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Autore: Evil_Regal    31/01/2014    1 recensioni
SwanQueen.
Regina ed Emma stanno insieme,la loro storia d'amore è perfetta fino a quando in una notte che sembrava come tutte le altre qualcosa non riesce a distruggere quel vetro forte e spesso che era il loro rapporto. Che cosa succederà?Come reagiranno?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Nuovo personaggio, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Regina era seduta sul divano,Emma di fronte a lei. Da quando erano uscite dalla tavola calda tra loro due era calato un silenzio glaciale. Si guardavano a stento,una evitava lo sguardo dell’altra ma entrambe guardavano la stessa cosa,o meglio la stessa persona.
Adrianne.

Era seduta sul pavimento,giocando per conto suo e riempendo di gioia il cuore di Regina,e per qualche ragione non poco ovvia,quello di Emma. La guardava come si guarda la più grande delle meraviglie al mondo,ma più la guardava e più si sentiva in colpa. In colpa per averla abbandonato,per aver abbandonato Regina e per non aver vissuto il momento della sua nascita,per non esserci stata per Regina durante le notti in cui erano di più le ore in cui era sveglia che quelle in cui dormiva. Si sentiva in colpa per non averle creduto,per non essersi fidata e per aver pensato distrutto un amore grande e forte come il loro. La domanda che Emma a quel punto si poneva era,era ancora forte?

C’era ancora amore da Regina?

Non lo sapeva e,per quanto le riguardava,per quanto potesse sperarlo,non poteva pretenderlo.Non poteva pretendere che Regina la perdonasse così,di punto in bianco. Non poteva pretendere che tutto tornasse come prima. Aveva commesso il più grande degli errori,e ora doveva pagare. Ma dover pagare non significava per forza perdere tutto.

Fu Regina a rompere il silenzio “Adrianne” disse sotto voce.

“Cosa?” chiese Emma non avendo afferrato bene quello che la bruna aveva sussurrato

“Adrianne” fece una pausa guardandola negli occhi per poi voltarsi verso la bambina e sorriderle
“Si chiama Adrianne”

Ad Emma vennero le lacrime agli occhi. Sentì la pelle corrodersi dai sensi di colpa e il cuore frantumarsi.
Adrianne. La loro bambina si chiamava Adrianne e per Emma quel nome significava tanto.

“Adrianne” disse con lo sguardo perso nel vuoto e pieno di lacrime “Perché?” aveva la voce rotta dal pianto.

Regina si asciugò una lacrima che per sbaglio aveva fatto cadere. Emma l’aveva vista vulnerabile più di una volta,questo è ovvio. Ma lì,in quel contesto,in quella tesa situazione tra loro due,voleva mostrarsi forte. Voleva farle capire che non aveva bisogno di lei e che ormai era passato tutto. Ma a quanto pare non era esattamente così.

Si schiarì la voce e prese un lungo respiro “Perché una notte,la più scura di tutte,una di quelle in cui io avevo gli incubi e solo tu eri in grado di calmarmi,mi preparasti una cioccolata calda e nel silenzio,nel buio,sussurrasti questo nome. Lo sussurrasti proprio come te l’ho sussurrato io prima,e io ti chiesi la stessa cosa che mi hai chiesto tu” fece una lunga pausa. Emma ricordava quel momento,lacrime amare le rigavano il volto,sapeva il continuo della storia ma voleva sentire Regina mentre continuava  “E tu mi dicesti che se mai avessimo adottato una bambina,ti sarebbe piaciuto chiamarla Adrianne” soffocò una marea di emozioni e di ricordi.

“Emma,l’ho chiamata Adrianne perché tu avresti voluto così. Perché ogni giorno ho sperato che tu tornassi che tu bussassi a quella porta e mi dicesti che abbandonandomi hai commesso l’errore più grande della tua vita. Perché non c’è stato un giorno,un momento,un solo attimo in cui io non abbia pensato a te e alla vita che avevamo e a  quella che avremmo potuto avere insieme.Non c’è stato attimo in cui io non abbia desiderato riaverti qui,con me,perché tu sei stata fatta per stare al mio fianco e da nessun altra parte,esattamente come io sono stata fatta per stare al tuo fianco e Adrianne ne è la dimostrazione” si era alzata e stava piangendo. Al diavolo la forza e l’apparenza,al diavolo tutto. Portava questo peso dentro di se da troppo tempo e il dolore le stava marcendo dentro,le stava consumando le ossa.

In quelle parole Emma intravide un barlume di speranza,come se qualcosa potesse davvero cambiare e far tornare tutto a come era prima

“Ma poi quando ti ho trovato alla porta mi sono resa conto che ero arrabbiata,troppo arrabbiata per farti rientrare nella mia vita…nelle nostre vite. Ero e sono arrabbiata,mi hai abbandonato. Non hai idea di cosa io abbia dovuto passare. Sono andata avanti,giorno per giorno,mi sono alzata ogni mattino solo perché c’era qualcuno che dipendeva da me e che aveva bisogno di me. Solo e soltanto per questo. E quando è nata Adrianne mi sono sentita come se finalmente nella mia vita qualcosa fosse andato bene”
piangevano entrambe mentre Adrianne le fissava ma non con troppa attenzione

“Come mai?Perchè sei tornata?Sei tornata per portarti Henry via?Per portarti Adrianne?”

“No Regina,non lo farei mai,e questo lo sa-“ non riuscì a finire la frase

“No,non lo so” rise ma non era una risata divertita

“Non lo farei mai. Non sono venuta qui per portarti via né Henry né Adrianne. Il loro posto è con te,non con me. Sinceramente?Sono tornata perché io ti amo”

“Ah,ora mi ami?Ora?” era arrabbiata,tirò su col naso “Dopo che mi hai messa incinta e che mi hai abbandonata,ti sei alzata una mattina e hai deciso che mi ami?Emma,non ho tempo da perdere,sul serio”

“No,non pretendo che tu mi dica niente,non pretendo che tu mi dica che anche tu mi ami,voglio solo dirti che per qualsiasi cosa,io ci sono e voglio esserci per Adrianne ….e Henry”

“Vuoi esserci per loro?Dove eri quando Henry non rivolgeva la parola a nessuno per colpa tua?Dove eri quando rovesciavo dalla mattina alla sera?Dove eri quando Adrianne era appena nata e io dormivo due ore a notte?Dove eri Emma?Dove?” aveva cominciato a piangere incontrollatamente “Si…te ne eri andata” sussurrò

“E sai cosa rende il tutto ancora più terribile?” gridò mentre il suo petto e il suo collo si erano fatti rossi.Emma scosse leggermente la testa.

“E’ che io ti amo ancora. Non ho mai smesso di amarti e probabilmente non smetterò mai” fece una pausa,guardò in basso per poi guardare Emma negli occhi. La guardò a fondo e si perse in quel verde vivo e meraviglioso,quello che aveva sempre amato e che l’aveva sempre fatta sentire a casa

“Ma fa male”. Poi entrambe furono distratte da Adrianne che gattonò fino ai piedi di Emma e le tirò i jeans per attirare la sua attenzione. Emma era troppo concentrata su Regina per notare qualsiasi altra cosa,così Adrianne tirò più forte e mormorò qualcosa nella sua lingua incomprensibile. Regina accennò ad una risata e così fece Emma,la quale,notando la bambina,si chinò per guardarla.

Occhi verdi incontrarono il loro stesso specchio negli occhi dell’altra. Si guardarono e Adrianne tese una mano verso Emma e le toccò una guancia come per farle una carezza e poi rise. Gli occhi di Emma si riempirono di lacrime e così quelli di Regina nel vedere quella scena tanto semplice quanto meravigliosa.

Era esattamente quello che avrebbe voluto vedere tutti i giorno della sua vita,dalla nascita di Adrianne in poi. Era questo che voleva vivere senza dover pensare a nient’altro. Emma alzò lo sguardo verso Regina

“Ha-“ cominciò

“I tuoi occhi” Regna finì la frase al suo posto,le braccia strette al petto e un sorriso nel vedere la bimba giocherellare con i lunghi capelli di Emma.

“Attenta,che tira” disse Regina mettendo in guardia Emma. La bionda prese in braccio Adrianne e,come aveva detto Regina,quest’ultima le tirò i capelli. Entrambe risero.

“E’ bellissima”

Regina rimase a osservare la bambina a lungo,come se fosse persa “Già” sussurrò

Poi Adrianne cominciò a piangere chiedendo di essere presa da Regina che la prese tra le sue braccia e la cullò fino a che quella  non smise di piangere e non si addormentò.

“La vado a mettere un attimo a letto,scendo subito” disse poi si girò e sussurrò a voce moto bassa “Fa come se stessi a casa tua”

Dopo poco tornò e trovò Emma guardare le foto sui mobili. C’erano foto di Henry da bambino e di Adrianne quando aveva solo pochi giorni. La foto di Regina con Adrianne in braccio e Henry al suo fianco in ospedale,quando la bambina era appena nata.
Cosa avrebbe dato per essere in quella foto con loro,avrebbe fatto di tutto per vedere anche le sue foto tra quelle,perché avrebbe significato che era tutto normale e che erano una famiglia.

Ma non era andata così.

“Emma?” Regina la chiamò con un sussurro,che quasi non si sentì,lei stessa si chiese se Emma fosse riuscita a sentirla.

La bionda si girò di scatto,cosa che fece capire a Regina che l’aveva più che sentita. Regina aveva parlato con u tono di voce calmo,come se non fosse successo nulla,così dolce e fino che ad Emma sembrò di essere tornata a quando stavano insieme. A quando durante la notte Regina la svegliava semplicemente per dirle “ti amo”. A quando era Emma a fare gli incubi e lei la consolava.

“E’ la bambina più bella che abbia mai visto” sussurrò Emma mettendo a posto la foto di famiglia che stringeva tra le mani

“Senti Regina,non ho intenzione di scocciarti ancora. Ho capito di aver sbagliato e che è stato troppo,quindi me ne vado.Sono giunta alla conclusione che non facciamo altro che far stare male Henry e…” notò le lacrime negli occhi cioccolato di Regina e poi sentì  i suoi occhi bagnarsi

Prese un lungo respiro che sembrò morirle in gola,le fece male il petto e la gola.

“Quindi,addio….” Stava per uscire dalla porta

“Aspetta” Regina con gli occhi di lacrime le corse dietro prendendole la mano e girandola su se stessa in modo da poterla guardare negli occhi.

Lasciò cadere le lacrime,Emma fece lo stesso.

“I-io voglio” disse ma le parole le morirono in gola “Ascolta. Non voglio che tu te ne vada,io-io non posso sopportarlo. Non posso sopportare di non vederti ogni singolo giorno,di non sentire le tue mani accarezzarmi il viso,di non sentire le tue braccia attorno alla mia vita. Non posso svegliarmi senza pensare di non vedere i tuoi occhi. Mio Dio Emma se solo sapessi quanto sono stata male,ma non per quello che mi avevi fatto,ma per il fatto che ti avevo persa. Io voglio che tu ci sia,sempre,a tutti i compleanni,alle feste della città,a Natale e a ogni singola recita scolastica. Ti voglio qui,vicino a me a tenermi la mano e a ricordarmi che conto,che conto per qualcuno”

Piangeva e la sincerità,l’amore che si sentiva dalle sue parole,dal suo tono di voce…dai suoi occhi portarono Emma ad abbandonarsi ad un pianto che non sembrava più poi così triste e doloroso.

“Hai sbagliato,ma io,io sono l’ultima persona al mondo che può incolparti e può negarti una seconda possibilità e me ne rendo conto solo ora. Mi rendo conto del fatto che  io ho sbagliato tante,così tante,troppe volte ma c’è sempre stato qualcuno a ricordarmi che potevo cambiare e a darmi una seconda possiblità. Quante seconde possibilità ha avuto?Tantissime. E ad ogni occasione io ho sbagliato,ho sempre deluso tutti,sono sempre ritornata al principio che era l’origine di tutti i miei errori. Non sono stata nessuno per avere tutte queste seconde possibilità e non sono nessuno per negartene una,due,dieci,mille.
Non posso,so come ti senti e so che non sbaglierai di nuovo e,per quanto il tuo errore possa essere stato grande,questo ti rende una persona migliore di me. Perché  so che non sbaglierai mai più un’altra volta,perché so che ciò che abbiamo io e te è unico”

Emma la tirò a sé in un abbraccio immenso,così pieno di amore,di gioia,di felicità che qualcosa di placò. Era come se fosse appena terminata una tempesta lasciando spazio al più grande degli arcobaleni. Era come se la fievole fiammella di una candela che era sul punto di spegnersi si era riaccesa più viva e meravigliosa che mai.

Emma le prese un viso tra le mani e le accarezzò le guance asciugandole le lacrime mentre le sue continuavano a rigarle il viso. Entrambe risero dando il bentornato ad un benessere e un equilibrio che entrambe avevano perso. Ad una felicità e un calore interno immensi che penetravano fin dentro le ossa.

Emma poggiò la sua fronte contro quella di Regina ed entrambe sorrisero,così genuinamente e così a lungo che cominciarono a far loro male le guance ma non importava. Non importava più niente,né il passato,né gli altri,solo loro due e la loro famiglia.

“Abbiamo una bambina” Emma voleva ricominciare tutto da capo,come se non si fossero mai lasciate. E così voleva anche Regina

“Si,abbiamo una bambina” Regina era più bassa di Emma,anche se portava le scarpe col tacco e il fatto che lei fosse più alta l’aveva sempre fatta sentire protetta e coccolata ed era felice che quelle sensazioni fosse tornate. E doveva ammetterlo,le erano mancate da morire.

“Scusami Regina io-“ Regina la interruppe “No,no Emma. Shh. Non dirlo davvero,non ce n’è bisogno. Va tutto bene”

“Ma quello che hai detto prima,io-“

“Quello che ho detto prima è vero,ed è vero che ti amo alla follia e che non mi interessa più che te ne sei andata. Non posso vivere senza di te e se questo significa passare oltre questa cosa,sarò molto più felice di farlo” la baciò dolcemente e lievemente le labbra. Emma sorrise lasciando che un’altra lacrima percorresse le guance già umide. Regina con un movimento elegante e delicato l’asciugò senza mai smettere di guardarla.

Le braccia di Emma erano serrate attorno alla vita di Regina,come per tenerla stretta a sé così da non correre il rischio di perderla,mai più;perché aveva provato cosa significava vivere senza di lei ed era la cosa più brutta che le potesse mai capitare

“Come?” la guardò nel profondo degli occhi.

“Come cosa tesoro?” Regina affondò i capelli  nei boccoli biondi di Emma

“Come hai cambiato idea?Non che io non ne sia felice sia chiaro,anzi…è più di quanto avessi potuto sperare,sono venuta qui sperando che mi perdonassi ma non credevo che saresti tornata con me,per quanto il mio cuore lo volesse. Ma è successo,ed è successo perché tu sei la persona più straordinaria del pianeta…ma come hai cambiato idea?Fino a cinque minuti fa mi rivolgevi a stento la parola ed eri così arrabbiata con me che sembrava che da un momento all’altro mi saresti saltata addosso per uccidermi e poi uccidermi di nuovo”

Regina ridacchiò poi si fece di nuovo seria. Emma le accarezzava la schiena mentre Regina,parlando,giocava con i suoi capelli “Adrianne. L’ho portata di sopra,l’ho guardata e ho pensato che non è solo merito mio se è al mondo eppure ha avuto solo me. E ora che tu sei disposta ad esserci per lei,chi sono io per vietartelo se è quello che vuoi?E poi,ne hai tutti  i diritti,sei sua madre tanto quanto lo sono io e tenerti lontana non è la cosa giusta,non per lei e non per me e Henry. Sei parte di questa famiglia e lo sarai sempre.Sei qui e voglio tenerti qui,accanto a me,accanto ad Henry e accanto a Adrianne che ha bisogno di te tanto quanto me” sentì gli occhi inumidirsi di nuovo,prese un lungo respiro e poi sorrise

“Emma,né io né tu abbiamo avuto una bella infanzia. Mia madre era…quello che era e mio padre non poteva imporsi,tu genitori non ne hai avuti. Ho sempre desiderato per i miei figli ciò che io non ho mai avuto,insieme abbiamo voluto per Henry ciò che non abbiamo mai avuto e ciò che non abbiamo mai avuto sono due genitori che si prendessero cura di noi. Non li abbiamo avuti,ma i nostri figli li avranno,io e te.” Emma la strinse forte a sé e le baciò la fronte

“Prometti che non andrai mai più via” la voce di Regina tremava ed era sottile e leggera come un sussurro

“Te lo prometto” poggiò le sue labbra contro quelle di Regina e di nuovo le stesse sensazioni. Sicurezza,calore,gioia,amore,dolcezza,passione e desiderio di trascorrere insieme una vita lunga e felice. 
  
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