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Autore: Juuri    29/01/2014    4 recensioni
Un fascio di lettere - di lui, di lei, di entrambi.
Gestite come pagine di diario, custodite nei cassetti, nei bagagli, sotto il cuscino, tra le pagine di libri ingialliti dal tempo.
Nascoste agli occhi indiscreti del destinatario, e custodi silenziosi dei pensieri che mai sarebbero stati detti.
Ma le frasi contenute su quella vecchia pergamena esprimono molto più delle parole, e James e Lily lo sanno.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Il problema è che lei non è Evans

16 novembre, 1977.

Felpato,
hai presente quando, svegliandoti la mattina, ti accorgi che il tuo mondo sta cadendo a pezzi?
Non c'è niente a premeditarlo, nessun avvertimento, nessun enorme cartello con su scritto “Ehi, spostati”.
Semplicemente, arriva il Bolide e ti colpisce. Non senti nemmeno il fischio da cui è solitamente tradito. Ti ritrovi lì, disteso a terra e con un braccio rotto, prima ancora che tu capisca come ci sei finito.
Ed è una sensazione orrenda.
Più o meno è così che mi sono svegliato, quando ho realizzato che sto buttando i miei anni ad Hogwarts e la possibilità di stare con lei. Quando l'ho vista con quel tipo, o con qualsiasi tipo che non sia io. Quando le ho detto di cominciare a vivere, e lei ha vissuto. Mi ha ascoltato.
Perché ha ragione: sono un idiota.
Hai presente quando Mocciosus le ha dato della sporca mezzosangue?
È stato lì che ho deciso che non sarebbe più accaduto. Che nessuno, Serpeverde o meno, l'avrebbe più chiamata in quel modo.
Perché Evans non lo merita. Perché Evans è l'unica, tra queste idee di purosangue, di pregiudizi e di false credenze, che è riuscita a ricostruire la sua vita tra le mura che ci hanno cresciuti.
Questa è la sua casa, è la mia casa. È la casa dei Malandrini.
Ha più diritto lei di star qui che tutta quella massa di Serpeverde.
E sai che c'è?
Ho mollato McMillan.
E sta zitto, fratello. Levati quell'espressione dalla faccia e quel ghigno annoiato.
McMillan è carina, simpatica, divertente. Ci sono stato bene, davvero. Ma quando il Bolide mi ha colpito (metaforicamente parlando: un Bolide che colpisce James Potter?) mi sono accorto di quale presa in giro fosse tutta questa storia.
Il problema, Felpato, è che lei non è Evans.
Il problema è che i miei pensieri fissi ritornano al solito punto, alla solita persona, irrefrenabili.
Il problema è che quando mi supera tra un angolo e l'altro, senza degnarmi di uno sguardo, mi sembra di impazzire.
Il problema è che non risponde più alle mie provocazioni. Si alza, semplicemente, e va via.
Niente più quel tono sprezzante con cui pronunciava “Potter”, niente più quegli occhi chiari che si alzavano in un esasperato sospiro, niente più battibecchi continui.
Compare nei sogni e prende vita quando mi risveglio, con la consapevolezza che sarà un'altra giornata invisibile.
Odio sentirmi invisibile davanti a lei.
La conosco meglio di quanto lei stessa si conosca. So quel che sta facendo senza neanche guardarla. 
Me ne accorgo di quando è arrabbiata, e i suoi capelli acquistano le sfumature del sangue, e il colore dei suoi occhi si indurisce.
E non passerà un altro giorno senza che lei sappia che io sono qui.
Domani schianto il tip... - ah, no, poi dice che sono infantile.

Perché le ragazze devono essere sempre così complicate? 

Angolo.
Mi scuso per l'estremo ritardo, ma non riuscivo ascrivere questo capitolo e mi ha preso una vita.
Non so nemmeno come mi sia uscito, a dire il vero, e mi terrorizza l'idea di finire nell'OOC.
E la cosa assurda è che ho già scritto l'ultimo e... uhm, spero di uscirne viva.
Juuri.
  
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