti ringrazio sorellina. Stai attenta, mi raccomando! Se esci chiudi la porta, se non esci chiudila lo stesso e non aprire agli sconosciuti, scappo, ciaooooo! Conclusi incamminandomi. Ogni volta la stessa storia, nonostante avessi fiducia in lei, quando uscivo di casa non riuscivo a non farle delle raccomandazioni, il nostro era un bellissimo rapporto e sentivo che avrei dovuto proteggere la felicità di quella ragazza finché avessi avuto sangue nelle vene.

Ah che noia, avrei voluto restare un altro po' in casa a riposare però, il capo mi ha detto che questa settimana mi avrebbe dato un extra quindi, non devo lamentarmi. Pensai camminando tra la folla finché, tra un pensiero e l'altro, giunsi a destinazione. Lavoravo allo "Sweet", una rinomata pasticceria situata nel famoso quartiere di Shibuya e il mio compito era servire la clientela. Era un lavoro semplice ma al tempo stesso molto impegnativo: era difficile essere gentili con clienti che venivano ad acquistare solo per provare a rimorchiarti ma, aimè dovevo resistere, quel lavoro mi serviva e, in più, si trovava a due passi da casa, era perfetto e non potevo lasciarmelo scappare.
Sono pronta per un'altra giornata di lavoro! Pronunciai entrando, intenta a sfoggiare uno dei miei migliori sorrisi.
Oh, signorina Yoshikawa, buon pomeriggio, sempre piena di energie eh? Ah, beata gioventù. Commentò l'ormai anziano capo responsabile. Dà il meglio anche oggi. Concluse con un sorriso reso possibile solo grazie a quella dentiera di cui nessuno era a conoscenza, già... nessuno tranne tutto il quartiere...
Sì capo, conti pure su di me! Replicai e mi diressi in camerino per indossare la divisa del locale: un vestito rosso pieno di merletti in stile lolita con tanto di grembiule bianco coordinato. Per me, indossare quel vestito era troppo, decisamente troppo imbarazzante.
Le ore passate al lavoro erano quasi sempre piacevoli, la ragazza che lavorava al mio fianco, Yuya, era una mia coetanea ed era rilassante poter parlare e scherzare con qualcuno che viveva i miei stessi problemi. Anche quel pomeriggio era finito e con esso il mio turno al lavoro.
Yoshikawa-san, per oggi hai fatto abbastanza, puoi tornare a casa, ecco qui la tua paga. Disse il capo responsabile porgendomi una busta contenente il frutto del mio duro lavoro.
La ringrazio infinitamente signor Suzuki, grazie davvero. Ringraziai.
Sono io che devo ringraziare te, sei così carina che rendi questo posto allegro e pieno di clienti, spero ci aiuterai anche in futuro. Concluse il signor Suzuki.
Eh eh. La ringrazio capo, se continua a pagarmi bene, vedrà che non si libererà mai di me! Pensai divertita
Certamente! Adesso vado, a domani! Enunciai uscendo dal negozio.
Non avrei mai pensato che qualcuno potesse considerarmi "carina"...Sono sempre stata considerata simile a mia madre, sia caratterialmente che fisicamente: solare, combattiva, avevo un fisico slanciato, lunghi capelli mossi color castano chiaro, e grandi occhi dorati…Ora che ci penso, all’epoca delle medie ero proprio un maschiaccio, tenevo sempre i capelli legati e il mio corpo presentava varie cicatrici un po’ ovunque per via di qualche duro allenamento al club di kendo. Mi consideravo accettabile, quella carina era mia sorella Sakura, anche lei snella, acconciava ogni giorno in modo diverso i suoi lunghi capelli neri, ricordo che spesso, per prenderla in giro, usavo chiamarla “Sadako”*****… Era un tipo spigliato e socievole, ammirata e invidiata da molte sue coetanee.  Nonostante la giovane età, aveva già infranto una miriade di cuori, del resto, aveva preso tutto da nostro padre. Quanto rimpiango quei momenti…
Evviva la paga, la paga, la paga! Con questi soldi finalmente potrò tornare a mangiare della carne dopo tanto tempo! Pensai felice. Si era fatta sera, la Luna splendeva alta nel cielo ed io, incurante della gente che mi passava affianco, camminavo a testa alta per ammirare quel meraviglioso paesaggio che solo la sfarzosa Tokyo poteva regalare. Nelle serate come quella, ero solita perdermi tra i ricordi del passato: pensavo alla vita di un tempo, a quanto fosse spensierata la mia esistenza fino a qualche anno addietro, un tempo erano ben altre le cose che mi rendevano felice, pensavo ai miei genitori, chissà come avremmo vissuto io Sakura se i loro fossero stati in vita...quando d'un tratto...
AIUTO, AL LADRO! FERMATELO PER FAVORE!!
Era la voce di una donna situata a poca distanza da me.
Che cosa? Ancora?! Mi chiesi e, senza pensarci due volte, cominciai a correre cercando di riuscire a scorgere la figura del ladro. In quell'istante, venni urtata da qualcuno che sembrava avere non poca fretta, teneva qualcosa fra le mani e si allontanava a gran velocità.
Ti ho trovato, amico. Pensai e subito iniziai inseguirlo fino a quando lo raggiunsi in un vicolo cieco. Era un ragazzo, alto, snello e con lunghi capelli castani raccolti in una coda.
Fermo dove sei! Gridai. So quello che hai fatto quindi, restituiscimi subito quello che hai rubato, forza! Pretesi per niente intimorita. Provavo un senso di eccitazione all'idea di trovarmi in una situazione del genere, finalmente potevo mettere alla prova le mie vere capacità, ero al settimo cielo!
Senti, senti. Rispose il ragazzo. Una liceale che svolge in gran segreto un part-time non dovrebbe fare la voce grossa, mi sbaglio? Continuò voltandosi verso di me. Nonostante fosse illuminato dai raggi della Luna, il volto era nascosto da lunghe ciocche di capelli ma era intuibile che avesse l'età per frequentare le superiori. Al suono di quelle parole, sussultai.
C...come fai a sapere del mio lavoro part-time? Chiesi stranita. Il ragazzo rise puntandomi l'indice contro.
Hai ancora l'uniforme addosso, stupida. Rispose.
Stupida a me? Razza di pezzente, ma come ti permetti?!? Senti un po' adesso tu mi resti...
Senti un po' tu, signorina. Disse senza lasciarmi il tempo di rispondere. Mi sembra che adesso sia io ad avere il coltello dalla parte del manico, facciamo così: tu non dici niente sul mio conto e io non dirò nulla sul tuo lavoretto. Che ne dici? Propose lui.
Eeeeh?? E perchè mai dovrei fare una cosa del genere?! Io sono dalla parte della giustizia, non permetterei mai ad un ladro di farla fran...
Forse non hai ancora capito la situazione. Continuò interrompendomi. So bene che la scuola che frequenti non accetta che i suoi alunni abbiano un lavoro part-time, saresti costretta a lasciarlo e non penso che tu possa permetterlo. Concluse.
Accidenti, ma chi è questo qui e come fa a sapere una cosa simile? E adesso? Cosa posso fare?  Pensai. Ero nervosa, parecchio nervosa...mai avrei pensato di trovarmi in un simile contesto.
E allora? Chiese il ragazzo misterioso.

Annotazioni:
*Il 109 è un centro commerciale  situato a Shibuya , nei pressi della famosissima statua di Hachiko. Piccola chicca: Il nome dell'edificio ha origine da un gioco di parole , il cosiddetto goroawase, cioè la sostituzione delle cifre con delle parole per ricordare, ad esempio, date o numeri di telefono, ed è stato ottenuto utilizzando i caratteri (10) e kyū (9), formando la parola Tōkyū (Grazie Wikipedia ♥)
**Circa € 14000
***
Tradizionale pavimentazione giapponese
.
**** Convenience Storie giapponesi.
***** Sadako Yamamura, conosciuta in tutto il mondo come Samara, protagonista del famoso film horror "The Ring".


Tadaaan! Che fatica pazzesca ragazzi >o<". Vi presento "
Unmei no itazura ~ Tutta colpa del destino",
 la mia primissima fan fiction inventata di tutto punto. Non ero sicura di volerla pubblicare (e allora
perchè lo hai fatto? é_é) però un qualcosa mi ha detto: "dai, che ti costa?" ed eccomi qui. L'idea è
 nata da un sogno in cui vwrgefhefsdhjfgwuyfegshfd, eh, se ve lo racconto poi che scrivo a fare? XD
Spero che la storia sia di vostro gradimento, ci sentiamo nel prossimo capitolo gente!
                                                                                                                                                  またね Mata nee!












   
 
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