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Autore: Jackie_    28/01/2014    2 recensioni
Vi capita mai di desiderare di essere invisibili?
Di sentirvi tremendamente soli, ma al tempo stesso di temere la solitudine?
Capita anche a voi di convivere con una costante e irrequieta ansia che vi stringe proprio lì, all'altezza dello stomaco?
Inoltre, esiste un posto dove avete paura di andare pur sapendo che se ci andaste la vostra vita migliorerebbe?
Mi chiamo Camryn e la mia risposta a tutte quelle domande è sempre sì.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Otto

Sono letteralmente fuggita dalla cena.
Dopo che Sophie ha annunciato il nostro duetto non ho avuto altra scelta: non riuscivo a sopportare gli sguardi indagatori di tutti i miei amici, ma soprattutto quello di Jack. Avevamo passato tutta la mattina a parlare di quanto terribile sia quella ragazza, di quanto stia cambiando il nostro Alex in peggio e di quanto poco volevamo avere a che fare con lei. E ora quella strega mi sta facendo passare per una falsa ai suoi occhi, come se avessi detto tutte quelle cose brutte per far credere a lui che ero totalmente d’accordo con lui. Oddio, sembro una vera e propria doppiogiochista. In che guai mi sto cacciando?
Con una scusa ho lasciato il tavolo senza aver mangiato praticamente nulla e mi sono rifugiata in camera nella speranza di trovare una soluzione a tutto quel casino. Dieci minuti dopo però la mia fallimentare ricerca viene interrotta dall’arrivo di Yuki. Sono ancora arrabbiata con lei, per questo quando si siede accanto a me sul letto volgo lo sguardo oltre la finestra.
“Cam, che succede?” mi domanda dopo un attimo di silenzio, ma io mi limito ad alzare le spalle.
Lei sospira piano e si fa più vicina, per niente intenzionata a lasciar cadere la conversazione.
“Dopo che te ne sei andata è successo il finimondo.” –dice e questa volta attira la mia attenzione- “Sono arrivati al tavolo Matt e gli altri e hanno molto teatralmente dichiarato guerra ad Alex e Jack al Talent Show. A quanto pare loro hanno sempre partecipato assieme, ma visti gli ultimi avvenimenti quest’anno si sfideranno come se si vincesse chissà quale premio.”
La guardo sorpresa e preoccupata mordendomi piano il labbro.
“Ma non ha senso! E poi sono terribilmente squilibrati! Alex e Jack contro Matt, Rian, Vinny e Zack? Che razza di competizione è?”
Yuki si stringe nelle spalle e assume un’espressione pensierosa.
“La cosa brutta è che avrebbero potuto sistemare questa situazione una volta per tutte e invece hanno preferito comportarsi come dei bambini e peggiorare le cose. Non li capisco. E onestamente non capisco te, Camy. Da quando ti allei con la Vipera?”
Sapevo che questa domanda sarebbe arrivata prima o poi e onestamente non ho la forza per continuare a fare la bambina offesa, ma non posso rivelare a Yuki la verità. In più se penso a quanto lei mi stia tenendo nascosto perché io dovrei sempre spifferare tutto?
Così mi alzo di scatto dal letto e le rivolgo un’occhiata di ghiaccio.
“Sai una cosa, Yuki? Lei sarà anche una Vipera, ma almeno non mi taglia fuori dalla sua vita!” sbotto innervosita nella speranza che lei colga la frecciatina. E invece sembra solo più confusa di prima.
“A che ti riferisci? Non siete mai state grandi amiche voi due. Anzi, non siete mai state amiche. Non ti è mai piaciuta!”
Io continuo la mia recita e incrocio le braccia al petto alzando il mento.
“Mi riferisco a te e Rian. Quando pensavi di dirmelo?” finalmente sputato il rospo mi sento più leggera.
Anche Yuki si alza dal letto e mi si fa vicina guardandomi con un sorriso affettuoso che quasi mi fa scoppiare in lacrime.
“Oh, no, Camy, lasciami spiegare! Non te ne ho parlato semplicemente perché…bè, ogni volta che ci provavo tu iniziavi a parlare di Jack ed eri così felice che non mi andava di interromperti. Lo so che sembra una scusa banale, ma non volevo oscurare quello che stava crescendo tra voi due parlandoti di Rian. Non lo so, non mi sembrava appropriato. Scusami, non ho mai avuto una vera amica e a volte non so come comportarmi.” Lei abbassa lo sguardo intrecciando le mani e io istintivamente la abbraccio.
“Sei un’amica fantastica, Yuki!” –sussurro stringendola forte- “E, cavolo, ogni tanto dimmi di tacere! Adesso voglio sapere tutto!”
E due ore dopo, quando finalmente Yuki mi ha aggiornata su tutto io le racconto della magica giornata che ho passato con Jack fuori da scuola e sono così felice di condividerla con lei che almeno per qualche ora riesco a dimenticarmi della Vipera e di tutti i problemi che mi sta causando.


La mattina seguente io e Yuki ci stiamo dirigendo verso la mensa per fare colazione e ora che abbiamo parlato e chiarito quel piccolo disguido mi sento più felice e determinata ad affrontare un’altra giornata. Ma tutte le mie forze vengono sbaragliate da un Jack dallo sguardo torvo che ci blocca la strada.
“Camryn, ho bisogno di parlarti.” Dice con un tono così freddo che mi fa tremare il cuore.
Yuki mi guarda solidale, mi stringe piano la mano e dopo aver salutato Jack si incammina da sola verso la mensa.
Per quanto mi riguarda, non ho il coraggio di alzare lo sguardo per incontrare quello di lui. Mi invita a sedermi su una panchina lì accanto e ci rimango un po’ male quando noto la distanza che ha preferito mantenere tra di noi.
“Hai l’aria colpevole…” Borbotta con voce delusa e io mi sento male.
Lui è l’unica cosa della mia vita della quale vado fiera. L’unico al mondo del quale mi importa e sentirlo così deluso da me mi fa sentire un fallimento, come se avessi sbagliato ogni cosa. E probabilmente è proprio così; non posso ricominciare daccapo?
“Non dici niente?” –continua davanti al mio silenzio- “Sono confuso, Cam, sul serio. Noi la odiamo questa ragazza. Eravamo d’accordo su quanto sia stronza, di quanto stia manipolando Alex e tutto il resto. E adesso mi dici che canti con lei all’evento più importante della scuola? Avevamo deciso che avremmo parlato con Alex, insieme, cercando di farlo ragionare! Cosa diavolo è successo?”
La verità? Sophie mi sta ricattando perché sa cose di me che non vorrei sapesse nessuno, primo fra tutti tu, quindi sì, preferisco cantare una stupida canzone piuttosto che rischiare di perderti per colpa del mio passato.
“Ho solo scoperto che lei non è poi così male…”
“Non è così…!” –Jack non riesce nemmeno a finire la frase. Sembra piuttosto arrabbiato.- “E quando lo avresti scoperto? Ti ricordo che solo fino a ieri pomeriggio la pensavi come me e a cena invece ci hai dato la bella notizia. Non capisco, ti credevo diversa… Ne ho incontrate a milioni di ragazze così false, ma tu… Dio, sono un idiota.”
E senza dire un’altra parola se ne va scuotendo la testa e mi lascia lì da sola, con il desiderio di scomparire per sempre perché io, a quanto pare, non so vivere. Sono solo brava a creare casini.
Mi impongo di non piangere e quando raggiungo gli altri al tavolo per la colazione l’atmosfera è terribile: Alex e Sophie sghignazzano fregandosene di tutto e di tutti, Jack ha un’espressione tetra e apre bocca solo per mangiare, Yuki continua a lanciare occhiate al tavolo dove è seduto Rian rendendo così evidente il suo desiderio di lasciarci per andare da lui (ma è troppo educata per farlo) e io prego di strozzarmi con i cereali e farla finita.
Le cose, insomma, non potrebbero andare peggio. Almeno finché Alex non apre bocca.
“Cam, dopo ti va di andare al Rifugio? È da un po’ che non passiamo un po’ di tempo solo io e te, mi manchi!”
Ah, il traditore! In un altro momento avrei davvero apprezzato quella proposta perché prima di tutto sotto sotto il mio amico mi manca da morire e poi adoro andare al Rifugio, ma ancor prima di poter rispondere si intromette Sophie con la sua solita vocetta stridula.
“Spiacente, tesoruccio! Oggi pomeriggio io e Camryn iniziamo le prove!”
Ecco, adesso le cose non possono davvero peggiorare.

Nel pomeriggio, finite le lezioni, siamo tutti sfiniti e annoiati. Sia io che Yuki siamo inoltre giù di morale per come stanno andando le nostre relazioni con i ragazzi. Lei mi ha informata del fatto che Rian non vuole rendere pubblica la loro storia perché ha preso molto seriamente la lite che ha diviso la crew. Insomma, la sua testolina bacata di ragazzo gli suggerisce che uscire con Yuki, schierata dalla parte di Alex, venga considerato alto tradimento, perciò non vuole che nessuno lo sappia.
I maschi sanno essere stupidi, ecco. Ma a Yuki non importa più di tanto, le spiace solo che non possono stare insieme liberamente ma debbano vedersi in segreto. In effetti non è affatto una bella situazione.
Per quanto mi riguarda, Jack non mi ha degnata di uno sguardo per tutto il giorno e non posso che dargli ragione.
“Se vuoi provo a parlarci io.” Mi propone Yuki mentre ritiriamo i libri nell’armadietto.
Le rivolgo uno sguardo speranzoso accompagnato da un sospiro. Non so quanto possa servire, ma che male ci sarebbe? Dopotutto Yuki è brava con le parole e ormai non ho niente da perdere.
“Digli che lo aspetto al Rifugio questa sera prima di cena, alle sette.” Aggiungo pregando tutti i Santi del Paradiso affinché lui si presenti.
Così lei mi fa un occhiolino e corre via alla ricerca di Jack. Non ho idea di cosa voglia dirgli o se riuscirà a convincerlo, ma almeno mi dirigo verso la stanza di Sophie con un po’ più di vita.
Le prove che lei aveva in mente non sono altro che due ore interminabili di una sfilata di moda. Io seduta a gambe incrociate sul pavimento con la schiena appoggiata al letto e lei che prova almeno una ventina di vestiti diversi.
Solo allora capisco che in realtà lei non aveva programmato alcuna prova, ma semplicemente voleva tenermi lontana da Alex perché uno dei suoi divieti era proprio quello che mi impediva di vedere Alex da sola.
Ah, al diavolo! Un pomeriggio assolutamente sprecato.
Alle sei me ne vado senza troppe cerimonie, faccio una doccia veloce e con una nuova determinazione in corpo corro verso il Rifugio.
Ho pensato intensamente a cosa dirgli e onestamente non sono giunta a nessuna conclusione.
Non posso confessargli che la Vipera mi tiene in pugno, ma allo stesso tempo se continuo a mentirgli peggioro solo la situazione.
Non riesco a pensare ad altro perché il mio cuore si ferma quando vedo la sua figura in cima alla collina. È fermo immobile, probabilmente mi sta guardando, e mi sembra che il mondo si sia fermato. Poi, d’un tratto inizia a scendere piano la collina e il mio cuore adesso è vittima di una preoccupante tachicardia.
Ha le mani in tasca, la cravatta della divisa allentata, la giacca mossa dal vento e i capelli spettinati. Non mi è mai sembrato più bello.
“Ciao…” –sussurra con un cenno del capo- “Finalmente hai qualcosa da dire, eh.”
Tutto di lui mi distrae. La voce, il profumo, quella bocca che ha baciato la mia… rende le cose ancor più difficili.
“Ti prego, non essere arrabbiato con me.”
“Arrabbiato? Cam, non sono arrabbiato. Sono profondamente e terribilmente deluso. Sai, ad essere sincero credo di essermi innamorato di te ancor prima di conoscerti. Tutte le cose che Alex mi raccontava di te, delle vostre estati passate assieme…ogni volta aggiungeva un particolare e la tua immagine che si era creata nella mia testa diventava sempre più perfetta. Poi sei arrivata in questa scuola e quell’immagine ha preso vita perché eri esattamente come ti avevo sempre figurata nella mia mente: perfetta.
E poi rovini tutto. In fondo credo sia anche colpa mia, ti ho idealizzata e non ti vedevo per quella che eri. Solo…non me lo aspettavo”
Il suo discorso mi spezza il cuore e mi lascia senza parole. Non sono come lui mi ha descritta: né perfetta né una falsa ipocrita volta bandiera. Come posso farglielo capire? Non voglio perderlo…
“Stai esagerando, Jack… dopotutto canto una stupida canzone ad un dannatissimo Talent Show, che importa con chi la canto?”
“Importa a me Camryn! Non è il fatto che ci canti una canzone assieme, è il problema di fondo che mi ha dato fastidio e tu nemmeno lo vedi! Fino a due ore prima la insultavi e adesso è la tua migliore amica! Come faccio a fidarmi di te, me lo spieghi? Chissà cosa dici di me appena volto le spalle! Odio questi atteggiamenti, non li ho mai sopportati e onestamente ti credevo più matura.”
Ancora una volta non so cosa rispondere perché lui ha assolutamente ragione e davanti al mio silenzio colpevole lui si passa una mano sul viso prendendo un respiro profondo.
Sono sicura che anche lui abbia interpretato il mio silenzio come un’ammissione di colpa.
Quando torna a guardarmi ha uno sguardo così triste che mi trafigge e senza nemmeno accorgermene inizio a piangere piano.
“Mi dispiace, Cam.” –dice con voce ferita e mi prende la mano lasciandoci cadere qualcosa- “Avevo intenzione di dartela dopo cena, ma poi hai deciso di diventare la migliore amica di quella là e allora ho cambiato idea. Ma ora come ora non la voglio, puoi tenerla.”
Quando mi lascia andare la mano vedo appoggiata candidamente al mio palmo la collanina col ciondolo a forma di chitarra che tanto mi era piaciuta al mercato e i ricordi di quella magnifica giornata mi feriscono come mille spade.
“Dopotutto Alex mi aveva detto di non innamorarmi di te. Per una volta avrei dovuto dargli retta.”
E ancora una volta se ne va senza darmi l’occasione di aggiungere altro.
Ancora una volta mi ritrovo da sola a piangere per i miei errori.

  
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