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Autore: SonoDiversaDagliAltri    26/01/2014    6 recensioni
What If...? sui 75 Hunger Games. il Presidente Snow annuncia che, nella terza Edizione della Memoria, i tributi verrano scelti tra le persone care ai sopravvissuti, cioè ai vincitori.
E Katniss si trova di fronte ad un destino che le sembra peggiore della morte.
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Madge Undersee, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Io ci sto


Katniss.

‹‹ Peeta! ›› chiamo.
Non ho idea di dove sia finito. Perché non lo trovo?
Anche Finnick e Johanna si sono dileguati nella folla che adesso mi opprime e mi impedisce di respirare.
Non conosco nessuna di queste persone, non posso chiedergli dove sia. Non so nemmeno se lo hanno visto.
Mi muovo invano tra tutta questa gente, spinta da una parte e dall’altra, soffocata dai profumi troppo intensi e accecata dalle capigliature troppo imponenti.
Adesso sì che sto per svenire.
‹‹ Peeta! Peeta! ›› continuo a chiamare.
Una vecchietta mi prende per un braccio in modo da guardarmi in faccia e poi mi chiede: ‹‹ Cerchi qualcuno, cara? ››. Il suo tono è gentile, ma comunque duro e non ha minimamente l’accento di Capitol City. È piuttosto bassa e non è addobbata come tutti gli altri qui. La sua faccia ha un che di familiare, ma non la saprei collegare a nessuno dei vincitori che conosco. Eppure assomiglia a qualcuno che conosco bene…
‹‹ S...sì. Sto cercando Peeta, il mio compagno. ›› biascico.
‹‹ No, mi dispiace, non l’ho visto. Mi sembri stanca… siediti un attimo, vedrai che lo ritroverai. ››.
Mi siedo su una panchina e cerco di rilassarmi, ma questo serve solo a farmi agitare di più. Non riesco assolutamente a spiegarmi l’improvvisa scomparsa di Peeta. Resto a occhi chiusi, concentrandomi sul mio respiro e cercando di non cedere al mal di testa. Non so quanto tempo passa prima che qualcuno mi scuota per un braccio: è Peeta.
‹‹ Dove ti eri cacciato! È un’ora che ti cerco! ›› gli grido.
‹‹ Ehi, Katniss, calmati. Anche io ti stavo cercando. ›› mi rassicura lui.
‹‹ Ce ne dobbiamo andare. ››.
‹‹ Perché? Non sono neanche le dieci! ››. Lo dice con un tono che mi infastidisce un po’, come di un bambino piccolo che non vuole andare a dormire.
‹‹ Non m’importa! Ce ne dobbiamo andare! ››.
‹‹ Spiegami almeno perché! ››.
Gli vorrei dire subito della proposta di alleanza, ma non posso farlo qui, con tutti che ci possono sentire. E poi me ne voglio andare. Così gli rispondo: ‹‹ Ora non posso spiegartelo. Andiamocene e basta! ››.
‹‹ No, adesso me lo dici. ›› replica lui fermamente.
Non mi resta da fare che una cosa. Ondeggio un po’ la testa, barcollo e poi crollo a terra. Ottengo l’effetto desiderato. Tutti mi si affollano intorno mentre intervengono alcuni medici. Mi scuotono un po’ e alla fine faccio finta di rinvenire.
‹‹ Stai bene? ›› mi chiede Peeta preoccupato.
‹‹ Si. Tutto a posto. ›› rispondo massaggiandomi le tempie. Poi lui si rivolge ai medici e dice: ‹‹ Grazie, ma adesso non ci sono problemi. La riaccompagno a casa io. ››.
Mi prende per la vita e mi aiuta a rialzarmi. L’auto con la quale siamo arrivati è ancora dove l’hanno parcheggiata.
Continuo a fare finta di sentirmi male finché non entriamo nel nostro attico. Gli altri sono ancora tutti a tavola, benché abbiano finito di mangiare da un pezzo.
Quando la portiera dell’ascensore si chiude alle nostre spalle ritorno normale e dico a Peeta: ‹‹ Mi dispiace, ma era l’unico modo per farti venire via. ››
‹‹ Adesso si può sapere cosa hai da dirmi? ›› replica lui più che seccato.
Io lo ignoro, avvicinandomi alla tavola. Quando sono sicura di essermi guadagnata l’attenzione di tutti proclamo: ‹‹ Vi ho trovato un’alleanza. Distretti 3, 4 e 7. ››.
‹‹ Sei impazzita? ›› mi grida Haymitch. ‹‹ Sono tra i Distretti più deboli di questa Edizione! Credi che farli alleare con una vecchia e una pazza li possa aiutare nell’arena? ››.
‹‹ È più complicato di quanto pensi. ›› rispondo io con più calma che posso.
‹‹ E allora parla! Che cos’hanno di tanto speciale quelli? ››. Posso capire che Haymitch sia fuori di sé perché crede che stia sconvolgendo il ruolo di mentore, ma adesso comincia veramente ad esasperarmi. Così sbotto: ‹‹ Sarà un’alleanza permanente! Non si scioglierà neanche se dovessero rimanere solo loro alla fine! ››.
‹‹ Katniss sei sicura che sia una buona idea? ›› si intromette Peeta.
‹‹ No che non è una buona idea! È una condanna a morte! Non hanno speranza se segui questa idea folle! ›› urla Haymitch.
‹‹ Perché non è una condanna a morte già il fatto che siano nell’arena? Farli uccidere l’un l’altra è una buona idea? Vedere ventitré ragazzi che ogni anno muoiono per il divertimento di Capitol City è una cosa giusta? Se vogliamo ancora cambiare le cose l’unico modo che abbiamo è smettere di stare alle regole che ci impongono loro! ››.
Adesso finalmente capisco Gale. Finalmente riesco ad apprezzare le sue idee. Ho il potere di ribellarmi e lo farò.
‹‹ Forse dimentichi il perché di tutta questa messinscena, allora. Tutto questo era per far sì che Capitol City non perseguitasse te, Peeta e tutti quelli che ti stanno attorno. ›› replica Haymitch.
Mi ricordo di tutto ciò che ho cercato di fare per proteggere le persone alle quali voglio bene. Nonostante tutto, però, i miei due migliori amici saranno gettati in un’arena tra tre giorni. La verità è che non importano tutte le farse che metterò su per salvare le apparenze. Snow può farmi quello che vuole quando più lo aggrada. Può torturarmi finché sarà divertente, dopodiché può uccidermi e può fare lo stesso con Peeta, Prim, mamma e tutti gli altri. Tanto prima o poi succederà. Perché non combattere allora? L’idea di questa alleanza mi ha dato nuova forza. Adesso sono la solita Katniss che ero quando volevo tornare a casa dai miei primi Hunger Games.
Perciò mi esce dalla bocca una frase che non mi sarei mai nemmeno immaginata di dire: ‹‹ Meglio che muoiano se devono vivere oppressi. ››.
Haymitch mi fissa con occhi di ghiaccio. Poi ringhia: ‹‹ L’hai voluto tu. ›› e si scola il suo bicchiere di liquore.
‹‹ Peeta, cosa ne pensi? ›› chiedo. Lui sembra stordito. Probabilmente l’hanno confuso le parole che ho appena detto. Non se le aspettava. Sbatte un po’ le palpebre come per mettermi a fuoco e poi farfuglia: ‹‹ N… non so. È un’idea un po’ azzardata. ››. Non si sbilancia e devo assolutamente convincere tutti che l’idea è buona. Forse perché in primis devo ancora convincere me stessa. Quindi mi rivolgo ai diretti interessati: ‹‹ Cosa ne pare a voi? ››.
Senza un attimo di esitazione Gale esclama: ‹‹ Io ci sto! ››. Una luce ribelle dardeggia nei suoi occhi. È l’occasione della sua vita.
Lo stesso non si può dire per Madge. Si mordicchia il labbro inferiore e guarda in basso, come per sfuggire alla domanda che si fa sempre più incalzante.
 
 

 Madge.

Adesso che cosa dico? Io sto già con i Favoriti, e poi l’idea di questa alleanza suicida non è che mi entusiasmi molto. Insomma, io voglio tornare a casa, voglio sopravvivere.
‹‹ Io… io ho già un’alleanza. ›› dico piano. Mi pento subito di averlo detto.
‹‹ E tu ti vorresti mettere con quelli là? Svegliati! In questo momento staranno già progettando la maniera più conveniente per ucciderti! ›› scatta Gale.
‹‹ Non venire a dirmi cosa devo fare! ›› sibilo io.
‹‹ Aspettate. Madge, cos’è questa storia? ›› mi chiede Katniss.
Abbasso di nuovo lo sguardo, ma comincio a raccontare lo stesso: ‹‹ Oggi i Favoriti si sono voluti allenare con me. Abbiamo mangiato insieme e poi, quando siamo rientrati per continuare l’addestramento io mi sono dimostrata brava con le lance. Mi hanno detto che mi vogliono come alleata. ››.
‹‹ Vedete, lei sì che è una ragazza intelligente! ›› sbotta Haymitch. ‹‹ Gli altri mentori farebbero carte false perché i Favoriti si alleassero con i propri tributi, e invece tu getti tutto al vento per i tuoi sogni di gloria! ››.
‹‹ Sono tutte cavolate! Ti vogliono con loro solo per poterti ammazzare meglio, ma tu sei troppo stupida per capirlo! ›› mi urla contro Gale.
A quanto pare io e lui non riusciremo mai ad avere una cena normale.
Vorrei tanto rispondergli, ma ho altre cose a cui pensare. Katniss è stata evidentemente messa in difficoltà da ciò che le ho detto. La sicurezza che aveva prima comincia a vacillare. Dopotutto, l’alleanza che ha trovato per noi è un’utopia. Non ci sono possibilità che funzioni. Probabilmente nessuno di noi arriverà alla fine dei giochi, in questo modo. Quella che invece mi hanno offerto i Favoriti è qualcosa di concreto, che mi potrebbe dare una posizione di vantaggio. Ma, in realtà, ancora non mi hanno proposto ancora nulla… mi sono soltanto allenata un giorno con loro…
Katniss si è esposta molto in questo modo. Se il progetto non dovesse ottenere l’effetto sperato,  non moriremmo solo io e Gale. Ci andrebbero di mezzo anche lei e Peeta. Con questa alleanza rischiamo tutti.
Ma sono le strade rischiose che portano alle mete più belle.
Ma soprattutto, questa è l’occasione che aspettavo per farla finalmente pagare a Cpaitol City.
Così, mentre Gale e Haymitch stanno ancora sbraitando, io faccio un respiro profondo. Poi, tutto d’un fiato, dico: ‹‹ Ci sto anch’io. ››.
Anche se l’ho detto con un sussurro tutti ammutoliscono e si fermano a guardarmi. Per un lunghissimo istante è come se il tempo si fosse fermato, mentre gli altri mi guardano e cercano di assimilare la semplice frase che ho detto. Evidentemente nessuno se lo aspettava.
Katniss sospira e poi dichiara: ‹‹ Allora è fatta. ››.
Haymitch scuote la testa con profonda disapprovazione. Gale invece continua a fissarmi come se provenissi da un altro pianeta.
La compagnia pian piano comincia a levare le tende, alzandosi dal tavolo e dirigendosi verso le rispettive camere.
Anche io vado verso la porta della mia stanza, quando qualcuno mi mette una mano sulla spalla. È Gale: ‹‹ Vuoi venire un attimo con me? Prima di cena ho trovato un posto carino. ››. Faccio un lieve cenno di assenso e lo seguo. Mi conduce verso una porticina che da su una piccola scala, sovrastata da una botola. La apre e l’aria fresca mi travolge la faccia.
Inspiro l’aria come se fosse quella buona del bosco del Distretto 12. È così fredda e vitale che è difficile pensare che sia inquinata.
Quando esco dalla rampa di scale sbuco sul tetto del Centro di Addestramento. La sensazione che provo sporgendomi un po’ è bellissima. Sotto di me, Capitol City è un mare di luci e di strade. Per un attimo solo, mi sento veramente libera.
Gale, però, non si ferma a guardare di sotto, ma procede, girando intorno al lucernario. Dall’altra parte del tetto c’è un piccolo giardinetto che ha persino un alberello in vaso. È strano trovarlo qui, sull’asfalto del tetto. Chissà perché ci è stato piantato…
In mezzo ai vasi c’è qualche cuscino, ormai sbiadito, come se fosse stato portato qui da qualche altro tributo prima di noi.
D’istinto, vado a sedermi tra i fiori, che con la brezza della notte spandono il loro profumo tutto intorno. Sembra quasi di essere in un altro mondo.
Gale viene a sedersi accanto a me. Evitiamo di guardarci per un po’, poi, quando i nostri occhi si incrociano, entrambi inspiriamo profondamente, come per attaccare con un lungo discorso. Appena noto questa simultaneità mi affretto a dire: ‹‹ Prima tu. ››.
Così Gale comincia: ‹‹ Io… cioè tu… insomma, non mi sarei mai aspettato che accettassi l’alleanza. ››.
‹‹ Vedi, non sono esattamente un burattino nelle mani di Capitol City come mi credi tu. ›› rispondo io.
‹‹ Scusami. Mi ero sbagliato. ››.
‹‹ Non importa. Momenti di rabbia capitano a tutti. ››.
‹‹ Quindi mi stai perdonando? ›› dice lui ridacchiando.
‹‹ Forse. ››.
Segue un’altra pausa di lungo silenzio, mentre continuiamo a non guardarci.
Poi Gale esordisce di nuovo: ‹‹ Sai, sei stata coraggiosa a lasciare i Favoriti per unirti a questa follia. ››.
‹‹ Oh, ma per favore. Non mi avresti più dato pace. E poi in realtà non mi avevano ancora accettato come loro alleata. ››.
‹‹ Beh, l’avrebbero fatto a breve, visto come te la cavi bene con la lancia. ››.
Sorrido: ‹‹ O tu con le trappole. ››.
Lui cambia argomento: ‹‹ Ma come mai hai scelto di unirti a noi? Con i Favoriti avresti avuto la strada aperta per la vittoria. ››.
‹‹ È vero, avrei potuto vincere. Ma dopo aver ucciso quattro o cinque persone, dopo aver distrutto le loro famiglie e guadagnato soldi come se avessi davvero un motivo per meritarmeli, cosa succederebbe? ››.
‹‹ Torneresti nel 12 e faresti beneficenza. ›› ironizza Gale.
‹‹ Non servirebbe a nulla. Credimi, li voglio ancora vincere questi Hunger Games, con tutta me stessa, solo non così. ››.
‹‹ Ti capisco. ››
‹‹ Sai, quando sono stata estratta e mio padre è venuto a salutarmi, io gli ho promesso due cose: che sarei tornata e che l’avrei fatta pagare a Capitol City. Purtroppo sapevo che una cosa escludeva l’altra, così, almeno, puntavo sul tornare. Poi è capitata quest’alleanza e ho visto la mia occasione per realizzarle entrambe. ››.
‹‹ Perché odi Capitol City, cioè una come te… ››.
‹‹ Cosa c’è? Solo perché sono ricca non posso odiare la Capitale? ››.
‹‹ Beh, in effetti sembra un po’ strano. Capirei se ti fosse rimasta indifferente, ma voler fargliela pagare… ››.
‹‹ Vuoi sapere il perché? ›› chiedo io con la voce a un tratto incrinata.
‹‹ Se me lo vuoi dire. ››.
‹‹ Sai, benché io sia la figlia del sindaco, la mia famiglia non si può permettere tutto. Capitol City ce lo ha fatto capire chiaramente. Hai presente le emicranie di mia madre? Fanno parte di una malattia più grande, che pian piano si sta diffondendo in tutto il corpo e la sta uccidendo lentamente. Questa malattia, però, nei Distretti più ricchi si può benissimo curare, basta farsi mandare le medicine da Capitol City. Il medico a cui si rivolse mio padre, però, si rifiutò di spedirle nel Distretto 12. Così mio padre andò di persona fino alla Capitale. Chiese a tutti i medici che riuscì a trovare, ma ognuno disse di no. Sai perché? Perché credevano che, essendo del Distretto 12, le avrebbe rivendute sottobanco. L’unico che offrì di venderle chiese una cifra talmente alta da essere spropositata anche per un abitante della città e che noi non avremmo potuto pagare neanche nell’arco di una vita. Quando si rivolse alle autorità di Capitol City lo rispedirono nel 12 con una multa per aver attraversato i Distretti senza permesso. Adesso la malattia di mamma è talmente tanto avanzata che le medicine non avrebbero più alcun effetto. Ci siamo arresi al vederla morire giorno per giorno. Le uniche cose che possiamo fare sono darle gli antidolorifici e starle vicino. ››
Non mi sono nemmeno accorta delle lacrime che mi scendono dagli occhi mentre racconto. Me le asciugo con il palmo della mano.
Gale mi fissa, senza dire una parola, gli occhi pieni di rancore e di tristezza.
Io soffoco un singhiozzo e riprendo fiato: ‹‹ Ora capisci perché ho dovuto accettare quest’alleanza? Forse è vero che non servirà a niente e ci spazzeranno via quando e come gli pare, ma se per caso dovessi sopravvivere, cosa cambierebbe? Con che coraggio tornerei nel 12? Forse vivere sarebbe peggio che morire perché vorrebbe dire che ho fatto il loro gioco. ››.
Gale annuisce lentamente e poi dice: ‹‹ Mi dispiace di averti giudicato senza sapere niente. Mi dispiace davvero. ››
‹‹ Non fa niente. ››.
‹‹ Ma tuo padre non basterebbe che tornassi? ››.
‹‹ Sì, ma io non vivrei mai più in pace con me stessa. ››.
Dopodiché ce ne restiamo in silenzio, ad ascoltare i rumori della città che non dorme mai e a provare a vedere le stelle in cielo, anche se ci sono troppe luci.
Dopo quella che sembra un’eternità rientriamo.
Prima che Gale entri in camera sua gli sussurro: ‹‹ Sai, sei la prima persona a cui l’ho confidato. ››. Il suo volto si distende in un sorriso e le sue braccia si avvolgono intorno a me in un lieve abbraccio. Poi si volta e sparisce dietro la porta. Sto per imitarlo quando sento un lieve brusio venire dal salone. La televisione è accesa.
Vado là per spengerla ma trovo Katniss  seduta sul divano, con i gomiti sulle ginocchia e la testa fra le mani. Mi avvicino a lei e chiedo: ‹‹ Che succede? ››.
‹‹ Niente. Hai presente la festa di stasera? Ecco, per costringere Peeta a venire via ho fatto finta di svenire e adesso tutti i servizi tv stanno insinuando che io sia incinta. ››.
A questa notizia non posso fare a meno di ridere.
Mi siedo accanto a lei e le metto una mano sulle spalle.
Katniss mi osserva con lo stesso sguardo che aveva quando ho proclamato che anche io aderivo all’alleanza e mi domanda: ‹‹ Secondo te ho fatto bene a gettarvi in questa impresa così pericolosa? ››.
Io le sorrido: ‹‹ Sì, e non hai idea di quanto te ne sia grata. ››.

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Ciao! scusatemi per le settimane di ritardo ma tra gli impegni e un mini blocco dello scrittore non sono riuscita ad aggiornare prima! riangrazio tutti quelli che mi seguono assiduamente e recensicono i miei capitoli!
  
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