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Autore: Mushroom    27/01/2014    1 recensioni
Castiel sta cadendo. Man mano che perde il controllo sulla sua Grazia, Jimmy Novak torna in superficie. Dean non è certo di cosa questo possa significare.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
Capitoli:
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Titolo: Until we fall
Fandom: Supernatural
Pairing: Dean/Castiel, Dean/Jimmy Novak
Words: 3232/11.340
Genere: Generale, Romantico
Rating: PG-13/SAFE
Warnings: Alternative Canon – Season seven, Domestic, Minor Character Death, Deancentric, Supportive!Sam
Summary: Castiel sta cadendo. Man mano che perde il controllo sulla sua Grazia, Jimmy Novak torna in superficie. Dean non è certo di cosa questo possa significare.
Capitolo: 3/3

_________________________________

III

 So we'll just keep each other,
As safe as we can.
Until we reach the border,
Until we make our plan.
(Run - Daughter)

 

 

La mattina, Castiel se ne è andato. Jimmy lo guarda con gli occhi socchiusi, immobile, e Dean si ritrova a pensare ci sia qualcosa di incondizionatamente diverso tra lui e Castiel, come un velo pallido e sottile, che una volta posato si increspa in base alla superficie su cui viene steso. Non gli piace pensarlo – sentirlo – ma in quel momento è grato che non ci sia Castiel, quello miserabile e sconfitto, che lo fa sentire come se il mondo potesse fermarsi da un momento all'altro solo perché l'angelo che l'ha tirato fuori dall'inferno non è più quell'immensa forza celeste, ma solo un uomo.

«Hai un buon odore» dice, con voce impastata, e Dean sente lo stomaco ripiegarsi su se stesso.

«Di vomito e sudore?» deglutisce.

Jimmy sorride. È la prima volta che lo fa «Solo sudore»

«Buongiorno, Jimmy»

Un attimo di silenzio. Jimmy chiude gli occhi e dice: «Sai sempre quando non sono Castiel» senza nessun motivo particolare, come per accertarsi che sia così. Non è abbastanza ovvio? Si ritrova a pensare, perché non ha mai valutato la possibilità di cadere in errore.

«Beh, anche se quello è il suo corpo, non –» Dean si ferma quando capisce che cosa ha appena detto. Non finisce la frase.

«Il suo corpo?»

«Non è quello che volevo dire»

«No. È esattamente quello che volevi dire» dice, lasciando Dean con uno strano senso di nausea quando si alza e se ne va, passandosi una mano dietro il collo e scomparendo dietro la porta.

**

Castiel non torna.

«È debole» spiega semplicemente, con quella voce bassa che usa solo quando parla di Castiel e che riesce sempre a sorprenderlo, perché non c'è nessuna possibilità che Jimmy possa veramente usare quel tono per Castiel. Non dopo tutto ciò che gli ha fatto. «Credo abbia solo bisogno di riposare»

Ed è tutto. Si sente stordito, mentre Jimmy inizia ad abituarsi ad essere il primo in comando. Si muove in casa di Bobby come se ci avesse sempre vissuto, ed è possibilmente peggio di Sam. Vuole dire, Sam è gestibile, ci ha avuto a che fare tutta la vita, ma Jimmy – lui si comporta come se quel posto potesse essere davvero la loro casa, come se ci abitassero, e non crede di poterlo affrontare. Addirittura aggiusta le cose nel tempo libero, e Dean si sente incredibilmente irritato perché quello è il suo lavoro; e gli fa chiedere se quello sia il Jimmy Novak prima di Castiel, quello che ha rimboccato le coperte alla figlia notte dopo notte, che ha infilato il cappotto e promesso alla moglie che sarebbe stato presto di ritorno. Quello che ha pregato un angelo in un atto di fede.

Quel Jimmy Novak – con cui Dean si rifiuta di parlare, possibilmente perché è quel Jimmy Novak che l'ha baciato e nella lista di cose che sta ingigantendo quella si trova proprio in cima – è sereno. Strano, ma è la parola che userebbe per definirlo.

«L'unica cosa che non capisco» dice Dean, mentre Sam lo sta aiutando a fare i piatti. Senza Cas hanno deciso per una turnazione, o qualcosa del genere «È perché tu non sia arrabbiato con Cas»

Sam non sembra neanche pensarci, passando la spugnetta sulla pentola «Ti ha tirato fuori dall'Inferno, Dean»

Grazie per il friendly reminder. Non è come se non lo sapesse. Ma –

«Mentre non c'eri, non so, è come se fossi stato più occupato dall'idea di salvati che dal salvarti veramente. Quindi è arrivata Ruby, e continuava a ripetere che ti avremmo vendicato, che mi avrebbe aiutato, che tutto si sarebbe sistemato. Ero solo e tu sei sempre stata l'unica cosa che abbia mai avuto. E Cas, non so, penso che sia stato simile» scrolla le spalle, prendendo un grande respiro. Gli tremano le mani. Dean lo vede, è abituato a notare tutte le più piccole cose in Sam. È sempre stato il suo lavoro. «Voleva tenerti al sicuro. Volevamo entrambi che fossi al sicuro e abbiamo sbagliato»

«Tu empatizzi per lui» realizza Dean, scandendo le parole.

Silenzio.

Porca merda. «E quale parte del tenermi al sicuro prevede il pugnalarmi alle spalle, Sam?»

Nessuna risposta. Probabilmente è stato troppo. Probabilmente c'è qualcosa nel suo DNA che spinge gli altri a fare sempre le scelte sbagliate quando è coinvolto il suo nome. «Quello che voglio dire, Sam, è che...»

«Una volta hai detto che siamo fratelli. Non importa quanto le cose si mettano male, questo non cambia»

«Cas non è mio fratello»

«Esattamente»

Sam prende un altro respiro, smettendo di strofinare la pentola. Dean evita di guardarlo. Sa essere un coglione codardo, a volte «E ti ha tirato fuori dall'inferno quando io non ci sono riuscito. È per questo che riesco a perdonarlo. Non mi fido di lui, ma non posso non perdonarlo»

Dean vorrebbe che fosse così semplice. Sbuffa e grugnisce e poi da' un pugnetto sul braccio di Sam, solo per godersi la sua espressione da Dean, sto cercando di essere serio, per l'amor di Dio e riderci un po' su. «Amo quando ti comporti in questo modo, Polyanna»

«Idiota»

«Puttana»

Finiscono di fare i piatti senza scambiarsi altre parole, esaurendo la dose di buoni sentimenti della giornata. Jimmy chiama Sam un paio di volte per una cosa che ha a che fare con delle tubature e dopodiché li vede scomparire sull'auto di Bobby diretti Dio solo sa dove in città. Magari stanno progettando di avere un altro pigiama party all'insegna della Disney e di cupcakes rosa. Riesce ad immaginarlo ed è super agghiacciante, ma niente che lo riguardi. Tornano per cena.

«Puoi smettere di cucinare solo uova?»

Dean sobbalza, come se fosse stato punto. Non si è ancora abituato alla presenza costante di Jimmy. Lo mette a disagio, perché anche se non lo dirà ad alta voce – non è così che funziona per i Winchester. La strada migliore è sempre seppellire le cose e lasciare che ti corrodano poco per volta – non si fida di Castiel, e non ha intenzione di capire se può fidarsi di Jimmy.

«Sempre meglio di ciò che cucinava Castiel. Non so cosa gli abbia anche solo fatto pensare di potersi mettere ai fornelli»

Jimmy fa un attimo di silenzio. «Tu» Guarda Dean come se fosse stupido «Ti ha osservato farlo, quando eri con Lisa. Credeva di poterci riuscire»

Non sa come dovrebbe reagire a quelle parole, ma non lo fanno stare bene. Lo fanno solo incazzare «Figlio di puttana» spegne il gas, depositando le uova nel piatto. Desidera prendere a pugni qualcosa, ma non può farlo. «Mi spiava?» domanda, evitando il suo sguardo.

«No» sillaba Jimmy, con semplicità «Gli è stato comandato di salvarti. È il solo ordine che abbia mai continuato a servire»

«Ero con Lisa. Stavo bene. Non avevo bisogno di essere salvato»

«Può darsi» pausa. Jimmy soppesa le parole «Castiel non la pensava allo stesso modo. Non pensava stessi bene»

Ora Dean vorrebbe ridere. Sam era dannatamente morto; o, almeno, credeva fosse così. E Castiel pensava che Dean non stesse bene? Non aveva la più pallida idea. Stronzo. L'aveva osservato, per poi permettersi di riportare Sam indietro (fallendo). Aveva aspettato un anno, prima di dirglielo. Un fottutissimo anno. Gli aveva dato tempo sufficiente per credere che, nonostante nella sua vita avesse fallito ogni cosa, forse sarebbe potuto essere un buon padre per Ben; forse avrebbe potuto amare Lisa. Non poteva essere felice, ma avrebbe potuto fare quelle due cose. Solo quelle.

«Lo pensavo anch'io»

Dean alza gli occhi. Jimmy sta quasi per sorridere, ma è un sorriso ironico, quasi brutto «Gli angeli hanno sentimenti. Mentono quando dicono altrettanto.»

«Che cazzo significa?»

Scrolla le spalle «Niente. Credo soltanto che dovresti saperlo» poi, guardandolo «Ora, per piacere, butta quelle uova»

**

Si sbronzano insieme il terzo giorno. Sam non approverebbe, ma Sam dorme e Bobby è troppo occupato a farsi i cazzi suoi che a pensare a loro, quindi è notte e si stanno sbronzando. Jimmy fa molti meno complimenti di Sam, prende tutto ciò che Dean gli da' da bere senza lamentarsi, mantenendo questo stato di ferma consapevolezza che riesce a far sembrare la cosa meno patetica.

«Credo di star per morire» dice, tra un bicchiere e l'altro. Dean ridacchia nervosamente, senza che Jimmy se la prenda; ride a sua volta «Castiel è a un tanto così» mima una piccola distanza tra il pollice e l'indice «È strano, sai, sentire qualcosa di così immenso diventare – diventare» si ferma, stringendo gli occhi. Dean aspetta che finisca, perché ora è curioso nel modo in cui potrebbe esserlo solo da sbronzo, senza paura dei risvolti. Jimmy, una volta, ha detto che essere incatenati a un angelo è come essere aggrappati a una supernova. Ha sempre creduto che fosse una cosa giusta, per Castiel, essere qualcosa di così bello e allo stesso tempo pronto a distruggersi e disperdersi nell'universo. «Non lo so» conclude, massaggiandosi le tempie «È una luce diversa»

Prende un altro sorso.

«Non riesco ancora a capire la tua rabbia. Somiglia al dolore.»

Dean decide che quello è il momento per cambiare discorso. «Cosa vuoi fare, prima di morire? Voglio dire, tutti abbiamo una lista di cose da fare prima di morire.»

Jimmy allora porta la testa all'indietro e sghignazza, in un modo che richiama un duemilaquattordici mai esistito. Ora potrebbe rabbrividire, Dean, e le cose essere un po' peggio di quanto già non siano. Ma anche in quella risata si tratta di Jimmy, Jimmy e non Cas, quindi il sorriso ha qualcosa di diverso, le rughe agli angoli degli occhi si increspano con un'altra sfumatura, il suono che emette non è familiare, ma è doloroso allo stesso modo. «Qualche volta sai essere patetico.»

«Hey, ho fermato la dannata apocalisse. Posso permettermelo»

Jimmy gliene dà atto alzando il mento, mostrando i denti in un altro sorriso. Dean si deve trattenere giusto un po' per non sovrapporre l'immagine di Cas con quella di Jimmy. «E guarda quali sono state le conseguenze»

Dean sogghigna sul collo della bottiglia prima di posarci la bocca. Jimmy abbassa e alza lo sguardo, inumidendosi il labbro inferiore. «Ho una lista» dichiara, risucchiando l'aria. Questa volta, Dean si trattiene dal chiedergli esplicitamente di Cas. Quell'uomo sta morendo, e a lui importa solo di un angelo in caduta libera. Ci deve essere qualcosa di sbagliato, davvero.

«Voglio mangiare e dormire, tanto, per tutto quel tempo in cui Castiel me l'ha negato»

Dean prende un sorso. Sì, quello si può fare. Può smettere di cucinare uova e dargli il suo letto e sarebbe perfetto. «Leggere. Provare lo shawerma. Scopare. Dormire» la voce si spezza «Non morire»

Adesso il whisky ha tutto un altro sapore, uno forte e amaro che gli fa venire voglia di vomitare, di rannicchiarsi e fingere di non aver sentito. È come se tutta l'aria gli fosse stata tolta dai polmoni, quando Jimmy Novak decide che non vuole morire.

«Rivedere Claire»

Un sorso. Due parole. Rivedere Claire è più importante del Non Morire.

**

Jimmy non ha un equilibrio stabile. Deve sorreggerlo più volte mentre fanno le scale, sentire le sue mani aggrapparsi ai vestiti e il calore del suo respiro. Non Castiel, si ripete, deglutendo. E anche se lo fosse, le cose non sarebbero diverse.

«Sai perché Castiel mi ha scelto?» ci sono ancora quattro gradini da superare per la camera da letto, e Jimmy potrebbe essere quasi in grado di affrontarli da solo.

«Avevi fede»

«No. Castiel mi ha scelto perché avevo dubbi»

Non sono uno strumento, come tu dici. Ho dubbi.

Qualche volta, pensa che sia quello a fotterlo completamente ogni volta che si ritrova con lui, il modo in cui parla di Cas, lo stesso in cui Dean parlarebbe di Cas. «Credevo che fossi, tipo, il fan numero uno dello squadrone celeste»

Ride vicino al suo orecchio «Dio se ne è andato, ricordi?»

Sono davanti alla porta, adesso, e gli occhi di Jimmy sono straordinariamente vivi. Trattiene il respiro.

«Penso che tu non abbia bisogno di perdonare Castiel» gli dice, posandosi contro la parete «Che non gli dia colpa per le sue azioni. Che incolpi solo te stesso»

Il respiro di Dean si fa pesante. C'è questa cosa, in Jimmy, il fatto che continui a dire cose. Cose su Castiel. Cose che non vuole sentire. Come se avesse qualcosa da dimostrare, qualcosa che non riesce a capire, che non vuole capire. Poi esala: «Perché mi hai baciato?»

«Era nella lista»

Così questa volta è Dean a baciarlo, premendo le labbra con forza, perché Jimmy non è Castiel, ma Jimmy è bello, bello in modo umano, e caldo e baciarlo non è la cosa giusta da fare, ma è semplice e Dean ha passato tutta la sua vita a fare cose sbagliate, a scegliere le persone sbagliate, e Cas – si ferma per respirare, stringendo le labbra. Non può salvare Jimmy.

(Non è stato in grado di salvare Castiel).

«Ho paura»

Alza lo sguardo. Questa volta non capisce se a parlare è Jimmy o Cas, quell'altro Cas, quello di cui ancora si fida.

**

Quella notte dormono nello stesso letto. Potrebbe essere più imbarazzante di così, se fossero entrambi sobri e se la situazione fosse diversa, ma invece, quando Jimmy si stende al suo fianco, chiudendo pigramente gli occhi, le cose non sono così terribili. Se non fosse che invece lo sono, perché Jimmy Novak ha paura. Il senso di impotenza lo lascia senza respiro.

«Credevo mi odiassi» dice, nel silenzio della camera, Jimmy che si sistema un po' meglio nelle coperte, inspirando.

«Corretto»

«Allora perché... »

Jimmy apre gli occhi, metà volto immerso nel cuscino, e Dean deve prendere un profondo respiro. Può capire l'odio, davvero. Può capire perché Jimmy possa essere arrabbiato con lui, perché desideri vivere, perché desideri vendetta. È stato cresciuto con queste cose, le conosce. Può anche capire perché Jimmy gli piaccia, con il suo essersi sacrificato per sua figlia e il sorriso un po' storto, l'essere a metà tra il suo passato normale e il suo presente soprannaturale. Ma non riesce a capire perché, invece, non si comporti affatto come se lo odiasse.

«Non provo risentimento?» mormora, con un briciolo di sorriso, un qualcosa che vuole dire di chi altri «Deve essere stata l'influenza di Castiel»

«Cosa diavolo vuoi dire?»

Jimmy lo fissa e aspetta. Il modo in cui il cuore di Dean accellera non è naturale.

«Tutto ciò che ha fatto, è sempre stato per te. Io... l'ho sempre sentito, capisci? Non sono stato cosciente neanche per la metà del tempo che Castiel ha passato sulla terra, e ogni volta che riemergevo dal vuoto c'era il tuo nome. Ovunque. Dean»

Jimmy è ubriaco, ecco cosa, e Dean non lo vuole sentire. Non vuole che parli.

«Dean» ripete, ancora, e realizza che Jimmy non ha mai pronunciato il suo nome, prima, che è diverso dal modo in cui Cas l'ha sempre pronunciato, con un'inflessione strana, come se il suono avesse un sapore particolare nelle sue labbra.

«Non odi neanche Castiel, vero? Non davvero.»

Jimmy inclina la testa «Dovresti poterlo capire»

Dean allunga una mano, allora, posando il palmo della mano sul suo viso, realizzando che quelli sono gli ultimi giorni di Jimmy Novak, che in poco tempo non lo vedrà mai più. Sempre che Castiel torni. Sempre che le cose vadano davvero male. Ma non c'è un compromesso, vero? Con Cas non ci sono mai stati mezzi termini, non ci possono essere anche questa volta.

«Dean»

«Mi dispiace»

«Dean» lo chiama, ancora.

La gola di Dean si secca «Cas» esala.

Castiel lo guarda. Dean capisce.

«È morto»

Non serve altro.

**

Dal Nebraska a Pointiac, Illinois, sono dieci ore di macchina. Tutto ciò che Dean vuole è prendere le chiavi dell'Impala e guidare. Guidare fino a Claire. È l'unica cosa che può fare. È tutto ciò che deve all'anima di Jimmy Novak.

La mattina dopo Sam lo afferra per un braccio mentre esce dal bagno, usando tutti i suoi due metri per ostruigli il passaggio «Dean» dice, con condiscendenza, quasi volesse rassicurarlo. Non ha ancora capito perché tutti, lì dentro, credono che sia lui quello con problemi. «Stai bene?»

«Ovvio» risponde, perché è questo quello che risponde a Sam quando gli chiede se sta bene. È quello che gli ha sempre risposto. Non può guardarlo negli occhi e dirgli che invece no, non sta bene. Che Jimmy è morto e Cas è tornato, e non sa come venire a patti per il modo in cui la morte di Jimmy lo fa sentire e per il modo in cui il ritorno di Cas lo fa sentire. Che nei suoi incubi, adesso, c'è il modo in cui Cas muore in quel lago. Non riesce a respirare. Ma è solo un attimo. Riprende il controllo – è quello che fa sempre – e scivola in un sogghigno svogliato. «Devo solo finire una cosa».

Castiel sceglie di andare con lui. Non ne è sorpreso. La verità è che hanno bisogno di quelle dieci ore – che Dean ne ha bisogno, che le trascorrano in silenzio o con la radio accesa o ad ascoltare tutte le cose che potrebbero o non potrebbero dirsi. Dean ha sempre fatto schifo, in questo. Nel dire le cose. Tutto ciò che sa è che mentre Jimmy Novak stava morendo, lui aveva paura che Cas se ne fosse andato. Vorrebbe ridere. Per questo avrebbe dovuto fare attenzione fin dall'inizio.

«Non so se sia una buona idea, il fatto che tu venga con me»

Castiel alza gli occhi, distogliendo l'attenzione dal finestrino. Dean stringe le mani intorno al volante, perché potrebbe davvero lasciarlo solo per afferrare Castiel e prenderlo a pugni, perché ora può farlo senza spaccarsi una mano e perché ha bisogno di realizzare che Cas è davvero lì.

«Tu hai il suo aspetto. E devo dire a Claire che suo padre è morto. Come posso... ?»

«Ho il suo aspetto» concede, e poi fiata «Ma non sono lui»

Dean allora si morde la lingua. In un certo senso, Jimmy Novak non è mai neanche stato Jimmy Novak. Stava iniziando a capirlo solo negli ultimi tempi. Jimmy Novak è sempre stato Castiel, è questa la cosa crudele. Loro se ne sono sempre dimenticati, ma è così. «Lo so» risponde, perché immagina che Cas voglia sentirselo dire.

«Senti, io e Jimmy, ci siamo... »

«Baciati?»

Silenzio. «» borbotta, e un po' si vergona nell'ammetterlo. «Non so quanto tu fossi presente ma, sì, insomma... »

«Sono sempre stato presente, Dean»

«Quindi sai... quello che ha detto Jimmy... era...»

«Non ha mentito» e il sei sempre stato tu rimane solo non detto.

Arrivano a Pointiac qualche ora dopo. Il quartiere di Jimmy è esattamente come Dean lo ricordava, molto americano e molto apple pie life. Si guarda intorno e si chiede distrattamente per quanto abbia abitato lì, se sia stata Amelia a scegliere la casa e il fenicottero rosa finto che sta in giardino. Si chiede quanti pezzi di Jimmy ci siano, in quel posto, quanti di questi non sarà mai in grado di vedere.

Dean sta fermo nella veranda. Prende un profondo respiro. Non sa come fare. Tergiversa, e Castiel è lì per vedere il suo panico.

«Cosa farai, ora che sei umano?» chiede, perché insomma, anche se la cosa gli è un attimo sfuggita di mente, deve realizzare che Castiel è umano. Sono troppe cose tutte insieme. «Non so come affrontarla, la tua umanità. Non so come aiutarti. Hai detto che cadere è doloroso, che è come essere rotti, e io...»

Sì, sta veramente entrando nel panico. Allora Castiel, anche se forse non è il momento più opportuno, sorride «Non sono rotto, Dean. Non ho bisogno di essere aggiustato» poi gli prende la mano, e il cuore di Dean, per qualche secondo, semplicemente rallenta, mentre le sue dita stringono intorno a quelle di Cas. «Credo solo che rimarrò qui»

Suonano. È Claire ad aprire.

Dean non conosceva Jimmy Novak. Quel poco che sa di lui lo sa grazie a Castiel, grazie a ciò che aveva di umano quando era ancora un angelo. Quindi non sa come dirlo. Ma «Dobbiamo parlare di tuo padre» sembra un buon inizio, dopotutto.

 

______________

Note: E siamo arrivati alla fine. Note doverosamente a fine capitolo (storia) per non metterci in mezzo spoiler indesiderati XD Prima di tutto: grazie per aver letto. Davvero, davvero grazie. So che gli aggiornamenti non sono stati rapidissimi - chi prendo in giro, io + aggiornamenti veloci = nope - ma okay, questa volta in mezzo avevo davvero un bel po' di roba da studiare. In ogni caso, ringrazio di nuovo Mrs. Bored per aver indetto il contest e avermi permesso di scrivere questa storia -- che, a proposito, si è classificata Prima nonostante io non le dessi un soldo bucato! Wow. Con un totale di 90/100 (trovate il giudizio completo qui, se vi interessa). Nel suo commento mi sono state fatte notare un paio di cose: primo, che è più una Jimmy/Dean che una Cas/Dean - e Dio, ha proprio ragione XD solo che l'ho pensata come una Dean/Cas e Jimmy era solo il veicolo della loro relazione; mi rendo conto che la Dean/Cas è molto, molto accennata, ma ho cercato in tutti i modi di rifarmi al non detto della serie e, soprattutto, al rapporto di fiducia-tradimento post sesta. Inoltre, okay, doveva essere molto più lunga perché il plot originale prevedeva un blocco di narrazione dove c'era un'alternanza regolare tra Jimmy e Cas, in modo da esaminare un po' meglio la caduta e il loro rapporto, che è stato del tutto cancellato XD Mea culpa. Credo che la giudicia abbia palesemente ragione. 

Poi mi è stata fatta notare un'altra cosa su AO3: La battuta di Jimmy era "I mean, angel inside of you, it's kinda like being chained to a comet" e io, invece, ho fatto riferimento a una Supernova. Questo perché ero fermamente convinta che fosse una supernova. E anche perché faccio troppi parallelismi Ten/Rose e Dean/Cas e "I'm burning up a sun just to say goodbye" mi ha ampiamente condizionato.

Fine delle note serie. Più o meno. Vi ringrazio ancora per aver letto e seguito e commentato. Siete delle persone splendide e io faccio solo schifo a ringraziare in grazia di Dio. Vi lancio tutto il mio amore <3 e un grande abbraccio. Grazie ancora <3

   
 
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