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Autore: lalad5    29/01/2014    2 recensioni
È passato un po' di tempo da quando Moonacre è stata salvata, ma il male è tornato a fare il suo gioco nell'ombra. Un ragazzo apparso dal nulla che viene accolto come un figlio, mentre qualcun altro lo disprezza apertamente per motivi di cuore. Segreti nascosti nella trama stessa della storia che non andrebbero mai rivelati. Non ci si può fidare di nessuno. Moonacre è in pericolo ma non sa di esserlo.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maria Merryweather, Nuovo personaggio, Robin De Noir
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Quel giorno le ombre oscuravano in maniera sinistra 
la Valle. Robin De Noir camminava lentamente, assaporando l'aria fresca che gli entrava e usciva dai polmoni. Aveva calmato i suoi bollenti spiriti già da un pezzo e la sua non era una meta che aveva scelto a cuor leggero. Quando la raggiunse rimase come sempre stupito di quella piccola costruzione. Era un quadrato lungo un paio di metri, sormontato da una statuetta di marmo completamente nera raffigurante un angelo alto una cinquantina di centimetri. Il contrasto tra la lastra di marmo bianco, le scritte in oro e la statuetta era tale che pensandoci nessuno avrebbe pensato che quegli elementi insieme sarebbero stati in armonia, tantomeno collocati in un angolo di bosco, quasi sul punto più alto, col rumore di un fiume e di una cascata in sottofondo. Paradossalmente però era proprio la sua diversità a renderla parte dell'ambiente. Era il suo piccolo angolo di paradiso. Ma quella era una costruzione commemorativa. In piccoli ma eleganti caratteri vergati in oro c'erano incise soltanto un nome, la data del decesso e poche parole dedicate al defunto, cariche però di significato. "Al piccolo Thomas, possa il vento portare la tua anima lontano, sui monti che tanto hai amato". Si, Thomas era davvero piccolo quando era morto, uno scricciolo di dieci anni, morto troppo presto stroncato dalla malattia. Passava le sue giornate a fissare i monti che si vedevano all'orizzonte sognando di poterci andare un giorno, ma ben conscio che non ce l'avrebbe mai fatta. Quando era diventato troppo malato persino per stare alla finestra amava farsi raccontare dal ragazzo storie che inventava sul momento, storie d'amore, altre d'avventura, altre ancora storie d'amicizia e di coraggio, ma sempre con protagonista le montagne che tanto aveva osservato, che facevano a volte da padrone, altre da tiranno e alcune da padre amorevole, sognando di essere uno di quei personaggi, pronto a vivere, non a spegnersi in quella prigione indegna che era diventato il sul corpo. Alla morte Robin aveva creato con le sue mani il posto dove potesse essere felice in eterno, dove avesse potuto sognare ancora. Thomas era stato il suo segreto, nessuno aveva mai saputo della sua esistenza, perché il piccolo era prezioso, aveva salvato un cuore che stava rischiando di perdersi. Era stata l'ancora di Robin. Trovato in una notte profonda durante il giro in cui era di ronda l'aveva portato con se, cercando di alleviare le sue sofferenze per quanto fosse possibile, accudendo lo dandogli tutto di cui necessitava: affetto e speranza. 
Gli venne in mente una frase di Pirandello nella commedia "All'uscita", che lui in quel momento considerò buffa in maniera grottesca: << Le tombe non sono fatte per i morti, ma per i vivi. >>
Chi muore, semplicemente muore e dice addio.
Se ne va, senza sapere cosa si lascia alle spalle.
Chi resta soffre, ricorda brevi istanti,flash, ma anche bei momenti passati, che lasciano un sapore agrodolce, qualcosa di bello si, ma che fa male. Si, perché fa male pensare che non importa quanto tu stia soffrendo, quanto la voglia di urlare ti laceri il petto, quanto gli occhi brucino o quanto forte sia la voglia di tornare indietro, cambiare qualcosa, dire qualcosa in più, dire qualcosa in meno, abbracciare di nuovo o essere. Niente di tutto ciò cambierà il corso degli eventi. È vero si, chi è andato è andato, ma quello che rimane sono i ricordi, i desideri, le speranze e la sofferenza. Quelli non vanno via. Certo, ci sono momenti in cui qualcosa passa in primo piano, ma la perdita è lì, pronta a tornare e fare più male nel buio della notte, quando vittime e carnefici si rincontrano, demoni e angeli escono allo scoperto in una cacofonia di suoni e colori che non fanno trovare un riparo. 
Appena si rimise in piedi facendo scricchiolare la ghiaia sotto i pesanti stivali gli riecheggio nella testa l'inno vecchio stampo di John Mellencamp, che ai concerti gli spettatori ascoltavano agitando gli accendini; gli era sempre piaciuta quella canzone, ma solo in quel momento capì cosa significasse.
Adesso avrebbe preferito che fosse ancora così.
Life goes on... long after the thrill of living is gone...
La vita continua... anche dopo che è passata la gioia di vivere... 

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Spazio autrice 
Okay, un paio di chiarimenti. In primis come avrete notato è un capitolo un po' diverso dal solito, sia perché è al passato sia perché non c'è punto divisa ma è raccontato in terza persona. Il motivo di queste scelte di stesura è molto semplice: ogni tanto un cuore di ghiaccio come il mio si scioglie e decide di partorire un capitolo così emotivo. La figura di Thomas è una figura particolare, che forse comparirà in qualche altro capitolo in brevi accenni, ma devo ancora pensarci. Penso di aver finito con i chiarimenti, se qualcosa non vi è chiaro chiedere pure. Un bacio, a presto.



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