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Autore: criceto killer    28/01/2014    1 recensioni
Questa è una storia che realizza il sogno di ogni ragazzo/a.. Ambientato in un contesto dove i bambini-adolescenti si sono ribellati agli adulti riducendoli ad uno stato di schiavitù, tutto sembra andare per il meglio, finalmente liberi, almeno fino a quando il nuovo governatore, un ragazzo di 17 anni fa spargere degli strani e sospetti dischetti bianchi... 5 ragazzi capiscono che c'è qualcosa che non va e stanchi della situazione partono per fare ciò per cui sono nati, ribellarsi..ribellarsi a chi li vuole controllare.. il governatore..
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardai con aria annoiata e con un pizzico di sfida il vecchio che mi stava di fronte. -Sei Leyla vero?- mi chiese con voce roca nascondendo l'evidente emozione -Può darsi.. Chi vuole saperlo?- -Il mio nome non è importante tutti mi chiamano "il capo" , sono, infatti, il capo di questa base militare, in origine era semplicemente una base segreta contro atti terroristici e mafia ma quando voi ragazzi avete preso il potere si è tempestivamente trasformata in una base segreta di ribelli, sappiamo che tu e i tuoi amici lo siete, nel bosco c'erano delle telecamere, in quella zona di solito avvenivano scambi di sostanze illegali quindi abbiamo sentito parlare te e Zakir di un piano..- si fermò e schiacciò un pulsante. Sulla scrivania comparimmo in 3D io, Zakir e gli altri. Loro erano più avanti, e noi stavamo parlando "Potremmo entrare in tutte le città e cercare di liberarle dai dischetti, una volta chiarita la situazione non si tireranno indietro" dissi io "Si ma potremmo attaccare direttamente il governatore, risparmieremmo un sacco di tempo" rispose lui "Si, certo perchè.." fermò il video e mi guardò. Okay avevano le prove che eravamo ribelli ma cosa volevano che facessimo? Avevano una base segreta con soldati esperti perchè rapire dei ragazzini? Lo guardai in cagnesco cercando di capire le sue assurde intenzioni -Che cosa volete che facciamo?- lui sorrise -Voi avete una cosa che noi non abbiamo.. La minore età.. Volendo avremmo potuto sventare i piani di voi mocciosi molto tempo addietro, siamo più numerosi, più esperti, e con più esperienza.. L'unica cosa che ci manca sono le informazioni sulla base del poppante, vorremmo che tu e i tuoi amici andaste sotto copertura per passarci informazioni, ovviamente è una missione molto rischiosa, ma prima di spedirvi al suicidio vi alleneremo.- notando il mio sguardo perplesso aggiunse -Quando vi abbiamo visti nella telecamera non sapevamo niente di voi.. Una ricerca qui, una di là e sappiamo tutto su di voi, pregi, difetti, avventure e arresti.- la cosa era davvero inquietante e fastidiosa, e anche imbarazzante. Inoltre suonava troppo come un ricatto -Prima di decidere voglio parlarne con gli altri..- dissi in tono deciso e risoluto uno di quelli che non ammetteva repliche. Lui mi fissò per qualche istante poi digitò qualcosa sulla scrivania e uno sportellino, dietro alla poltrona in cui sedeva il vecchio, si aprì. Ne uscì un qualcosa che doveva essere un robort, io sgranai gli occhi guardandolo da sopra gli occhiali. Aveva le sembianze di un bambino di 8 anni con dei pattini a rotelle -Lui è 7B-92.. Il tuo baby sitter..- io lo guardai molto male -Non ne ho bisogno..- ringhiai io parecchio spazientita. -Non era una domanda.. Era un ordine..- Detto questo fummo sbattuti fuori. Sbuffai e guardai il robot -Ciao io mi chiamo 7B-92 e tu?- aveva una voce paurosamente metallica. Ci mancava pure un robot pallosamente sociale. -Leyla..- dissi con svogliatezza -È davvero un nome carino..- rispose inizando a "camminare" verso il corridoio opposto a quello da cui eravamo arrivati. Lo ammetto ci ero rimasta un tantinello di sasso, insomma, dei complimenti non erano quello che ti aspettavi da un robot! -Hey lattina! Dove stiamo andando?- chiesi seguendolo -Nella tua stanza..- nella mia che? Che stava dicendo? -Potresti spiegarti meglio?- -Il capo ha appositamente scelto una stanza per voi, ragazzi.- sospirai, non mi restava che vedere con i miei occhi. Arrivammo davanti ad un porta di legno e lattina aprì la porta scostandosi per farmi passare -Prego..- un po' titubante entrai. Era una semplice stanza con un letto a castello, due armadi due scrivanie e una finestra. Era abbastanza grande, almeno non sarei morta di claustrofobia. Mi affacciai alla finestra, la vista dava su un campo da atletica, c'erano dei tizi che correvano avanti e indietro e altri che facevano altri assurdi esercizi. Guardai il soffitto del giardino. Si, aveva un fottuto soffitto sul quale era proiettato un realistico cielo limpido. -È di suo gradimento signorina Leyla?- -Si..- notai anche che c'erano due porte, una di fronte all'altra sulle rispettive pareti opposte. Ne aprii una: il bagno. C'era una grande vasca da bagno e questo mi strappò un sorriso, avevo ancora addosso il freddo della sera prima, era proprio l'ora di un bel bagnetto caldo! Ma prima.. Aprii la seconda porta e dietro vi trovai un'altra stanza uguale a quella di prima ma grande il doppio, con il doppio della mobilia. Avevo capito. La prima stanza era per me e Adara la seconda per i ragazzi. Il robottino mi portò lo zainetto di Zakir, mi si strinse quasi il cuore, lo presi sedendomi sul letto. Sperai con tutta me stessa che fossero al sicuro, che stessero bene, che non si preoccupassero troppo per me, e se non li avrei mai più rivisti? Sentivo come un peso, pensarci mi faceva stare male, quindi decisi di mettere il cervello in pausa. -Stai bene, Leyla?- mi chiese Baka. Non mi ero nemmeno accorta del suo arrivo -Si..- mormorai -Allora perchè piangi?- non mi ero nemmeno accorta delle lacrime se per quello -Vattene devo fare il bagno!- dissi alzandomi -Hai bisogno di qualcosa?- mi chiese il robot -Una batteria per questo!- gli misi in mano il uochi-toky e feci per andare in bagno ma lui mi fermò -Non vuoi dei vestiti puliti e da mangiare? - guardai Baka, mi stava guardando con aria preoccupata -Certo! Mi sembrava scontato! Tsk, stupida lattina!- entrai in bagno sbattendo la porta. Mi ci sedetti contro abbracciando lo zainetto. Ero preoccupata.. Avevo pauara di perderli, avevo paura che succedesse loro qualcosa e mi sentivo completamente impotente e inutile. Le lacrime ormai scendevano senza sosta, per me era molto strano piangere, l'ultima volta che lo avevo fatto avevo 7 anni e mi ero intromessa in un litigio tra Zakir e Blake. Stavano litigando pesantemente e mi ero spaventata, Blake era sempre stato un tipo freddo, ma semplicemente perchè non sapeva cosa dire o fare in certe situazioni, quindi se ne era andato, invece Zakir era rimasto a consolarmi. La cosa divertente era che io gli urlavo contro perchè non mi piaceva far vedere quel lato debole di me, figuarsi se qualcuno tentava di aiutarmi. C'era sempre stata una sorta di rivalità tra loro, litigavano spesso ma facevano sempre pace. Per me erano come due fratelli.. E Matthew e Adara non erano da meno. Matthew si preoccupava sempre per me, era il primo a capire quando sparavo qualche balla per non farli preoccupare, ed era il primo capire se qualcosa non andava. Adara invece mi aveva segretamente messo sotto la sua ala protettrice di sorella maggiore non biologica, non che non sapessi difendermi.. Ma la cosa mi riusciva meglio coi ragazzi, con le ragazze ero peggio di Matthew quando tenta di rimorchiare. Quando finii le lacrime, mi guardai allo specchio. I capelli castani erano tutti spettinati ma grazie al bagnetto della sera prima erano abbastanza puliti, avevo gli occhi rossi per il piangere e il segno viola del pugno, faceva male ma non importava. Una volta riempita la vasca con acqua calda e tanto sapone mi ci immersi. Non volevo pensare troppo quindi mi concentrai a lavar via lo sporco. Quando uscii trovai sul letto il uochi-toky, un vassoio traboccante di cibo e una tuta. Presi subito il uochi-toky, era acceso e aveva la batteria piena, fui tentata di chiamarli ma poi ci ripensai. Magari li chiamavo mentre si stavano nascondendo in una situazione di pericolo e non volevo cacciarli nei guai. Guardai la tuta: era una specie di uniforme. Pantaloni mimetici e maglietta nera con il simbolo della pace rosso con qualche sgocciolatura per dare l'impressione che il simbolo sia stato fatto con il sangue e in effetti era vero. Per ritrovare la pace avremmo dovuto spargere del sangue, ma di questo credo che ancora nessuno ne fosse pienamente cosciente nemmeno io stessa. Ai piedi del letto vi erano un paio di sarpe da ginnastica con particolari tacchetti che garantivano un'ottima attrazione sul terreno. Controllai il numero erano troppo grandi, peccato. Mi stesi sul letto attaccandomi il uochi-toky ad un passante dei pantaloni. Non avevo fame quindi appoggiai il vassoio sul comodino e guardai 7Bqualcosa che era rimasto tutto il tempo a fissare ogni mia reazione, ogni mia mossa. -Posso fare altro per te?- -Fammi fare un giro della base..- dissi alzandomi -e dammi un'aspirina..- aggiunsi poi -Come vuoi..- mi mostrò le stanze principali: la mensa, un posto brulicante di persone e traboccante di vomitevoli odori che segnalai nella lista dei posti da evitare, la sala degli allenamenti che al momento era chiusa e il giardino dove venivano coltivate le piante che costituivano la maggioranza dei loro rifornimenti. Era un posto magnifico con tanti colori e profumi leggeri che solleticavano appena il mio povero olfatto, ormai assassinato dagli sgradevoli odori della mensa. Rimasi in quel posto in uno stato di dormiveglia fino la sera. -Leyla!- qualcuno mi chiamava e borbottava tra sé e sé, rispose il robot per me. Ormai io ero febbricitante e non avevo nemmeno la forza per sforzarmi a ricordare dove mi trovassi. Comparse un ragazzo che mi sorrise tristemente e si sedette vicino a me. -Bel posto vero?- io feci un mormorio di assenso -Non mi riconosci?- mi chiese smettendo di sorridere e guardandomi tutto serio.
  
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