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Autore: Andy Grim    08/06/2008    2 recensioni
Mi ero ripromesso di non pubblicare questa storia finché non ne avessi ultimato la pubblicazione su MANGANET... ma leggendo la recensione di Kitthex sulla mia one-shot "Le dimissioni di Asuka Junior" (ispirata a questa stessa serie) è scattato qualcosa che mi ha spinto ad esaudire il suo desiderio di leggere qualcos'altro di mio e dunque rieccomi qui! Può darsi che Kitthex non bramasse affatto di leggere un secondo racconto su Saint Tail e ancora meno una storia come questa! Ho già pubblicato su EFP un lavoro analogo basato su Lamù e non so se abbia incontrato molto successo (ho avuto solo 12 recensioni abbastanza lusinghiere, ma un numero di letture in calando nella sequenza dei capitoli). Per carità, il lettore è giudice e mi rendo anche conto che si tratta di un genere forse troppo originale (ho infatti già deciso di NON pubblicare altre demenzialità di questo tipo)! Chi preferisse qualcosa di più "normale", può entrare nella sezione su Candy Candy e leggersi "Un compagno per Flanny Hamilton". Per ora non vi è altro, ma spero, nel prossimo futuro, di potervi offrire altre opere (le idee non mi mancano, lo sbuzzo un po' di più)! Riguardo alla storia qui presente, si propone di illustrare le lotte interne del co-protagonista di KST nella sua perpetua caccia alla coduta ladruncola di Seika, nonché le continue schermaglie amorose con le rivali in amore di quest'ultima. Ai lettori che fossero contemporaneamente dei fan di Uruseiatsura e di Kaitou Saint Tail potrebbe interessare il confronto diretto fra le equipes organiche di due esemplari umani (Ataru Moroboshi e Alan Daiki Asuka) che più diversi di così non avrebbero potuto essere. Buon divertimento... o almeno me lo auguro!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 23: Ancora un dolce risveglio

Capitolo 23: Ancora un dolce risveglio

 

Q

uando il prode Alan riprese conoscenza, la prima sensazione che avvertì fu una discreta pesantezza alla testa, seguita da un senso di spossatezza generale. Fu comunque un notevole sollievo non sentirsi più addosso tutto quel freddo e tutto quel bagnato. Anche la febbre doveva essersene andata, probabilmente per merito di un’aspirina, poiché si sentiva anche un po’ sudato...

Istintivamente fece per sfilarsi la camicia del pigiama, ma dovette constatare che l’operazione era del tutto superflua, dal momento che non l’aveva affatto… e, a dire la verità, quello non era l’unico indumento che gli mancava. Il sudore in fronte gli aumentò poi copiosamente non appena realizzò che, a parte le coltri, non aveva nient’altro addosso!

E c’era di più… non soltanto non rientrava nelle sue abitudini coricarsi in “costume adamitico”, ma nemmeno aveva mai avuto l’idea di arredare la sua stanza con quella carta da parati rosa a fiorellini, né di disporre in giro tutti quei colorati peluche e quegli altri graziosi ninnoli.

“Squitt… queeeck… squitt, squitt…!!”

Voltata la testa nella direzione di quegli strani versi, Alan constatò anche la presenza di quello che il suo responsabile cerebrale aveva a suo tempo classificato come Indizio n°4 per la constatazione dell’Ipotesi Zero: ovvero Ruby, il piccolo riccio di Saint Tail, che dopotutto, almeno da come stava saltando, non era affatto un peluche!

*È inutile: la legge di Murphy non perdona* si disse, amaro, il tenace James Watson *tutte le prove decisive saltano sempre fuori quando oramai non servono più…!*

 

***

A un tratto, la porta si aprì… al rumore, il ragazzo, che stava riflettendo in posizione seduta, si ridistese fulmineo, portandosi le coperte alla gola.

Una bellissima fanciulla dalla chioma ramata, avvolta in un’elegante vestaglia azzurra, era entrata nella stanza.

“L… Lisa…!” sussurrò il detective, balbettando.

L’alter-ego diurno di Seya si avvicinò al letto ostentando un’espressione tranquilla, poi allungò una mano a toccare la fronte del ragazzo, che non osava quasi respirare. Un sorriso spuntò dal suo sempre stupendo volto.

“Non hai più la febbre.” constatò con sollievo.

Dopo un paio di deglutizioni ordinate da Wolfe, lui riuscì a risponderle: “No… credo di no!”

“Sono contenta… hai dormito bene?”

“Beh… ho dormito… ma tu…”

“Ma io?”

“Tu… dov’eri…?”

La ragazza corrugò le sopracciglia, quindi si lasciò scappare un ghigno: “Ho dormito nella stanza di mia madre…” qui avrebbe voluto terminare, ma la tentazione fu troppo forte “…mi dispiace per te!”

“Che vorresti insinuare?!” ribatté lui, cercando di usare un tono opportunamente indignato.

“Dai, che hai capito benissimo…!”

Inutile precisare che, nella centrale di Spade, dovettero affrettarsi a dare una stretta significativa ai freni inibitori! Dal canto loro, quelli di Marlowe si affrettarono invece a fargli dire: “Senti, cara: per tua norma e regola, sappi che io sono un gentiluomo! Chiaro…?”

Lisa annuì, sempre sorridendo… ma poi la sua espressione si fece un po’ triste: “È vero, sei un gentiluomo. Anche se dal bacio un po’ facile…!”

Marlowe dovette ordinare a Kirby di abbassargli gli occhi. Dopodichè, su suggerimento di Watson, gli fece cambiare discorso: “Quindi… hai dormito con tua madre!”

“Già…!”

“E… e tuo…”

“Mio padre ha dormito sul divano, in salotto!”

*Ahi* pensò il capo della Cerebrale *questa Silvan ce la mette in conto di sicuro…!*

Alan sospirò: “Mi dispiace molto per tutto questo disturbo!”

“Ma figurati!”

“No, davvero… non so che mi abbia preso, ieri sera! Io…”

“Non importa” la ragazza scosse la testa “l’importante, adesso, è che tu ti riprenda. Riposati!”

“Ma no, senti” senza riflettere, Alan si rimise a sedere “se ho agito in questo modo è perché…”

All’improvviso la ragazza arrossì violentemente e gli voltò la schiena… dopo un istante di perplessità, il detective constatò che le coperte gli erano scivolate all’altezza dell’ombelico!

“Acc… scusa…!!” esclamò, affrettandosi a ridistendersi e a ricoprirsi. Stava per continuare il precedente discorso, quando l’incidente gli fece venire in mente un particolare un po’ scabroso…

“Ma, senti un po’… mi spieghi perché mi trovo senza niente addosso…??”

Sempre voltandogli le spalle, Lisa cominciò a rispondergli con la voce discretamente tremula: “Ieri sera… quando mi sono accorta che eri svenuto, in giardino… ho avuto una paura tremenda, per te… non sapevo cosa fare, per aiutarti!”

“Non capisco” rispose il ragazzo, corrugando la fronte “non hai avvertito i tuoi?”

Lisa scosse la testa: “Non potevo: mio padre non sa niente di ciò che faccio di notte… e men che meno che tu mi dai la caccia! Che spiegazioni avrei potuto dargli? Così ho dovuto… tirarti su nella mia camera!”

Decisamente quella ragazza non avrebbe mai smesso di sbalordirlo.

“E come ci sei riuscita…?” chiese, leggermente confuso.

“Con l’aiuto dei miei palloncini. Poi, quando ti ho steso sul letto… ho sentito che eri… completamente fradicio… e gelato… e allora…”

Parecchi membri delle equipes organiche iniziarono a incrociare le dita… e Marlowe decise di andare direttamente al sodo: fuori il dente, fuori il dolore!

“Chi mi ha spogliato…?”  domandò Alan con voce assolutamente piatta, temendo già di conoscere la risposta.

Lisa Haneoka si voltò e incrociò le braccia, prima di rispondere: “Sono stata io. E allora?”

Rip Kirby, capo della sezione Motoria, accusò un momentaneo blocco dei comandi mascellari. Il ragazzo era rimasto a bocca aperta… anche perché quella frase l’aveva già sentita pari pari da una certa Rina Takamya! Anche se, per la verità, non solo quest’ultima gli aveva lasciato addosso la biancheria intima, ma aveva anche avuto la “delicatezza” (parole di Watson) di infilargli il pigiamino! Mentre, “quella furbastra di una ladra…”

La faccia di Lisa era decisamente sul rosso spinto… ma se Alan si fosse potuto vedere la propria, avrebbe constatato che, al suo confronto, lei era rimasta abbastanza pallida!

“Ma… Lisa… non dirmi che mi hai… proprio…”

Certo, che cosa ti credi…?! Te l’ho detto, eri gelato!! Assieme alla tua biancheria, completamente zuppa!! Ho esitato un bel po’, sai, a sfilarti quei maledetti boxer…”

I tecnici della Neuro ebbero un soprassalto, nel vedersi scoppiare letteralmente i vetri dei galvanometri più importanti… e il loro povero capo si accasciò ancora una volta sulla propria postazione.

“L’ha visto…” mormorò, sconsolato “…glielo ha visto!!”

“E in quali condizioni, poi” aggiunse dalla sua Sam Spade, trattenendo a stento un’imprecazione irriferibile “ma che bella sputtanata…!!”

Watson non si lasciò sfuggire l’occasione: “Certo, Marlowe, che anche le tue idee, in quanto a effetti collaterali…”

“STA’ ZITTO…!!!” urlò l’interessato.

Nemmeno A1 era troppo contento, questa volta... ma ritenne più opportuno gettare acqua sul fuoco: “Ora basta, finitela: tanto non possiamo più farci nulla!”

Alan continuava a fissare con occhi sbarrati quella femmina notevole, dove la proverbiale timidezza di Lisa lasciava sempre più il posto alla formidabile risolutezza di Seya!

“…ma l’ho dovuto fare! Poi ho dovuto asciugarti e metterti a letto. E, per tua informazione, quando ti ho misurato la febbre, ce l’avevi quasi a 40…!”

“Oddio” sobbalzò Blackie Wolfe, capo della Metabolica “non gli avrà mica infilato anche una supposta, spero…??!!”

“BASTA…!!!” gridò il povero Marlowe, tappandosi le orecchie “Non voglio più sentire niente…!!”

“Lisa…” biascicò il ragazzo.

“…allora ti ho spalmato una pomata sul petto… e a quanto pare, per fortuna, è bastato a fartela passare!”

Un molteplice sospiro di sollievo si fece sentire in tutte le sezioni organiche del giovane investigatore…

“Sia ringraziato il Cielo…!” sibilò Marlowe.

“Meno male” aggiunse Lew Harper “credo che dovremo ringraziare quelli della Vicks!”[1]

Dopo aver respirato a fondo, Alan riuscì finalmente ad abbozzare un sorriso: “Beh… allora credo proprio di doverti ringraziare… anche se c’è qualcosa che ancora non mi quadra…!”

“Che cosa, impiccione d’uno sbirro?”

“Perché… mi hai lasciato… così…?” chiese lui, alludendo al fatto che non lo aveva rivestito come aveva invece fatto Rina… anche se questo era meglio non dirglielo!

La fanciulla tornò ad arrossire: “Non avevo niente da darti… senza coinvolgere mio padre… e poi un suo pigiama ti sarebbe stato largo. O preferivi provare uno dei miei negligé…?!”

“Che sciocca, che sei…!” rispose lui, risentito. Poi gli venne in mente un’altra cosa “Senti, ma… e tuo padre? Se non sa che sono qui, come l’hai convinto a dormire sul divano?”

Lisa fece spallucce: “Non è la prima volta che succede… ho detto ai miei che non riuscivo a dormire per il temporale e se potevo dormire con la mamma! Il mio papà non ha mai voluto dormire nel mio letto…”

“Ah, davvero? Certo che sei sempre stata una tipa fortunata, tu… come so bene anch’io!”

Lei tornò a guardarlo con aria corrucciata: “Anche tu sei stato molto fortunato, questa notte, Alan…!”

Il detective accusò il colpo, ma poi sorrise di nuovo: “Hai ragione… vieni qui!” e sporse il braccio. Lisa si avvicinò e prese la sua mano, che il ragazzo strinse subito.

“Grazie, Lisa. Anzi… grazie, Seya! Ancora una volta, mi hai salvato la ghirba… anche se non mi ami!”

Due piccole lacrime spuntarono da quegli splendidi occhioni blu.

“Seya ti ama, invece” lo corresse, decisa “ti ha sempre amato! È Lisa che ce l’ha con te… almeno in questo momento!”

“Capisco… in effetti, ora che ci penso, quelle due non sono mai andate molto d’accordo!”

“È vero!”

“Ma chissà… un giorno potrebbero anche pensarla allo stesso modo!”

“Forse…!”

“E… secondo te…” dovette dare due colpi di tosse “…secondo te, quante probabilità ci sono che questo accada?”

La ragazza esitò un po’ a rispondere, ma poi si chinò su di lui che, rialzando il busto, si lasciò abbracciare…

“Più di quelle che pensi… sbruffoncello testardo e insensibile che non sei altro…!”

Poi, senza nemmeno ristaccarsi da lui, Lisa cercò la sua bocca ed unì le proprie labbra alle sue… e stavolta anche Marlowe non ebbe obiezioni. Anche perché, dopo qualche titubanza, le labbra della ragazza si dischiusero e la sua lingua delicata iniziò a premere delicatamente su quelle del ragazzo…

“Capo…!” chiamò Spade, dalla Genetica.

“D’accordo, autorizzo. Avanti Motoria: assecondare la partner. Confermato!”

Quel bacio durò a lungo… molto a lungo… permettendo al contatore del Codice Relazionale di aggiungere ben 313 punti all’ultimo livello di Lisa/Seya… cosicché la fantastica avversaria del piccolo detective poté finalmente arrivare alla quota di 1010!

“Finalmente…!!” esclamò raggiante il capo della Neuro, non appena vide lo status della relazione interpersonale cambiare da AFFECTION in LOVE… afferrò quindi il microfono del comunicatore intersezionale e si mise in contatto con la sezione di Chandler.

“Sensitiva da Neuro: trasmettere il seguente messaggio…”

Le loro labbra finalmente si staccarono e i due ragazzi si guardarono negli occhi.

“Ti amo, Lisa…!”

“Ti amo, Alan…!”

Dopodiché, tornarono a baciarsi… non ci è dato di sapere se sarebbero andati anche oltre, in quella circostanza… probabilmente non lo sapremo mai, perché la porta della camera si aprì un’altra volta e una bella donna dalla fulva chioma rossa rimase bloccata sulla soglia… e, per poco, la tazza di tisana calda che portava sopra il vassoio non fece una brutta fine!

“Scusate…” esclamò, arrossendo, la signora Eimi Haneoka, ora piacente e raffinata casalinga, ma un tempo inafferrabile ladra col nome di Lucifer “…temo di avervi disturbato…!!”

Il malcapitato Marlowe, che stava scambiandosi “il cinque” col fido Timmy Murdock (pregustando contemporaneamente la sua rivincita sul collega della Cerebrale), tornò ad accasciarsi sgomento sulla propria poltroncina.

*Niente da fare* pensò *la brutta settimana continua…!*

 



[1] Ossia i produttori della celebre pomata Vaporub!

  
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