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Autore: Reagan_    30/01/2014    1 recensioni
Ci si può innamorare senza riserve e senza motivo? Anche quando si è diversi, opposti?
Georgiana Sullivan è una analista finanziaria, cresciuta in una famiglia benestante della New York dei grattacieli.
Donald Jeter è un medico afromericano specializzando in chirurgia che si divide fra il lavoro, lo studio e il volontariato nel suo vecchio quartiere degradato.
Diversi eppure innamorati.
Opposti eppure simili.
Nella New York delle luci e delle risate offuscate dal buio della Guerra Fredda.
Storia che partecipa al "Slice of Life" Challenge.
Genere: Generale, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Storia che partecipa alla Challenge "Slice of Life" indetto da areon.
Link Challenge:http://freeforumzone.leonardo.it/d/10511289/-Slice-of-Life-challenge/discussione.aspx
Prompt: Bicchiere di vino
Titolo: Settembre 1973 - Due Libri
Autore: Reagan_
Fandom: Originali-Romantico
Personaggi: NC
Genere: Romantico
Rating: Verde
Avvertimenti: Nessuno
Lunghezza: (conteggio parole e numero pagine):2346





Guardare le copertine dei libri sull'autobus può dire molto dei sogni e dei desideri delle persone.
Anonimo.
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Due Libri






Donald posò il libro che stava sfogliando sul comodino e si mise a fissare i nuovi rituali che anticipavano l'arrivo di Georgiana su quella parte di letto fredda vicino a lui. Sistemava i lunghi capelli castani schiariti dal sole estivo in una sbrigativa treccia da bambina leziosa e poi si passava un leggero velo di crema sul ventre rigonfio e sulle braccia magre. Infine s'infilava una camicia da letto larga e senza fronzoli che aveva comprato non appena superato il terzo mese di gravidanza.
Solo allora si accomodava a letto.
-Com'è andata con quel paziente che era caduto in piscina?- gli chiese sua moglie mentre si sistemava accanto a lui.
Donald allargò un braccio e la strinse a sé, assaporando per un po' il leggero profumo di crema della sua pelle. -Si è svegliato dal coma oggi pomeriggio. Per ora l'abbiamo sedato, domani mattina cominceremo i test neurologici per fare una stima dei danni.-
Georgiana non parlò a lungo e distratta da altri pensieri, giocava con l'asola del pigiama scuro che suo marito indossava.
Da un po' di tempo, la sua testa e il suo cuore fluttuavano nel bel mezzo di pensieri contrastanti e desideri mai sopiti.

Agli inizi aveva cercato di non far pesare la cosa su Donald. Il suo lavoro e il team di ricerca nella quale cominciava a spiccare per iniziativa ed intuizione portava via gran parte della sua giornata. Rientrava la sera sul tardi con il solo desiderio di mangiare un buon pasto e gettarsi a letto.
Una mano di Donald salì lungo il fianco e si posò gentile sul suo ventre.
-Stiamo mettendo peso, eh?- esclamò posandole un bacio in fronte. -Hai ancora quei dolori alla schiena?- le chiese ricordandosi brandelli di conversazioni assonnate.
-Oggi è andata bene. Nessun dolore particolarmente forte. Domani tua madre passerà a portare qualcosa per il bambino.-
-Uhm … Cercherò di liberarmi per le cinque.- mormorò Donald mentre i suoi occhi si stavano chiudendo sempre più.
Georgiana si scostò lentamente da lui e non appena ebbe la certezza che si fosse addormentato pesantemente sgusciò via dal letto. Zampettò con cautela fuori dalla stanza e scese le scale fino al piano terra, aprì una porta ed accese la luce.
Ogni volta che vedeva il suo piccolo studio, di cui persino Donald aveva una vaga idea, non poteva che sentirsi rinvigorita ed eccitata.
I tomi di economia, di statistica e di matematica si susseguivano l'uno dopo l'altro, interrotti da libri di letteratura russa e francese e pile di riviste colorate e di articoli di giornali mal piegati. Si sedette sulla piccola poltroncina di velluto scuro e prese in mano un pesante volume di economia.
Si tuffò nella lettura e non ne riemerse prima di accorgersi dell'arrivo dell'alba e dell'inutilità della luce della lampada.




Non era la prima volta che si svegliava solo nel grande letto matrimoniale.
Le prime volte non ci aveva fatto caso, Georgiana sembrava soffrire come tutte le donne incinte di vescica debole e quindi si rinchiudeva spesso e volentieri in bagno, ma quella mattina gli sembrava tutto troppo strano.
Toccò la sua parte di letto notando l'assenza quasi totale della sua presenza, nessun forte profumo sul cuscino, nessun calore rimasto impigliato fra le lenzuola. Nonostante la stanchezza balzò a letto e dopo aver notato la porta aperta del bagno si gettò verso le scale. Per un una frazione di secondo molto lunga pensò che forse si era sentita male durante la notte ma quando vide la porta del piccolo studio aperta si calmò e vi entrò non potendo fare a meno di arrabbiarsi.
Georgiana si era addormentata con il libro posato sulle ginocchia, fra le dita una matita in bilico, un quaderno aperto a terra, i piedi raccolti sulla poltrona.
Raccolse il quaderno, posò il libro e sistemò la matita sulla scrivania, poi si fece forza e la prese in braccio.
Non che sua moglie pesasse molto, certo la gravidanza l'aveva appesantita ma ormai la sua schiena aveva una decina d'anni in più a causa delle lunghe ore passate in piedi ad operare.
Con qualche difficoltà si mosse lungo il piccolo studio attento a non svegliarla e la depose sul lungo e scuro divano del soggiorno, prese un piccolo plaid e la coprì.
Tornò nella stanza adibita a studio, che doveva ammettere non aver poi così frequentato, e notò l'enorme quantità di libri di economia e di fogli pieni di schizzi e grafici che ingombravano la scrivania senza ordine.
Quando aveva conosciuto Georgiana sapeva benissimo quanto tenesse il suo lavoro, ma dopo lo scontro con i suoi genitori, aveva rassegnato le dimissioni nonostante la sua ritrosia iniziale. Vederla ciondolare per la casa ed occuparsi solo di lui era bello e decisamente tradizionale, non era abbastanza moderno per ammettere di non aver pensato che fosse meglio rispettare quella netta separazione fra i ruoli e dopo l'annuncio e la conferma della sua gravidanza, ne era assolutamente convinto ma Georgiana era scivolata in un abisso di rancori sussurrati e strani pensieri.
Era distratta ed annoiata, giocare alla mogliettina perfetta e all'arredatrice innovativa l'avevano stufata. Prese della carta e una penna, svolazzò velocemente delle frasi e lasciò il bigliettino accanto alla moglie profondamente addormentata e corse a prepararsi per andare a lavoro.





Ogni volta che si fermava a fissare il suo viso più tondo e luminoso del solito, Georgiana non vedeva altro che il volto di una codarda. Ancora non riusciva a capire cosa l'avesse spinta a nascondere quel piccolo progetto, nato per caso durante l'estate.
Donald non aveva potuto raggiungerla per alcuni giorni e l'aveva pregata di invitare Joelle, Henry e il piccolo a farle compagnia, come se fosse invalida e con un disperato bisogno di cure altrui. Durante una normale passeggiata solitaria lungo le poche vie di una pittoresca cittadina di mare, Georgiana si era scontrata con James Pittsbourg, suo ex compagno di università che era diventato uno degli accademici più innovativi ed interessanti. Si erano messi a chiacchierare di economia e bilanci, come non le capitava da molti mesi e per la prima volta dopo mesi si sentiva intelligente e preparata. James aveva insistito per scambiare gli indirizzi di villeggiatura e di casa, sinceramente interessato a presentarle alcuni lavori ed alcuni progetti. Era rimasto profondamente scioccato nello scoprire che la diligente ed ambiziosa Georgiana si era già sposata, convinto com'era che lavorasse ai piani alti di qualche azienda.
Da quel giorno in poi, la sua mente e le sue preoccupazioni fiorivano ogni qualvolta il postino le consegnava dei pacchi con i colori della Harvard University Press.
Per un irrazionale motivo aveva preferito non dire nulla a Donald, persuasa dall'idea che sarebbe stata una cosa passeggera e dal suo poco entusiasmo quando si trattava del suo lavoro.
Come ogni uomo preferiva essere l'unico a provvedere al reddito ed essere accudito come un figlio per questo enorme ed ancestrale sacrificio. Non gliene faceva una colpa, ma si sentiva sempre più emarginata dalla società e dal mondo reale, più moglie e madre che donna e non riusciva ad accettarlo.
Quando quella mattina si accorse del piccolo biglietto e del comodo risveglio sul divano, si rese conto di aver creato ben più di un isolato episodio di confusione e stanchezza.
Durante quella mattina nervosa non riuscì ad indossare la maschera di cortese freddezza di fronte al sopracciglio alzato di Norma Jeter e per ben due volte non sentì le domande che le erano state rivolte.
-Vedo che la gravidanza ti ha reso meno … acuta.- disse la suocera posando con attenzione il bicchiere di limonata.
-Ho … Sto pensando all'iperinflazione che sta affrontando la Bolivia. Il potere d'acquisto è in discesa e sembra proprio che il governo … - si bloccò notando lo strano sguardo della suocera.
-Non capisco come mai ti interessi ancora di economia. Ora dovresti concentrarti su tuo figlio e il mio. Donald sta affrontando un periodo di lavoro molto difficile.- disse la suocera.
Georgiana aggrottò la fronte. -Ha ragione, devo assolutamente concentrarmi su mio figlio o figlia e su tutti i bambini di questo pianeta in balia di crisi bancarie ed iperinflazione.- rispose acidamente stupendosi della sua audacia. -Se vuole scusarmi ora mi metto a leggere. Se vuole le porto qualche rivista per ingannare l'inevitabile lunga attesa, per quanto Donald sia un bravo uomo crede di essere l'unico genio della medicina e che senza di lui centinaia di migliaia di pazienti morirebbero all'istante.- scappò a gambe levate verso il suo studio proprio nello stesso istante in cui un allegro Donald entrò in casa con un libro colorato in mano.
Sua madre zittì i convenevoli con uno sguardo severo e gli indicò la porta dello studio. Il giovane si guardò intorno confuso e bussò piano prima di aprire la porta e trovarsi di fronte a sua moglie, seduta sopra la scrivania con un libro pesante sul grembo.

-Che succede?- domandò aggrottando la fronte.
-Succede che tua madre è convinta che siamo rimasti fermi più o meno al tardo medioevo dato che in questi mesi mi ha candidamente suggerito di cominciare a passare il resto della mia vita a vivere senza interessi al di fuori del suo figliolo e del suo nipote non ancora nato.- rispose seccamente la donna scendendo dal tavolo e avviandosi verso l'uscita.
Donald posò il libro con cui era entrato in casa, un libro colorato e pieno di scritte, accanto al sobrio tomo di “Politiche Economiche, Analisi e Storia”.
Fissò per un attimo i due tipi di libri e andò in soggiorno dove con ferma gentilezza convinse sua madre a tornare un altro giorno.
-Tu … Con questa qui sarà sempre così … Cosa ti costava sposare Minnie?- gli domandò mentre s'infilava i guanti e il cappello.
Donald si passò le mani sul volto e sbuffò arrabbiato. -Quante volte devo ripeterti che lei non mi ha mai interessato. Georgiana è una brava moglie ma è una donna moderna che ha studiato ed è giusto che si dedichi anche ad altro che alla casa.-
Norma Jeter scosse la testa contraria. -Un giorno ti accorgerai di quanta sofferenza porterà quella donna in casa tua. In casa nostra.-
Donald si rabbuiò. Era certo che Georgiana non avesse vene vendicative e qualcosa gli diceva che semmai sarebbe stato lui a portare temporali sulle loro vite serene. -Mamma … Non permetterti più di dire quelle cose. Rispetta la mia scelta, per favore.-
Sua madre non gli rispose ed uscì dalla casa velocemente.
Donald rimase a lungo in piedi a fissare a lungo la porta prima di lanciarsi sul piccolo piano bar e scolarsi qualche bicchiere di brandy.
Decise che si sarebbe seduto nello studio di sua moglie e si sarebbe letto qualche pagina di quel libro che aveva trovato a pochi dollari in libreria, “Guida per i Neo-Mamma e i Neo-Papà”, e per qualche ragione lo aveva entusiasmato.
L'alcool e la stanchezza lo fecero addormentare a pagina due.





Georgiana si asciugò a lungo le lacrime furtive che ogni tanto uscivano dai suoi occhi lucidi e che tanto la facevano arrabbiare.
Gli ormoni le stavano giocando brutti scherzi. Poteva passare dal pianto alla rabbia con estrema facilità e questa condizione la spaventa un po'. Dopo qualche minuto di calma decise di scendere al piano terra e di scusarsi con Donald e preparare una buona cena.
Ma lo trovò seduto nella sua poltrona, il bicchiere di vetro vuoto in bilico fra le dita lunghe e scure, il viso rilassato. Raccolse il libro “Guida per i Neo-Mamma e i Neo-Papà” e lo sfogliò con attenzione. In quelle pagine erano raccolti decenni di studi sui bambini, sull'allattamento e sulla psicologia infantile. Per un attimo si sentì una idiota, mentre suo marito si stava preparando ad avere un figlio, carne della loro carne, lei se ne stava a leggere testi sull'inflazione o articoli sui debiti sovrani d'Europa. Si morse il labbro arrabbiata con sé stessa,la sua ambizione e la sua cecità e posò il libro accanto al tomo di economia che stava cercando di leggere prima.  Si voltò a fissare il marito e per la prima volta si chiese se non fosse lei, obiettivamente, fortunata ad averlo. Gli tolse il bicchiere e lo svegliò lentamente, sorridendogli improvvisamente felice.




Donald la strinse nuovamente e la baciò, non poteva fare a meno di sentire il calore del suo corpo, una mano scorse lungo il ventre tastando le sue nuove e tese forme. Le sorrise e si scostò lentamente da lei, avvicinandosi quanto bastava per sentirsi ancora unito a lei. Georgiana teneva gli occhi chiusi, i capelli sciolti e spettinati le davano un'aria erotica, le labbra gonfie di baci e il petto ansante,  Donald era certo di aver fatto un affare a mettere tutte le carte in gioco sul suo tavolo, era stato ricompensato con la più sensuale delle mogli.
-Mi dispiace … -mormorò Georgina mentre si sistemava le lenzuola leggere intorno al seno. -Alcune volte non mi rendo conto … Che tutto sta per cambiare.-
Donald aggrottò la fronte. -Non è un problema per me se vuoi continuare a studiare, in fondo io lavoro quasi tutto il giorno e fino a Natale non penso che avrò un minuto libero.- le baciò una tempia scostando alcune ciocche castane dalla fronte. -Quando la piccola o il piccolo sarà nato, mi prenderò una pausa dalla ricerca.-
Georgiana alzò il viso su di lui. -Sei sicuro che non ti dispiaccia che io un giorno torni a lavoro?-
Suo marito scrollò le spalle. -No, l'importante è che tu riesca a conciliare tutto. Io ti darò una mano anche se mi sembra ovvio che abbia dei problemi nella gestione della casa.-
-E la tua carriera?-
-Per ora sono ancora in alto mare, ci vorranno anni di lavoro per produrre qualcosa di nuovo ed importante. Nel frattempo non dobbiamo esporci a tutti i costi e possiamo goderci la vita insieme.-
Sua moglie chiuse gli occhi e lo baciò lungamente, spense la luce e si sistemò meglio fra le sue braccia, sentendosi avvolta da un amore inaspettato e profondo.
E mentre si addormentava, non vide il piccolo sorriso di vittoria che increspava le labbra del marito.




   
 
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