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Autore: heartrouge    30/01/2014    0 recensioni
Louis,è un ragazzo dal doppio volto:con gli amici si comporta da bullo,fa il duro ma non per sua stessa natura,solo per il semplice fatto di essere accettato.Nel suo piccolo non è così ed è un ragazzo come tanti altri,semplice,amante delle piccole cose. Da tempo,si porta con sè un terribile passato che lo traumatizzò da quand'era piccolo. Si chiuse in se stesso,non voleva parlarne con nessuno.Ma il destino volle,seppur dopo anni,che lui faccia i conti con i suoi problemi che da adolescente lo afflissero.Il dolore,il disprezzo verso se stesso...Una donna e un bambino entraranno nella sua vita,la stravolgeranno.Affronteranno insieme ogni problema,vincendo su tutto con la forza dell'amore
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7 “Louis svegliati!Daiiiii!Forza!Sei più dormiglione tu che io”sentii la vocina di Simon urlarmi proprio sull’orecchio mentre saltava sul materasso con le scarpe da ginnastica ai piedi mentre mi scuoteva. Lo presi per i fianchi e iniziai a fargli il solletico e lui mi supplicava di smettere. Andammo a fare colazione con pancakes e sciroppo d’acero e mentre ci pizzicavamo le guance a vicenda per dispetto,suonò il campanello. Non sapevo quale fosse il suo nome ma sapevo bene chi era:l’uomo della notte scorsa che sorpresi insieme a Desiree. Aprii la porta,lo guardai con sguardo freddo. Silenzio. Non sentendo più nessuna voce,i piedini di Simon toccarono il pavimento e lo sentii arrivare alle mie spalle. Aveva lo sguardo spaventato,confuso,i suoi luminosi occhi verdi si spensero e si colorarono di un verde scuro intenso che trasmetteva paura,quasi tremava tutto quando lo vide. Gli misi attorno un braccio come per proteggerlo. Il mio sguardo si incupì quando incontrò quel tipo. “Figliolo,non saluti papà eh?!Andiamo su,mamma ci aspetta” e la sua bocca si piegò in una smorfia. Simon si fece piccolo piccolo contro di me. Lo squadrai capo a piedi.Lo potevo osservare da vicino ora:occhi azzurri quasi trasparenti,un orecchino sul lobo sinistro,capelli neri scompigliati e così tanti tatuaggi. “Ciao papà” “Ehi che entusiasmo!Ahha.Emh…Non ci siamo ancora presentati,io sono il papà di Simon,lei è…” “Louis. Louis Tomlinson” Un lungo,lunghissimo silenzio cadde tra di noi. Schiuse appena le labbra come se volesse dire qualcosa ma non lo fece. Poi disse “Quel Louis..”sussurrò quasi a se stesso “Bhe,piacere di conoscerla..”mi disse diffidente. Nelle sue parole mi sembrò che avesse già sentito pronunciare il mio nome perché cercava in tutti i modi,ora,di evitare il mio sguardo fermo su di lui. Mi strinse la mani forte,come se mi volesse mettere sull’attenti. E no!Qui quello che doveva stare attento era lui. In quel momento,arrivò alle spalle di lui Desiree e Simon,che finora era rimasto avvinghiato alla mia gamba come fosse edera,si staccò da me e corse tra le braccia della mamma. Desiree lo abbracciò forte e gli disse qualcosa,tanto che adesso il piccolo voleva allontanarsi da lei,si dimenava. Era impossibile capire cosa gli avesse detto:aveva parlato troppo piano e io non riuscii a decifrarne nessuna parola. “Vi volete dare una mossa!Cazzo” e li guardò prima di andarsene verso la sua macchina. Come scossa,Desiree prese in braccio Simon,e imbarazzata,direi piuttosto vergognata,timidamente mi chiese: “Possiamo entrare?Giusto per prendere…” La interruppi “Sisi,certo. Entrate” e chiusi la porta dietro di loro. Mise giù Simon. “Ma mamma…” “Tesoro..dobbiamo sbrigarci” Simon abbassò lo sguardo e le lacrime iniziarono a scendere sul suo viso “Il mostro è tornato” Abbassò leggermente la testa continuando a piangere. Desiree non riusciva a non mantenere il suo sguardo col mio e aggiunse “Amore di mamma” e gli accarezzò una guancia “Presto finirà tutto,adesso vai a prendere le tue cose che andiamo via” “Bugiarda!!” le urlò contro “Hai sempre detto così,ma non è ..”Qui gli si strozzò la voce,e con una mani si strofinò gli occhi inumiditi dalle lacrime. Desiree provò ad avvicinarsi a lui,ma Simon si voltò di scatto e andò in salotto a prendere i giocattoli lasciati in giro. Guardandola mi si spezzava il cuore: per quanto fosse evidente che stava soffrendo,si girò verso di me forzando un sorriso. ‘Emh..immagino abbia sporcato anche i vestiti” “Si,è così” “Fortuna che gli ho fatto portare una tuta di ricambio” Non sapendo cosa dire,le feci segno di seguirmi e la portai in camera. “Scusa ma ci eravamo svegliati da poco,il letto è sfatto..” e smossi le coperte alla ricerca del pigiama di Simon. “Eccolo qui” Lo prese e incominciò a piegarlo,d'altronde come tutte le mamme farebbero,nervosamente. Sbuffò e lo lanciò contro il letto. Si portò una mano alla bocca e scoppiò un pianto liberatorio. Senza pensarci su,la strinsi a me. Si fece piccola contro il mio petto. Le accarezzai i capelli. “Ti prego,dimmi come posso aiutarti” le sussurrai all’orecchio. “Stringimi più forte” Detto fatto:l’abbracciai più forte cingendole la vita. Rimanemmo così per qualche minuto senza dirci nulla finché non si accinse a dire qualcosa: “Oggi,più tardi,il giudice deciderà a chi affidare il bambino…con tutte le conoscenze che ha il mio ex può portarmelo via tranquillamente. Ho troppa paura,non voglio che accada,non voglio”confidò e strinse in un pugno la mia maglietta. Arrivò Simon e abbracciò la mamma chiedendole scusa. “Non importa,ti capisco” Suonò il clacson di auto. Quel mezzo sconosciuto,oramai,aveva perso la pazienza ad aspettare. Sciolse l’abbraccio,lentamente,come se volesse guadagnare tempo e velocemente prese le ultime cose e raggiunse Simon nell’altra stanza. Andarono verso l’uscita,e io li seguivo. Alla porta mi abbassai all’altezza di Simon e gli dissi: “Fai il bravo campione” e gli scompigliai i capelli “Quando torni ti porto con me agli allenamenti,ok?” “Sii!!” esultò e mi abbracciò forte. Mi tirai su e sorrisi a Desiree cercando di rassicurarla. Lei abbassò lo sguardo,poi tornò a guardarmi. “Ora dobbiamo seriamente andare..” “Già” Mi baciò una guancia e mi sussurrò all’orecchio “Grazie di tutto” L’auto sfrecciò via sulla strada Passai ore e ore camminando avanti e indietro controllando spesso il cellulare:chiamte perse?niente,messaggi?nulla. Avevo bisogno di sapere cosa stava accadendo
  
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