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Autore: Richard parker    28/01/2014    0 recensioni
I fiocchi di neve scenevando dolcemente sul suo viso scontrandosi con le gocce calde di lacrime, fragili e delicate come una rosa appassita; I suoi occhi grigi ,persi nel vuoto della neve candida e fredda dell'inverno. " Gli occhi sono lo specchio dell'anima " dicono, ma se proprio gli occhi di Rosamund Gray dovevano esserlo, la sua era un'anima fredda e ghiacciata, depredata di tutto ciò che aveva. Una famiglia, un grande amore, la sua innocenza. Qualche mese fa, non avrebbe mai, e poi mai, potuto immaginare quel che la vita aveva in serbo per lei.
Genere: Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Era una fredda Domenica di pieno inverno, le strade bianche e vuote - chiaramente per l'orario - imbastite di luci colorate,risalenti al natale passato, e che chiaramenete il  nesso si era scordato di mandare un operaio per rimoverle . Erano state messe per rispetto delle poche persone che credevano ancora in qualcosa, in "Dio". Una volta anche io credevo in un "Dio" ma tutti dicono che "Dio" c'è sempre nel momento del bisogno, che non ti abbandona mai, e tante altre sciocchezze. Per me non è stato così. Circa un anno fà, è morto mio fratello, Hunter. Aveva solo 19 anni, lui come me, non aveva ancora conosciuto le vera bellezza della vita, era troppo giovane per morire.                                                                      
Ero a metà strada tra la piazza e casa dei miei genitori - che non distano molto - e per un momento ,una serie di fattori mi ricordarono il giorno della morte di mio fratello. Mi girai, con un lento movimento del collo e guardai dietro di me la strada che avevo fatto. La Domenica ero solita andare da zio Alfred che è il fratello di mia madre, per il solito " pranzo domenicale " che si svolgeva sempre, dico sempre, alla stessa maniera : i saluti, la seduta a tavola, il cin cin sempre con lo stesso augurio " Brindiamo in onore della nostra splenida famiglia, e alla nostra, e vostra salute ", lo stesso menù, gli stessi discorsi, le stesse noiosissime persone. Era tutto uno schema da seguire la Domenica. Quindi se avessi tardato all'arrivo a casa di zio Alfred, con una scusa plausibile ,sarei comunque riuscita a fare qualcosa di diverso, e a ritardare il noiosissimo pranzo.
                                                                                                                                                                 Il cimitero non era molto lontano e dato che erano due giorni che non cambiavo i fiori, decisi di andare a trovare mio fratello. Ripercosi i miei stessi passi finquando non arivai al cimitero, i cancelli in ferro erano aperti, il custode era un uomo anziano dai capelli brizzolati e dal fisico minuto, mi chiesi se quell'uomo mangiasse perchè, non aveva la cera di una persona normale. Mi addentrai nell'area dei "Giovani morti" e man mano osservai tutte le tombe dei ragazzi, lasciando su ognugna qualche fiore bianco .
 - Ciao fratello - dissi arrivata alla sua tomba,come se lui potesse sentirmi e poi rispondermi con la sua aria scherzosa, com'era solito fare " Non chiamarmi fratello, sai il mio nome vero? ".   
   - Giornata fredda oggi ? - continuai inginocchiandomi per posare il mazzolino di fiori sulla lapide. Anora una volta osservai il caldo sorriso che gentilmente mi porgeva Hunter ogni volta che  lo guardavo con le lacrime agli occhi. L'aveva scelta io la foto della lapide, affinchè chiunque passi ,possa immagginarselo per come era, un ragazzo gioiso, scherzoso e innamorato della vita. Levando un pò di neve bianca dalla lapide mi accorsi che dietro, essa,  nascondeva il corpo rigido e rannicchiato di una ragazza dai capelli rossi. Era Mery, la ragazza il cui l' amore per mio fratello non era ricambiato. Ricordo la prima volta in cui la vidi, era il funerale di mio fratello, mi cadde tra le braccia, distrutta dal dolore e con gli occhi gonfi e pieni di lacrime. Era irriconoscibile, stranamente il rosso dei suo capelli era come se avesse perso il suo vigore, e il suo fisico era ancora più secco di prima , dava l'impressione di una persona che non mangiava da giorni.               
-Ciao-. le dissi accovacciandomi accanto al suo corpo.
- Ciao -. mi rispose con un filo di voce 
- Ma sei matta? - le chiesi osservando la sua pelle rigida e le sue mani tremolanti - tu stai gelando! - mi levai la sciarpa di lana che avevo al collo ,la aprii, e gliela misi addosso - così ti prenderai un accidenti! -.
- Sei così gentile - mi disse facendosi paonazza in viso - Come lo era lui - concluse
- Mery,ti prego! Ascoltami devi andartene da qui - le dissi premurosamente                                     
-Non posso - mi sussurrò lei 
-Oh! Mery! - urlai - Ti devi rendere conto, questa è la realtà, Hunter è morto, M-O-R-T-O! - le urlai scandendo bene le parole , incurante dei suoi sentimenti. Mi pentii subito di quel che avevo fatto,ero stato troppo dura con lei, non dovevo rivolgermi così.  
- Non puoi dirmi cosa devo, o non devo fare , la mia vita non ha più senso senza di lui, preferisco morire accanto a lui, che farne a meno, non ci sono riusciti gli altri, e non sarai, certo tu a farmi cambiare idea - le sue parole mi avevano davvero lasciata sconvolta,era impensabile che lei potesse, anche solo minimamente proggettare a 18 anni la sua morte in una maniera così sciocca e incosciente, quando c'è chi, che come mio fratello non avrebbe mai rinunciato alla sua vita, lui amava la vita, amava ogni amarezza e ogni lato positivo di essa.                                        
- Fai come vuoi - dissi girandole le spalle e andandomene infuriata,ma fui fermata dalla sua esile voce                                                                                                                
- Ah...Rose - . -La sciarpa-  disse levandosela di dosso
- Tienila - le dissi accarezzandole i suoi capelli ribelli - serve più a te che a me -.                                                           
Ritornai a casa, i miei genitori e i nonni erano già pronti per andare da zio Alfred, mancavo solo io all'appello.  Ci mettemmo in macchina, mia madre e mio padre seduti ai posti anteriori del veicolo e io e i miei nonni ai sedili posteriori. 
Zio Alfred era una persona alquanto strana, aveva due figli , che sono i miei cugini: Clavdius, più comunemente chiamato Clav e Hamabel più comunemente chiamato Hamm. Lavoravano entrambi come "guardie" della città perchè, per loro fortuna entrambi erano dotati di una corporatura massiccia. Della famiglia Gray sono la più piccola e questo non è certo un vantaggio, anzi. Venivo continuamente presa in giro e schernita per la mia "innocenza" e la mia "purezza d'animo", ma soprattutto perchè ero l'unica nipote femmina. Questo, però credo che per certi versi sia anche un vantaggio, mia nonna fin da quando ero piccola, mi ha sempre coccolata e trattata come se io fossi una delle sue figlie, mi ha anche insegnato parecchie cose : ovvero cucire all'uncinetto, cucinare , mi ha anche insegnato un vecchio gioco praticato nella vecchia  Inghilterra chiamato "Badminton".                                                
Ritornando a zio Alfred. Lui è una persona molto strana, un'artista mancato. Tanto strano, da abitare in una villa ai confini di un bosco. Arrivammo e come al solito la moglie di zio Alfred: Marizza; Ci accolse con il suo solito  falso sorrisetto crudele e mi avvertì subito che i miei cugini erano in giardino e che stavano per andare a caccia. 
- Dove state andando? - chiesi scendendo gli scalini del giardino 
- A caccia , cuginetta- rispose crudelmente Clavdius - non è per le donne, ti potresti sporcare la gonnellina  -.
-  Lo prendo come un invito - esclamai, Clavdius azzardò una risata di scherno, come se non avesse alcun rispetto di me.
- Fai così anche con le povere persone? - gli chiesi con il preciso scopo di sfidarlo e farlo infuriare - Quando vai a pignorare nelle loro case perchè non hanno soldi per pagare le tasse? feci una breve pausa - tu gli levi anche il pane dalla bocca. se necessario , gli ridi in faccia come stai facendo con me ora? - Clavdius inclinò la testa e mi sorrise acidamente
- Cacci  le unghie? -  
- Esat... - non feci in tempo per terminare che fui interrotta dalla voce calma e vellutata di Hamabel , il fratello maggiore dei due-.
- Basta voi due... se Rose vuole venire, sarà la benvenuta - disse baciandomi la mano come un galantuomo, ma non capisco perchè da poco tempo a questa parte, è come se io non fossi una sua parente, troppa formalità! - Oh...che maleducato, quasi dimenticavo, Rose,  lui è un mio collega, Chris Monal - quando entrai in giardino, ero così occupata dallo stuzzicare Clavdius che, non mi ero per niente accorta , della persona seduta sugli scalini, c'era un ragazzo dai capelli dorati e gli occhi scuri, l'avevo scambiato per Hamabel ,invece era un amico di mio cugino, sì una come loro una GUARDIA. 
- Rosamund, Chris - fece per presentarci - Chris, Rosamund -  lentamente il ragazzo mi diede un piccolo bacio sul dorso della mano mentre entrambi ci seguivamo con lo sguardo.
- La cavalleria appartiene ormai solo alle guardie, salvo te Clav- dissi con sarcasmo 
- Allora vogliamo andare? - chiese Hamm munendosi di fucile e di proiettili.
- Frena, frena - disse Clav al fratello ridendo.   Prese un corredo di coltelli e man mano li distribuì - Noi preferiamo uccidere la nostra vittima guardandola bene negli occhi, ed è anche una buona occasione per sfruttare i miei coltelli, allora... -. Non provai mai nella mia vita, tanto ribrezzo nei confronti di una persona, tantomeno per mio cugino, sà perfettamente, che è quella l'arma con qui è stata tolta la vita a mio fratello, sembra farmelo apposta, ma in effetti è così.    - Allora... -  riprese -    Coltello militare, questo lo voglio per me!assolutemente! poi...poi...poi per Rose i coltelli da lancio! - esclamò consegnandomeli - Sarai molto brava ad uccidere qualche debole preda -.Se non fosse stato mio cugino giuro che gli avrei piantato la lama del coltello che avevo in mano dritto nel cuore.
- A voi due scelta libera - comunicò.  Hamm prese un particolare coltello " Giapponese " tenne a precisare Clav e, invece l'altra guardia Chris prese due baionette e un fucile, per sicurezza.
Faceva freddo, il cielo era buio, le nuvole minacciavano pioggia imminente,ma così non fù. L'odore dell'erba e degli alberi aveva un qualcosa di inebriante e di "magico" confondeva i sensi. Mi discostai un pò dal gruppo di maschi, mi chinai . Pochi minuti prima vidi un qualcosa di voluminoso che calpestava qualche ramo per terra. Avevo imparato qualche tecnica da Kirsten, la mia migliore amica che, essendo figlia di cacciatori aveva una certa dimestichezza con le armi. Lei cercò di insegnarmi ad usare l'arco, ma i suoi tentativi fuorono un totale fallimento. 
Presi delle foglie secche da terra, le sgretolai con delicatezza fino a ridurle in minimi brandelli, poi mi alzai e il vento fece la sua parte. Con una folata potente, potetti capire che il vento spirava da ovest , e se avessi lanciato il coltello in quel momento la mia traiettoria sarebbe ovviamente stata falsata per colpa dell'azione del vento.
Feci Qualche rumore con i piedi, spostai qualche ramo,ma è come se l'animale non si fosse accorto di nulla, come se tutte le mie azioni fossero vane . Gli uomini si fermarono a guardare la mia caccia, che non stava andando molto bene. Da dietro i cespugli venivano dei piccoli mugiti, il verso di un animale . Non capii di cosa si trattava finquando il soggetto in discussione non uscì da dietro un cespuglio, era un cucciolo di cinghiale, aveva le orecchie piegate all'in giù, sembrava spaventato e perso nei boschi. Nei suoi occhi vedevo me dopo la morte di mio fratello : sola, impaurita, Persa nei boschi. 
- Dov'è la mamma piccino? - gli chiesi chinandomi nulla ginocchia - adesso vai, ti starà cercando, lo incitai ad andare. Finquando non si allontanò i miei occhi lo seguirono , quando pensai che era abbastanza lontano mi girai per proseguire con i miei cugini. Mi bloccai, e la mia pelle rabbrividì ai tremendi gemiti di dolore dell'animaletto. Non eravamo soli . 
Davanti avevo Hamabel e Clav, velocemente sfilai il coltello da mano di Hamabel, lui se ne accorse, ma troppo tardi per impedirmi di farlo. Mi girai . Il piccolo cinghiale era morto. E noi eravamo circondati sì. Da Lupi. 
ANGOLO DELL'AUTRICE: Questa è una delle storia più belle che abbia scritto din ora, la adoro, adoro la protagonista che è Rosamund o più comunemente chiamata Rose o Rosa. Come avete capite lei ha perso un fratello e nel secondo capitolo si capirà il senso di colpa che nutre nei suoi confronti. Per il resto spero che continuiate a leggere la mia storia ma soprattutto RECENSITE RECENSITE RECENSITE, LE CRITICHE SONO LE BEN VENUTE. Un bacione. Rosa
  
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