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Autore: Luine    02/02/2014    2 recensioni
[…] qualcosa diceva a Bloom che non era così e che la minaccia che stava incombendo su di loro non era terrestre, ma magica e non erano gli Stregoni. Qualcosa di più antico e più familiare. Non sapeva come poteva avere questa sensazione, ma preferiva scoprirlo nelle sembianze di una fata,[...]
Un nuovo nemico minaccia Alfea e la Terra, Roxy è stata attaccata e solo lo Scettro di Domino può salvarla. Cosa accadrà? E chi è il nuovo nemico delle Winx? Scopritelo leggendo!
(Ambientata tra le puntate 13 e 14 della quarta serie)
Fanfiction vincitrice dei premi Best Long Fic e Best Work-In-Progress nel Ventinovesimo Turno di Never Ending Story Awards
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Oritel, Roxy, Specialisti, Winx
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 18

Lo scettro di Domino



Quando Aisha si sentì afferrare per una caviglia, capì immediatamente cosa stava succedendo, ma non poté fare niente per fermare la forza che la attirò verso il basso e la strappò dalle braccia delle sue amiche. Non riuscì a trattenere un urlo e a niente valse la forza delle due Winx che tentarono di trattenerla. Qualcuno la stava tirando con veemenza, qualcuno che non riuscì a distinguere, mentre precipitava.

I colori erano sfocati, le sue amiche erano puntini luminosi in un cielo trapuntato di stelle. Poi qualcosa accadde: vide che una scia dorata che, ruotando, si stava avvicinando a lei a grande velocità. Pensò subito che fosse un'arma di qualcuno posseduto dalle Furie; con uno sforzo sovrumano, riuscì a rannicchiarsi su se stessa, chiuse gli occhi, aspettando il dolore provocato dall'impatto e un attimo dopo l'oggetto rotante passò sotto di lei, tranciò di netto la corda che la tratteneva e lei si ritrovò a precipitare come una bomba sganciata dall'alto, finché qualcuno non l'afferrò, mentre era ancora in caduta libera.

Aisha si irrigidì di paura e cominciò a lottare.

«No, Aisha, calmati, sono io!» esclamò una voce familiare.

Lei aprì gli occhi, lo riconobbe. «Timmy!»

Lo Specialista le stava sorridendo in modo rassicurante. L'attimo dopo era atterrato in ginocchio sull'asfalto, a pochi metri da dove era dilaniato da una profonda ferita che faceva somigliare la strada ad un cratere vulcanico.

Scese dalle sue braccia, e vide che Nabu stava fronteggiando tre persone – proprio le tre che stavano cercando! – dando a lei le spalle. Quell'oggetto rotante che aveva visto poco prima altro non era che il suo bastone, che tornò tra le sue mani con la precisione di un boomerang. «Nabu!» lo chiamò, capendo cosa era successo: il suo ragazzo e quello di Tecna le avevano appena salvato la vita.

Il mago girò appena la testa e sorrise. «Tutto bene, Aisha?» si assicurò.

Aisha non riuscì a rispondere, le sue amiche volarono anche loro verso di lei, con gli occhi sgranati dallo spavento e le mani tese verso di lei, come se avessero paura di potersela vedere scivolare via dalle braccia come era successo prima. «Aisha!» esclamò Flora. «Aisha, tutto bene?»

«Sì, grazie a Timmy e Nabu!»

Flora e Musa atterrarono ai lati della fata dei fluidi.

«Voi rimanete qui.» esclamò Timmy, estraendo la sua arma. «A quei tre pensiamo noi!»

«E noi dovremmo stare qui con le mani in mano?» ironizzò Musa. «Neanche per sogno, saremo al vostro fianco, come sempre!»

«E allora combattiamo!» e ciò detto Timmy, con gran coraggio, si buttò nella mischia, pronto a proteggere le Winx.

Riven, Helia e Jason Queen, che erano rimasti fermi fino ad allora, come se non avessero aspettato altro che quello, si lanciarono anche loro, coordinati, all'attacco. Helia estrasse la spada, Riven sollevò la sua e si diresse contro Nabu, deciso più che mai a fare a pezzi il suo bastone da mago e Jason, invece, libero di agire, tentò di mandare un colpo a segno contro le fate. Tutte e tre scattarono in volo e Musa, chiedendogli perdono, allungò una mano liberando il suo potere contro di lui e facendolo finire gambe all'aria.

«Ottimo lavoro, Musa!» esclamò Aisha e imprigionò Jason nel suo Morphix. «Meno uno!»

Helia sembrava essere diventato più agile del previsto, mentre Flora usava dei rampicanti per tentare di fermarlo, lo Specialista posseduto saltò su di esso e lo usò come un windsurf per tagliare di netto l'asta con la quale Nabu si stava difendendo strenuamente dagli attacchi sempre più serrati di Riven.

Intanto, accorgendosi con la coda dell'occhio dell'attacco di Helia che aveva spiccato un salto dal rampicante e si era librato in volo, il mago si liberò di Riven con uno spintone e si preparò a ricevere il colpo.

Sembrava che Helia e Riven concordassero sul fatto che, se volevano davvero ottenere qualcosa, dovessero prima avere ragione su di lui, più che su Timmy. Ma Nabu non si lasciò impressionare. Ruotando il bastone con la solita maestria, parò il colpo di Helia che si ritrovò disarmato.

La spada finì molto lontano, il rampicante di Flora che aveva continuato fino ad allora a correre parallelo alla strada si infranse con forza contro un muretto che crollò. Senza armi, ma pur sempre letale, Helia si lanciò su Nabu a mani nude. Non sarebbe stato un problema, se fosse stato da solo, Nabu avrebbe avuto ragione di lui in men che non si dica, ma Riven non si era certo dimenticato di lui: lo afferrò per i capelli e gli tirò indietro la testa, lasciandogli la gola esposta.

Nabu rimase fermo ad aspettare la morte, ma Musa usò il suo potere sonoro per far sentire a Riven suoni tanto acuti da costringerlo a lasciare la presa sul mago per coprirsi le orecchie e far finire il supplizio.

«Riven, scusami, scusami tanto!»

Nabu si ritrovò subito libero, ma non indenne: Helia stava caricando su di lui con tutto il proprio peso. Ma non ce la fece: Timmy si parò davanti a lui e, senza troppe cerimonie, colpì forte in faccia il suo amico posseduto, facendolo cadere a gambe all'aria.

Il ragazzo di Flora non si mosse più e Timmy sospirò di momentaneo sollievo. «Mi dispiace, amico.» disse, allo svenuto Helia, senza mai aspettarsi che, un attimo prima di voltarsi per fronteggiare Riven, sarebbe stato colpito lui stesso in faccia da due grossi scarponi e che sarebbe finito a faccia a terra, tramortito e confuso. Il dolore si diffuse su tutto il viso, mentre la schiena cozzava contro l'asfalto duro e freddo. Perse la sua arma, perse anche gli occhiali e alcune delle schegge che si erano prodotte con l'impatto col terreno gli si conficcarono intorno all'occhio, facendolo urlare di dolore, mentre il sangue gli scivolava sul viso copioso.

Non riusciva più a pensare o a trovare una soluzione. Aprì la bocca per chiedere aiuto, o per invocare Tecna.

C'era una gran confusione, intorno a lui, dentro di lui, riusciva solo a vedere alcune immagini che non riusciva ad interpretare e una di queste era Nabu che, con grosse occhiaie, uno scintillio dorato negli occhi e un sorriso maniacale, se ne stava sopra di lui con la sua lancia sollevata.

La sensazione di pericolo lo investì come un fiume in piena, gli argini si ruppero e il suo cervello si svegliò improvvisamente: non poteva stare fermo, o sarebbe morto, trafitto dal suo stesso alleato, adesso passato al lato delle Furie.

Fece per spostarsi, quando si sentì mancare il terreno sotto i piedi; fu una sensazione così debilitante che gli mozzò il respiro in gola, anche perché i suoi occhi smisero di vedere qualunque cosa, l'ambiente intorno a lui sembrava fatto a righe tanto si spostava velocemente. Solo una persona era perfettamente visibile.

«A... Aisha.» riuscì a gracchiare, al che lei sorrise, segno che era vero, era proprio Aisha.

«Tu hai salvato me, e io adesso ti restituisco il favore.» esclamò.

«Non possiamo batterli.» continuò Musa, frustrata. «Sono troppo forti per noi!»

«Ragazze,» gemette lo Specialista. «sono... sono riuscito a mettermi in contatto con Faragonda.»

«Bene, Timmy!» esclamò la fata dei fluidi. «Adesso dobbiamo solo aspettare i rinforzi!»

«Nabu...» gracchiò Timmy, guardando in basso, sentendosi sempre più debole e stordito.

«Lo so.» rispose Aisha, e sul suo volto apparve un'espressione buia. «L'ho visto.»

Una volta arrivate alla velocità Speedix di fronte al Love & Pet, lo spettacolo che si trovarono davanti fece fermare il piccolo gruppo. Si nascosero tra gli alberi che circondava la piazza in cui si trovava il negozio e guardavano con gli stessi sentimenti di orrore e spavento la stessa scena: Mitzi si era liberata dei rampicanti di Flora e adesso capeggiava un folto gruppo di posseduti; tutti reggevano delle fiaccole incendiate e mannaie da cucina, spranghe, tubi, pezzi d'acciaio che avevano rubato alle macchine distrutte. Il negozio era circondato. Tutti volevano vedere le fate morte.

Aisha seppe con una sola occhiata che il suo potere Morphix non sarebbe bastato.

«Che cosa facciamo?» domandò alle altre.

Timmy guardò quello spettacolo attraverso la lente attraversata da un profondo solco e dovette chiudere gli occhi. Lo fece appena in tempo, o avrebbe visto Mitzi che, sollevato il grosso pezzo d'acciaio che aveva in mano, scagliava contro il vetro della porta che andò in frantumi quasi fosse fatta di cristallo. Il potere delle Furie, non solo annullava le personalità di coloro che ne venivano toccati, ma li dotata di una forza tale da non poter essere ostacolati da niente e da nessuno.

«Dobbiamo fare qualcosa!» esclamò Flora, ma l'unica cosa che le veniva in mente era entrare nel negozio e cercare di salvare il povero Timmy: non c'era niente che potessero fare, erano perdute, a meno che Faragonda non arrivasse a salvarle.

Non avevano la minima speranza di scappare: ovunque fossero andate, sarebbero state inseguite e scappare avrebbe significato anche lasciare al proprio destino persone che avevano un disperato bisogno di aiuto. Era una situazione disperata.

Infuriata, Aisha fece l'unica cosa che pensava fosse giusta. «Ragazze! Le ali del teletrasporto presto! Dobbiamo aiutare Timmy!»

«Sì...» approvò Musa. «Andiamo.»

Entrarono così in casa, dentro quella cucina dove, qualche solo pochi giorni prima avevano fatto colazione tutte insieme, ridendo felici e spensierate come ragazze normali. Tutto quello era stato spazzato via in un attimo dall'arrivo di Zephiro e delle Furie. Tutto era stato distrutto dal momento stesso in cui la piccola Roxy era stata catturata. Chissà come stava... se lo Scettro di Domino era riuscito a salvarla... ma se era così, che fine aveva fatto Bloom? E perché non avevano dato nessuna notizia?

«Mettiamo qualcosa davanti alla porta!» ordinò la fata dei fluiti.

«Ci penso io.»

Musa usò la sua magia per spostare l'armadio davanti alla porta, abbassò le serrande delle finestre e così si ritrovarono nel buio più completo, finché la fata della musica non accese una lampada che, con la sua luce biancastra, rendeva quel salotto spettrale.

Quelle difese avrebbero retto, pensò Aisha, ma non molto. Depose Timmy sul divano che, unico tra tutti a non essere stato contagiato, si lasciò cadere sul divano e sospirò amaramente. Flora, intanto, si era messa al computer.

«Non ce l'ho fatta.» borbottò lo Specialista. «Mi dispiace, ragazze. Non sono forte... non sono forte come Sky.»

«Oh, piantala!» sbottò Aisha. «Sei stato molto coraggioso e sei riuscito a rimanere in te! È più di quanto potessimo sperare in... in una situazione disperata come questa!»

Musa le posò una mano sulla spalla tremante. «Mi dispiace che sia successo proprio a Nabu, Aisha.»

La fata dei fluidi sorrise appena, mesta, ma le prese la mano nella sua per mostrarle tutta la propria gratitudine. Flora continuava a chiamare Faragonda, ma senza ottenere risultati. «Niente!» piagnucolò. «Che cosa può essere successo?»

«Lascia provare me.» si propose Musa.

«Oh, come vorrei che Tecna fosse qui! Avrebbe trovato la soluzione!» esclamò Flora.

Anche Musa non ebbe migliori risultati di lei. Dopo diversi tentativi andati a vuoto, si arrese. «Che anche Alfea sia...»

Le tre si scambiarono un'occhiata preoccupata.

Timmy gemette e, sebbene fuori non ci fosse neanche una nuvola, a loro parve di sentire il rombo di un tuono provenire da lontano, la loro condanna eterna, quella dell'ennesima auto che veniva incendiata da qualcuno che voleva prendere un'arma per portarla di fronte al Love & Pet.

I cuccioli magici, anche quelli che non appartenevano loro, erano ammassati nelle camere da letto, tremanti e preoccupati, Kiko se ne stava invece con quelli delle Winx, deciso a proteggerli, ma anche lui, da bravo coniglio, non vedeva l'ora di nascondersi in quella scatola di biscotti che stava adocchiando da parecchio tempo.

Erano in trappola, senza protezione, Timmy era in condizioni critiche e loro non potevano fare del male a qualcuno che non aveva colpa. «Non possiamo fare il gioco delle Furie!» sbottò Aisha, sempre più rabbiosa. «Non possiamo combatterci l'un l'altro, coi nostri simili solo per rendere il mondo un posto vuoto e pieno di dolore, così che loro possano crescere e prosperare, come hanno fatto su Obsidian!»

«Non possiamo neanche stare con le mani in mano, aspettando che arrivino a salvarci!» commentò Musa, alzandosi dalla postazione vicino al computer di Tecna. «Dobbiamo aiutare Timmy che è ferito... dobbiamo fare qualcosa

Flora la prese in parola: andò a prendere il kit di pronto soccorso per togliere i vetri dal contorno dell'occhio dello Specialista.

Il pavimento tremava sotto i loro piedi, ogni bancone e ogni oggetto veniva gettato a terra e distrutto nel negozio.

Il Love & Pet, da sempre un luogo di gioia e d'amore, era stato devastato come tutto il resto, distrutto dall'odio per ogni cosa che era buona e bella. La rabbia di Aisha montava ad ogni scossone che sentiva. Guardò Musa e poi Flora che stava aiutando Timmy. Finché fossero state lassù, forse sarebbero state al sicuro.

Ovviamente, parlò troppo presto: l'armadio che avevano messo davanti alla porta per proteggersi dalle incursioni cominciò a vibrare, prima un po', poi sempre più forte, finché la vibrazione non divenne un dondolio. I tonfi che venivano dati alla porta erano così rombanti che tutte e tre le fate, se fosse stato possibile, pensarono ad un ariete. E chissà che non fosse davvero così.

«Dobbiamo andarcene.» dichiarò Musa, freddamente, ma dentro di sé fremeva: la loro casa, quella che avevano risistemato loro con le loro forze, stava per essere distrutta come tutto il resto. Neanche quello che avevano ritenuto un rifugio sicuro lo era più.

Aisha si disse d'accordo con lei: non potevano più rimanere lì dentro.

«Un momento!» esclamò Flora, che stava applicando una garza sull'occhio di Timmy.

«Non c'è tempo! Andiamo al Frutti Music Bar, forse per adesso non andranno a cercarci lì!» sbottò Aisha e prese per mano sia lei che lui, prima di attivare di nuovo il potere Zoomix e di teletrasportarsi.

La situazione del Frutti Music Bar era quella che avevano già visto in precedenza, ma almeno il posto era deserto; il mare notturno era calmo e si riversava sulla spiaggia a lente ondate, incurante dell'inferno che si era scatenato su Gardenia.

Se solo avessero potuto contattare Faragonda! Ma ora era tutto perduto. Tutto!

«Ma bene. Sapevo che sareste venute qui, fatine!» la voce fredda le riscosse immediatamente, furono costrette a voltarsi e, aspettandosi chissà quale creatura mostruosa, videro invece solo Riven, con la propria spada appoggiata mollemente sulla spalla.

Dietro di lui, con la stessa espressione ghignante e pericolosa, c'erano ovviamente Helia e Jason Queen, con un nuovo elemento: Nabu. Tutti e quattro si erano allineati in modo da formare una cuspide di cui Riven era la punta. Era come se lui fosse stato il capo, e tutti accettavano quella sua tacita autorità, non litigavano tra loro e questo rese le Winx ancora più inquiete: se solo quei quattro fossero stati dediti a volersi prevaricare l'un l'altro, sarebbero stati più deboli e dunque meno reattivi.

Ma le Winx avevano capito da tempo che sarebbe stato sperare troppo, che avrebbero caricato e che le avrebbero spazzate via in un battibaleno. Indietreggiarono di un passo, ma poi Aisha strinse i pugni.

«Helia!» chiamò Flora, disperata. «Ti prego, torna in te! Non possiamo combatterci! Sono le Furie che ti stanno confondendo! Helia, ascoltami ti prego!»

Ma Helia non la sentiva. Aspettava solo un ordine di Riven per attaccare.

«Prendiamoli prigionieri!» sbottò Aisha.

«E come?» domandò Musa, lanciandole un'occhiata con la coda dell'occhio e stando bene attente a cosa stessero facendo quei quattro. «Come facciamo a prenderli? Sembrano inarrestabili!»

«Maledizione!» Aisha spinse Timmy da una parte, per proteggerlo, quando quelli cominciarono a caricare con la forza dei bisonti su di loro. Stavolta avrebbe fatto di loro un enorme budino tremolante, li avrebbe fermati tutti insieme in modo da non permettere loro di liberarsi l'uno con l'altro dal suo Morphix. Stavolta non ci sarebbe stato scampo. «Non permetterò alle Furie di avere la meglio su di voi! Vi salverò, ragazzi!»

«Preparatevi a morire, fatine!» gridò Riven.

«Non così in fretta, ragazzino!»

Prima ancora che i posseduti potessero cercare l'impatto e Aisha sprigionare il suo potere, un'ombra saltò giù dal muretto dietro di loro e balzò agilmente tra i contendenti. Come se questo nuovo personaggio avesse richiamato a sé il giorno, il cielo cominciò a schiarirsi, i primi raggi del sole nascente illuminarono la sua figura snella e la spada scintillante sguainata stretta nel pugno della mano destra. Nella mano sinistra stringeva uno strano oggetto con un pomo grosso e prezioso. Si mosse così veloce contro i quattro che caricavano in avanti e riuscì a rompere la cuspide con la sola forza della sorpresa.

«Re Oritel!» gridarono, stupefatte, le Winx, quando il profilo del re di Domino si stagliò contro il cielo chiaro, prima che si infilasse di nuovo nella mischia, dove con eleganza e determinazione, spazzò via un avversario dopo l'altro.

Schivò Helia, Jason, Riven e Nabu come se niente fosse, girò su se stesso, utilizzò la spada per parare tutti i colpi che arrivarono; se stava cercando di impressionarle con la sua tecnica, stava avendo successo. Nello sfavillio prodotto dal sole che si sollevava, Re Oritel aveva l'aria minacciosa di un portatore di morte e la grazia di un salvatore.

Ad un tratto, fece mulinare la spada sopra la testa e poi, mentre ruotava su se stesso, si piegò per parare un colpo che stava per arrivargli dietro la schiena e usò la piccola asta con sopra il grosso rubino che teneva nell'altra mano per colpire in faccia Jason Queen, che lo stava minacciando con una pietra, e che cadde a gambe all'aria.

Con un sogghigno per congratularsi con se stesso della perfetta prova, il re di Domino saltò sopra il corpo del produttore, fece una capriola in aria e atterrò in ginocchio; prima di girarsi, lanciò l'asta col rubino alle Winx e Aisha l'afferrò al volo.

«Prendete lo Scettro di Domino e andate in un punto molto alto di Gardenia!» gridò re Oritel, tornando alla carica. «Usatelo per riportare la pace!»

Riven si scagliò contro di lui con un urlo che esprimeva tutta la veemenza che voleva imprimere al colpo. Re Oritel si tuffò di lato: sapeva che, se avesse tentato di ingaggiare uno scontro, sarebbe arrivato anche l'altro, Helia, a colpirlo e allora sarebbe stato vulnerabile.

Rotolò un paio di volte, si rimise in piedi e si ritrovò faccia a faccia con Nabu che voleva colpirlo da lontano con la sua lancia, per trafiggerlo come un cinghiale.

«Correte!» esortò le Winx, allungando una mano verso di loro per esortarle ad allontanarsi il pericolo. «Non penso di poter resistere ancora a lungo!» fece una giravolta su se stesso, scacciò Helia dalla sua traiettoria e ruotò la spada in modo da avere il pomo stretto tra il pollice e l'indice chiusi. La lancia gli passò sopra la testa, producendo un sibilo minaccioso. «Sprigionate i vostri sentimenti positivi!»

Colpì Riven in faccia, proprio come aveva fatto con Jason Queen, quindi cambiò la spada di mano e si occupò degli altri due. Quando Riven lasciò andare la spada e gridò per la sorpresa e il dolore, Re Oritel alzò le spalle. «Scusa, figliolo, niente di personale.»

Aisha guardò l'asta col pomo col grosso rubino e ancora non riusciva a crederci. Aveva tra le mani lo Scettro di Domino, l'oggetto che avrebbe fatto rinsavire il suo ragazzo e quello delle altre Winx. Chissà perché, adesso che ce l'aveva tra le mani, non provava le sensazioni che pensava avrebbe dovuto provare: non sentiva niente, era di freddo metallo, ed era brutto, oltre che pesante. Non era quello l'aspetto che avrebbe dovuto avere lo Scettro di Domino.

«Muoviamoci, Aisha!» la esortò Flora, afferrandole un braccio. «Dobbiamo andare, prima che Re Oritel...»

Guardò verso il sovrano di Domino che, saltando sopra il muricciolo dell'imbarcadero vicino alle macerie del Frutti Music Bar, stava combattendo con un sanguinante Riven: sembrava il più agguerrito di tutti e anche se era stato colpito ed era ferito non voleva arrendersi. Ma era lui, che ospitava la Furia vera e propria, era da lui che era partito il contagio.

Aisha si chiedeva se era davvero il caso di continuare a combattere. Che senso aveva? Il suo ragazzo era stato contagiato anche lui, e lo Scettro di Domino non aveva niente della potenza che avrebbe dovuto avere, niente della sua magnificenza. Era un oggetto come tanti altri, e poteva essere inutile.

«Aisha...» Flora la chiamava e la spronava. Musa anche la stava invocando dalla sua posizione a mezz'aria. «Aisha, dobbiamo andare.»

Aisha non ne era sicura. Aisha non sapeva cosa fare; possibile che fosse davvero quell'oggettino così pacchiano la soluzione ai loro problemi?

Se non sei convinta, gettalo via. L'indecisione è davvero terribile, non credi? Non farlo, gettalo via. Se non sei sicura che funzionerà, che senso ha provare?

Aisha trovava che quella voce fosse davvero molto allettante. In effetti, perché provare?

«Aisha?» la voce di Flora era fastidiosa, le sue mani sulle sue spalle e tentava di scuoterla, mentre gettava un occhio preoccupato sulla battaglia senza requie – una battaglia inutile – di Re Oritel.

Sì, lui è bravo, ma a che gli servirà? Verrà comunque contagiato dalla forza di Riven. Lui è l'untore, lui è colui che possiede la Gelosia. Tutti quei giovani che lo seguono, sono stati contagiati, e con lui condividono la stessa furia distruttiva. Lo seguiranno ovunque e lo serviranno comunque, a costo di perdere la vita. Prima che lui possa morire, sarà Re Oritel a soccombere, o a venire lui stesso contagiato. È la sorte. Quello Scettro non può niente. Gettalo in mare. Gettalo adesso. GETTALO!

Re Oritel stava ancora combattendo sul muretto del piccolo imbarcadero. Stava cedendo terreno, ma non il suo coraggio: aveva respinto un altro degli attacchi di Nabu e aveva dato un calcio nello sterno di Jason Queen, scacciandolo indietro e riguadagnando un po' di vantaggio per fronteggiare Riven.

Flora continuava a chiamarla e a scuoterla. «Aisha, ti prego, torna in te.»

Cercò anche di prenderle lo Scettro dalle mani, ma non servì a niente: Aisha lo teneva così stretto tra le sue che, neanche con l'aiuto di Musa, la fata dei fiori riuscì a fare qualcosa.

Aveva ragione quella voce disincarnata.

«Mi dispiace, Aisha, mi dispiace tanto!» piagnucolò Flora, ma questo non le impedì di restituirle lo schiaffo che la fata dei fluidi le aveva dato all'inizio di quella lunghissima notte.

Aisha sentì le proprie gambe cedere, capì di essere appena stata sedotta da una Furia... una Furia che si nutriva dell'indecisione e dell'incapacità di agire. Aveva voluto che si liberasse dello Scettro... ciò voleva dire che i suoi dubbi erano del tutto infondati, che era l'oggetto che l'avrebbe portata alla vittoria, che poteva eliminare quella minaccia per sempre.

Sbatté le palpebre e abbassò lo sguardo. «Mi dispiace, amiche mie... mi sono quasi lasciata...»

«Che fate ancora lì?» gridò Re Oritel. «Sbrigatevi!»

A quel suo richiamo accorato, tutti e quattro i suoi avversari si voltarono verso le tre fate, ma apparve Timmy che, ancora mezzo barcollante e con gli occhiali rotti, si frappose tra loro. «Ce la posso fare!» esclamò, come per esortare se stesso a non cedere. «Voi andate, ragazze... andate.»

«Timmy!» esclamò Flora, tra le lacrime. «No!»

Timmy sorrise, mentre loro si libravano in aria, portando dietro anche l'indecisa Flora.

«Dobbiamo andare, Flora. Non possiamo indugiare!» fu Aisha a parlare, con la nuova determinazione data dalla consapevolezza.

Dovevano andare tutte, avevano una possibilità e non dovevano lasciarsela sfuggire, anche se una parte del loro cuore sarebbe rimasta lì, a preoccuparsi per il fidanzato di Tecna che si stava inginocchiando, provato dalle troppe ferite che aveva ricevuto, e anche per Re Oritel che stava cominciando a mostrare tutta la sua stanchezza.

«Andiamo alla collina degli aquiloni!» gridò Aisha. «Presto!»

«Winx Zoomix!» esclamarono all'unisono e, in un istante, il paesaggio cambiò.

Timmy e Re Oritel scomparvero dalla loro visuale e apparve un luogo che non era stato ancora toccato dalla devastazione, un grande prato che dava su uno strapiombo dal quale si poteva vedere tutta la baia di Gardenia. A quell'ora del mattino, con la luce rosata del sole nascente, dava l'idea di essere il posto più pacifico del mondo.

Era lì che era cominciata, non più tardi di due giorni prima. E adesso stava per finire.

Si guardarono l'un l'altra e Aisha si mise nel mezzo, con lo Scettro di Domino sollevato sopra la testa, le mani delle sue amiche premute sulle sue, tutte decise a concentrare il loro potere su quello strumento che le avrebbe salvate.

Aisha riversò i propri sentimenti per Nabu dentro lo Scettro, ricordando i momenti più belli e felici, con una punta di dolce nostalgia e di divertimento il loro primo incontro. Erano sensazioni positive, erano quelle che le facevano palpitare il cuore ogni giorno; pensava alle sue amiche e alle tante persone che avevano reso felici grazie ai cuccioli magici e al potere del Believix.

Le sue amiche stavano facendo pensieri analoghi: la fata dei fluidi lo sentiva dal calore del loro corpo, ricoperto di un alone di magia che era gemello del suo, rosa per Flora, azzurro per Aisha e rosa violaceo per Musa. Erano una sola fata, una sola sensazione positiva e lo Scettro se ne nutrì come se ne fosse stato affamato. Poi si saturò e fu allora che, all'unisono, capirono di dover liberare quel potere.

Lo fecero. E lo Scettro si trasformò: da piccolo e tozzo, divenne lungo e affilato, l'oro giallo si trasformò e divenne del colore dell'argento scintillante, il rubino incastonato cambiò forma e acquisì le sembianze di una punta di lancia affusolata, alla cui base si diramava in due direzioni e si curvava verso l'asta, riproducendo un cuore.

Aisha sorrise: era quella la vera forma dello Scettro di Domino, lo Scettro che avrebbe portato la pace su Gardenia.

Dalla punta della lancia, partì una sottile colonna di luce che bucò il cielo e lo liberò delle stelle che ancora non erano scomparse, poi quando arrivò al suo apice, si spezzò in migliaia di altri piccoli fili che si gettarono su Gardenia, in ogni strada, in ogni casa, su ogni persona.

Gardenia era diventata il centro di una gabbia di luce e i rumori molesti, le grida, le esplosioni, divennero dapprima rade, e poi scomparvero del tutto.

Il sole risplendeva così tanto che, quando una patina d'argento ricoprì la città, i suoi raggi si riflessero lassù e crearono strani giochi di luce che, dal punto di osservazione delle tre fate, risultarono commoventi. Poi tutto questo scomparve. La patina d'argento passò così come era arrivata, come se qualcuno avesse tirato via un velo da sopra la città, le strisce di luce che avevano ricoperto Gardenia si ritirarono dentro la colonna di luce, che scomparve anche questa dentro la punta della lancia.

Lo Scettro di Domino tornò ad essere quel piccolo e tozzo oggetto che Re Oritel aveva lanciato loro nel bel mezzo della battaglia, ma adesso la grossa pietra che c'era stata sopra non era più un rubino, ma uno smeraldo dentro cui vorticavano delle forme indistinte. Flora, Aisha e Musa non riuscirono a trattenere delle risate di gioia e sollievo.

Ce l'avevano fatta: avevano debellato la minaccia delle Furie dal pianeta Terra.


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Salve, ragazze! Rieccomi con un nuovo capitolo che spero vi ripaghi di quest'attesa.
Grazie di esserci.
  
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