Tobi
e Zetsu fissavano Deidara, sperando di non farlo soffrire troppo con
l’annuncio
che avevano da fargli.
-
Deidara-Kun …Sasori-Danna della Sabbia Rossa
…è deceduto in battaglia.-
Dal
cielo piovevano gocce sporche di dolore, anche le nuvole piangevano.
“Non
piangere, Danna” Pensò Deidara con lo sguardo
rivolto improvvisamente al cielo.
Eppure
il cielo non era mai stato così triste.
-
Deidara-Senpai, la vita va avanti …- Disse seriamente Tobi.
Ma poi aggiunse: -
D’ora in avanti sembra che dovrai badare a me, Senpai.-
Deidara
strinse i denti.
-
Zitto …- mormorò.
-
Deidara, ti hanno staccato le braccia …vieni, Kakuzu ti
curerà, andiamo …-
-
Ho detto zitto-
Deidara
cadde in ginocchio.
“Perché,
Sasori –Danna …eri il mio unico amico
…il mio maestro. Non puoi abbandonarmi
così …”
Ma
evidentemente l’aveva fatto e lui non poteva farci niente.
Questa volta non
poteva riportarlo indietro.
Deidara
era morto da un pezzo, ormai. Il suo suicidio fu vano. Si fece
esplodere per
uccidere Sasuke Uchiha, e aveva fallito.
Qualche
tempo dopo al covo dell’Akatsuki, Itachi Uchiha
trovò in quella che era la camera
di Deidara un strana lettera:
Caro
Deidara,
Mi
accingo a scrivere su questa lettera le parole che prevedo di non
poterti dire,
in previsione della mia morte.
Ti
ho considerato fino all’ultimo un degno allievo, Deidara. Sei
sempre stato
pieno di iniziative, ambizioso, sapevi farmi arrabbiare ma riuscirvi
anche a
farmi ridere con i tuoi discorsi insensati sul concetto
d’arte.
Non
ti nascondo che mi piacerebbe vivere, ma non sono dispiaciuto di
morire. Anche
la mia morte ti insegnerà qualcosa. Ti insegnerà
ad andare avanti.
Devi
riuscirci, Deidara. Perché io con te ci sarò
sempre e comunque. Forse non
materialmente, ma i miei insegnamenti vivranno in te.
So cos stai pensando di fare, Deidara
…è una stupidaggine.
Non gettare via la tua vita contro un avversario che sai di non poter
sconfiggere. Ricordati sempre chi sei, il mio allievo e il mio miglior
amico.
Vivi
la tua vita anche per me, Deidara. Sii sempre felice, perché
la felicità è la
sola cosa che ci separa dalla pazzia.
E
non pensare a me. Io starò bene, non ho rancori
né rimpianti. E deve essere così
anche per te.
Ricorda
sempre: Io sono fiero di te.
Con
affetto
Sasori
Danna Della Sabbia Rossa
Itachi
ghignò soddisfatto e gettò la lettera nel fuoco
che affamato ardeva nel camino.
Rimase
a osservare la carta bianca che mutava colore. Prima che sparisse
inghiottita
dalle fiamme, distinse una lunga scia scura nella parte retrostante
alla
lettera. Una lacrima. La lacrima di un allievo. Itachi sorrise ancora,
malefico.
“
Ricordati sempre,caro Sasori: la morte bussa sempre due volte”