Dal
diario di Francesca…
29/12/12
Caro
diario,
oggi
è arrivato il fatidico giorno della partenza per il ritiro
di noi ragazzi che abbiamo fatto la Cresima.
Non immaginarti una settimana di preghiere o cose del genere,
anzi ci divertiremo come pazzi, come abbiamo sempre fatto durante tutto
l’anno.
Avrò dimenticato qualcosa da mettere in valigia?
Dunque…un bel po’ di cambi,
cose per la doccia, asciugamano, lenzuola…che altro manca?
Sicuramente pioverà
lì, meglio portarsi l’ombrello da
viaggio…
Siamo un bel po’, compreso Andrea, anche se non ho capito
come
ha fatto a convincere i genitori: ha rischiato di avere due debiti, uno
in
matematica e l’altro in latino:materie per niente
leggere…
Con lui mi sento a mio agio, più di chiunque altro, se solo
fosse più maturo: si comporta da bambino e ogni volta che
cerchi di parlargli,
continua imperterrito a giocare a pallone; è indifferente ad
ogni cosa, ma
insieme a lui non si smette di ridere.
Ho un po’ di tosse, ma spero che passi: non voglio rovinarmi
la
settimana per qualche colpo di tosse.
Già ci ero andata altre volte fuori di casa per una
settimana
con la Parrocchia, ma avendo una madre molto apprensiva non
è tanto semplice…
“Ma…ci
sono anche i ragazzi, vero?” chiese mia mamma.
Ehm…si….”
risposi io.
Mi raccomando: comportatevi bene e…non fate
cose…vabbè, mi hai
capito!”
E’ un ritiro con la Chiesa, mica con i primi che sono
capitati…”
“Comunque, non farli entrare in camera…non si sa
mai con i
ragazzi di oggi!” e la conversazione finì
lì.
E’ tardi e credo sia proprio il caso di andare a dormire.
Dolce notte,
FRANCESCA
“Sveglia!
Avanti, alzati che è ora…vuoi per caso fare
tardi?”
Il
risveglio fu assai faticoso, non quanto chiudere la valigia.
“Ma
cosa hai messo dentro?Tutta la casa?” disse mio padre, poi
guardò dentro la valigia,
come se così quest’ultima si svuotasse e si
chiudesse da sola per bene, e
continuò a sbraitare:” Mi spieghi a cosa
può servirti…quella?” e
indicò la
piastra.
Passandogli
accanto, gli sussurrai all’orecchio:”Questioni
femminili!”
Non
persi tempo ad esporre tutte le utilità di una piastra,
perché ero già in
ritardo e dovevo prepararmi bene: jeans lunghi della Hollister e
maglione
sempre della Hollister; capelli sciolti e un filo di matita e mascara;
Converse
blu, le mie preferite…oltretutto abbinate al maglione.
Presa
la valigia e la borsa, mia madre e mio padre mi accompagnarono alla
fermata
dell’autobus:lì mi aspettavano Giulia e Martina.
“Allora?!
Come mai questo ritardo?” mi chiese Giulia, indicando
l’orologio.
“Non
eri tu quella che diceva che alle 6:00 era già
qui?” continuò Martina e
scoppiamo tutte e tre a ridere,
vedendo la
mia faccia perplessa.
“Davvero
ho detto questo?Dovevo essere ubriaca!”
Una
voce alle mie spalle mi fece sussultare, una voce alquanto
familiare:Andrea,
che come suo solito, raccontava barzellette insieme al cugino, Simone.
Più
in là si vedevano i miei genitori che parlavano con i suoi:
si stavano
raccontando cose alquanto divertenti, si intravedeva dalle loro
espressioni.
Mi
girai verso Martina e le chiesi sussurrando:”Come va con
Gianluca?”
Mi
guardò per un momento con fare interrogativo, più
volte aprì la bocca ma non
disse nulla, infine:”Beh, non è successo niente di
tutto quello che mi ero
aspettata…Forse parlando oggi, risolveremo
qualcosa…”
“Vedrai,
col tempo si sistemerà tutto…poi mi racconti
meglio…” e gli feci l’occhiolino.
Nel
frattempo erano arrivati tutti e già si incominciava a
caricare le valigie sul
pullman.
Salutai
i miei e salì subito per prendere i posti migliori, ma
qualcuno ci aveva
pensato prima di me: Martina si sedette vicino a Gianluca e per tutto
il
viaggio parlarono, guardandosi assiduamente negli occhi e prendendosi
la mano;
io e Giulia qualche posto più in là e ogni tanto
ci giravamo a spiare.
“Sembrano
proprio due piccioncini! Non c’è niente che non
vada in loro due…” dissi io,
tra un sospiro e l’altro.
“Già,
stanno proprio bene insieme…” concordò
Giulia, poi continuò:”Mentre tu e
Andrea…ancora
niente…”
“A
mio giudizio Andrea non è ancora
pronto…dovrò aspettare…”
“Alla
fine invecchiate, se continuate ad aspettare!” disse,
sorridendo.
“Ho
capito, Giulia, ma io non voglio soffrire per colpa
sua…”
“E
chi ti ha detto che soffrirai?”
“E
se non sono corrisposta?”
“Ma
non hai visto come ti guarda?”
Mi
girai dall’altra parte:non avevo voglia di parlare di
quell’argomento ora e
Giulia non l’aveva capito.
Mi
sentivo malissimo!
NOTE DELL'AUTRICE:
Che ne dite? Questo è
il primo capitolo a tutti gli effetti!
Mi piacerebbe leggere qualche recensione, comunque....
Un bacio dalla vostra ElenSofy!