Anime & Manga > Sekai-Ichi Hatsukoi
Segui la storia  |       
Autore: vivienne_90    30/01/2014    3 recensioni
«Ma che— dove diavolo sono?».
Ritsu per l'ennesima volta si addormenta in treno e si risveglia in una lussuosa suite di un albergo...
Come ci è finito lì? Come ha fatto a non accorgersi di niente? Sopratutto, chi ce l'ha portato?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Masamune Takano, Nuovo personaggio, Ritsu Onodera, Un po' tutti | Coppie: Takano/Onodera
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: Sekai-ichi Hatsukoi è un'opera di Shungiku Nakamura, io non traggo alcun profitto da questa storia.

Buona sera a tutti! Mi sono divertita moltissimo a scrivere questo capitolo, spero che vi piaccia! Buona lettura ^^



 
Un uomo, o forse uno zombie, era appena sceso da un taxi che l'aveva gentilmente
lasciato sotto casa facendosi pagare profumatamente per i suoi gusti, ma non poteva essere
diversamente visto che aveva perso anche l'ultimo treno.
Con le poche forze che gli rimanevano si trascinò dentro il portone e chiamò l'ascensore.
Quella giornata era stata sfiancante e Masamune Takano iniziò ad insultare mentalmente
il nuovo Presidente della Compagnia. Si era rassegnato alle stranezze di ‘Isaka-san’,
ma questo non voleva dire che non gli facesse saltare i nervi, “Possibile che si deve far venire
qualche idea ogni volta che dobbiamo consegnare i manoscritti?
”.
Sbadigliando rumorosamente entrò nell'ascensore e spinse ripetutamente,
al limite dell'isteria, il numero dodici, “Forza muoviti, voglio andare a casa il prima possibile...”.
Era stata una giornata stancate e Masamune Takano non era riuscito a lavorare
come avrebbe dovuto o come avrebbe voluto. Dovevano consegnare i manoscritti, erano nel caos
più totale, erano più morti che vivi e non c'era tempo, erano come al solito, ogni volta che
si trovavano a fare i conti con le scadenze gli editori dell'Emerald si riducevano in quello stato,
ma lui, ‘Takano-san il Capo-editore’, riusciva sempre a trovare quel briciolo di forza in più e
a concentrarsi abbaiando ordini a tutti, quel giorno invece voleva solo tornarsene a casa.
La sua testa non riusciva a concentrarsi, era nervoso, ogni volta che poteva si allontanava
per fare una chiamata ed ebbe seri problemi a trattenersi dal rompere il telefono ogni volta
che sentiva la fastidiosa vocina della segreteria telefonica o quando squillava a vuoto
e si dovette trattenere ancora di più dal prendere a pugni il Presidente Isaka, che,
quando finalmente stava per tornarsene a casa, lo aveva fermato con un sorriso fuori luogo
informandolo che c'era una riunione con tutti i Capo-editori, di cui non gli interessava assolutamente niente.
Perché Ritsu non era andato a lavoro? Si era sentito male? Stava così male da non riuscire
nemmeno a rispondere al telefono, da fare una chiamata o da dare un cenno che dicesse
‘ehi, non ti preoccupare sono vivo’? — erano quelle le domande che avevano occupato
per tutto il giorno la sua mente, che invece avrebbe dovuto concentrarsi sul come consegnare tutti
i manoscritti visto che l'addetto a cui aveva assegnato quel lavoro era sparito.  
L'ascensore era arrivato al piano e senza esitazione l'uomo suonò all'appartamento 1202,
Mi raccomando Masamune, mantieni la calma, non fargli pesare il fatto che quello stupido
ti ha lasciato nella merda e che quasi ti ha fatto venire un infarto
, sii comprensivo,
probabilmente si è preso davvero una brutta influenza e— ”, dei passi leggeri interruppero
il flusso dei suoi pensieri, più simile ad un mantra, la porta si aprì ed un Ritsu con indosso
una t-shirt bianca e una tuta grigia dalla faccia assonnata era davanti a lui.
«Takano-san sai che ore sono? É l'una di notte, che ci fai qui?».
Con un grande sforzo l'uomo ripeté il mantra dentro la sua testa, «Come sarebbe a dire
‘che ci fai qui?’, ero preoccupato per te, sei sparito per un giorno intero.».
Forse stare a casa gli ha fatto bene.”, lo guardò bene, era un po' pallido, ma l'aveva visto
in condizioni peggiori, «Ah, tieni ho preso queste per te, come ti senti adesso? Ti sei curato per bene?
Non sapendo cosa avessi ne ho prese un po' di tutti i tipi.».
Ritsu aprì la busta che l'uomo gli aveva passato ed ebbe un déjà-vu, era piena di medicine,
«Oh sì, scusa per oggi e ti ringrazio per il pensiero, davvero, ma non sono influenzato, non preoccuparti,
ci vediamo domani.».
Questo era troppo, “—'fanculo!”, il mantra era andato a farsi benedire e prima che
il compagno potesse sbattergli la porta in faccia entrò di prepotenza nell'appartamento
insolitamente pulito, «Non entrare nelle case degli altri senza essere stato invitato!».
Ritsu se ne stava lì davanti a lui con una faccia arrabbiata, o almeno era la faccia che faceva sempre
quando era arrabbiato, un faccia che nessuno avrebbe mai preso sul serio, ecco perché a lavoro tutti lo prendevano in giro.
«Non ti preoccupare ‘principino’ non starò molto.», con nonchalance si tolse le scarpe
nel genkan e proseguì a passo spedito verso il salone seguito a ruota dal giovane, «Mi dici cosa vuoi?».
Cosa voglio?”, Masamune perse anche quel poco di pazienza che gli era rimasta,
afferrò bruscamente il compagno per la maglietta costringendolo ad alzarsi sulle punte
per farlo stare alla sua altezza, «Voglio solo prendere a pugni quella tua stupidissima faccia
fino a quando non sarai morto!».
Il momento tanto temuto da Ritsu era arrivato, la sua vita sarebbe finita alla tenera età
di ventotto anni per mano della persona che amava e lui non ci avrebbe potuto fare niente,
«E non lo potevi fare sul pianerottolo?», chiese abbozzando un sorriso nervoso mentre
Takano sfoggiava con orgoglio un sorriso sadico, «Non avrei mai permesso che qualche
vicino impiccione chiamasse la polizia impedendomi di portare a termine il mio compito.».
«Vedo che hai pensato proprio a tutto eh? Senti, che ne dici se—».  
«Inoltre...
PERCHÉ PROFUMI COSÌ TANTO E I TUOI CAPELLI SOLO COSÌ MORBIDI?».
«TU METTIMI GIÙ E IO TE LO DICO!».
 
Sembrava un compromesso equo, l'uomo lasciò la presa sulla maglietta e si andò a sedere
sul divano facendo segno all'altro, ancora scosso per la dichiarazione di morte, di mettersi
seduto vicino a lui, ma il giovane, forse per istinto di sopravvivenza, non si azzardò a fare un passo.
«Inizia a spiegare, sono proprio curioso di sapere come mai, cosa ti ha impedito di venire
a lavorare oggi? Sai benissimo che eravamo alla fine del ciclo, come sai che sei tu quello
che deve consegnare i manoscritti, però il caso vuole che la data di scadenza fosse oggi e tu non c'eri,
come se non bastasse eri irreperibile... », svogliatamente mise una mano in tasca prendendo
le sigarette e se ne accese una, «Personalmente io giustifico questo tipo di comportamento solo
in due occasioni, se si è in punto di morte o se è morto qualcuno,
tu sembri essere in ottima salute, dimmi Onodera, è per caso morta tua madre
e per il forte shock ti sei scordato di dirmelo?».
Ritsu aveva sempre pensato che gli occhi di Takano fossero di un bel colore,
un colore caldo e pacifico, “Accidenti è davvero arrabbiato.”, ma in quel momento erano due iceberg,
la sua voce era carezzevole e anche se le sue labbra erano piegate in un sorriso gentile,
lui sapeva benissimo che non stava sorridendo affatto, “Forse morire a suon di pugni avrebbe fatto meno paura.”.
Colto da un'improvvisa ondata di coraggio si andò a sedere vicino al suo Capo e gli porse
un posacenere, «Mia madre per fortuna è sana come un pesce, ma in effetti oggi è successo qualcosa
ed ero veramente sotto shock, ecco perché non sono venuto a lavoro, se la vogliamo dire tutta
ho anche saltato la riunione con mio padre.».
«Cosa è successo?».
Gli occhi verdi incontrarono quelli nocciola, adesso leggermente più caldi, ed ebbe
un attacco di vergogna che colorò le sue guance di un rosso acceso, unì strette le ginocchia,
strinse i pugni e chiuse gli occhi, ecco ora era pronto, «Vedi... Takano-san, ecco... io...
io non so proprio come dirtelo... io... io...
IO SONO STATO RAPITO OGGI!».
Per un minuto in quel piccolo appartamento regnò il silenzio, i due uomini si guardavano,
uno con la faccia paonazza e l'altro con un'espressione indecifrabile, qualcuno
avrebbe chiamato quel momento ‘la calma prima della tempesta’ e non passò molto tempo
prima che la tempesta scoppiasse, «
NON DIRMI CAZZATE!».
«
NON TI HO DETTO UNA CAZZATA!».
«A me non è stato chiesto nessun riscatto...».
«
E PERCHÉ MAI AVREBBERO DOVUTO CHIEDERLO A TE?!».
«
PERCHÉ ANCHE I ‘RAPITORI’ AL GIORNO D'OGGI SANNO CHE DEVONO CHIEDERE
IL MIO PERMESSO PER POTER RAPIRE LA PERSONA CHE SI DEVE OCCUPARE DI CONSEGNARE
I MANOSCRITTI IL GIORNO DELLA SCADENZA
!».
«
NON È QUESTO IL PUNTO!».
«
INVECE È PROPRIO QUESTO IL PUNTO! PERCHÉ DIAVOLO MI DEVI DIRE UNA BUGIA?
NON SEI PIÙ UN BAMBINO
!».
«
TI HO GIÀ DETTO CHE NON È UNA BUGIA E POI VEDI DI DARTI UNA CALMATA,
NON SEI L'UNICO CHE HA AVUTO UNA BRUTTA GIORNATA
! Tu... tu non sai cosa significa
addormentarsi in treno e risvegliarsi in una stanza d'albergo piena di cristalli su un letto per cinque persone!».
«Cristalli? Letto per cinque pers...—
MA DI CHE DIAVOLO STAI PARLANDO? CHE CI FACEVI
IN UN LOVE HOTEL E CON CHI DIAVOLO ERI
?».
«
NON ERA UN LOVE HOTEL, ERA IL ‘CRYSTAL HOTEL’ E NON C'ERA NESSUNO CON ME!
TE L'HO DETTO CHE SONO STATO RAPITO
!».
L'uomo aveva ufficialmente perso il filo del discorso ed era stanco morto, una settimana
senza dormire avrebbe sfinito chiunque, si prese la testa fra le mani e si massaggiò gli occhi
per trarre un po' di sollievo dall'imminente mal di testa, «Ricominciamo da capo,
che sarebbe questo ‘Crystal-coso’?».
«È un hotel costruito di recente nel quartiere di Ginza ed è famoso perché è tutto di cristallo,
le stoviglie, le finestre e nella hall c'è un enorme lamp—».
«E tu... si può sapere come ci sei finito a Ginza? Non prendi lo stipendio solo dalla Marukawa?».
«Te l'ho già detto, ieri sera ho preso il treno da solo perché tu avevi una riunione e quando
mi sono svegliato alle otto di questa sera ero in quella stanza.».
«E chi ti ci ha portato? Almeno questo dovrai ricordartelo!».
«No, quando mi sono svegliato non mi ricordavo assolutamente niente, mi sono fatto un bagno,
ho mangiato qualcosa e poi ho lasciato la stanza, ho provato a farmi dire il nome
del rapitore ma non me l'hanno voluto dire e purtroppo nemmeno il biglietto che mi ha lasciato è firmato.».
Quella storia agli occhi di Masamune aveva dell'incredibile, ma non era per niente stupito
del fatto che il compagno si fosse addormentato in treno e che dormisse così profondamente
da non riuscire a svegliarsi, lui lo aveva dovuto portare a casa in braccio così tante volte
che aveva perso il conto, ma davvero non si aspettava che lo facesse qualcun altro e sopratutto
che lo portasse in un hotel così costoso, se fosse successo a lui avrebbe lasciato la persona
in un banalissimo love hotel, inoltre non era maleducato portare in un posto così caro
una persona senza sapere quale disponibilità economica avesse? — «Come hai pagato il conto?
Hai raggiunto un accordo con il direttore o ti serve un prestito? Se vuoi posso cercare
di farti anticipare un paio di mensilità.».
«Oh, no, non c'è problema per quello, è stata la persona che mi ha portato lì a pagare il conto,
ho provato ad insistere ma il direttore continuava a dire che era tutto a posto.».
E questo sarebbe un rapimento?”, lo guardò dritto negli occhi con un'espressione truce e notò,
con non poca soddisfazione, l'espressione di terrore che aveva fatto comparire
sul volto della persona seduta vicino a lui, «Quindi, fammi capire bene, tu, piccolo principino viziato,
quando dici che hai avuto una ‘brutta giornata’ intendi dormire per quasi
ventiquattro ore, farsi un bel bagno ristoratore, mangiare e bere cose raffinate in una suite
di un nuovo hotel nel quartiere di Ginza senza spendere una lira... giusto?».
«V-vera... veramente...».
«Vuoi sapere che giornata ho avuto io?».
Cosa sono quegli occhi assassini? Devo fare qualcosa... qualcosa... ma cosa?
AH ECCO!”,
terrorizzato all'idea che gli potesse succedere qualcosa di veramente brutto,
Onodera saltò in piedi e iniziò a rovistare in una borsa da dove tirò fuori i prodotti che aveva usato all'hotel
e li diede all'uomo che lo guardava con aria interdetta, «Stai cercando di comprarmi per caso? Cosa sono questi?».
Ritsu sbuffando si sedette sulle ginocchia del compagno abbracciandolo forte, era da giorni
che non stavano un po' da soli, solo loro due, e doveva ammettere che gli era mancato, «No tranquillo...
visto che ti lamenti sempre del fatto che non ti penso mai e che sono poco affettuoso,
ti ho portato i prodotti che ho usato per farmi il bagno, da quello che ho capito
sono di un'importante marca francese, inoltre stavo pensando... ormai sei qui e devi farti il bagno,
pensavo, perché non usi la mia vasca e resti a dormire da me?».
Due mani grandi e calde sciolsero quell'abbraccio e si posarono sul suo viso accaldato
e rosso per le cose che aveva appena detto, gli occhi che prima erano due iceberg ora erano
di nuovo caldi e rassicuranti, le labbra sorridevano gentili e presto si unirono alle sue
in un bacio tenero quanto passionale, fosse stato per lui non avrebbe mai interrotto quel contatto
così intimo e così familiare, ma dovette farlo solo per far entrare ossigeno nei suoi polmoni,
«Sai, devo riconoscere che hai molta fantasia nel progettare le morti altrui, ma se un giorno
dovessi uccidermi preferirei che lo facessi così.».
Masamune sorrise compiaciuto, «Ucciderti così sarebbe troppo facile e troppo gentile da parte mia.».
 
Era tutto buio, dov'era finito questa volta?
Provava e riprovava ad aprire gli occhi ma questi non ne volevano sapere e cos'era quel rumore?
Dove si trovava? Su un treno forse?
— «Mi scusi... signore si sente bene?».
Che voce lontana, chissà di chi era, “ ‘Signore’? Io ho solo ventotto anni, non sono
così vecchio da dovermi chiamare
signore’!”.
«Sono rimasto solo io sul treno e devo scendere alla prossima fermata, la prego si svegli.».
Avevo ragione, sono su un treno, ma che ci faccio qui?”.
Una mano delicata gli diede dei leggeri scossoni, a chi appartenevano quelle mani così gentili?
Aveva la sensazione che se qualcuno le avesse strette troppo sarebbero potute andare in mille pezzi,
come un bicchiere di cristallo...  — “È un uomo o una donna? Non riesco a capirlo.”, 
gli occhi pesanti si schiusero appena, “Che occhi particolari, sono così belli, sono... sono così... dorati...”.
Le palpebre si chiusero di nuovo donandogli sollievo.
Era di nuovo tutto buio.
 
Un paio di occhi verdi sbarrati guardavano il soffitto con il cuore che batteva a mille,
si guardavano intorno e riconobbero la figura del compagno con cui avevano passato
una bellissima notte all'insegna della passione e dell'amore.
Ritsu facendo attenzione a non svegliarlo scese dal letto infilandosi i boxer ed uscì dalla stanza
chiudendo piano la porta dietro di sé.
Accese le luci del salone e dal portafoglio estrasse il bigliettino che aveva trovato
in quella stanza d'albergo, lo lesse molte e molte volte, ma proprio non riusciva a capire se fosse
una scrittura femminile o maschile, notò che era bella, molto bella, bella quasi come gli occhi dorati
del suo sogno che l'aveva fatto svegliare di soprassalto, “Quindi era solo un sogno eh?
Come sei stupido Ritsu, è impossibile che esistano degli occhi di quel colore giusto?
Beh... è un peccato...” — una strana sensazione s'impossessò di lui e un brivido
gli percorse la schiena, rilesse per l'ultima volta quel biglietto e poi lo rimise nel portafoglio,
spense tutte le luci che aveva acceso e si rimise a letto abbracciando forte Masamune
che non si era accorto di niente, “Probabilmente sei troppo impegnato a sognare vero?”.
Con delicatezza immerse il viso fra i suoi capelli che profumavano di buono,
‘Takano-san’ profumava sempre di buono, anche quando non si faceva il bagno per giorni
profumava di buono, gli sussurrò un timido ‘ti amo’ e guidato dal ritmo del suo stesso respiro
e da quel profumo così dolce e conciliante, ritornò anche lui nel mondo dei sogni.



Angolino dell' autrice, si fa per dire u.u
 
Eccoci qui, questo era il secondo capitolo, voglio ringraziare tutte le persone che hanno iniziato
a leggere questa storia, spero che questo capitolo vi abbia fatto battere il cuore e strappato qualche risata,
anche se il "mistero" inizia ad infittirsi un pochino di più...
 
Questa Fic sarà aggiornata settimanalmente, ogni giovedì, e ora passiamo alle note:
 
- Bagno all'occidentale (dal primo capitolo): in Giappone ci si lava fuori dalla vasca,
  una volta puliti e profumati ci si potrà immergere e rilassarsi.
- Genkan: il genkan è l'ingresso di un appartamento, dove si lasciano le scarpe.
 
Bene, da Vivienne è tutto, al prossimo capitolo se vi va.

Ja ne ^_^

 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sekai-Ichi Hatsukoi / Vai alla pagina dell'autore: vivienne_90