Il mare
continuava ad incresparsi in tempesta. Le onde continuavano ad alzarsi e ad
ingrandirsi ogni minuto che passava, scagliandosi contro la spiaggia sabbiosa
alzando schiuma, acqua e sabbia bagnata. Il vento soffiava forte ed impetuoso
come la stessa distesa d’acqua salata con cui si univa scatenando una tale
furia di tipo meteorologico. Alzava dal mare certi sbuffi d’acqua da creare dei
piccoli vortici delle dimensioni di una piccola imbarcazione.
Gamzee
era li. Affacciato alle finestre del suo hive. Di
certo uscire non era fra sue priorità quel giorno. Le finestre tremavano per le
raffiche di vento e gli spiragli d’aria fischiavano facendo temere al povero
troll una qualche infestazione di spiriti maligni o altre cose simili. Inoltre
il celo nuvoloso fra tuoni e lampi e cavalloni che si abbattevano rumorosamente
fuori dal suo hive davano al tutto un tocco molto
macabro, quasi da film horror di vecchia data.
Nonostante
ciò Gamzee continuava a guardare fuori, seppur
impaurito, con i suoi occhi dorati pieni di speranza in quel momento.
Continuava a pensare e a sperare che qualcuno venise
a fargli compagnia in quel momento di paura.
Aspettava
il suo guardiano da così tanto tempo … che continuava ad illudersi che sarebbe
tornato almeno quella volta.
Almeno per
rassicurarlo.
Quindi
stette li. Con gli occhi piantati verso l’orizzonte in tempesta, la mano
sinistra che reggeva una torta di sopor slime e la destra che faceva avanti ed indietro dal piatto
alla bocca del troll, portando ad ingerire pezzi sempre più grossi per l’ansia
crescente.
===> sii Gamzee.
È la volta
buona. Te lo senti.
Non può
mancare anche questa volta, altrimenti le sue promesse sarebbero state vane.
Ancora.
Quasi quasi non ricordi neppure che cazzo di aspetto abbia. Certe
fottute volte ti verrebbe da fracassare qualche cranio contro la parete per
quanto ti faccia incazzare e soffrire la sua assenza. Eppure sei sempre
convinto che torni. Stai li col tuo solito nefando sorriso da cannato
aspettando che torni… e facendoti alle volte anche certi viaggi mentali.
Lo ricordi.
Lo ricordi bene quando lo intravedi, quelle rarissime volte che viene a
trovarti. Ricordi quante feste gli fai.. e ricordi anche quando se ne va…
quelle diverse volte che per poco non annegavi per inseguirlo mentre scompariva
in acqua… e lui irritato tornava indietro e ti salvava per poi andarsene una
volta che ti aveva depositato sulla spiaggia.
Per un
attimo il tuo sorriso da cretino svanisce per poi ritornare quando quoti la
testa scacciando via quei pensieri. Non dovresti pensare a cose tristi!
Altrimenti quando verrà ti troverà demoralizzato si arrabbierà. Perché
lui vuole sempre trovarti di buon umore, il tuo guardiano. Tuo padre per quel
che ne sai.
Salti per
aria come un rincoglionito quando senti bussare alla porta.
Chi è quel cazzone che viene a trovarti a quest’ora?! È anche
abbastanza tardi…
Con passo
esitante ti dirigi verso la porta… e sempre col tuo nefando elisir in una mano,
ti servi dell’altra per aprire la porta, piano e cauto.
Quando la
apri abbastanza da permettere ad uno spiraglio d’aria di entrare in contatto
con le raffiche di vento fuori… la porta si fa miracolosamente più pesante da
reggere! Si apre con uno scatto ed il vento che entra ti fa chiudere
momentaneamente gli occhi, ti fa portare un braccio d’avanti a questi e ti
scompiglia i capelli già di loro natura fottutamente scombinati.
Quando apri
un minimo gli occhi ti ritrovi a spalancarli dallo stupore.
Fefsis
era li in piedi sulla soglia della porta. Con un braccio si reggeva un fianco,
dalla quale del sangue rosa le rigava la pelle e le macchiava la maglietta, e
l’altro braccio lo teneva a penzoloni, come se fosse esausta. Inoltre era anche
fottutamente bagnata come se fosse appena uscita dall’acqua.
Alzò il
capo e ti guardò con occhi pieni di dolore, ma non era affatto dolore fisico
per la ferita di cui tu ti preoccupi.
Disse
semplicemente
<<
posso entrare? >>
non dici
nulla. Rimani a fissarla perplesso e confuso per un altro paio di secondi a poi
ti fai da parte, facendo di si col capo.
Fefsis
non riesce a fare 4 passi dopo che hai chiuso la porta alle vostre spalle , che
la vedi barcollare in un momento privo di equilibrio, per cui le vai alle
spalle e la sorreggi per un istante.
<< hey hey… che ti succede, dobbiamo
fare miracoli sis? >>
ridacchi
ancora un po’ stonato dalla botta di slime che hai
ingerito fino a poco fa.
lei si
volta, ti guarda negli occhi e accenna ad un lieve sorriso.
<<
non sarebbe male >>
aggiunge in
tono spezzato.
La fissi
decisamente più preoccupato di prima e la fai sedere su una sedia, posando la
tua torta di sopor slime
sul tavolo accanto.
<<
che succede sister?? >>
ti
inginocchi d’innanzi a lei, incuriosito dalla sua fonte di dolore fisico.
Quando lei toglie la mano tu vedi uno squarcio nel suo fianco. Del cazzo di
sangue rosa iniziò ad uscirle più denso dalla ferita… tu la guardi negli occhi
ancora una volta, cercando spiegazioni.
Lei ti
guarda, si asciuga velocemente una lacrima che prima non avevi scorto nel suo
viso, poco prima a causa della tua confusione mentale.
<<
non è nulla… speravo di riuscire a nuotare meglio ma poco prima di arrivare a
riva sono finita su degli scogli… e vista la corrente che c’è per ora mi è
andata anche bene… >>
<<
perché una pesciolina come te dovrebbe uscire con un
tempaccio del cazzo come questo? >>
<<
stavo andando da Sollux… diceva su pestrechum che aveva una cosa importante da dirmi… >>
boom.
Colpito e affondato cazzone. Tu ti alzi portandoti le
mani ai capelli, comunque preoccupato per lei anche se l’ansia ed il dolore
psichico che provavi ti avevano preceduto. Ti volti e cerchi qualcosa che possa
in qualche maniera far sparire quel cazzo di sangue che continuava ad uscirle
dalla fottuta ferita.
<<
anche se temo di sapere già cos’ha da dirmi … >>
continua
lei deglutendo.
Ti volti un
minimo, incuriosito.
Ed infatti
la continuazione della sua affermazione arriva presto.
<<
nella sua camera rossa c’è Aradia… non ci sono io…
non ci sono mai stata… mi trovo prigioniera di un quadrante che è già occupato…
>>
ti chini
verso di lei e le alzi il viso asciugandole le lacrime.
<< hey, hey… non fare così sis… una volta qualche cazzone ha
detto che la speranza è l’ultima fottuta cosa a morire… >>
detto
questo le regali uno dei tuoi soliti sorrisi da stonato. Lei ti guarda,
girandosi e rigirandosi gli occhialini fra le mani.
<<
non è una speranza… Nepeta me l’ha confermato… è una
delle sue ship preferite… inoltre lo sanno quasi
tutti… mi sento un peso come non mi sono mai sentita… e detesto sentirmi così…
non sono io questa… non posso >>
tu stai li
e la fissi inerme. Non hai parole per consolarla, non hai esperienze da
condividere. Non hai “confidenza” come dice tavbro. È
come se ti affacciassi dalla finestra e vedessi una pioggia di meteore che si
stesse per abbattere contro il suolo… e tu stai li come un cazzone
e ti senti fottutamente inutile.
Così
sospiri, sorridi nuovamente ma stavolta con un sorriso più strano del solito.
Le baci una
guancia e lei ti fissa perplessa e confusa, arrossendo del colore del suo
sangue, così ridi piano e dici
<< d’aww non fare così sister, solo
lascia che il clown cazzone qui presente si prenda
cura di te con un bell’abbraccio! >>
così
l’abbracci e lei ricambia il gesto e… non ne sei del tutto sicuro ma percepisci
il suo sorriso.
Una cosa
era certa però.
Il tuo non
sarebbe svanito per un po’ anche solo pensando a quell’abbraccio.
// ommioddio… sta venendo una cosa tanto fluff da fare schifo … l’idea non mi piace e mi sembra che stia trascinando tutti un po’ nell’ OOC. . . mi piacerebbe solo sapere se la storia vi stia piacendo, altrimenti mollo tutto e chiudo qui. Ad ogni modo… riferimenti a meteore fuori dalla finestra puramente casuali :o)