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Autore: Alessia_HS    26/01/2014    1 recensioni
Lui:''Ti dico un segreto: non so abbandonare!''
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Lui:''Menti. Digli che sta bene. Chissene frega tanto i tuoi occhi non li sanno leggere''
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Lui:''Storie come la mia non vanno raccontate''
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Lei:''Volevo dirti tutti i miei segreti, ma poi tu sei diventato uno di quelli'
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Lei:'Voglio essere la tua ragazza, non una delle tue ragazze'
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Secrets-Fifht Chapter 


Red

Eleanor's POV

E' sempre la stessa storia. Mia madre ha un talento nel deludere le mie aspettative, è come se si preoccupi per me solo perchè è costretta senza un minimo di affetto nei miei confronti, è il suo dovere e deve farlo per forza, non mi può abbandonare però lo fa lo stesso. Sono l'ultima ruota del carro in questa casa, è come se fosse un albergo per me. Io sorrido, uso il sorriso come scudo, per quanto possa essere gentile con lei, lei mi considera invisibile e inutile. Sono stanca di essere costantemente scartata, messa da parte. Non sopporto più vedere che scelga gli altri a me, non sono mai abbastanza, non le vado mai bene, appena possibile vengo accantonata e rimpiazzata, sono soltanto una seconda scelta, ecco perchè piango ogni volta che succede, scavo buche in un giardino di lacrime, lacrime che bruciano come sale sulle ferite ma ormai mi ci sono abituata, non sono sempre così forte. Il problema è che mi sento incessantemente fuori posto. Perchè sono ancora qui a pensarci e a starci male? A sentirmi sbagliata, malinconica. 
Avvisarmi non le sarebbe costato nulla, deve imparare a considerarmi quando prende delle decisioni. Tiro su col naso, strizzo gli occhi, stringo forte i denti e faccio un respiro profondo. Ora devo combattere contro il mio destino..il mio stato d'animo ha raggiunto le profondità dell'abisso.
Che ne sará di me se Harry dovesse tornare? Che ne sará della mia vita? Della mia dignitá? Metterebbe in atto la sua vendetta e giocherebbe le sue carte migliori. Ho paura, se mi dovesse succedere qualcosa non se ne accorgerebbe nessuno, i vicini sono fuori cittá e io sono sola, spacciata e senza possibilità di continuare a vivere. E' come se fosse diventata una lotta per la sopravvivenza. Mi troverà, proverò a scappare nuovamente, tenteró ma sta volta sarà troppo tardi e mi prenderá ,abuserá di me come se fossi uno sporco oggetto, la fortuna non mi salverà più. Mi sento un insetto nella tela del ragno.
La lana del maglione che sto indossando punge sulla mia pelle, non so fin quando potrò resistere, sto affogando nella mia ansia, un ansia che mi prende lo stomaco. Sento il petto opprimersi, la gola si fa secca, il corpo cede. Non c’è via d’uscita so benissimo che per lui non sarà difficile rintracciarmi e umiliarmi, ancora. Cercando di distrarmi vado a controllare se almeno mia madre ha messo quel che diceva nel forno. Vedo il piatto quasi vuoto già dentro, non mi è mai piaciuto abbuffarmi, premo il dito sul pulsante e nell’ attesa che sia pronto mi dirigo verso la mia camera. Esausta mi butto a peso morto sul letto lasciandomi andare alle coperte, fisso un punto indistinto nel soffitto. Può anche essere che non importi nulla ad Harry che io sia scappata, che sia stata solo una delle puttane che si porta a letto tutti i giorni. Ora basta pensarci. Mi sfilo cautamente il giubbotto gettandolo distrattamente sulla sedia, poi allungo il braccio e prendo il computer dalla scrivania. Alzo lo schermo e lo accendo, aspettando il caricamento, nel frattempo ticchetto le dita sull'oggetto provocando dei rumori alternati con le unghie. La schermata si illumina, accompagnata da un suono fastidioso, mostrandomi lo sfondo azzurro del mio pc. L’unica cosa che ora voglio è rifugiarmi nelle note di una delle mie canzoni preferite, alla musica devo tutto, perchè solo lei mi ha aiutato quando credevo di essere distrutta. Guardo la playlist per qualche minuto e poi inizio dal primo brano. Le mie dita si muovono agili sulla tastiera mentre cerco qualcosa da ascoltare. Qualcosa di nuovo. Ti accorgi che stai davvero male quando non canti insieme alla voce del tuo idolo, quando non ti lasci trasportare dalla musica perchè i tuoi pensieri prendono il sopravvento. Non c'è verso di smuoverli, son lì e io sono la loro vittima, non se ne andranno. Alzo il volume per non sentire la mia coscienza. Nella mia mente c'è il caos più assoluto, quando uno stano odore attira la mia attenzione mentre si avvicina al mio naso. Non so cosa sia, ma puzza terribilmente di bruciato.
***

Harry's POV
''Prendi ciò che ti serve e sparisci. Ho un affare da terminare'' 
Dico con voce autoritaria, arrivando dritto al punto. Non gli avevo dato retta per tutto questo tempo ed era l'unico modo per attaccare parola.

''Uno dei tuoi soliti affari, non è così?''
Ridacchia dandomi una debole gomitata. Non ho tempo da perdere con lui perciò lo zittisco.
Il nostro discorso si interrompe improvvisamente. Dei passi piuttosto silenziosi e vicini tra loro sfiorano il parquet ai lati del corridoio.

''L'hai sentito anche tu, Payne?''

Gli chiedo poggiandogli una mano sul suo braccio mentre gesticolo. Pausa. Riprendiamo a parlare senza dare peso all'accaduto. Il rumore si ripercuote per una seconda volta nella stanza ma è più lontano.

''Ora lo hai sentito?'' 

Anche un sordo lo avrebbe sentito. Nessuna risposta, le pupille di Liam oscillano da destra a sinistra, sembrano delle bussole smagnetizzate.

''Niente paura, potrebbe essere un animale, questa casa è vecchia anni luce.''

Dice cercando di convincere più se stesso che me.

''Non dire sciocchezze!''

L'ipotesi di Liam era più impossibile di camminare sui muri. Impugno una mazza da baseball scolorita da uno scatolone impolverato, che tempo fa era chiuso dallo scotch, all' angolo del caminetto e cammino spedito verso la prima stanza a destra lasciando Liam da solo. Butto giù la porta con un calcio, la punta della mia scarpa si ammacca lievemente, il tacchetto lascia un' impronta visibile su di essa. Tendo le orecchie all' ascolto e appena sento un altro botto, più forte dei precedenti, conduco le mani all' interruttore della luce incastrato nel muro e mi precipito a colpire qualsiasi cosa ci sia stata. La luce fioca dal color arancione albicocca si intensa permettendomi di vedere che ho rotto una lampada di vetro con contorni di ceramica, facendola cadere dal mobile. Ormai è distrutta, in mille pezzi differenti sul pavimento. Mi accorgo di quanto sia stato stupido a farmi condizionare da Liam, è tutta colpa sua, lui è quello pauroso ma io no, niente è capace di intimidirmi. Ed eccolo qui, il ''click'' che mi accende le idee, corro verso la camera di Eleanor lasciando cadere la mazza per terra. Accidenti! Ho dimenticato di chiuderla a chiave, provo a mantenere la calma. Ecco di chi erano quei passi, ora è tutto più chiaro e anche le mie prossime mosse sono limpide come l'acqua. Era scappata, scappata via da me. Se pensa di avercela fatta, se pensa che sia tutto finito si sbaglia di grosso perchè è appena l'inizio. Corro, corro, corro senza fermarmi un istante, la mia rabbia mi dà la grinta, la forza adatta per farle vedere chi comanda, non deve provare mai più ad opporsi a me. Ricordo perfettamente la strada per arrivare a casa sua, è un po' contorta ma credo di farcela. Infatti di fronte ai miei occhi trovo una villa molto graziosa ed ospitale, dev'essere senza dubbio quella di Eleanor, acchiappo una sigaretta dal pacchetto delle Burns e inizio a fumare, mentre la osservo. Mi chiedono perchè fumo, coloro il mio respiro, me ne concedo una perchè mi piace, perchè non so cosa fare o semplicemente per risolvere i problemi. Ma sta volta è diverso, lo faccio per liberare la mia ira. Respiro il fumo, lo ingoio e lo ributto fuori velocemente poi lancio la cicca in un cespuglio sotto una finestra senza badarci abbondantemente. Infilo e le mani in tasca ed alzo la testa al cielo ormai buio. Passano alcuni minuti, inizio a sentire caldo, delle goccioline di sudore bagnano i miei ricci e quando mi volto vedo delle fiamme ovunque. Il fuoco arde sul legno della ringhiera ed il ferro incomincia a bruciare, si ingrandisce gradualmente fino ad arrivare al piano di sopra, si ingigantisce sempre di più fino a circondare l'intera casa. La preoccupazione si impossessa di me, non volevo arrivare a questo punto, che razza di mostro sono? 
L'odore di bruciato mi sta dando alla nausea, è talmente forte da tormentarmi. Devo andare lì dentro, devo salvarla o almeno provarci, non posso permettere questo, i sensi di colpa invadono il mio corpo. Potrei morire ma è quello che mi merito infondo. Non so per quale stupido motivo ma devo andarla a prendere. Non ho tempo di soffermarmi a pensare alla scena, dio,non ho mai avvertito brividi così forti dentro di me. Rabbrividisco per l’ennesima volta in questi dieci minuti per poi accorgermi che sto solo perdendo tempo. Mi si stringe il cuore in una morsa al solo pensiero che potrebbe sentirsi male e soffocare in quel turbinio infernale e mortale. Inizio a tossire e con un piccolo salto, scanso una scintilla che stava per cecare i miei occhi scuri e cerchiati. Mi inoltro nelle fiamme e il rosso è l'unico colore che riesco a identificare.

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