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Autore: steph808    31/01/2014    2 recensioni
Un vicolo di New York e un cadavere. Sembra un caso come tanti per Beckett e Castle, ma ben presto si trasforma in una strana avventura ai limiti della logica e della scienza. Il cadavere appartiene ad una ragazza senza nome che non si capisce com’è stata uccisa ma, forse, è già morta vent’anni prima…
Un caleidoscopio di colpi di scena con l’apparizione di tutti i personaggi principali, ambientato da qualche parte nella prima stagione, quando il rapporto tra Beckett e Castle era ancora molto tumultuoso.
Genere: Avventura, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Capitolo1Capitolo 1

Il barbone svoltò l’angolo con passi lenti e strascicati. Stava tornando a casa, a quella che per lui rappresentava una casa. Nel vicolo stretto e lurido che aveva appena imboccato tra palazzi alti e anonimi c’era una rientranza nel muro, una specie di nicchia che lui utilizzava ogni notte per dormire, al riparo dal freddo o dalla pioggia di New York.

In tanti anni, non gli era mai capitato di avere compagnia, nascosto com’era dietro i cassonetti dell’immondizia, ma quella sera una figura occupava il suo solito spazio.

«Ehi, amico, quel posto è mio.»

Nessuna risposta, nessun movimento.

«Ehi, mi ascolti quando parlo?»

Il barbone si avvicinò ancora di qualche passo. La figura distesa gli dava le spalle. La toccò con un piede.

«Oh no! Accidenti!...», mormorò.

C’era una ragazza nella sua nicchia. Ed era morta.

***

I lampeggianti della polizia illuminavano il vicolo di lampi rossi e blu. La zona era stata transennata dai nastri e nessuno che non fosse della squadra investigativa aveva il permesso di entrare.

«Cos’abbiamo qui, Lanie?»

La dottoressa Parish, l’anatomopatologa del Dodicesimo distretto della Polizia di New York, stava esaminando il cadavere, ancora immobile nella posizione in cui era stato trovato. Si alzò in piedi e si trovò davanti il detective Beckett.

«Ciao, Kate. È una donna bianca, tra i diciotto e i venticinque anni. Non sappiamo ancora il nome, non ha documenti.»

«Causa della morte?»

«Sconosciuta, per ora. Non ci sono ferite né segni di violenza.»

«Ora del decesso?»

«Poco meno di un giorno, direi venti ore fa.»

«Non mi aiuti, Lanie. In pratica non abbiamo nessun elemento. Niente documenti, niente ferite.»

«Hai ragione, Kate, ma sarò più precisa dopo le analisi di laboratorio.»

«Ehi, ragazze, mi sono perso qualcosa?»

Il consulente della polizia Richard Castle, il famoso scrittore, era appena arrivato di corsa.

«Ciao, Castle. No, niente di che. Saranno necessari degli esami clinici più approfonditi» rispose la dottoressa Parish.

Lo scrittore si chinò sul cadavere.

«Povera ragazza. Era così carina.»

«Castle! Perché non ti rendi utile e vai a interrogare il barbone che ha trovato il cadavere? Non credo che tu sappia analizzare il corpo meglio di Lanie.»

«Non ha già provveduto Esposito all’interrogatorio?»

«Vuol dire che tu ne farai un altro. Non dici sempre di avere un sesto senso per queste cose?»

«Ok, vado.»

Lo scrittore si allontanò. Beckett non voleva che inquinasse le prove sulla scena del delitto. Lui era pur sempre un consulente civile, lei la detective incaricata delle indagini.

«Ehi, Beckett.» Stavolta era un altro componente della squadra, Kevin Ryan, ad avvicinarsi.

«Trovato qualcosa?»

«Non molto, ma laggiù ci sono tracce di pneumatici ben riconoscibili.»

«Fotografa tutto.»

«Un’altra cosa. Su quel cassonetto, dove il vicolo si stringe tra le case, ci sono tracce di vernice.»

Era facile immaginare la scena. L’assassino era fuggito in macchina e nell’allontanarsi di fretta aveva urtato il cassonetto. Poteva essere una prova.

«Preleva tutti i campioni.»

«Già fatto.» Stavolta era Javier Esposito a comparire con in mano una bustina di plastica che conteneva dei reperti.

Kate Beckett sorrise. Aveva una squadra efficiente, che agiva secondo i suoi ordini ancor prima che potesse impartirli. E poi c’era quel Castle, lo scrittore, che seguiva le sue indagini per avere spunti per i suoi romanzi. Bell’uomo, fascinoso, intelligente e molto spesso utile nella risoluzione dei casi. Ed erano diventati amici. A volte purtroppo, a volte per fortuna, come nei più tipici casi di amore-odio. Castle era un professionista delle complicazioni sentimentali, tuttavia Beckett preferiva le storie semplici, e in ogni caso era meglio per tutti restare concentrati sul lavoro.

«Continuiamo con le ricerche, ragazzi», ordinò.

  
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