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Autore: SoGi92    26/01/2014    2 recensioni
Il quasi angelo Derek, prima di potersi definire tale, ha ancora un piccolo lavoretto da compiere, ma questa volta in gioco ci sono i suoi sentimenti. Riuscirà nell'impresa?
Sequel de "Un Cupido un po' speciale" Buona lettura!!^^
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un cupido un po' speciale'
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Un cupido un po’ speciale 2

Capitolo 18

(Derek)

 

-Bene, dai… è meglio di quello che credevo. – dico, guardando il facsimile di un contratto compilato da Adrian. Ci sono volute più di dieci ore, ma alla fine qualcosa l’ha imparato! In fondo, come si dice “Roma non è stata costruita in un giorno” … nemmeno in sei giorni se per questo, ma io non devo costruire Roma! Devo solo aiutare questo ragazzo ad essere un po’ più efficiente nel suo lavoro, e questo è più che fattibile.

-Dici sul serio? – mi chiede meravigliato. Non sembra molto abituato ai successi.

-Sì, mai stato così serio in vita mia. Hai fatto un buon lavoro. – se potessi gli darei una pacca sulla spalla, ma meglio limitarsi alle congratulazioni. –Direi che per oggi possiamo ritenerci soddisfatti. Continueremo domani. –

-Grazie al cielo… - esclama Adrian –Ho la testa che mi scoppia! – ah già… mi ero completamente dimenticato del suo piccolo malessere. Comunque non si è lamentato, e se lo ha fatto io non c’ero.

-Forza, ora ti puoi godere un po’ di meritato riposo! E domani, quando tornerai dal lavoro, continueremo, felice? –

-Come un tacchino prima del giorno del Ringraziamento! – questo ragazzo sta diventando un po’ troppo sarcastico per i miei gusti…

-Oh ho… prendete una bottiglietta, qui si fa dello spirito! * Pensa meno alle battutine e impegnati di più! Se vuoi che Betty…- ma non finisco la frase, che qualcuno suona al citofono. Adrian si alza e va a rispondere.

Possibile che debba sempre essere interrotto da qualche aggeggio che suona!? La tecnologia ci sta rendendo impossibile interagirne di persona con gli altri!

Adrian alza la cornetta e sgrana gli occhi, poi si volta verso di me. –E’ Elisabeth…- sussurra –Che faccio? – oh no… siamo retrocessi!

-Ah non so… aprirle la porta non sarebbe male! – avevamo già fatto dei progressi… tutto in fumo a quanto pare!

-S…Sali… - riattacca e mi guarda. –E appena è qui… che le dico? -

-Figlio mio lasciatelo dire… sei un caso cronico! Ci sei uscito ieri no? E comportati come hai fatto allora! Se ti ha baciato un motivo ci sarà… -

-Ecco… a proposito di questo… - alzo un sopracciglio. Cos’è che non mi ha detto? Devo iniziare a preoccuparmi? –Subito dopo lei mi ha… ecco… mi ha detto che… non era uguale a quello della sera prima… ha notati che c’era qualcosa di diverso… -

Strabuzzo gli occhi –E tu che le hai detto?! – sento che quel bel posticino in Paradiso si allontana inesorabilmente.

-Ehm… nulla… le ho detto che era meglio se andavo a casa… - dalla tasca tiro fuori un fazzoletto e inizio ad asciugarmi le lacrime, che se potessi piangerei.

Ecco… il mio posto se ne va… mi viene voglia di alzare il fazzoletto e muoverlo all’aria, urlando “Addio…Addio… Non ci rivedremo mai più!” continuando a piangere. Perché, destino crudele, ci vuoi separare a tutti i costi!

-Derek… Derek ti senti bene? – Adrian mi passa una mano davanti agli occhi.

Mi getto ai suoi piedi in ginocchio e con le mani congiunte – Ti prego… ti prego… dimmi che mi stavi prendendo in giro! – mi vorrei aggrappare ai suoi pantaloni e implorarlo ancora di più. Non è possibile… ogni volta che sono vicinissimo alla meta… ecco che i miei protetti combinano un casino!

-D…Derek… non sapevo che fare! Cosa potevo dirle? –

-Una frase ad effetto, tipo “Invece tu baci esattamente come mi ricordavo” e prenderla di nuovo fra le braccia. È stata lei a baciarti, no? Non credo avrebbe sgradito! – ho i miei dubbi su ciò che ho appena detto, ma sarebbe stato comunque meglio che scappare!

Suona il campanello. -È lei… - diciamo all’unisono Adrian e io.

-Va ad aprire! – gli ordino, mentre vado nella stanza accanto per sentirli parlare. Lo so che lei non mi può vedere, ma voglio dare un’occhiata al comportamento di Adrian senza di me. E poi non sono del tutto certo di cosa potrei fare io… sono una contraddizione “vivente”, lo so!

-C…ciao… che sorpresa… - inizia lui. Forza ragazzo, un po’ più di convinzione!

-Ciao, Miranda mi ha avvisata che non ti sentivi troppo bene, ed ho pensato di venire a farti un saluto… ti senti un po’ meglio? – e riecco il tono di voce che mi ricordavo! Questa è la vera Betty! Non quell’acida di pochi giorni fa.

-S…sì… grazie… pr…prego, accomodati. –

-Grazie… - senti dei passi. Credo sia entrata in casa…

 

(Adrian)

 

Trovarmela qui davanti dopo ieri mi mette un po’ in imbarazzo, ma devo farmi forza. Ma dov’è Derek? Fino a due minuti fa era in salotto!

Elisabeth si volta e mi guarda negli occhi. –Volevo anche scusarmi con te per ieri sera… sono stata inopportuna. – credo si riferisca al commento del bacio… non posso certo darle torto, ma nemmeno dirle “Hai perfettamente ragione, sei stata una stronza con i fiocchi…” non posso farlo! Perché il mio angelo custode non è con me quando mi serve il suo aiuto!?

-Nulla… figurati… - Derek! Vieni immediatamente qui!

Sento una voce provenire dall’altra stanza. –Scordatelo! Devi imparare a camminare sulla tue gambe! –

“Come sarebbe a dire!? Tu non dovresti aiutarmi?”

-È quello che sto facendo. Permettendoti di far da solo ti sto abituando ad affrontare certe situazioni anche dopo la mia partenza. –

Adesso doveva darmi una lezione di vita?

-Collins… stai bene? – Ecco, lo sapevo, mi sono incantato in silenzio un’altra volta. Elisabeth mi mette una mano sulla fronte. – No, caldo non sei, ma forse è meglio se ti siedi… -

-C…certo. Andiamo in salotto… - ci dirigiamo verso il divano. Ok Adrian, ora sei solo con lei. Cerca di non combinare casini.

-Adrian, senti io… - è la prima volta che mi chiama per nome… che suono dolce pronunciato da lei… No! Non ricadere nel vecchio vizio! –Io… credo che siamo partiti con il piede sbagliato… ecco… intendo dire che forse…- Elisabeth imbarazzata?! Non l’avevo mai vista così! –Oh, insomma. Quello che volevo dire è che mi piacerebbe conoscerti un po’ meglio… se tu sei d’accordo… - distoglie lo sguardo da me e un leggero rossore le dipinge le guance.

Sogno o son desto… qualcuno mi dia un pizzicotto, è troppo bello per essere vero…  -Vuoi dire che vorresti uscire di nuovo con me? – chiedo incredulo.

-Se… se tu sei d’accordo… - accenna un timido sorriso.

La tiro a me, dimenticando tutto l’imbarazzo, e l’abbraccio –Certo che lo sono! – lei si scosta leggermente e mi bacia.

-Bel colpo ragazzo! – dice Derek, apparendomi davanti e alzando il pollice.

 

(*) Questa è una frase che a casa mia è ripetuta molto frequentemente da mio padre e mio fratello durante i loro battibecchi, che mi danno davvero molta ispirazione per le alcune scene descritte ^.*

 

 

   
 
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