CAPITOLO TERZO
Era la mattina dopo la sfilata e tutti i tributi si trovarono per la prima volta nella stessa stanza, in riga davanti a un gruppo di strateghi. -Benvenuti tributi speciali, questo è il primo giorno di addestramento-Lo stratega al centro mosse il braccio

all'indietro e la fila si ruppe mostrando hai ragazzi un salone grigio diviso in settori:da un lato delle spade erano appoggiate ad un rialzamento quadrato dedicato ai duelli, più lontano c'era uno spazio delimitato da pareti di vetro dedicato al tiro con

l'arco, accanto a quello un'altro spazio per il lancio dei coltelli e molti altri -Qui potrete allenarvi in ogni tipo di combattimento o metodo di sopravvivenza dal corpo a corpo al lancio dei coltelli alla costruzione di trappole-. I tributi si guardarono incerti si

chi dovesse fare la prima mossa, senza farsi molti problemi Jace e Isabelle tirano fuori dalle loro tute da caccia le spade angeliche invocando i loro nomi e si posizionarono nel rialzamento per esercitarsi -Credi che ci faranno portare le spade dentro?-

Chiese Isabelle mentre di riscaldava -Non lo so spero di si- Rispose il biondo, non aveva parlato ,se non strettamente necessario, da quando avevano fatto la sfilata Clary gli mancava molto e l'idea di non vederla per così tanto tempo lo rendeva

piuttosto irrequieto. Gale si precipitò nella stanza per il tiro coll'arco, era già sicuro che avrebbe mostrato quello agli strateghi, gli ricordava casa, prese l'arco e si richiuse la porta alle spalle.Chiuse gli occhi e immagino gli alberi attorno a lui ,l'aria

pungente del distretto 12 d'inverno, il passo silenzioso di Katniss che lo seguiva con la freccia già incoccata. Tiro una freccia per la sua famiglia, un'altra per i ragazzi che non sapevano a cosa andavano in contro, un'altro per Katniss e l'ultimo per se,

per ricordare. Riaprì gli occhi ed uscì dalla stanza senza nemmeno guardare i due ragazzi del suo distretto che lo guardavano a bocca aperta. -È forte quello- Disse Orion a Helen mentre parava un dei suoi pugni deboli -Ma non ha i poteri che

abbiamo noi, se solo volessi potresti farlo sprofondare nella terra anche adesso- -Ma non voglio e tu lo sai e poi non credo che usare i nostri poteri sia leale, insomma tu sei una Dea!- Sentendo quella parola Percy e Clarisse si girarono -Hey voi due-

Li chiamò Clarisse -Credo che noi quattro abbiamo qualcosa in comune- Disse guardando Orion negli occhi, i riccioli glieli ricoprivano leggermente ma si poteva comunque vedere il luccichio di rabbia che ci brillava dentro -Noi non abbiamo nulla in

comune con voi- Percy si intromise -A no? Famiglie disastrate, scuole distrutte , persone care morte per voi.Siamo uguali solo che noi abbiamo trovato un modo per vivere in pace prima di voi- -Orion hanno ragione, non c'è bisogno di essere così

scontrosi- Sussurrò Helen a Orion -Io sono Helen della casa di Atreo e lui è Orion della casa di Roma, voi?- Chiese sorridente, Percy e Clarisse si guardarono basiti -Ma quali case? Io sono figlio di Poseidone e lei di Ares- I quattro si guardarono

perplessi -Sono strani questi Newyorkesi- Mugugnò Orion grattandosi la testa -Comunque vi ho visto combattere abbiamo uno stile di combattimento simile credo che sia una cosa che accomuni tutti noi semidei-Disse Clarisse -Credete che potremmo

fare un'alleanza nell'arena?- Helen si sedé per terra -Ma non c'è un solo vincitore?- -Non importa uno vincerà non c'è bisogno di farsi troppa guerra una volta fuori potremmo anche essere amici- A quella affermazione Gale non poté far ameno di

alzare l'angolo del labbro per accennare un sorriso nessuno di loro sapeva a cosa andava veramente incontro. La mattinata era finita, tutti tributi si recarono alla mensa per poi ricominciare l'allenamento. I semidei e discendenti stavano cominciando

a legare quindi si sederono in un tavolo separati da tutti per trattare di tattiche di combattimento, Isabelle si sede con i divergenti e chiacchierò con loro del più e del meno tutta l'ora, lei era sempre stata brava a fare amicizia forse perché era bella

e tutti volevano la sua compagnia ma anche Jace era molto bello eppure non era felice, rimase in piedi a scrutare i suoi nemici senza mangiare nemmeno una briciola di pane -Jace perché non siedi con noi?- Provò a convincerlo Isabelle con un ampio

sorriso -No sto bene qui-. I piccoli tributi del distretto 12 si sederono accanto al principe e la principessa che però sembrarono non aver nessuna voglia di socializzare con dei bambini -Credi che ce la faremo?- Chiese Madge all'altro ragazzo di cui non

conosceva nemmeno il nome, non gli interessava chi fosse o da dove venisse uno solo avrebbe vinto -No- Rispose lui risoluto. Madge si fermò a pensare a quello a cui andava incontro: un'arena mortale con 22 dei più potenti e abili combattenti del

mondo,perché li aveva visti con quelle lance spade e archi avrebbero potuto distruggerla in mille pezzettini anche li in quel momento se solo avessero voluto e forse sarebbe stato meglio di vivere quei pochi giorni che le rimanevano sapendo che la

sua famiglia avrebbe visto la sua morta in diretta insieme ad altre milioni di persone.


ANGOLO AUTRICE 
lo so lo so questo capitolo fa schifo ne sono consapevole.. ho perso l'ispirazione..
se anche il prossimo capitolo viene di schifo come questo cancella storia 
love ♡ golden