02/02/2014
3 recensioni{Nota di Amore. Questa è la traduzione di una mia oneshot dedicata a Break, Reim e Sharon. Potete trovare l'originale qui.}
“Sarebbe pur dovuta morire, prima o poi;
Sarebbe pur dovuto arrivare il tempo per una simile parola-
Domani, poi domani, poi domani.”
(Macbeth, Act 5, Scene 5)
***
Il pendolo rintocca. Sono le tre di notte. Non riesco a fare a meno di sorridere, gli occhi ancora chiusi. Non ho mai capito quella tua bizzarra passione per questo momento della notte. Era a quest’ora che ti intrufolavi nella mia stanza. Ti sedevi sul mio letto, e mi svegliavi con quella tua voce sciocca – un sussurro leggero e piacevole al mio orecchio.
“Avrai tempo per dormire quando non sarò più da queste parti. Svegliati…”
E a quel punto mi avresti baciato, senza aspettare che mi svegliassi del tutto – affamato, selvaggio, disperato.
Ricordo il profumo di cannella della tua camicia. Era un odore che ti donava, e che raggiungeva i miei sensi addormentati come il profumo di una fresca, spensierata colazione a letto. Oh, magari i nostri cuori fossero stati davvero così sereni. Non lo erano, e allora mettevamo in scena la nostra farsa, nascondendo il dolore, la consapevolezza dei tuoi minuti così crudelmente destinati a scorrere troppo velocemente, dietro il bisogno urgente di toccarsi delle nostre mani, e dei nostri corpi, e delle nostre anime. Tu possedevi la mia, e non mi importava che la tua fosse stata già donata. Ti amavo per quello che potevi darmi, e tu mi amavi per la stessa ragione. Questo era l’accordo: niente promesse, niente “per sempre”, niente lacrime.
Dirti che ho rispettato i termini sarebbe delizioso. Ma sfortunatamente, temo di non essere forte quanto te. Sapevo che non saresti durato a lungo, e tuttavia le tue dita gentili sul mio naso –su quel segno, causato dai miei occhiali, che amavi tanto sfiorare, erano un piacere così fragile e delicato, che mi ingannavo volontariamente. Saresti morto, lo sapevo. Ma sarebbe accaduto domani, e domani, e domani.
A volte fingo che tu sia ancora qui. Fingo che l’aria fredda sul mio viso sia il tuo bacio delicato sulle mie palpebre, sulla mia fronte, sui miei lobi perforati dagli orecchini. Ricordo i tuoi pigri tentativi di farli guarire con le lente carezze, dolci come seta, della tua lingua. E le nostre dita si sarebbero intrecciate, cosicché i palmi si potessero sussurrare la parte più segreta del nostro essere umani.
Sono un fallimento. Ho finito tutte le mie lacrime, eppure le sento ancora scorrere sulle mie guance. Così han fatto quasi ogni notte da due mesi a questa parte. Dal giorno in cui ti abbiamo perso per sempre. Premo delicatamente le labbra sulla sua fronte, e la stringo forte tra le mie braccia. E’ un così flebile, fragile raggio di luna nella mia vita. Le pettino dolcemente i capelli con le dita, e so che la sua anima non sarà mai mia. Dopotutto, la tua apparteneva a lei. Non posso fare a meno di baciarle le labbra, mentre dorme così tranquillamente, protetta da queste mie braccia non-così-forti. La amo, in qualche modo. E mi ama, in qualche modo. Amiamo i ricordi che tengono i nostri cuori così legati. Ci amiamo per il profumo di cannella che aleggia ancora sulle sue labbra, e sulla mia pelle.
Le sue dita sottili si allungano, cercando il mio viso, sfiorando delicatamente il segno leggero sul mio naso.
Sorrido.
Ci amiamo perché tu vivi in noi.