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Autore: Tomoko_chan    27/01/2014    5 recensioni
Tokyo, inverno. Naruto si imbatte in una buffa ragazza tremendamente goffa e impacciata.
All'inizio nascono alcune incomprensioni, ma poi i due cominceranno a frequentarsi assiduamente. Lei è la ricca ereditaria degli Hyuga, ma da sempre in contrasto col padre. Lui è un cantante, un chitarrista, un ex teppista e il leader di una band.
E così, fra risate, amici folli, musica e rock'n'roll, quale sarà il destino degli Origin e della giovane Hyuga?
[NaruHina doc] [Accenni SasuSaku, InoShikaTema, KibaHanabi]
****
Eccomi qui con una fic del tutto nuova. Ho accennato che nella storia si parlerà di musica: in ogni capitolo sarà presente una Song.
Tutte le canzoni saranno dei Negrita! Più che altro per le loro bellissime poesie.
Vi consiglio di aprire questa fic nonostante non amiate il genere Rock o Pop/Rock. E' pur sempre una storia d'amore!
Tratto dal testo:
Non ringrazierò mai abbastanza chiunque lassù abbia deciso di affidarmi a te. O forse devo ringraziare qualcuno all’inferno, perché non ho ancora deciso se sei l’angelo custode o il diavolo tentatore.
ULTIMO CAPITOLO.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Kiba/Hanabi, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino, Shikamaru/Temari
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli ultimi sognatori.'
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Filosofia di vita.
-
Lontani dal mondo.

[Il male comune]
 
[Negrita: Lontani dal mondo]

Sasuke si svegliò quella mattina stessa con l’odore di caffè nell’aria. Nonostante avesse dormito poco e niente, soprattutto a causa dei calci notturni di un certo baka, non si sentì affatto stanco, solo un poco intorpidito.
Buttò giù dal letto le gambe, sbuffando a causa dell’assenza della coperta rubatagli nella notte sempre dal baka sopracitato, per poi stropicciarsi con una mano gli occhi insonnoliti.
Si alzò, muovendo qualche primo passo più rigido del dovuto, per poi stiracchiarsi come una gatto, inarcando la schiena a dismisura.
Uscì dalla stanza e, seguendo l’acre profumo del caffè, entrò in cucina.
Hinata, una bellissima Hinata riposata e sorridente, stava versando il liquido scuro in due tazze. Si voltò, porgendogliene una, con un sorriso grato e sincero.
<< Ho sentito che ti eri alzato >> spiegò, mentre gli porgeva la ciotola con lo zucchero << Buongiorno, Sasuke. >>
<< ‘giorno. >> rispose lui, bevendo tutto d’un fiato il caffè bollente, incurante delle ustioni procuratigli.
Lei bevve il suo caffè con calma, ancora appoggiata al lavello della cucina, senza smettere nemmeno un attimo di guardarlo in cerca di informazioni.
Lui si sentì osservato, anche quando prese a rintracciare nei vari ripiani la vaga presenza di qualcosa da mangiare. Si voltò irritato quando dopo un po’ non riuscì nella sua impresa e, proprio in quel momento, Hinata gli porse una busta di biscotti al cioccolato. Lui l’afferrò, pronto a fare colazione, ma lei non mollò la presa: così, rimasero per un attimo interminabile immobili a guardarsi, il sacchetto di invitanti frollini fra di loro.
<< Che c’è? >> sbottò Sasuke dopo poco, inarcando un sopracciglio.
<< Naruto? >> chiese lei, invece di rispondergli, in attesa di una risposta.
<< Tutto ok. >> affermò l’altro, scocciato << Posso avere i miei biscotti, adesso? >>
Hinata mollò la presa, ma invece di lasciarlo in pace a mangiare, gli saltò al collo, in un abbraccio improvviso. Sasuke sbuffò, leggermente imbarazzato e, dopo un’istante di immobilità, ricambiò la stretta, posando goffamente le mani sui fianchi di lei. La busta, ormai, era finita a terra e i biscotti erano un po’ sparsi per la stanza.
<< Grazie, grazie, grazie! >> esultò lei, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro << Sapevo che potevo fidarmi di te. >>
<< Sì, sì. >> mormorò lui, sbuffando nuovamente << Fra poco arriveranno anche Kiba e Shikamaru, così potrai abbracciare anche loro e lasciare in pace me. >>
<< Ma è merito tuo se Naruto è tornato in sé! >> affermò la mora, straordinariamente felice << Dammi soltanto un altro minuto! >>
<< Hinata… >> la rimbeccò lui, un poco seccato.
Dopo poco, però, sentendo che quella calda stretta non accennava ad allentarsi, abbassò il viso e si appoggiò alla spalla di lei. Soffiando fra i suoi capelli profumati, si beò di quell’abbraccio inaspettatamente affettuoso.


Quando si svegliò, nel primo pomeriggio, stanco e frastornato, non trovò solo gli occhi pece di Sasuke a guardarlo, ma anche quelli scuri di Shikamaru e Kiba. Mugugnò, stanco, ma quando Kiba gli mise davanti agli occhi un bel panino tutto farcito, un certo languorio gli ricordò che sì, purtroppo, aveva ancora uno stomaco a tormentarlo. Si mise a sedere e, affamato, divorò con voracità il suo panino.
<< Bene, buongiorno. >> esordì Shikamaru, con tono severo << Mi hai proprio seccato, Naruto. >>
Il ragazzo lo guardò fra lo stupito e lo scioccato.
<< Che? >> mormorò, masticando << Mi sono appena svegliato, che ho fatto adesso? >>
Tutti e tre i ragazzi sbuffarono, esausti. Si guardarono per un attimo e infine Sasuke fece cenno a Shikamaru di continuare.
<< Non puoi prendere e sparire, Naruto. >> riprese il moro << Mi hai davvero scocciato! Non ti comporti mai seriamente! >>
<< Ehi, ehi, cos’è tutta questa rabbia? >> chiese il ragazzo accusato, gettando nel cestino la carta del panino, che aveva finito di mangiare.
<< E’ la rabbia con cui ora ti prenderei a sberle! >> rispose l’amico, alzando la voce << Ma non lo farò, perché a differenza tua sono maturo! >>
Il biondo grugnì, ma non rispose. Shikamaru cercò di calmarsi e si schiarì la voce, pronto a continuare.
<< Siamo qui tutti e tre perché abbiamo qualcosa da dirti. >> affermò, gli occhi fissi in quelli di lui << Siamo tutti sulla stessa barca e, se c’è un problema, ci sediamo come persone civili e lo risolviamo. >>
Si fermò un attimo, per poi guardare i compagni seduti al sua fianco, che annuirono convinti in segno di approvazione.
<< Se così non sarà >> continuò, con sguardo severo << allora il gruppo si scioglierà. >>
Il biondo sgranò gli occhi, sbalordito. Socchiuse la bocca, in una “o” che la diceva lunga.
<< Cerca di capire. >> intervenne Kiba << E’ il sogno di tutti noi, ci teniamo tutti allo stesso modo, perciò non ci faremo intralciare in nessun modo. >>
<< Tantomeno dai tuoi sbalzi d’umore da ragazzina mestruata. >> infierì Sasuke, con un mezzo sorriso sardonico. 
<< Questi sono i patti. >> concluse Shikamaru, riprendendo parola << Se ci stai, qui la mano. >>
Protese la mano nella sua direzione, mentre un Naruto alquanto scioccato da quella presa di potere guardava tutti e tre i ragazzi con uno sguardo pieno di sgomento.
Osservò, per un attimo interminabile, la mano tesa verso di lui.
Sono pronto?  Si chiese, deglutendo per l’ansia. Sono pronto a correre per adeguarmi al mondo?
Tornò a fissare il volto dei suoi compagni d’avventura, dei suoi amici inseparabili, dei suoi patner di vita. Noi prenderemo il mondo in contropiede.
Allungò la mano e strinse quella di Shikamaru, che ricambiò con un sorriso gioioso.
La decisione era presa, il patto suggellato.
 
 
Si prepararono per la partenza. Tutti i membri del gruppo salutarono e ringraziarono con affetto quella donna alta e fiera che li aveva ospitati, offrendo il suo aiuto gentile.
Pronti per andare, Naruto si fermò sulla soglia insieme a Shikamaru.
Si voltò verso l’interno, dove la bionda sorrideva, gli occhi stranamente lucidi.
<< Addio, Naruto. >> disse, in una strana solennità che diede da pensare al moro.
<< Addio. >> mormorò Naruto a sua volta, con una nota di affetto nella voce.
Si voltò e si chiuse la porta alle spalle, per poi scendere in giardino, dove gli altri aspettavano.
<< Naruto… come si chiama quella donna? >> indagò Shikamaru, incuriosito da quello strano atteggiamento.
Lui, per un attimo, abbassò il volto, all’improvviso incupito. Sasuke lo chiamò nell’attimo provvidenziale.
<< Naruto >> chiamò, prendendo la tanica di benzina con cui Hinata aveva fatto il pieno per riporla nel bagagliaio << Con chi vuoi viaggiare? >>
Naruto guardò le tre macchine posteggiate davanti il vialetto in pietra. C’erano Kiba e Shikamaru che erano arrivati lì con la macchina sfasciata di quest’ultimo, Sasuke, arrivato lì con la macchina di Itachi, e infine Hinata, che si era appoggiata leggermente al muso della sua macchina con i vetri oscurati. Non poteva vedere il suo volto perché, come lui poco prima, aveva abbassato lo sguardo, d’un tratto interessata alla punta delle sue scarpe.
Con la borsa sottobraccio, si indirizzò verso la macchina di quest’ultima, salutando gli altri con un cenno.
La guardò per un attimo interminabile, senza ottenere risposta, per poi salire in macchina e chiudere la portiera. Attese silenziosamente che Hinata salisse in macchina.
La vide sospirare portandosi una mano sulla fronte, come se si sentisse incapace di affrontare quella situazione. All’improvviso si riscosse, aggirò la macchina ed entrò al posto guida.
Non lo degnò di uno sguardo. Girò la chiave nel quadro e mise in moto. Inforcò la prima e, seguendo gli altri, si inoltrò verso la città.
<< Hinata.. >> Naruto provò a parlare, tentando di spezzare quella strana tensione che aleggiava nell’aria dell’abitacolo << Io… >>
<< Sta zitto, Naruto. >>
Quella voce, una voce seria, sicura, rabbiosa, non più dolce e armoniosa, non sembrò appartenerle e la foga con cui l’aveva interrotto, per poi cambiare marcia e superare il dio alla guida, Sasuke, gli fece capire che non era proprio momento per parlare. Hinata era arrabbiata, furiosa, molto più di Achille nella sua famosa ira.
Non l’aveva mai vista tanta arrabbiata. Stranamente, trovò seducente il modo in cui si mordicchiava le labbra, la fronte aggrottata, le mani strette al volante, pronte a stritolarlo. Quella parte, forse totalmente inedita, di Hinata lo affascinava a tal punto da sentirsi attratto da lei. Forse un po’ masochista, certo, ma sentiva di amare anche quella parte, sentiva di amarla molto di più.
La vide cambiare marcia e inforcare una strada sterrata, ripida e in salita. Gli altri invece proseguirono sulla strada verso Tokyo, scambiandosi un eloquente colpo di clacson.
Hinata rimase in silenzio per la mezzora di viaggio che seguì, ma gradualmente si rilassò.
Si era fatta sera ed era più difficile guidare in mezzo ad un bosco di campagna, ma ben presto si fermarono e Naruto, scoprendo quella che era la meta di Hinata, non poté che strabuzzare gli occhi, totalmente meravigliato.
<< Qui… qui è fantastico! >> esultò, guardando quello spettacolo così dolce, per i suoi occhi.
Si trovavano su un’altura isolata, lontano dal mondo, lontano da quella Tokyo disordinata e caotica, ora ordinatamente risplendente in quella visione d’insieme, dove una semplice città brillava di luci ovunque, fra grattacieli e casupole all’antica.          
Lontani dal mondo, lontani da tutto ciò che rappresentava i loro problemi, Naruto si sentiva così libero e in pace con se stesso, in quel luogo magico. Si sentì grande, grande nel guardare dall’alto quell’immenso incubo, grande e libero, libero di essere ciò che voleva, in quel luogo sperduto.
Ed era tutto merito di Hinata.
Si voltò, cercando il suo sguardo. La trovò incredibilmente incupita. Il viso abbassato, le mani strette al volante con violenza, gli occhi fissi nei buio dell’abitacolo. Hinata non lo guardava, no, perché sentiva che se lo avesse fatto, avrebbe perso totalmente il controllo. Le sarebbero tornate alla mente quelle scene distruttive del giorno prima. Un Naruto ubriaco, impertinente, fuori controllo, quella visione le faceva prudere le mani, le faceva venir voglia di prenderlo a schiaffi.
Non lo fece. Hinata strisciò sul sedile e appoggiò le ginocchia al volante, stendendosi un poco, per poi fissare il panorama.
Naruto non smise di guardarla nemmeno un attimo. Deglutì a vuoto, ansioso, per poi allungare una mano e posarla tremante sul ginocchio flessuoso di lei. Strisciò con il pollice, le diede una carezza nella speranza di attirare la sua attenzione. Lei non lo guardò, ma osservò quella mano bronzea e bollente, quella mano che, fino al giorno prima, reggeva a stento una bottiglia d'alcool.
<< Hinata… >> richiamò lui, titubante << Ti va di parlare? >>
Lei ascoltò quella voce profonda che tradiva una leggera paura, osservò ancora quella mano forte che, nonostante tutto, l’aveva sfiorata tante di quelle volte con una dolcezza tale da rendere quell’arto suo almeno un po’. Annuì, leggermente, mentre ricordi contrastanti di lui ubriaco e di lui follemente innamorato le facevano impazzire le sinapsi.
<< E… >> Naruto tentò di aggiungere qualcosa, ma quasi perse il coraggio << Potresti guardarmi? >>
 << No. >> la risposta le sfuggì dalle labbra più dura di quanto volesse << Non ci riesco. >>
Non ci riusciva davvero, nonostante sapesse che quella barba fastidiosa era stata rasata, quell’odore atroce di alcool era stato lavato via con una lunga doccia. Non ci riuscì, il ricordo era troppo doloroso.
<< Va bene. >> disse lui, sospirando, per poi voltarsi tornando a guardare il panorama << Ci sono tante cose che dovrei dirti, che dovrei spiegarti… ma la cosa più importante che devo dire è che mi dispiace. Mi dispiace follemente. Combino sempre cazzate. >>
Non ricevette risposta. Preoccupato da quell’indifferenza, stonata sulla bella figura di Hinata, sospirò angustiato. Il mondo aveva smesso di esistere da quando Hinata aveva spento il motore. Adesso c’erano solo loro due, insieme, e doveva a tutti i costi smorzare quella tensione.
<< Ho un vago ricordo di quello che è successo l’altra sera. Non ricordo cosa ci siamo detti o cosa ho fatto, ma se ti ho fatto del male.. io… mi dispiace moltissimo. Non succederà più, non berrò più. Sarai la mia regina. >>
La ragazza annuì, poco convinta.
<< Perché ti sei messo a bere? Perché sei scappato, Naruto? >> chiese, cercando distrattamente con lo sguardo immerso nel panorama casa sua.
<< Perché… tante cose, troppe cose insieme. >> con una mano si sfregò la fronte, corrucciato << La verità è che… sono rimasto deluso. >>
<< Da cosa, Naruto? >> domandò lei, senza guardarlo.
<< Dal mio sogno. Io ho sempre desiderato diventare una Rockstar, ma senza mai pensare agli effetti collaterali. Troppa fama taglia le ali e io voglio volare. Essere libero. >>
Lo disse, lo disse e spiegarlo a lei lo spiegò anche a se stesso. Si capì, capì il suo dolore, capì il suo malessere. Le frasi, le risposte, in quel momento, con quell’atmosfera, venivano fuori da sole. Era semplicissimo parlare con Hinata, anche se non lo degnava di uno sguardo. Era come parlare con la propria coscienza, chiarirsi con il proprio angelo custode che, bene o male, ti invita sempre a riflettere e a seguire la giusta via. Così, continuò.
<< Io non sono fatto per vivere chiuso in casa. Io voglio essere libero, voglio poter andare ovunque, voglio cantare sull’alto di un grattacielo senza aver paura che quando scenderò un mucchio fan non mi dia tempo di respirare. Voglio prendere un gelato con te, in santa pace. >>
<< Non è una cosa che durerà per sempre, Naruto. >> rispose lei, con tutta calma << Basterà spiegare che vuoi la tua libertà e vedrai che le fan, che ti vogliono bene, ti daranno pace. Basterà organizzare qualche evento apposito per dar loro ciò che vogliono e andrà meglio. >>
<< Lo so, lo so. >> rispose lui, digrignando i denti, infastidito << Ma a volte penso che sarebbe meglio tornare indietro, invece che vivere questa vita assurda e frenetica. >>
Hinata si voltò, sconvolta da quell’affermazione. Lo guardò negli occhi azzurri, talmente densi da renderle impossibile capire i suoi pensieri. Lo guardò e ripensò a quella sera assurda.
<< Tornare indietro, Naruto? >> la sua voce era quasi rabbiosa << Indietro, e per fare cosa? Per tornare ad essere un senzatetto? Un mendicante? Un uomo senza futuro? >>
Lui fu colpito da quell’affermazione.
<< E’ questo che sono sempre stato per te? >> mormorò, deluso << Beh, hai comunque centrato il punto. A volte desidero essere niente, perché almeno ero libero di fare quello che volevo. >>
Lo sguardò di Hinata mutò. Da furente qual era, divenne triste e amareggiato.
<< Io non c’ero nella tua vita di prima, Naruto. >> lo disse in un sussurro lieve e tremulo << E non ci sarò nemmeno in futuro, se rinuncerai a tutto quello che hai conquistato. Io voglio stare con un uomo forte e ambizioso, con l’uomo che mi ha insegnato a sognare. >>
Naruto la guardò incredulo, poi sorrise. Allungò una mano e le sfiorò una guancia, scostando una ciocca di capelli dal suo viso candido.
<< Io non ti ho insegnato a sognare, Hinata. >> affermò, con un’espressione dolcissima << Ho capito che ci sono due tipi di sognatori: quelli che realizzano i loro sogni e quelli che amano sognare e basta, perciò si ostinano a inseguire un dato sogno senza raggiungerlo mai appositamente. Tu fai parte della prima categoria, sei una sognatrice pura. >>
<< E tu, Naruto? >> chiese lei, ben attenta alla risposta.
<< Ho creduto di essere come te per molto tempo, ma la verità è che non lo sono mai stato. Io ho sempre inseguito un sogno a vuoto, impegnandomi, sì, ma senza mai fare molto per realizzarlo. Poi un giorno sei arrivata tu, che avevi sogni talmente nascosti in profondità che non credevi di averli, e li hai realizzati. Tu mi hai spinto a fare lo stesso, a diventare a mia volta un sognatore puro. >> le sfiorò i capelli, posò un bacio delicato sulla sua fronte << La verità è che le persone che inseguono e basta i loro sogni hanno paura di realizzarli e, forse, ne ho un po’ anche io. >>
<< Non devi. >> disse la ragazza, avvicinandosi di più a lui, ormai completamente dimentica di quelle brutte visioni.
<< Hai ragione, non devo. >> concordò lui, posando un bacio sulla sua gota << Non devo se non voglio perderti. >>
La baciò sulla bocca per lungo tempo, dapprima dolcemente, poi passionale, stringendola in un abbraccio bisognoso di affetto e calore. Gli era mancato quel calore, quel corpo femmineo sul suo, quella famiglia che si era creato nel giro di un anno. Questo era, Hinata era la sua famiglia.
<< Non posso perderti. >> disse, appoggiandosi col mento ai suoi capelli, stringendosela al petto, al cuore << Tu… tu sei la mia forza, Hinata. Sei ciò che mi spinge a dare il meglio di me. Sei cambiata così tanto, in un anno… vedo una donna bellissima e forte, fra le mie braccia. Un tempo eri pudica, ingenua, immotivata. Adesso sei la persona più forte e decisa che io conosca. Non so come fai. >>
<< Perché ho te, Naruto Namikaze. >> spiegò lei, con un sorriso dolce dopo tanto tempo.
<< Ti amo con tutto me stesso, Hinata Hyuga. >>
Si baciarono a lungo, quella notte, prima di tornare a casa. Fu riabilitante, fu come rinascere.
E mentre Hinata, silenziosa e stanca, guidava taciturna, Naruto scriveva una canzone, di tanto in tanto posando lo sguardo su di lei, sulla sua fonte di ispirazione.
E’ strano come a volte la vita sia difficile e dolorosa, folle, senza senso, e poi all’improvviso basta un po’ di calore, un po’ di amore, per far cadere ogni insicurezza.
 
 
Seduti in macchina a parlare
Mentre vivi la luce che al mattino scompare
Questa è l’ora giusta per sognare
Quando le frasi vengono fuori da sole
Seduti in macchina a parlare
Tanto il mondo si è spento quando hai spento il motore
È proprio lì che mi lascio andare
E dico le cose che non sapevo dire
Che strana la vita basta un po’ di calore
 
Vorrei restare qui
Vorrei vivere qui per sempre qui
E continuare così
Se mi dici di sì continuiamo così
 
Seduti in macchina a parlare
Sul vetro due gocce come fosse un bicchiere
Un bicchiere grande che ci guardi dentro
E che niente nasconde tranne questo momento…
Lontani dal mondo lontani abbastanza
 
Vorrei restare qui
Vorrei vivere qui per sempre qui
E continuare così
Se mi dici di sì continuiamo così

 
 

Sono felicissima, proprio tanto tanto n.n
Questo è un capitolo importantissimo, 
perchè c'è finalmente un pò di calma...
anche se Hinata è arrabbiata, e ce ne vuole!
Ci sono alcuni importanti punti che devono 
farvi riflettere, spero che sarete abili a 
trovarli.
E ho due importanti notizie da darvi:
ho finito di scrivere il 49esimo capitolo,
il penultimo (enorme!), quindi siamo
proprio agli sgoccioli, belli miei.
E io so come finisce ohohoh, e voi no!
Scleri a parte, seconda notizia:
ho vinto un contest! Con una long 
NaruHina, che troverete nel link qui 
sotto e che spero vi piaccia!
E sono proprio di frettissima :/
GRAZIE A TUTTI!
Tomoko.

 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2426253

 
 
   
 
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