-Pieces-
Le strofe ( e
il titolo ) sono della canzone “Pieces”
dei Sum 41.
Mi scuso per
il ritardo, mi dispiace di aggiornare sempre più lentamente, ma purtroppo non
riesco a trovare molto tempo…
Ringrazio terrastoria, Hime_chan, Masuke, Shine no
Kami ( mi dispiace che la tua recensione sia andata
persa, ma per fortuna ho fatto tempo a leggerla ), Reira
07, rogi neroazzuro e N@t: grazie di cuore!
Buona lettura
Isa
NakamuraxYoshi ( muahahahahaha ) e una
piccola parte di YondixDione
My thoughts are so tempting
I don’t know how it got so bad
Sometimes it’s so crazy
That nothing can save me
L’aria fredda costrinse Nakamura a fermarsi per sistemare il colletto della sua
giacca, cosicché ebbe il tempo di notare il cielo cupo che non prevedeva altro
se non un ennesimo temporale.
Ovviamente la giovane Anbu sperava che il suo capogruppo avrebbe dato ordine di
fermarsi – infondo erano partiti da quella mattina da Konoha
e avevano già percorso una distanza considerevole- ma
nel frattempo non le restava che raggiungere i propri compagni.
Fortunatamente, qualche
minuto dopo, il caposquadra – un omaccione robusto con una
voce tonante- diede disposizioni per la sosta notturna. I cinque ninja che partecipavano alla missione si ritrovavano in una
piccola radura delimitata da alcuni grandi alberi che non permetteva
alla luce della Luna di entrare. Complessivamente era un luogo abbastanza
protetto in quanto l’unico pericolo era rappresentato dal
fiume che scorreva a un paio di metri di distanza: qualche avversario avrebbe
potuto attaccarli sfruttando il corso d’acqua. Il caposquadra però non sembrava
preoccupato per quel lato debole della zona: ordinò solo dei turni di guardia e
si occupò dell’allestimento di un riparo per la notte assieme a uno degli uomini che componevano il gruppo.
Non avendo mansioni da
svolgere, Nakamura si allontanò dagli altri Anbu salutando con un cenno la donna che era venuta in veste di ninja medico e
si offrì per fare il primo turno di guardia.
A passo lento arrivò al limite del lato est della radura e si sedette
silenziosamente su uno dei massi – probabilmente caduti dalle montagne vicine-
che emergevano dall’erba alta.
“Non so se ti preferisco
bisbetica e acida o così silenziosa… che dilemma, eh?”
Nakamura
fissò il ninja davanti a sé e in un attimo realizzò: quella voce. Strinse i denti cercando di
trattenere la rabbia: non voleva certo creare dei litigi durante una missione. Optò quindi per un comportamento indifferente … anche se le
mani stringevano convulsamente i pantaloni della divisa.
L’altro non sembrò
toccato dall’atteggiamento della ragazza e si sedette accanto a lei, cercando
di trattenere le risate.
“Non sapevo che anche tu
partecipassi a questo genere di missioni…”- chiese Nakamura,
cercando di allontanare la tensione accumulata. Alla fine non sarebbe stata una
cattiva idea quella di sfogarsi su Yoshi… e poi
glielo doveva. Se solo pensava al loro ultimo incontro le veniva da schiaffeggiare – come aveva già fatto
quella sera alla locanda- il suo viso impertinente.
“Mi reputi non altezza?”
“Non ho detto questo”
“Ma
l’hai pensato”
“Da quando è che leggi
nella mente altrui?”
“Ah! Ora capisco perché
con te e con l’hokage non può funzionare: sei troppo impulsiva… e anche un po’ velenosa, direi”
“Non puoi farti gli
affari tuoi per una volta?... E comunque pensavo che
avendo degli allievi non ti rimanesse tempo per partecipare a delle missioni.
Quindi smettila di divagare in certi discorsi come quelli appena fatti”- Nakamura cercò poi di allontanarsi da Yoshi
che la stava irritando più del lecito, ma appena fece un movimento lui la
afferrò e la tenne accanto a sé.
Questo era veramente troppo-
pensò la ragazza, contrariata.
Mentalmente, Nakamura passò in rassegna tutti i
motivi per cui poteva uccidere quell’essere seduta
stante:senza contare il fatto che Yoshi era stato così
gentile da inserire nella
conversazione sostantivi come “hokage” e affiliati
vari, aveva anche osato recarsi in casa sua in piena notte.
Il
suo ego di donna ferita reclamava vendetta.
“Non capisco proprio
come mai ogni singola parte di me possa irritarti così tanto… non c’è niente di interessante in me?”- domandò curioso Yoshi
mentre sorrideva alla ragazza.
Nakamura
stava per ribattere con una risposta molto colorita, ma vennero
interrotti dal caposquadra che li fece avvicinare al piccolo fuoco preparato in
precedenza.
“Non sarei dovuta
rimanere di guardia?”- Nakamura era sorpresa dal
comportamento dell’omaccione: non aveva finito di dare ordini? Notò poi che
l’uomo in questione aveva fra le mani un rotolo. E di
fianco c’era un’aquila. La ragazza non ci mise molto a capire che doveva
esserci stato qualche cambio di programma… e lei odiava i cambi di programma.
“C’è una piccola
modifica sui nostri piani: la notte scorsa un gruppo di ninja
ha tentato di rapire la figlia del richiedente di
questa missione. Come ben sapete molte sono le squadre
impegnate in questo periodo e perciò due di noi si recheranno a prendere la
ragazza e la scorteranno nella provincia vicina, mentre altri tre seguiranno il
piano originario, intesi?”
“Come ci dividiamo?”-
domandò il medico.
“Avrei già pensato una
delle persone che fungeranno da scorta alla ragazza: Nakamura,
saresti disposta?”
La giovane rispose con
un quasi impercettibile cenno d’assenso.
“Perfetto. Chi altro?”-
domandò il capo.
Uno dei ninja alzò velocemente una mano, spiazzando Nakamura.
Oh no.
Oh no. Oh no- Nakamura non
riusciva a formulare un pensiero coerente. Non dopo aver realizzato
che avrebbe passato dei giorni con Yoshi. Ci sarebbe
stata anche la giovane ereditiera, ma c’era pur sempre
lui.
E
aveva anche iniziato a piovere.
*********
“Posso sapere perché le mie cose sono fuori dal mio appartamento? E
cosa ci fai tu qua?”- Yondaime era appena tornato a casa dopo aver avuto una
riunione con gli anziani del Villaggio e ora si ritrovava Dione davanti a lui,
armata di scopa e paletta.
Di rimando la ragazza gli
sorrise in modo alquanto ironico e Yondaime decise perciò di seguire Dione in ogni angolo
della casa fino a che non gli avrebbe dato una risposta soddisfacente.
Dopo averle alitato sul
collo per un quarto d’ora, il Quarto Hokage decise di
cambiare “tattica” e, sbuffando sonoramente, sprofondò sulla vecchia poltrona
posta in uno degli angoli del piccolo salotto.
“Guarda
che con me non funziona...”
“Non
funziona cosa?”- sul viso di Yondaime si dipinse un
sorriso innocente. Troppo innocente per Dione.
“Non
funziona il tuo finto sguardo ferito”
“Sai
che stai diventano più arcigna? Così mi ferisci”
“Non
sei molto convincente se ti metti a ridere mentre lo dici, sai?”- la ragazza si
avvicinò, squadrandolo.
“Te
ne sei dimenticato, vero?”- la domanda posta da Dione preoccupò Yondaime: sia per il tono con cui gli era stata fatta sia
perché il manico della scopa era pericolosamente vicino alla sua testa.
“Ma no, certo che no”. Yondaime
stava cercando di ricordare gli insegnamenti di Jiraya
per una situazione simile. Com’era? Ah, sì: prendi tempo.
“Yondaime...”
“Per
chi mi hai preso? Il mio è solo un bluff!”- Yondaime, nervoso, cominciò ad arruffarsi i capelli.
Sperava che Dione ci cascasse.
E
ci stava cascando!
Stava
sorridendo!
“E’ possibili che tu ti dimentichi cose come questa? Razza
di…di…”- Dione colpì Yondaime sulla testa con la
scopa.
“Ahio!”
“La
proprietaria dell’appartamento è stata chiara nel messaggio: o paghi l’affitto
e rimetti la casa in ordine o te ne devi andare da qua!”
“Ah,
era per quello?”-Yondaime si massaggiò la testa con
una mano.
“Sì,
era per quello! E tu domani pagherai l’affitto e metterai la casa in ordine, vero?”-
Dione avvicinò il suo viso a quello di Yondaime.
“Proprio
entro domani? Avrei altri piani per stasera: per esempio potremmo andare…”
“Niente
affatto”- Dione si allontanò, lasciando Yondaime
contrariato.
La
ragazza appoggiò la scopa e la paletta di fianco alla porta d’ingresso e prima
di andarsene si voltò verso Yondaime.
“Ho già iniziato un po’ io… Vuoi ancora vedermi o no?”
E
chiuse la porta.
…
…
…
…
…
“Ma
dimmi te cosa mi tocca fare… e ora da dove comincio?”
But it’s the only thing that I have
Ma quanto sono perfida! Mi diverto troppo a raffigurare Yondaime in questo modo! Pasticcione e con la testa fra le
nuvole: adorabile!