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Autore: pace    02/02/2014    2 recensioni
"-Vorrei tanto baciarti. Posso?
Sgranò gli occhi. Questo ragazzo non ha mezze misure!
In realtà non era proprio questo che voleva dire Edward. Ma neppure quello che non voleva dire. Era sottile la linea tra le due cose e presto si compiacque per averlo detto. Poi ci ripensò e si diede dello stupido."
Bella è una tranquilla ragazza, piuttosto timida che incontra un giorno Edward il quale appena la vede rimane colpito e la segue.
Ma Bella forse non si fida e...
Allora come farà il bellissimo Edward a conquistare il suo cuore?
Spero vi piaccia. Se non vi piace, non è fatto apposta xD
Un bacio :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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.Capitolo 2

Isabella Swan era una ragazza timidissima. Non era timida perché sapeva di non avere niente da  mostrare ma perché pensava di non essere adatta. E poi “tutti la deridevano”.
L’ultimo anno passato era stato terribile poiché aveva perso i suoi amici e si sentiva sola. Era una ragazza speciale ma infondo questo era il parere di sua madre. Con lei aveva un buon rapporto, erano molto unite. Renèe era quasi come una quindicenne quindi era come se fosse Bella quella più grande, dati i suoi diciassette anni.
Stette a guardarsi allo specchio per molto tempo. Non aveva un bel seno, non era grande o prospero anzi! E poi la maglietta nera non lo valorizzava.
Si toccò le guancie e modo delicato e fece un sorriso pensando al ragazzo di ieri. Chi l’avrebbe mai detto che andare in un bar per prendere un gelato –in pieno inverno- alla madre fosse stato ocsi vantaggioso? Beh, nessuno! Neppure Bella Swan. Ma dovette ricredersi ricordando il bellissimo ragazzo dagli occhi verdi.
Sospirando, si disse che probabilmente o se l’era immaginato oppure quel ragazzo la stava prendendo in giro. L’entrata della madre in camera sua le bloccò i pensieri. E i sospiri.
-Tesoro! Come sei bella... perché non ti metti la gonna? Dai!
Renèe prese una gonna azzurra sbarazzina e gliela buttò addosso. Bella la prese ridendo e scuotendo la testa. –No, mamma!
Si guardò allo specchio. Il fuson era meglio.
L’altra gonfiò le guancie, indispettita. –Oh, ma perché? È il tuo primo appuntamento con questo ragazzo, devi essere al meglio!
-Stai dicendo che sono brutta, mamma?
Bella storse il labbro, facendo finta di offendersi. La madre si mise dietro di lei e tutt’e due si osservarono la loro immagine nello specchio. –Oh sciocchina!!
L’abbracciò da dietro e le diede un bacio sulla guancia. –Sembra che tu stia andando ad un funerale, tutta vestita di nero. Mettiti almeno la maglia verde! Sei bellissima con quella maglia, tesoro.
Bella fece finta di pensarci poi appurò che forse non aveva torto. La indossò velocemente e si guardò allo specchio. Si valorizzò i boccoli naturali dei capelli e provò altre pettinature.
-Tesoro? A che ora devi vederti con lui?
Rispose, mentre posava per trovare la pettinatura giusta, che dovevano vedersi alle otto sempre in quel bar.
-Non è un po’ maleducato? Insomma, neppure a casa tua, dai…!!
Bella la guardò storto. –Mi sembrava troppo affrettato, ma lui non voleva farmi andare da sola e quindi ha detto che ci potevamo vedere al bar, visto che è li che siamo incontrati e perché è vicino.
Arrossì un po’. Ora che lo diceva ad alta voce sembrava una cosa pazzesca.
Renèe si sistemò i capelli corti rossi dietro all’orecchio, maliziosa. –Oh che carino!
Bella prese la borsa e corse verso la porta. –Sono le otto meno un quarto. Sarò puntuale... spero...
La madre ancora tra le scale che dividevano la camera sua e quella della figlia con il salotto, si mise le mani tra i capelli. –Una donna deve fare ritardo!
Le porse e il polso e la trascinò sul divano. -Aspetterai fino alle otto. E poi andrai. Tanto più di tanto non farai ritardo, giusto quel minimo per farti aspettare!
-Mammaaa...
Bella era nervosa e cominciò a tremare le gambe. La madre tentò di fermarla ma quella iniziò a mordersi il labbro muovendo le mani tra loro.
Reneè la fissò. –E sta’ ferma!
Bella si alzò come una furia andando vicino alla porta. –No mamma, non ci riesco, sono in ansia e devo andare! Ciao!
Fu bloccata dalla madre sulla soglia della porta. Quella la fissò, mettendole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, sorridendo. Sua figlia era speciale e non voleva che nessuno le facesse del male. L’ultima sua relazione era andata male e ora le sua piccola aveva occasione di essere felice di nuovo. Non poteva lasciarsela scappare.
-Non baciarlo alla prima uscita, mi raccomando...!!
-Mamma!!!
Bella corse a perdifiato verso il loro bar. Si, perché ormai quel bar era solo il loro.
Suo e di Edward.
Edward. Aveva l’aspetto di uno di quei ragazzi “da una botta e via”, un po’ stronzi che non si innamorano mai. Era semplicemente bello pensare che lei avesse potuto colpirlo in qualche modo. E Bella lo pensava. Si chiedeva che cognome avesse, dove abitasse e cosa mangiasse, addirittura. Pensava ad un matrimonio futuro, alle speranze e ai sogni.
Con Jacob non era andata bene e alla fine lui l’aveva lasciata perché gli piaceva un’altra. Era stata male, anzi peggio. E aveva passato un brutto periodo. Edward rappresentava un vento d’aria fresca e non perché era bello o perché aveva un bel fisico. Aveva visto quegli occhi verdi e semplicemente li ha voluto crederci.
Quando arrivò al bar, lo trovò nel suo pantalone beige e la maglia fina color verde militare. Fissava il cellulare appoggiato al bar e si passava la mano tra i capelli. Si sentì pervadere da un ondata di calore e si sentì felice. Sorrise allegramente e poi si spense.
Pensò che almeno non l’aveva presa in giro ma poi pensò anche che forse stava avagando troppo con la mente.
Era bellissimo e incantevole. Sentì ancora quella sensazione di disagio davanti a lui. Lei era bruna, occhi neri, di statura normale, con un fisico improponibile. Lui era... beh diverso.
E mentre si faceva prendere dal dolore di questa consapevolezza lui la vide. Edward si aprì in un sorriso e sentì di essere ancora più colpito da lei. Aveva fatto davvero una buona scelta.
Le fece il cenno con la mano e quasi corse da lei. L’abbracciò stretta e le diede un bacio sulla guancia.
Cavolo, Bella... mamma ha detto di non farti baciare al primo appuntamento!, pensò arrossendo.
-C-ciao...
Sussurrò, il cuore a mille.
Edward le baciò la fronte. Poi la fissò negli occhi. –Scusa... troppo presto?
Bella scosse la testa, ridendo un po’.
La stava facendo ridere? Stava ridendo? Un punto per Edward.
Alle ragazze piace che le si faccia ridere. –Appena ti ho vista ho capito che ti dovevo portare in posto magico. Credimi ti piacerà!
La prese per mano e camminò.
Bella era ancora intontita ma la sensazione che le donava quel ragazzo cosi spigliato la faceva stare troppo bene. La paura di prima era scomparsa e voleva solo godersi il momento.
La mano le sudava e non riusciva a spiccicare parola. Che cavolo poteva dire?
-Spero che tu sia maggiorenne perché ho in mente di portarti dop-Bella lo fissò e senza pensarci disse che non lo era. –Non sono maggiorenne, ho diciassette anni!
Edward ricambiò il suo sguardo e si fermò.
Ecco, ora se ne va..., pensò Bella. Perché la stava fissando? Si era schifato?
Lui aprì la bocca in un espressione di sgomento. –Non ci credo! Sei piccolina! Io ho venticinque anni!
-Quantiii??
Quasi gridò. Bella rimase sconvolta.
Cioè si vedeva che era più grande ma cosi poi...
-Ti avrei dato venti, massimo ventidue...
Lui fece il suo sorriso sghembo. –Oh beh grazie.
Bella ebbe un sussultò e gli fissò la bocca e poi gli occhi. Era davvero un gran bel pezzo di fico!
-Tu invece sei piccola!
La prese per i fianchi, fissandole il corpicino e mandandola in fumo –Cavolo avrei dovuto aspettarmelo...
Bella gli picchio le mani. –Giù le mani!
Se la madre aveva detto non farti baciare al primo appuntamento era implicito anche non farsi toccare. Ma forse aveva esagerato e per questo pensiero divenne rossa.
-Sai che ho un debole per le brune?
Edward gli si avvicinò malizioso e l’abbracciò la vita.
La ragazza in questione si tirò indietro, bordeaux. –Allora sei un maniaco...?
Si fissarono. Edward sgranò gli occhi. – Ma che dici! Saranno... beh... cinque anni di differenza?
Si misero a contare insieme, Bella gli prese le mani poiché il rossiccio stava sbagliando i calcoli e arrivarono al numero otto. –Cavoli!
Bella mise la testa di lato. –Non sei bravo in matematica, vero?
-Si vede tanto, eh?
Si misero a ridere insieme, guardandosi alcune volte negli occhi e attirando l’attenzione di passanti. Era come se facessero l’amore in quel momento.
Quando arrivarono sulla spiaggia, Bella si tolse le ballerine.
-Beh.. io le ballerine non ce l’ho quindi...
La fece ridere.
Due punti per Edward. Quest’ultimo faticava a trattenersi, se avesse potuto le si sarebbe buttato addosso. Fissarono il mare insieme ed Edward volle baciarla.
Quando prima gli aveva preso le mani in modo ingenuo aveva scatenato dentro di sé qualcosa di bestiale sia dentro al petto che nei pantaloni. E ora si trovava a nascondere il suo gradimento, anche se non sapeva come. Ebbe la buona idea di sedersi e mettere la mano sopra, dopo averla convinta a sedersi.
Aveva qualcosa che le altre non avevano. E il bello è che era naturale, si vedeva nei gesti.
Bella storse il labbro, pensierosa.
Il ragazzo ora la vedeva più tranquilla e divenne felice, sarebbe stato un piacere farla sua.
-Allora, questo è il posto che dici di volermi portare? Non bisogna mica essere maggiorenni sai...
Rise, prendendolo in giro.
-Oh no. No no. Volevo portarti in un bar verso mezzanotte ma essendo piccola, avrei la ritirata prima...
Disse maliziosa. La stava stuzzicando e si fissarono negli occhi con segno di sfida.
In realtà Edward non l’aveva detto solo per vedere la sua reazione ma anche perché se lo aspettava. Aveva visto altre sedicenne, diciassettenni ma erano completamente diverse da lei.
Ci poteva scommettere, non era una di quelle poche di buono che andava in giro nei locali a luci rosse. Doveva essere tipo “casa e chiesa”. E non se ne dispiacque più di tanto. Era sempre un piacere poi vedere come le verginelle si trasformavano in pantere aggressive.
Nel mentre faceva questi pensieri, sentiva una parte di lui essere triste per come ne stava parlando. Ma lui era cosi. E non sarebbe cambiato.
-Per tua informazione potrei non essere una di quelle ragazze che vanno in giro in quei locali ma non ho bisogno di sentirmi grande cosi. E non lo vorrei neanche, perché poi devo anche correre il rischio di trovare gente stupida. O no?
Abbozzò un sorriso compiaciuto e mosse la testa in segna di vittoria.
In realtà quella risposta era stata inaspettata per Edward. Non pensava gli potesse dire quelle cose e poi in modo cosi disinvolto visto che la prima volta che l’aveva vista stava morendo per autocombustione.
Voleva fare la difficile. Beh, Edward le tipe come lei se le mangia a colazione!
-Sai hai ragione. È pieno zeppo di gente stupida li, invece fuori beh... ci sono anche le ragazzine per bene...
-Noto un certo sarcasmo...
Edward sorrise. Era proprio un peperino. Aveva i capelli sciolti quel giorno che le incorniciavano il volto a forma di cuore. Inspirava tanta dolcezza.
Mentre la fissava la vide accendersi come una lampadina fissando un punto, gli occhi che brillavano. Il sole stava tramontando e il chiarore portava un certo calore e lucentezza che valorizzava il suo bel visino.
-Sai far rimbalzare una pietra sull’acqua??
Si alzò frettolosa e prese una sassolino bianco un po’ rovinato. Fissò il naso e storse le labbra.
Davvero adorabile.
Edward si alzò pulendosi il pantalone di sabbia e ridendo per la sciocchezza che stava per fare. Non poteva crederci, a venticinque anni a fare queste cose...!
Le mostrò come fare e Bella ci mise tutto l’impegno. Ma non ci riuscì nemmeno una volta, finché il sasso sembrò essere dotato di magia ma fece solo un salto e quindi Bella si rattristò subito.
Ciò che aveva notato Edward era il suo modo ingenuo e spontaneo. Diceva molte volte ciò che le passava per la testa e quasi tutte le volte arrossiva ma non si tirava indietro.
Quella ragazza aveva una grande forza dentro di sé, sembrava essere innamorata di ogni cosa e stupirsi di ogni cosa. E per un attimo si mise a pensare a come poteva essere la vita con lei. Subito scosse la testa toccato. Che cavolo diceva? Lui non pensava certe cose. Lei sarebbe stata una cotta leggera, come le altre. Anche se sentiva il suo profumo dappertutto e aveva voglia di mangiarla.
Quando l’accompagnò a casa, vide dei ragazzi che la fissavano. Si sentì geloso. E poi sorpreso. Strano e angosciato.
Perché cavolo era geloso? Perché cavolo la stava accompagnando fino a casa?
Probabilmente era la prima volta che lo faceva. E l’avrebbe fatto sempre con lei.
Ma questo non lo disse a se stesso.
-E quindi... è qui che abiti.
Bella sorrise. –Eh già, te l’ho detto.
Aveva scoperto che faceva di cognome Cullen. Aveva una compagna di classe con questo cognome e infatti si rivelò la sorella. Era una ragazza tutta pepe che non restava mai un momento zitta. Era bruna ma non insulsa come lei, anzi! Era una bellissima ragazza. Come il fratello.
-Bel posticino!
Edward sorrise sghembo e i avvicinò per prendere il suo premio ma Bella lo scansò.
-Scusa...
Il rossiccio alzò il sopracciglio. –Perché?
Lei divenne rossa e subito Edward sentì una scarica nei pantaloni.
Amico, stai calmo.., si disse.
-B-beh, ecco... perché mi sono scansata e...-la bloccò, scuotendo la testa.
-Ho capito. Dico perché ti sei scansata?
Edward moriva dalla voglia di baciarla. E gli bruciava quella sconfitta. Perché per lui lo era, eli era l’unica che si era scansata per non permettergli di baciarla. Stava perdendo colpi?
Vedeva l’effetto che le faceva, perché cavolo doveva essere cosi pudica?
Si irritò leggermente, passandosi la mano tra i capelli. Si stava anche stancando.
Era tutta la serata che voleva baciarla ma era stato piuttosto calmo godendosi la sua piacevole presenza sapendo che poi alla fine l’avrebbe fatto.
Ma lei si era scansata! Scansata!
Bella abbassò lo sguardo. Aveva rovinato tutto e solo perché aveva ascoltato sua madre.
Quel pezzo di figo la voleva e lei?
E lei niente, in realtà. Lei aveva paura di soffrire. E baciarlo significava rendere ancora più magica e speciale la serata.
-Io...
Sussurrò appena ma venne comunque bloccata da Edward. –Sei una di quelle un po’ chiuse eh? Beh mi piacciono le sfide davvero. Ti farò capitolare. E poi vedrai, sarai tu a venirmi addosso!
Edward mormorava più a se stesso che a lei. La ragazza si sentì confusa.
Era un trofeo? Un gioco?
Che stronzo di merda!
-Ma vaffanculo!
Gridò Bella con una furia e una sicurezza non sue. Girò i tacchi e aprì il portone entrando a casa.
Dalla finestra lo vide che la cercava con lo sguardo per vederla sbucare da qualche parte e quando la notò Bella si pentì di essersi affacciata.
Edward si leccò le labbra per ribadire il concetto e per prenderla in giro. La vide fissarlo truce e abbandonarlo li in mezzo la strada.
Si sentì un po’ solo ma carico. Aveva fatto una stronzata a dirglielo in faccia.
Tornando alla macchina, se lo promise. Quella piccolina sarebbe stata sua. E le sarebbe piaciuto.

 
I prossimi capitoli saranno Pov Bella o Edward.
Grazie per leggerla e grazie per averla inserita tra le seguite <3
Ditemi i vostri pareri... mi piacerebbe :)
Un bacio,
MissP;) 
  
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