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Autore: pace    31/01/2014    0 recensioni
"-Vorrei tanto baciarti. Posso?
Sgranò gli occhi. Questo ragazzo non ha mezze misure!
In realtà non era proprio questo che voleva dire Edward. Ma neppure quello che non voleva dire. Era sottile la linea tra le due cose e presto si compiacque per averlo detto. Poi ci ripensò e si diede dello stupido."
Bella è una tranquilla ragazza, piuttosto timida che incontra un giorno Edward il quale appena la vede rimane colpito e la segue.
Ma Bella forse non si fida e...
Allora come farà il bellissimo Edward a conquistare il suo cuore?
Spero vi piaccia. Se non vi piace, non è fatto apposta xD
Un bacio :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Spero piaccia. So che ci sono storie molto più belle ma spero che questa possa adare un po' di emozione xD
Baci, buona lettura :)) 

.Capitolo 1

Edward passeggiava tranquillo con i suoi amici Emmett e Jasper.
Discutevano sulle moto e cose da ragazzi. Jasper incominciò a disprezzarle un po’ e questo scatenò la furia di Emmett e Edward. Come faceva a non amarle? A non amare quel inconfondibile rumore, suono, melodia che si effondeva nell’aria ogni volta che la si accendeva?
Era un miracolo se era ancora vivo. Jasper stava rischiando di grosso. Però più andava avanti pù si convinceva di quello che diceva. Le moto non erano poi questo granchè, anzi. Erano scomode, come prima cosa e la percentuale di morire era molte volte più raddoppiata rispetto alla macchina.
Il rossiccio e il bruno si guardarono straniti. Il loro amico era davvero un damerino e di certo non perché indossava un maglione a quadri. Dei tre era di certo quello più calmo e tranquillo. Era un biondino niente male. Se fosse stato un cibo, sarebbe stato una bella minestra. Banale ma buona.
Era il vero collante della loro grande amicizia. Il rossiccio era Edward. E non era certamente quello tranquillo. O pacato. O mite. O calmo.
O gentile.
Era un tipo vivi e lascia vivere. Una bella filosofia, certo. Ma se un giorno poi dovesse incontrare un qualcosa o un qualcuno che lo possa sconvolgere?, come diceva sempre Emmett.
Effettivamente, quel giorno l’ho incontrò.
Avevano appena passato un bar e avevano deciso di ritornare indietro per prendersi qualcosa.
-Ed, ti prego, non sto dicendo che le moto fanno schifo…-il rossiccio in questo lo interruppe.
-Anche perché ti taglierei la lingua…
Si guadagnò un’occhiattaccia. –Ma… io preferisco le auto.
-Oh ma fammi il piacere!!, sbottò il brunetto dandogli una manata cosi potente che Jasper barcollò, sai chi la pensa cosi? I damerini come te!
Rise un po’, con il suo gran voce e fece pompare ancora di più il petto scolpito.
Jasper sbuffò. –Ok ok… ho capito…
Disse Edward con aria affranta, sistemandosi sullo sgabello del bar con i suoi migliori amici. –Io non dico che tu ti stia sbagliando ma credo che noi abbiamo ragione. Ma posso capirti, il brivido e l’adrenalina non possono capirla quelli come te!
Il biondino alzò gli occhi al cielo, quasi esasperatamente divertito.
-Quelli come me come??
Li stuzzicò. Edward ed Emmett si fissarono negli occhi, maliziosi. –Damerini…
Sussurrò Edward con aria sensuale. Poi scoppiò a ridere, scompigliando i capelli a Jasper.
Alla fine Jasper rise, gutturale. –Vaffanculo!!
-Nooo, i damerini non dicono parolacce!
Il rossiccio fece finta di essere sconvolto e poi con una mossa teatrale buttò il capo sul tavolo, ridendo. Era uno scherzo che facevano sempre a Jasper e lui non se la prendeva. Era da quando era piccolo forse un metro che Edward gli mostrava la sua amicizia cosi. All’inizio da bambino si offendeva e lo prendeva in giro per i suoi capelli rossicci ma Edward si allargava in un sorriso e lo rincorreva per abbracciarlo mentre Jasper piangeva perché non voleva essere preso. Fu cosi che incontrarono Emmett, che si improvvisò a due anni cacciatore dei “bimbi cattivi”.
Sconfisse Edward con una pugnalata che finse di morire davvero. Il piccolo Edward non sapeva neppure chi fosse ma stette al gioco.
Emmett era per lui un vero amico, lo aveva capito subito. Era riuscito ad approcciarsi con lui senza che il rossiccio dovesse fare chissà che cosa per “attaccare bottone”.
Subito Jasper rise e fu invitato da Emmett a giocare. Edward li seguì e da dietro li stritolò in un abbraccio. –Come siamo grandi!!
-Ehi, Ed!
Lo chiamò Jasper con la mano. –Quelle li ti fissano!
Il rossiccio si puntò lo sguardo avanti a sé,mettendosi la mano tra i capelli.
-Ed ecco che parte la sua spazzolata!
Emmett gli diede una gomitata seguito da Jasper. Edward accennò un piccolo sorriso di lato, ridendo anche con gli occhi. Puntò la biondina, tra le due.
Oppure se le poteva fare tutte due, ancora doveva decidere. Quella li rise e sbattendo le ciglia si sistemò i capelli, tornando a parlare con l’amica. Alcune volte alzava lo sguardo e poi lo riabbassava subito per vederlo.
-Mado’, che gnocche Edward! Me ne dai almeno una??
Emmett incominciò ad agitarsi, imitando il verso della scimmia. Edward lo guardò storto, sorridendo un po’. –Emm, finiscila.
Mentre riprendeva ad adocchiare altra ragazze che lof fissavano passò davanti ai suoi occhi un sedere, avvolto dai jeans che cammina e si allontanava da lui. Lo seguì ammaliato.
Alzando lo sguardo vide una ragazza abbastanza minuta, con i capelli legati in uno chignon che si mordeva il labbro e guardava il menù. Forse era indecisa su cosa scegliere.
Si piegò un po’, mettendosi in avanti con le braccia sulle ginocchia a sorreggerla. Valorizzò senza accorgersene forse le labbra carnose e rosse, per poi passarci la lingua sopra. Borbottò qualcosa ma Edward non sentì nulla. Solo una calda contrazione al bassoventre. Era una di quelle ragazze con il viso dolce e ingenuo, le labbra grandi, il seno piccolo, il culo da urlo ed eternamente indecise.
Si grattò la testa, facendo una smorfia. Era terribilmente dolce. Forse fu la prima volta che davanti ad una ragazza Edward dopo la normale contrazione, sentì come un calda sensazione al cuore che battè veloce. Solo per un istante.
La ragazza che si stava ancora grattando la testa si girò. Aveva due bellissimi occhi che erano grandi quanto il mondo e la bocca da baciare. La ragazza lo fissò. Si fissarono.
Beh in quel momento ancora una volta Edward sentì una tremenda dolcezza al cuore, che riprese a battere veloce.
Pensò fosse desiderio e sorrise, alzando il sopracciglio. La ragazza cercò di dire qualcosa ma si bloccò, diventando completamente rossa. Scappò via, guardando in basso, con ancora la mano sulla testa piegata dalla parte opposta a lui. Notò che aveva una sciarpa più  grande di lei e in un secondo momento quando se ne andò via da lui e dalla sua visuale, ci si nascose la faccia dentro. Ma Edward notò che per un attimo lei le rivolse ancora i suoi occhi timidi.
E gli parve qualcosa di celestiale.
Quasi preso da furia, come se avesse un filo appiccicato alla (al culo, per la precisione) ragazza, sia alzò, dimenticò della biondina e delle altre ragazze deluse che aveva adocchiato.
Emmett e Jasper si guardarono sconvolti. Doveva aver visto o qualche moto o stava inseguendo il sedere di qualcuno non capendo che probabilmente questo apparteneva ad una persona.
-Lo seguiamo?
Jasper scosse la testa. –Non penso sia necessario.
Edward continuava a restare alla calcagna della ragazza, facendosi davvero grande risate. Era abbastanza vicino per sentire la ragazza borbottare tra sé e fare esclamazioni secondo le ovvie per poi ridere come una scema. Si mise le mani sulle guancie, strizzando gli occhi e scuotendo la testa.
Parlava di lui. E questo le fece essere felice.
Come poteva avvicinarsi senza che quella ragazze svenisse? Perché era chiaro che sarebbe svenuta se “uno bello come lui” le si fosse avvicinato.
Avrebbe voluto tanto baciarla. E farci altro!
Vide uno sbocco e lo prese, corse perdifiato e mentre correva si chiedeva perché tanto disturbo per quella ragazza ma vide tra le uscite se lei compariva. Dopo due, svoltò ancora l’angolo trovandosi alla strada di prima e la vide.
Beh, si era bellissima e anche il suo cuore sorrise. La ragazza prese qualcosa dalla borsa e sfilò degli occhiali grandi e con il bordo nero. Gli indossò e sospirò, facendo risaltare le labbra grandi.
Che labbra…
Come scosso, prese a camminare verso di lei. Quel giorno e forse per sempre non avrebbe mai potuto dimenticarla.
 
 
Sbattè contro miliardi di persone per arrivare da lei (veramente solo quattro) ma si fermò perché anche la ragazza lo fece. Aveva notato lo stesso fisico e la stessa maglia del ragazzo del bar e alzando la testa costatò che era il ragazzo del bar.
Sarebbe stato esilarante se non fosse che non lo era. Bella si sentiva confusa.
Aveva le mani ghiacciate.
Perché cavolo aveva le mani ghiacciate?
E poi incrociò quegli occhi. E si, finalmente le successe di provare e di avere quel momento che sempre aveva immaginato nei suoi sogni. Anneggò tra i suoi occhi e mai cosa fu più bella.
Ora capisco cosa prova Darcy per Elisabeth, pensò.
Il rossiccio si allargò in un sorriso, diventando se possibile ancora più perfetto e bellissimo.
Lei era ancora con la bocca aperta e il nasino congelato ma sentì, come al bar, quella stessa sensazione di calore nel cuore. Batteva veloce.
Era velocissimo. Deglutì a fatica, forse anche a Madrid l’aveva sentita, ma cominciò a balbettare qualcosa.
-Ehi!!!
Gridò quasi lui, sentendosi accaldato e facendola sobbalzare. Aveva il fiatone e non solo per la corsa. Era incantevole. Da vicino lo erano ancora di più, con quel mascara che le risaltava le ciglia e le labbra di un rosso naturale. Aveva la pelle bianca ed etera, quasi pallida. Ebbe il grande istinto di farla sua, ancora.
Abbracciala!!!
Non l’abbracciò. Beh, non poteva farlo. Sarebbe sembrato da pazzi.
-Ehi... io mi chiamo Edward. E tu?
Disse più dolce, guardandole ogni minima porzione di pelle accessibile alla sua vista e soprattutto annegando negli occhi. Aveva il viso a cuore e piccolo, era tremendamente dolce.
Per un attimo –e non solo- se la immaginò sotto di se mentre le pompova dentro.
 –Ehi...
Ripeté per la terza volta. Era talmente bella. E con quegli occhiali sembrava una maestrina maliziosa pronta per farli tante belle cosine. Si sentì pervadere da un grande desiderio.
Ma la ragazza balbettò. –B-bella. Bella.
Bella. Wow.
Lo so. Lo so che sei Bella, avrebbe voluto dire ma poi sarebbe stato cosi banale! Ci voleva qualcosa che sconvolgesse quelle bellezza su due gambe –da favola! Ma cosa? Cosa avrebbe potuto dire di intelligente? O perlomeno di non patetico?
-Sei incantevole, effettivamente...
Mormorò scioccato nei suoi occhi. Lei annuì, pensierosa.
Forse stettero per più di dieci minuti a fissarsi.
Esagerato, Edward, si disse.
Quando si riprese disse: –Vorrei...
Il rossiccio aggrottò le sopracciglia. Che cavolo voleva dire?
Bella intanto era sempre più confusa. Quel tizio non era al bar? Che cavolo ci faceva li? E soprattutto perché la cosa sembrava tanto architettata? A meno che lui non era un mago come ci faceva li? E soprattutto perché lei si era messa sulle punte?? E soprattutto perché doveva fare la parte della ragazza ingenua che balbettava?
Si ricompose, mettendosi dietro l’orecchio una ciocca inesistente come gesto di nervosismo, gonfiando le guancie. Guardò il suo petto –adorabile, si disse- e poi lui. Okay, ora andava meglio.
-Vorrei tanto baciarti. Posso?
Sgranò gli occhi. Questo ragazzo non ha mezze misure!
In realtà non era proprio questo che voleva dire Edward. Ma neppure quello che non voleva dire. Era sottile la linea tra le due cose e presto si compiacque per averlo detto. Poi ci ripensò e si diede dello stupido.
Fai il tuo sorriso ammaliatore!
E lo fece. Ma in un modo davvero nervoso. Poi la fissò negli occhi e la vide sorridere. Scosse la testa e si guardò i piedi.
Edward si convinse di aver fatto colpo e cercò i suoi occhi per capire cosa pensasse. La ragazza rise, arrossendo.
Deliziosa..., il rossiccio si sciolse a quella vista.
Poi Bella sospirò ancora sorridendo e come a mo’ di scuse alzò le spalle e andò via. Edward perse il suo sorriso in un attimo e agitato la fermò per un braccio. Pensava di aver fatto colpo!
-Perché vai via?
-Ahm... scusa, non volevo offenderti.
Abbozzò un visino dispiaciuto.
Okay, ti perdono. Bella.
La sua voce cristallina gli arrivò alle orecchie ancora. Cavolo, doveva essere sua.
Pensò di tatuarle “Edward” addosso. Eccitante. Fece il suo sorriso sghembo  e Bella tremò, languida. Oh, com’era bello! Sarebbe stato fantastico, se solo fosse stato vero.
Lui non poteva essere interessato a lei, eh scusa...
Bella, non ti buttare cosi...
In quel momento si sentiva a disagio sotto quei bellissimi occhi verdi e desiderò scomparire. Si sentì inopportuna vicino a lui e si divincolò, diventando triste. Abbassò gli occhi e Edward le baciò la guancia, più precisamente vicino la bocca. Quasi gemette, lei. E anche lui.
Era stato qualcosa di forte. –Vuoi uscire con me, Bella? Ci terrei tanto. Tantissimo.
-Perché dovrei accettare la richiesta di uno sconosciuto, sbottò.
-Perché tu sei bella e io sono simpatico.
Lei aggrottò le sopracciglia,piegando leggermente la testa ed Edward vide una parte di lei non timida. Gli piacque molto, più del cioccolato o le fragole con la panna.
-...e poi perché altrimenti ti bacio. E non ti lascio in pace.
Si affrettò ad aggiungere Edward avvicinandosi al suo viso. Quella gridò. –No no, ci vengo!!!
Bella non aveva mai visto degli occhi cosi belli.

Grazie :)
Recensite se vi va xD
  
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