Un
cupido un po’ speciale 2
Capitolo
18
(Derek)
-Bene, dai… è meglio di quello che credevo. – dico,
guardando il facsimile di un contratto compilato da Adrian. Ci sono volute più
di dieci ore, ma alla fine qualcosa l’ha imparato! In fondo, come si dice “Roma
non è stata costruita in un giorno” … nemmeno in sei giorni se per questo, ma
io non devo costruire Roma! Devo solo aiutare questo ragazzo ad essere un po’
più efficiente nel suo lavoro, e questo è più che fattibile.
-Dici sul serio? – mi chiede meravigliato. Non
sembra molto abituato ai successi.
-Sì, mai stato così serio in vita mia. Hai fatto un
buon lavoro. – se potessi gli darei una pacca sulla spalla, ma meglio limitarsi
alle congratulazioni. –Direi che per oggi possiamo ritenerci soddisfatti.
Continueremo domani. –
-Grazie al cielo… - esclama Adrian –Ho la testa che
mi scoppia! – ah già… mi ero completamente dimenticato del suo piccolo
malessere. Comunque non si è lamentato, e se lo ha fatto io non c’ero.
-Forza, ora ti puoi godere un po’ di meritato
riposo! E domani, quando tornerai dal lavoro, continueremo, felice? –
-Come un tacchino prima del giorno del
Ringraziamento! – questo ragazzo sta diventando un po’ troppo sarcastico per i
miei gusti…
-Oh ho… prendete una bottiglietta, qui si fa dello
spirito! * Pensa meno alle battutine e impegnati di più! Se vuoi che Betty…- ma
non finisco la frase, che qualcuno suona al citofono. Adrian si alza e va a
rispondere.
Possibile che debba sempre essere interrotto da
qualche aggeggio che suona!? La tecnologia ci sta rendendo impossibile
interagirne di persona con gli altri!
Adrian alza la cornetta e sgrana gli occhi, poi si
volta verso di me. –E’ Elisabeth…- sussurra –Che faccio? – oh no… siamo
retrocessi!
-Ah non so… aprirle la porta non sarebbe male! –
avevamo già fatto dei progressi… tutto in fumo a quanto pare!
-S…Sali… - riattacca e mi guarda. –E appena è qui…
che le dico? -
-Figlio mio lasciatelo dire… sei un caso cronico! Ci
sei uscito ieri no? E comportati come hai fatto allora! Se ti ha baciato un
motivo ci sarà… -
-Ecco… a proposito di questo… - alzo un
sopracciglio. Cos’è che non mi ha detto? Devo iniziare a preoccuparmi? –Subito
dopo lei mi ha… ecco… mi ha detto che… non era uguale a quello della sera
prima… ha notati che c’era qualcosa di diverso… -
Strabuzzo gli occhi –E tu che le hai detto?! – sento
che quel bel posticino in Paradiso si allontana inesorabilmente.
-Ehm… nulla… le ho detto che era meglio se andavo a
casa… - dalla tasca tiro fuori un fazzoletto e inizio ad asciugarmi le lacrime,
che se potessi piangerei.
Ecco… il mio posto se ne va… mi viene voglia di
alzare il fazzoletto e muoverlo all’aria, urlando “Addio…Addio… Non ci
rivedremo mai più!” continuando a piangere. Perché, destino crudele, ci vuoi
separare a tutti i costi!
-Derek… Derek ti senti bene? – Adrian mi passa una
mano davanti agli occhi.
Mi getto ai suoi piedi in ginocchio e con le mani
congiunte – Ti prego… ti prego… dimmi che mi stavi prendendo in giro! – mi
vorrei aggrappare ai suoi pantaloni e implorarlo ancora di più. Non è
possibile… ogni volta che sono vicinissimo alla meta… ecco che i miei protetti
combinano un casino!
-D…Derek… non sapevo che fare! Cosa potevo dirle? –
-Una frase ad effetto, tipo “Invece tu baci
esattamente come mi ricordavo” e prenderla di nuovo fra le braccia. È stata lei
a baciarti, no? Non credo avrebbe sgradito! – ho i miei dubbi su ciò che ho
appena detto, ma sarebbe stato comunque meglio che scappare!
Suona il campanello. -È lei… - diciamo all’unisono
Adrian e io.
-Va ad aprire! – gli ordino, mentre vado nella
stanza accanto per sentirli parlare. Lo so che lei non mi può vedere, ma voglio
dare un’occhiata al comportamento di Adrian senza di me. E poi non sono del tutto
certo di cosa potrei fare io… sono una contraddizione “vivente”, lo so!
-C…ciao… che sorpresa… - inizia lui. Forza ragazzo,
un po’ più di convinzione!
-Ciao, Miranda mi ha avvisata che non ti sentivi
troppo bene, ed ho pensato di venire a farti un saluto… ti senti un po’ meglio?
– e riecco il tono di voce che mi ricordavo! Questa è la vera Betty! Non
quell’acida di pochi giorni fa.
-S…sì… grazie… pr…prego,
accomodati. –
-Grazie… - senti dei passi. Credo sia entrata in
casa…
(Adrian)
Trovarmela qui davanti dopo ieri mi mette un po’ in
imbarazzo, ma devo farmi forza. Ma dov’è Derek? Fino a due minuti fa era in
salotto!
Elisabeth si volta e mi guarda negli occhi. –Volevo
anche scusarmi con te per ieri sera… sono stata inopportuna. – credo si
riferisca al commento del bacio… non posso certo darle torto, ma nemmeno dirle
“Hai perfettamente ragione, sei stata una stronza con i fiocchi…” non posso
farlo! Perché il mio angelo custode non è con me quando mi serve il suo aiuto!?
-Nulla… figurati… - Derek! Vieni immediatamente qui!
Sento una voce provenire dall’altra stanza.
–Scordatelo! Devi imparare a camminare sulla tue gambe! –
“Come sarebbe a dire!? Tu non dovresti aiutarmi?”
-È quello che sto facendo. Permettendoti di far da
solo ti sto abituando ad affrontare certe situazioni anche dopo la mia
partenza. –
Adesso doveva darmi una lezione di vita?
-Collins… stai bene? – Ecco, lo sapevo, mi sono
incantato in silenzio un’altra volta. Elisabeth mi mette una mano sulla fronte.
– No, caldo non sei, ma forse è meglio se ti siedi… -
-C…certo. Andiamo in salotto… - ci dirigiamo verso
il divano. Ok Adrian, ora sei solo con lei. Cerca di non combinare casini.
-Adrian, senti io… - è la prima volta che mi chiama
per nome… che suono dolce pronunciato da lei… No! Non ricadere nel vecchio
vizio! –Io… credo che siamo partiti con il piede sbagliato… ecco… intendo dire
che forse…- Elisabeth imbarazzata?! Non l’avevo mai vista così! –Oh, insomma.
Quello che volevo dire è che mi piacerebbe conoscerti un po’ meglio… se tu sei
d’accordo… - distoglie lo sguardo da me e un leggero rossore le dipinge le
guance.
Sogno o son desto… qualcuno mi dia un pizzicotto, è
troppo bello per essere vero… -Vuoi dire
che vorresti uscire di nuovo con me? – chiedo incredulo.
-Se… se tu sei d’accordo… - accenna un timido
sorriso.
La tiro a me, dimenticando tutto l’imbarazzo, e
l’abbraccio –Certo che lo sono! – lei si scosta leggermente e mi bacia.
-Bel colpo ragazzo! – dice Derek, apparendomi
davanti e alzando il pollice.
(*) Questa è
una frase che a casa mia è ripetuta molto frequentemente da mio padre e mio
fratello durante i loro battibecchi, che mi danno davvero molta ispirazione per
le alcune scene descritte ^.*