Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |      
Autore: Mania    31/01/2014    2 recensioni
{ Hook!Centric ● Hook/Emma!Implicito ● Hook + Snow ● Spoiler! Post 03x11 "Going home" }
«Sai, a lei piace bere la cioccolata con panna e cannella. È una di quelle cose "di famiglia". Le piace anche se non è cresciuta con me e James. È qualcosa che le è rimasto dentro, in un modo o nell’altro. Sono certa che anche tu sei rimasto dentro di lei, anche se non se ne rende conto», glielo confidò dopo i primi mesi, probabilmente perché in quel momento scorse nelle iridi dell’uomo scorci di onde in tempesta – ed erano come non ne aveva mai affrontate nella sua lunga esistenza passata ad attraversare mari sconfinati e sconosciuti –, calcate da più mesta nostalgia del consueto.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PROLOGO

C A P I T O L O   U N I C O ▬
“ Quel che resta


{ Fissi il soffitto nell’oscurità
Hai sempre la solita sensazione di vuoto nel cuore
Perché l’amore giunge lentamente ma sparisce in fretta
La vedi quando ti addormenti
Ma non riesci mai a toccarla o tenerla stretta
Perché l’hai amata troppo e sei affondato troppo in profondità
Beh, hai bisogno della luce solo quando si sta spegnendo
Ti manca il sole solo quando inizia a nevicare }




Gli fu perfettamente chiaro che sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe potuta vedere – e fu reale l’addio, anche se ancora non conosceva ciò che il futuro avrebbe avuto in riservo per loro. E quel momento, quell’estremo sguardo lo avrebbe conservato per sempre nella sua memoria, stampato nella pellicola della mente con l’urto del dolore trattenuto, schiacciato dentro le parole con le quali aveva detto che sarebbero stati dedicati a lei i pensieri di ogni giornata ventura. Il nodo in gola con la quale l’aveva lasciata andare, con il quale nemmeno aveva provato a formulare sillabe che avrebbero potuto dar voce al suo desiderio di tenerla con sé, sarebbe stato suo compagno ogni notte successiva, quando si sarebbe svegliato rivedendola negli effluvi effimeri dei sogni pieni di lei. Avrebbe voluto baciarla almeno in quel commiato finale, ma si era imposto di mantenere il comportamento da uomo d’onore che aveva deciso di appuntarsi addosso, perché non desiderava che nulla potesse insinuare altri dubbi in quella decisione non facile da mettere in atto.
E nell’oscurità della Foresta Incantata, con fiotti di argentea luce a filtrare tra le ramificazioni di alberi, a ergersi per sfiorare il cielo, quando le materializzazioni oniriche diventavano trappole in cui le sbarre erano di sofferenza e le immagini di Emma ricordi che non sarebbero ritornati, allora si ridestava senza più poter ritornare a cercare riposo. Era rimasto con la famiglia di Emma, per proteggerli da pericoli che sapeva che mai sarebbero terminati, ma soprattutto perché era un modo per mantenersi accanto a qualcosa che sapeva di lei, anche a distanza di mondi e di un vuoto nella memoria che lo avevano cancellato dalla sua vita radicalmente.
Mentre passeggiava sotto un cielo intessuto di stelle a splendere come preziosi incastonati di una fodera scura, spesso si ritrovava da solo nelle sue escursioni prive di meta, in cui non chiedeva alle reminiscenze del passato di tornare, ma esse non possedevano l’educazione per essere invitate a infastidirlo, tamburellando ferite al cuore non rimarginate con poca grazia. Tuttavia non sempre rimaneva con se stesso, e non era né un bene né un male, perché in ambedue le situazioni l’unica persona che avrebbe potuto fare la differenza, non poteva essere presente.
«Manca a tutti noi, Killian». Killian, non più Hook, nemmeno quando a parlare con lui era Charming o Snow – solamente i nani continuavano a diffidare di lui, e probabilmente era più per una consuetudine che una vera incapacità di fidarsi, visti i numerosi pericoli contro i quali aveva combattuto insieme, e forse anche perché Hook suonava proprio bene per un compagno di bevute. Vedeva spesso Snow immersa in camminate senza sosta durante le ore più tetre, quando anche la luna calava e non rimaneva che un manto in cui le stelle erano margherite su di un prato in cenere, e qualche volta si univa a lui. Quando la solitudine e quel vuoto erano laceranti per entrambi, quando non occorrevano frasi come quella, quando bastava guardarsi negli occhi per intendersi. Però Snow parlava comunque, perché le faceva bene e credeva che anche a lui ne facesse, e nell’assenza di far da madre a sua figlia, si era messa a farlo un poco a quell’uomo – quel pirata –, che aveva dimostrato in modo incontestabile quanto tenesse a Emma. Killian, a differenza sua, non aveva alcuno a cui tornare e il suo dolore non andava a sfogarsi in altri se non sopra se stesso, e fu tale riflessione a indurla a pregarlo di rimanere con loro – anche se dubitava che Killian avrebbe voluto andarsene altrove, ma gli aveva risparmiato l’ingombro di dover dare spiegazioni.
A Killian quella frase era quasi sembrata come una scusa, una giustificazione di Snow per aspettare un nuovo figlio, per cercare di ricominciare - ma forse si sbagliava, forse la sua era unicamente l’immaginazione di una persona che nuovamente aveva perso l’amore e troppo presto, così non disse assolutamente nulla.
«Sai, a lei piace bere la cioccolata con panna e cannella. È una di quelle cose "di famiglia". Le piace anche se non è cresciuta con me e James. È qualcosa che le è rimasto dentro, in un modo o nell’altro. Sono certa che anche tu sei rimasto dentro di lei, anche se non se ne rende conto», glielo confidò dopo i primi mesi, probabilmente perché in quel momento scorse nelle iridi dell’uomo scorci di onde in tempesta – ed erano come non ne aveva mai affrontate nella sua lunga esistenza passata ad attraversare mari sconfinati e sconosciuti –, calcate da più mesta nostalgia del consueto.
«Non ha importanza, White Snow, non è questo che deve averne» e sottointese che era la salvezza di Emma e di Henry a essere l’essenziale, ma non lo aggiunse, perché una sottile parte della persona egoista che aveva seppellito – che teneva unicamente a sé – sperava veramente nella verità di quella confidenza, mista alla speranza consolatoria di un qualcosa indefinito a legarli ancora.
Il tocco delle piccole falangi della principessa dalla chioma d’inchiostro gli sfiorarono appena il dorso dell’unica mano a sua disposizione, mentre la guidava per sistemare il braccio in modo da potersi appoggiare a lui nel proseguire attraverso le ore più dense di tenebra – quelle che separavano di poco dall’alba e in cui la mancanza di luce si faceva sentire con maggior prepotenza. «Raccontami qualche tua avventura, Killian. Sono sicura che al bambino piacerebbe sentire qualcosa del genere e ho il sospetto che tu ne abbia un enorme repertorio.»
Non provò a desistere dalla richiesta della donna e non le domandò nemmeno quella volta per quale ragione si preoccupasse tanto per lui – non che ne servisse una in particolare, ma aveva sempre avuto il sospetto di non essere l’idea di uomo a cui pensare per una figlia, e che tra lui e Neal fosse il secondo a risultare più attraente come ipotesi di cognato. Erano tutti pensieri sterili ora come ora, rimanevano solo le cicatrici di tutte le battaglie che Killian Jones aveva affrontato per Emma e per la sua famiglia, anche quando lei non vi era stata più per poter rimanere affascinata dalle sue imprese - azioni non più assoggettare al desiderio di conquistarla. Forse era per tale motivo che tutti si erano convinti di come, in fin dei conti, non era così cattivo e un po’ di lieto fine lo meritava insieme a loro, per quanto piccolo e modesto, potevano essere una stramba famiglia come d’altronde lo erano da sempre – un po’ più allargata e con qualcosa in comune a tenerli uniti.
«Allora, vediamo se so essere straordinariamente in gamba anche in questo» cominciò Killian, sorridendo alla sua accompagnatrice cercando di assecondarla come meglio poteva, per potersi distrarre con l’opportunità che gli offriva – e a sua volta distoglierla dai medesimi crucci. Così cominciò, mentre i passi calpestavano foglie marce ed evitavano piccoli fiori cresciuti tra un sasso e l’altro, nonostante le difficoltà: «C’era una volta un pirata con una sola mano e un uncino al posto dell’altra, perché un coccodrillo – anzi il Coccodrillo, il più pericoloso di tutti – gliel’aveva strappata via.»




M A N I A’ s  W O R D S
L’angst. A parte che la 3x11 è angst in sé, quindi non è che pensando a quell’episodio io riesca a produrre qualcosa di diverso, però avevo voglia di scrivere qualcosa di particolarmente struggente – ma nemmeno troppo.
Sappiate che l’intervento di Snow non era programmato, anzi, all’inizio non doveva esserci nessun altro a parte Hook, poi volevo inserirci anche Charming e poi è comparsa lei. Questo rapporto tra i due, lasciatemelo spiegare, mi intriga molto. Prima di tutto perché nel promo della seconda parte della terza stagione, quando sono nella Foresta Incantata, nel gruppo di Snow e Charming c’è anche Hook, quindi ho pensato che una volta tornati “a casa” lui sia rimasto con loro – e che non è che sia stata una vita senza pericoli, perché non mi pare che abbiano mai fatto lunghi periodi senza che qualcosa li minacciasse. Quindi in questi mesi di vicinanza e dopo tutto quello che Hook ha fatto per Emma e ora fa per la sua famiglia, mi sembra che una certa vicinanza e comprensione sia più che naturale. Spero che la cosa abbia un senso per voi quanto per me – ci ho provato a spiegarla nel migliore dei modi!
La citazione all’inizio è presa dalla canzone «Let her go» di Passenger, che potete trovare QUI. Mi ha ispirato molto per scrivere questa shot e la trovo molto adatta a questo momento di lontananza tra Hook ed Emma – e poi ci sono in fissa da giorni, continuo a farla andare in loop.
Intanto vi do la notizia (in)fausta che sto scrivendo una bella raccolta di trenta flash - sì, trenta e flash, io, flash, morirò nel tentativo di stare sotto le ciquecento parole - e appena ne ho scritte un po', per sentirmi senza ansia da prestazione (?), pubblicherò.
Spero che vi sia piaciuta, ringrazio in anticipo chi leggerà e come sempre vi chiedo di lasciarmi un parere - due righe, mica un poema -, che fa sempre piacere e mi fa sentire veramente appagata – non siate timidi, io non amputo mani!
Alla prossima,

Mania■


  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Mania