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Autore: Violet2013    29/01/2014    18 recensioni
-''Allora un manga. Sei giapponese, no? I manga li leggerai...''
-''Certo!"
-''Ok, un manga. Metti che segui un manga dal primo all'ultimo numero per, che ne so, cinque anni? E poi finisce così, nel nulla, senza una degna conclusione...''
-''Tipo senza neanche un bacio tra i due protagonisti?'', arrossì.
-''Esatto!'', rispose lei, totalmente persa nei suoi ragionamenti, ''Alla fine non ti verrebbe voglia di prendere l'autore e riempirlo di botte?''
*
New York: Ranma Saotome, artista marziale giapponese, scopre che suo padre ed il suo migliore amico Soun hanno pianificato il suo matrimonio con una ragazza a lui sconosciuta.
AU su Ranma 1/2, i cui personaggi sono trasportati in una realtà totalmente differente.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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''Davvero ritieni che esista la compagna ideale? Voglio dire, non credi che alla base di qualsiasi rapporto maturo ci sia, in realtà, un compromesso?''
Woody Allen- Stardust Memories






''Ma che coglione!"
''Buongiorno, Principessa!"
''Zitto, non mi distrarre. Muoviti! Ci fossi stata io lì l' avrei già smascherata da un pezzo! Esteban! Avanti! Il figlio non è tuo, si vede! Vuole solo farti litigare di nuovo con Paloma, ma quel bambino ha gli occhi di Ramòn!''
''Guarda che non ti sente...''
Ranma rideva della sua coinquilina che, seduta sulle sue gambe, inveiva contro il protagonista di una squallida soap opera argentina. Probabilmente, in più di due mesi di convivenza, non l'aveva mai vista tanto presa da qualcosa.
Era talmente concentrata sullo schermo da non essersi accorta delle sue braccia che la stringevano. In caso contrario, lo avrebbe certamente ucciso a mani nude dandogli del maniaco, tanto per cambiare.
Estrella, con la scopa in mano, passò dietro ai due guardando maliziosamente la nuca del codinato. Si chiedeva come mai i due ragazzi amassero tanto stare in cucina con lei, nonostante avessero a disposizione una casa tanto grande e bella. Erano seduti in bilico su una vecchia sedia in legno cigolante, davanti al piccolo televisore anni '90 che utilizzava per sbirciare le sue telenovelas preferite tra un lavoro ed un altro.
Si chiedeva soprattutto come facessero, quei due stupidi, a non capire di piacersi così tanto. Quando erano rilassati e nessuno ricordava loro che avrebbero finito per sposarsi, un giorno, sembravano già una coppia collaudata e felice.

''Estrella, levati!''
Con un movimento simile a quello per scacciare le mosche, Akane le fece capire, molto poco educatamente, che doveva spostarsi. Ranma corse subito in difesa del suo membro preferito della famiglia, che stava pulendo il pavimento proprio davanti a loro.
''E' una cafona, non darle retta! Se devi pulire qui ci spostiamo noi''
''Ho finito, Ranma... Meno male che ci stai tu aquì!''


''Ragazzi, venite a fare colazione?'', Genma si sporse dalla porta della cucina, accarezzandosi la pancia che non vedeva l'ora di essere riempita dai manicaretti preparati dalla portoricana.
''Un attimo, vecchio! La bambina deve finire di vedere i brasiliani!''
''Vuoi stare zitto? Genma, iniziate pure, io ne ho ancora per dieci minuti!''
''Eh no, niña. Ahora tu spegni quella cosa e vai a mangiare la colazione, che io no vengo a servirla due volte!''
''E va bene...''
Spense la tv rassegnata e si avviò in sala da pranzo, lasciando Ranma e la cameriera da soli.


''Ma come fai?''
''A fare cosa, bambino mio?''
''A farti rispettare così. Io non ci riesco mai, con Akane''
''Ci vuole polso y decisione. Akane è màs docile di quello che sembra, devi solo bilanciare el bastone y la carota''
''Sei un amore, lo sai?''
''Non provarce anche con me, hai già fatto danni con la tetta rifatta!''
''Ma lo sai che sembravano vere? Non erano male!''
''Ranma! Vai subito a mangiare!''
''Vado, capo, vado! Quando ti arrabbi mi fai più paura di lei...''


Si sedette accanto alla sua fidanzata e le rubò una cucchiaiata di yogurt, la giovane lo bacchettò con la mano.
''Allora, Akane. Finalmente sei tornata dal tuo papà!''
''Ti sono mancata?''
''Che domande, bimba mia. Tu mi manchi anche quando sei a scuola!'', si asciugò teatralmente una lacrima di commozione, mentre Genma lo confortava con delle maldestre pacche sulla spalla, ''Ranma, vedi di non farla arrabbiare mai più, capito?"
''Che c'entra Ranma?'', urlò lei.
''Lascialo stare, è una settimana che mi tormenta'', sussurrò il codinato al suo orecchio, ''Dice che sono un traditore indegno ed imperdonabile. Lo sono?'', chiese esitante.
''E dov'è finita la storia del vero uomo che deve fare le sue esperienze?'', chiese al padre alzando un sopracciglio.
''Beh...'', rise imbarazzato grattandosi la testa, mentre una gocciolina di sudore gli scendeva lungo la tempia, ''Che vuoi che ti dica, figliola, speravo di tranquillizzare almeno te!"
''Papà, non ti permettere mai più. Ranma è liberissimo di fare ciò che gli pare, non deve rendere conto a nessuno delle sue scelte di vita, tanto più che non siamo davvero fidanzati.''
Nabiki socchiuse gli occhi: ''Te ne rendi conto, vero?''
''Di cosa?'', chiese la sorella sbattendo le palpebre, perplessa.
''Ti rendi conto del fatto che lo stai difendendo davanti a tutti e che hai la mano posata sulla sua gamba da quando è arrivato?''
In imbarazzo, i due sedicenni si allontanarono, evitando accuratamente di guardarsi negli occhi.
''Senza contare, sorellina, che ieri sera quando sono tornata ho sentito chiaramente una voce maschile provenire dalla tua stanza, e mi sembrava una voce conosciuta...''
''Chi era, Akane? Parla, figliola! Chi è stato? Se qualcuno ha messo in pericolo la virtù della mia bambina, io...''.
Tutta la famiglia si voltò a guardare Soun, in piedi col pugno chiuso alzato in aria, mentre Nabiki, con espressione annoiata, puntava il dito indice in direzione di Ranma.





Arrivati a scuola Ranma si rese conto di quanto il passaparola fosse virale e determinante nelle scelte di vita dei giovani del Furinkan. Da quando Akane aveva avuto l'incidente con i capelli -incidente di cui non avevano ancora parlato- la moda del taglio a caschetto si era diffusa come un'influenza.
I tagli delle altre ragazze erano ovviamente solo delle pallide imitazioni del frutto del lavoro di Malcolm, il migliore parrucchiere di New York nonchè lontano cugino di Akane, ma erano comunque molto simili a quello della Tendo.
Akane raggiunse Mousse lasciando il suo caffè al fidanzato e pregandolo di non seguirla, per evitare che il codinato incorresse nelle ire del giovane ancora ferito. Il tempo di un sorso e Shampoo l'aveva raggiunto cogliendolo alle spalle, posandogli le mani sugli occhi.
''Sorpresa!''
''Ciao'', rispose annoiato. Non voleva ancora scoprire le carte con la cinesina: se avesse vuotato il sacco dicendole che sapeva tutto, probabilmente la ragazza si sarebbe vendicata su Akane, e non voleva rovinarle il Natale.
''Non mi hai chiamata ieri sera, scemone!"
''Mi sono addormentato subito, ero molto stanco''
''Già, mio padre ti avrà sfinito...''
''Non importa. Ah, ciao Hiroshi!"
Si allontanò raggiungendo l'amico, lasciandola sola in cortile. Shampoo, per niente disposta a perdersi d'animo, gli corse dietro.
''Amore! Amore, aspetta!"
''Che c'è?''
''Sei arrabbiato con me? Ho visto che sei arrivato con Akane e non vorrei che ti avesse detto qualcosa che ti ha fatto cambiare atteggiamento, sarebbe proprio nel suo stile''
''Akane non parla mai di te''
''Saotome, hai visto che schianto con quel taglio? Se l'è fatto anche Yuka ed ora mi piace ancora di più!'', s'intromise Hiroshi.
Shampoo, stizzita, strinse più forte il braccio del codinato, che invece sorrideva.
''Già... Devo dire che sta davvero bene così. Non trovi, Shampoo? Chiunque le abbia consigliato di tagliarseli ha avuto davvero una grande idea!"
''Mmh, credo...'', rispose esitante, cercando di capire dove volesse andare a parare, ''Vieni da me, oggi? Abbiamo la casa tutta per noi!''
''Non posso, devo andare non so dove con mio padre''
''E dopo?''
''Dopo andrò ad allenarmi"
''Pranziamo insieme, allora?''
''No Shampoo, sono con i miei amici'', alzò un dito per impedire alla giovane di rispondere ed autonivitarsi, ''E siamo tutti ragazzi''
''Saotome, sei proprio cattivo con questa ragazza!"
''Hai ragione, sono un mostro'', rispose annoiato all'amico salutandolo con una pacca sulla spalla e raggiungendo Ryoga.


***



''Quindi erano tutte bugie?'', lo urlò talmente forte da far girare tutti i clienti del bar.
''Esatto. Tutto. La storia di Ataru, il taglio di capelli... Tutto!"
''Povera Akane...''
''Già...''
Diede un morso alla sua ciambella mentre Ukyo gli versava dell'altro caffè.
''Ma non dovevi andare via con tuo padre?''
''Gli ho detto di raggiungermi qui, ma si sarà perso''
''E' amico di Ryoga? Anche lui si perde sempre, soprattutto qui a Brooklyn!"
''Probabile. Com'è finita dopo l'intervallo?''
Durante l'intervallo era scoppiata una lite tremenda tra Shampoo ed Azusa Shiratori, che l'aveva presa per i capelli davanti a tutti urlandole i peggiori improperi ed accusandola di aver passato una notte con il suo fidanzato, il pattinatore Sanzenin Mikado.
''Il Preside le ha separate ed ha chiamato i genitori di Azusa. Shampoo in qualche modo ne esce sempre indenne, forse perchè i suoi genitori sono così importanti. Senonchè all'uscita Kodachi l'ha trascinata nel bagno di un bar e si sono picchiate''
''Davvero?'', spalancò gli occhi.
''Giuro! Poi si è messa in mezzo Akane che era lì con Mousse dicendo che la lotta è un'arte e blablabla, alla fine Tatewaki le ha raggiunte e si è portato via la tua fidanzata''
''Cosa? E dove l'avrebbe portata?''
''A pattinare a Central Park. Per distrarla, ha detto''
''Oh'', strinse la ciambella in mano, stritolandola.
''Hey! Quella te la faccio pagare lo stesso, eh!"
''Sì, ma perchè Akane sarebbe andata a pattinare con quell'imbecille di Kuno?''
''Tranquillo Otello, c'era anche Nabiki con loro''


***


''Mi vuoi spiegare che ci facciamo qui da Tiffany? A meno che tu non voglia fare colazione: non vorrei deluderti, ma era solo un film!"
''Zitto, Ranma. Un vero artista marziale sa quando è il momento di fare l'uomo ed accettare le conseguenze delle sue azioni!"
''Continuo a non capire"
Suo padre si schiarì la voce e si aggiustò gli occhiali con il dito indice.
"Akane è la tua fidanzata e stanotte siete stati insieme, no?''
''Oh no. No, no, no, no e no!"
''Ranma, devi assumerti le tue responsabilità!"
''Deficiente d'un padre, secondo te dovrei chiederle di sposarmi solo perchè abbiamo guardato un film insieme?''
''Figliolo, ascoltami!"
''Col cavolo!''

Aprì la pesante porta di vetro della gioielleria prima che l'inserviente in giacca e cravatta potesse farlo al posto suo e prese a correre per le vie del centro, sperando di seminare suo padre che, evidentemente, doveva darci un taglio con le bevute notturne di sakè insieme a Soun.
Si fermò per prendere fiato in mezzo al parco, davanti ad un'enorme e bellissima pista di pattinaggio, al cui centro faceva bella mostra di sè un albero di Natale illuminato.
Si appoggiò alla ringhiera di recinzione che circondava la pista e prese a guardare con malinconia le famiglie che pattinavano felici, i bambini che volteggiavano sicuri e quelli che, più incerti, scivolavano lentamente sul ghiaccio sostenuti dalle loro mamme.
Per un attimo la tristezza s'impossessò di lui, mentre pensava a tutti i momenti persi con Nodoka a causa dell' idiozia di suo padre.
Il tempo di una sigaretta e la malinconia aveva lasciato il posto alla rabbia più nera.



''Ti ho detto di lasciarmi, so pattinare benissimo da sola, Mikado!''
''Ehi, non essere timida, Akane. Ti sto solo aiutando!"
''Ho detto che me la cavo da sola!'', tirò un calcio al bell'imbusto che la stava tenendo per i fianchi mentre Nabiki, a bordo pista ed impegnata a fasciare la caviglia slogata di Kuno, sorrideva maliziosa guardando Ranma che stringeva la ringhiera come se volesse polverizzarla, furente.
Improvvisamente e con la grazia di un cigno, Sanzenin prese la mano di Akane e gliela alzò sopra la testa facendole fare una giravolta, appoggiando poi un braccio dietro la sua schiena e facendola chinare leggermente, abbassandosi a sua volta ed avvicinandosi al suo viso, imitando il passo finale di un sensuale tango.
Ad un centimetro dal suo volto, Akane iniziò ad arrossire di rabbia ed imbarazzo.
''Ok, finiamola, Mikado''
''Sei sexy quando pronunci il mio nome''
''Allora non lo farò più. Lasciami, mi sta venendo il torcicollo''
''Non vuoi ricevere il tuo regalo di Natale?''
''Non c'è niente che tu possa darmi che io desideri''
''Nemmeno un bacio?''
''Solo se posso ricambiare con un calcio nelle palle''
''Sei adorabile, Akane...''
''Hai tre secondi per lasciarmi, non scherzo. Uno...''
''Che succede se aspetto fino al tre?''


''Succede che il regalo te lo faccio io, Sanzenin''
I due giovani si voltarono a guardare Ranma che, inciampando e scivolando, stava camminando sulla pista di pattinaggio, avvicinandosi ai due.
''Ranma, che ci fai qui? Non eri con tuo padre?''
''Ti da fastidio che sia venuto? Se vuoi me ne vado e vi lascio continuare''
''Lo vedi che sei proprio un deficiente? Ti ho solo fatto una domanda, idiota!''
''Sei tu che sei un'ingrata! Vengo a salvarti da questo polipo e tu...''
''Frena, salvarmi? Cosa siamo, in un western?''
''Ho capito, me ne vado, scusa!''
Si voltò e prese a camminare verso l'uscita con le mani alzate, lasciando la ragazza attonita mentre Sanzenin Mikado, come se niente fosse successo, la abbracciava e tentava di baciarla sulle guance e sul collo, schivando gli schiaffi della giovane che si divincolava.
''Fermo con 'ste mani, tu!''
''E dai, fatti dare un bacino!"


''E no!''
Tornò indietro correndo, riuscendo inspiegabilmente a non cadere sul ghiaccio, mentre Akane si posava una mano sulla fronte.
Prese il suo antagonista per il colletto del cappotto e lo alzò di qualche centimetro da terra, guardandolo fisso negli occhi.
''Saotome, che impeto! Eppure pensavo che ti facessi Shampoo...''
''Chi mi faccio o non mi faccio io non è un tuo problema, il tuo problema'', alzò la voce, ''E' chi non puoi farti tu''
''Cos'è, sei arrivato da due mesi e già metti i veti sulle donne della città? C'è una lista o un regolamento da rispettare? Magari vuoi anche dirmi cosa devo mangiare o indossare... Ah, poi dimmi se c'è qualcosa da firmare!'', lo schernì.
''Sanzenin!", irritato, lo spinse, ''Te lo dico con le buone, non dare fastidio ad Akane''
''Perchè, altrimenti che mi fai?''
''Te ne faccio pentire, credimi''
''Ora basta, finitela!", urlò Akane mentre si guardava intorno, imbarazzata. Quello scemo di Ranma stava dando spettacolo.
''Tranquilla, Akane, sistemo questo ragazzino e torno da te, splendore''
''Questo ragazzino ti farà passare un brutto Natale se non la pianti di darle tutta questa confidenza. Akane è la mia fidanzata, toccala e ti ammazzo''
Nel silenzio generale causato da quell'affermazione che aveva zittito persino Mikado, la ragazza lo prese per mano e lo trascinò fuori dalla pista, pattinando velocemente nonostante le suole di gomma delle scarpe del codinato non gli pemettessero di tenere il suo passo.



''Sei arrabbiata, eh?'', sbottò mentre aiutava la fidanzata a togliersi uno dei pattini.
''Per cosa?'', chiese lei alzando l'altra gamba nella sua direzione, per farsi togliere l'altro.
''Quindi non sei arrabbiata...'', abbassò lo sguardo, sorridendo in silenzio, mentre Akane rientrava nei suoi stivaletti.
''No, intendevo per quale delle tante cose'', chiese lei alzandosi in piedi e posandosi le mani sui fianchi, con aria severa. ''Non era il caso di fare quella scenata. Sei qui da poco e non conosci ancora gli equilibri che regolano i nostri rapporti. Mikado è così dall'asilo ed io l'ho sempre messo al suo posto, ma le nostre famiglie sono tutte legate in qualche modo, e non è conveniente metterle in imbarazzo comportandosi come animali in mezzo alla strada''
''Hai ragione, non dovevo proprio venire. Non te lo meriti''
''Ma chi te l'ha chiesto?''
''Ho sbagliato io, ok? Chiudiamola qui!"
''No, Ranma, non è ok. Non so come ti abbiano abituato le tue conquiste passate, ma con me non funziona così: nessuno può definirmi la sua fidanzata quando ha ancora la bocca sporca del rossetto di un'altra''
''Ora stai esagerando...''
''Per niente. Non m'interessa se Shampoo è la donna della tua vita o è stata solo il passatempo di una settimana, io a certe cose do ancora valore e non ti permetto di prenderti tutta questa confidenza. Va bene ridere e scherzare, ma non oltrepassiamo i limiti''
''Allora visto che sei così pura e casta forse dovresti smetterla di infilarti nella stanza da letto di uno di cui non te ne frega niente come hai fatto quella sera con la cioccolata calda, e magari anche di andare a dormire da Mousse sei sere su sette!"
''Ah non preoccuparti, non mi ci infilerò più, sta' tranquillo''
''Stiamo andando troppo oltre, me ne vado''
''Fa' cosa vuoi, io raggiungo Nabiki''


Camminando verso casa, arrabbiato e ferito, iniziò a pensare al discorso di Estrella di quella mattina, quello sul bastone e la carota.
Akane sapeva essere dolce e carina, ma il più delle volte si comportava come se fosse posseduta dal demonio. L'acidità che riversava nelle sue risposte taglienti sembrava avere consistenza propria ed il giovane era certo che, se fosse stata palpabile, sarebbe stata tossica e corrosiva.
Sapeva di aver esagerato facendo quella scenata: dopotutto Akane non era la sua vera fidanzata e non riusciva davvero a capire cosa lo avesse spinto a pronunciare quella parola che gli aveva fatto paura sin dal giorno in cui aveva capito la differenza tra i maschi e le femmine, in terza elementare.
Probabilmente, pensò, aveva preso troppo sul serio le parole dei suoi due padri sul rispetto delle tradizioni ed il futuro della palestra o, forse, era colpa dell'istinto protettivo che solo quella piccola peste riusciva a scatenare in lui, lui che appariva imperturbabile come una quercia secolare ed era sempre stato accusato da tutte le ragazze che aveva conosciuto di essere freddo, scostante e menefreghista.
Entrò nel salone dei Tendo e fu accolto da Soun e Jason che bevevano birra in bottiglia guardando una partita di football.
''Ranma, amico! Ti fermi?''
''No, grazie, devo fare una doccia. Se cerchi Nabiki è al parco con Akane''
''Ah no, tranquillo, sono qui per la tv. A me hanno staccato la luce perchè ho dimenticato di pagare le bollette''
Questi, pensò, sono gli uomini dalle cui labbra pendono le ragazze.
''Soun, come vanno i lavori al piano di sopra?''
''Siamo quasi alla fine, figliolo. Se vuoi dare un'occhiata la camera di tuo padre è pronta e la tua è già stata imbiancata. Va bene il blu?''
''E la palestra?''
''Hanno messo lo specchio al muro e stanno installando alcuni attrezzi, domani iniziano col pavimento in legno. Comunque va bene il blu?''
''Sì, grazie. Allora potrebbe essere già pronta per questa settimana?''
''Per la tua camera dipende da quando ti deciderai a scegliere i mobili...''
''Fate voi, mi fido. No, intendevo la palestra''
''Ah meno male! Credevo che il problema fosse dormire così vicino ad Akane!"
''Figurati, in passato ho dormito in grotte, capanne e stalle, chiedi a papà ed alla sua infallibilità nel travel planning!''
Inoltre non gli dispiaceva troppo incappare in una bella ragazza mezza nuda, ogni tanto.
Salutò i due e corse a farsi una doccia.
L'acqua calda lo rilassava, scioglieva i suoi nervi ed i suoi pensieri, sbrogliandoli come i fili di una matassa.
Effettivamente aveva sbagliato su tutta la linea, con la sua non-fidanzata.
E voleva farsi perdonare, per tutto.

Uscì dal bagno con indosso solo un telo bianco legato in vita e s'imbattè in Estrella, che immediatamente si coprì gli occhi con entrambe le mani.
''Ahi, Diòs mio! Copriti, Ranma! Sono troppo vecchia per vedere certe cose!"
''Giusto te cercavo!"
''Sì, ma vestiti! Mi fai fare certi pensieri, e... Potresti essere mio figlio, no! Vergogna, mettiti un pantalone!"
''Sono irresistibile, eh?''
''Spero che sia tutto proporzionato al tuo ego, lì sotto, senò povera la mia bimba che delusione che le darai...''
Senza parole a causa della sfacciataggine della cameriera e nell'imbarazzo più nero le fece segno di aspettarla e corse in camera a mettersi una tuta, raggiungendola dopo pochi secondi.
''Vado bene così?''
''Mi sento mucho meglio. Dimmi tutto corazòn''
''Hai presente la faccenda del bastone e della carota?''
''Quale carota?''
''Non fare battute sconce, che sono minorenne. Quella carota''
''Hai esagerato con el bastone y devi bilanciare con la carota, vero?''
''Bravissima. Che faccio?''
''Devi fare come fece Esteban dopo che Paloma aveva scoperto che l'aveva tradita con Carmen''
''Cioè uccidere suo fratello e vendere la fattor...Hem...''
Tossì rumorosamente, facendosi morire le ultime parole in gola. Lui era un uomo, non doveva saperle quelle cose. D'ora in poi sarebbe passato da Estrella solo dopo la fine delle trasmissioni preferite della sua amica. Magari prima di mangiare avrebbe fatto delle flessioni o si sarebbe fatto la barba, invece che perdere tempo in cucina come una donnetta.
Sì, si sarebbe decisamente fatto la barba.
''No, burro, intendo corteggiarla come facevi el primo giorno''
''Ma il primo giorno che l'ho vista ho provato a rubarle in camera e le ho detto che era piatta come una tavola...''
''Ahi povera Akane mia, che maledizione che porti sul capo...", bisbigliò, baciando la piccola croce appesa al rosario che portava sempre al collo.
''Hey, guarda che ti sento! Io non sono una maledizione. Ho tanti pregi, io''
''Fame un esempio...''
''Ecco... Sono bello... Poi... Forte, sì...E virile! Molto virile. Sono un vero uomo, un principe azzurro dagli ideali cristallini che trasuda forza e mascolinità e...''
''E... Como dite voi? Scemitudine?''
''Eh no, scemitudine non si dic... Ma, hey!"
''Ranma, devi trattare bene quella ragazza, che ha già tanta tristezza nel cuore da sola, specialmente sotto Natale. Trattala come vorresti essere trattato tu e fai un gesto carino, ogni tanto"
''Ma io ci provo ad essere carino, oggi ad esempio...''
''Lo so, so già tutto, señorina Nabiki mi ha mandato un video sul cellulare di quella scenata che hai fatto al parco. Molto ridicolo. Molto.''
''Dici molto molto?''
''Stamattina facevi lo scemotto con quell'altra e poi ti sei messo a fare el fidanzato mafioso''
''Ma tu come fai a saperlo? E poi non facevo lo scemo... E Akane non mi ha visto"
''Certo che ti ha visto, ed anche io. Mousse me ha mandato una foto di te e la ragazza facile avvinghiati''
''Ma tu chi sei, Gossip Girl?"
''Niño, tu sei bello e anche buono, ma non fare el cretino con Akane o la perderai per sempre. No hai idea della testa dura che ha quella ragazza! E por favor tieniti i pantaloni addosso che senò quella carota te la metto nel minestrone"




Quella sera, dopo mezzanotte, il bastone e la carota si incontrarono sul terrazzo di casa Tendo, al terzo piano.
''Che ci fai qui al freddo?''
''Mi sembrava di avertelo detto, Ranma. Questo è il mio posto segreto. Tu, piuttosto...''
''Volevo vedere a che punto fossero i lavori. Hai già dato una sbirciata?''
''No, non volevo invadere la tua privacy''
''E' pur sempre casa tua''
''Nostra''
''Grazie... '', replicò sorpreso.
Per la prima volta in vita sua poteva dire di avere una casa. Era una sensazione del tutto nuova ed elettrizzante, specie in quel momento, quando si era sentito finalmente legittimato a pestare i costosi pavimenti in marmo dell'appartamento dei Tendo senza sentirsi uno scroccone come suo padre.
Forse avrebbe potuto comprarglielo, un regalino in gioielleria. Magari non un anello di fidanzamento, quello no, ma una delle parti del corpo di Akane che preferiva era lo spazio tra il collo e le clavicole, sarebbe stata ancora più graziosa con un ciondolino pendente.
''Scusami per la scenata di oggi... Sono stato... Devo smetterla di vedere quelle porcate in tv...''
''No, scusami tu per essere stata così acida, avrei dovuto star zitta ed apprezzare il tuo aiuto''
''Non arrabbiarti per Shampoo, è finita, lo sai...''
''Non ne avrei comunque nessun diritto, no?''
''Beh no, tu- tu non sei veramente la mia...''
''Esatto. Hanno deciso i nostri genitori e noi...''
''Noi non siamo d'accordo''
''Già...''
Sospirarono a lungo.
''Akane...''
''Sì?''
''Possiamo considerarci almeno amici? Sarebbe un buon compromesso, credo...''
''Amici...Suona bene, sì!''
''Amici''
''Amici!''
Si sporse e la baciò.







I capitoli che impiego più tempo a scrivere sono quelli che mi piacciono di meno, scusatemi se è stato un po' deludente (ultima riga esclusa), ma c'erano talmente tante cose in ballo che non sapevo da dove cominciare!
Come sempre grazie per il tempo che dedicate ai miei deliri e per le vostre bellissime parole!
Alla prossima e scusate il ritardo!





























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